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fire
Il fuoco scoppiettava nel letto circolare di pietre che i ragazzi
avevano adagiato sulla sabbia con solerzia e precisione. Le scintille
si levavano in aria come se la volta celeste le chiamasse a
sé per unirle alle stelle, in quell’angolo di
cielo sereno che era rimasto a incoronare il loro falò,
assediato dalle nuvole temporalesche che a occidente filavano via
spinte dal vento. L’aria era fresca ma gradevole. Il mormorio
della risacca lì, vicino agli scogli, dove andavano a
infrangersi le onde infuriate del mare aperto, faceva da sottofondo
alle loro parole, alle risate, agli scoppi di ilarità, ai
rimbrotti, alle battute, alle grida a volte divertite, a volte seccate.
Una quantità industriale di bevande di tutti i tipi,
alcoliche e non, avevano trovato posto sul bagnasciuga dove venivano
accarezzate dalle onde che le mantenevano ad una temperatura gradevole.
La carne e gli spiedini, ben distesi su una griglia portata
giù dallo yacht, veniva prelevata a turno man mano che
cuoceva.
Philip non sapeva se era per colpa dell’alcol che Jenny aveva
ingerito o perché alla fine lei aveva accettato di piegarsi
alla volontà dei compagni, ma già da un
po’ la ragazza aveva cominciato ad assecondare Benji in
maniera scandalosa. Mark non avrebbe dovuto dirle che prima di pranzo
Price lo aveva minacciato con la pistola di ammazzarlo se non si fosse
tenuto lontano da lei. Era di sicuro che fosse quello il motivo che
aveva spinto Jenny, prima tentennante, a dare spago al portiere. In
ogni caso, tutti quei sorrisi e quelle moine gli stavano facendo
bruciare lo stomaco.
Mark, che si era accorto del suo umore (del resto come poteva
ignorarlo? ce lo aveva davanti!) ad un certo punto l’aveva
fatto alzare e l’aveva costretto a seguirlo. Avevano girato
insieme intorno al falò finché non si erano
lasciati alle spalle Jenny e Benji, lo aveva spinto bruscamente sulla
sabbia, gli aveva messo in mano un forchettone e gli aveva intimato di
occuparsi della carne.
-Devi soltanto fare attenzione che non si bruci, Philip. Hai capito?
Non devi pensare a nient’altro. Solo alla carne. Pensa alla
carne. Non deve bruciare.- lo ripeté come un mantra,
finché fu sicuro che qualcuna delle sue parole fosse entrata
nella zucca del compagno.
Philip aveva capito e ci stava provando. Tentava di pensare al fuoco,
alla carne, agli spiedini per quanto poteva, almeno finché
la risata di Jenny non gli arrivava alle orecchie, sospinta dalla
brezza che spirava dal mare.
E quando Mark si allontanò per recuperare il sacco nero in
cui gettare i contenitori vuoti delle bevande, lui si
trascinò sulla sabbia circumnavigando il falò
finché non riuscì di nuovo a scorgere la coppia.
Sedevano vicini, di fronte all’oceano, e lui avrebbe dato via
il suo prezioso yacht solo per sapere di cosa stessero parlando.
Mark tornò trascinandosi dietro la busta e lo
ritrovò con gli occhi fissi su di loro, praticamente
ipnotizzato e regredito allo stato iniziale da cui lui, neppure cinque
minuti prima, lo aveva riscosso.
-Gli spiedini si stanno bruciando, Philip. Ti avevo detto di pensare
soltanto alla carne! Perché non mi dai mai retta? Che
diavolo!-
Si lasciò cadere seduto, le gambe incrociate davanti a
sé, esattamente di fronte al compagno, sulla direzione
precisa del suo sguardo, coprendogli la visuale. Lui sembrò
riscuotersi e lo guardò, intuendo vagamente che forse gli
aveva rivolto la parola.
-Come?-
-Gli spiedini, imbecille!- gli strappò il forchettone di
mano -Si stanno bruciando, non vedi?- afferrò un vassoio e
vi ficcò quelli più anneriti -Devi fare
attenzione, accidenti a te! Se carbonizzi la carne non è che
possiamo andare ad ordinare delle pizze da qualche parte. Lo capisci,
no?-
-Sì...- mormorò soprappensiero, spostandosi
giusto un po’ e trovando una posizione migliore per sbirciare
alle spalle di Mark.
Scorse Jenny che rideva. Aveva le guance arrossate, segno che aveva
bevuto parte della miscela alcolica che Tom aveva preparato per Benji
ma che aveva dovuto portare anche a lei in modo che il portiere non si
insospettisse. Philip aveva assistito alla preparazione dei due
bicchieri e, con uno scatto da prestigiatore, mentre Tom lo riempiva
gli aveva sfilato quello di Jenny, evitando così buona parte
della percentuale alcolica. Dopodiché si era curato di
raggiungere la stessa quantità del cocktail di Benji,
innaffiandolo con una buona dose d’acqua. Però,
nonostante l’accorgimento, a lei l’alcol stava
facendo effetto e al portiere no. Come accidenti poteva essere
possibile? Non è che Patty aveva fatto confusione e
scambiato i bicchieri? Avrebbe voluto chiederglielo, ma era
già la quinta o sesta volta che lo faceva e
l’ultima l’amica lo aveva quasi mandato a quel
paese. Poi gli aveva intimato di non porle più quella
domanda a meno che non la ritenesse un’idiota,
perché lei non aveva confuso i bicchieri, perché
quando le si assegnava un compito lo svolgeva sempre, sempre per bene
fino alla fine. Quindi, aveva concluso, che Philip andasse ad
infastidire con la sua ansia qualcun altro.
In realtà però Philip non sapeva più
chi ammorbare. Aveva esaurito persino le riserve. Mark lo aveva
già mandato a quel paese un paio di volte e probabilmente al
prossimo giro sarebbe passato dalle parole ai fatti, Julian era
sufficientemente afflitto di suo e non avrebbe provato per lui la
minima comprensione, Evelyn e Bruce se ne stavano per conto loro e
infastidire Holly era come tornare da Patty. Lei non glielo avrebbe
perdonato di sicuro. Tom era in giro da qualche parte e infine Amy,
già da qualche ora, lo guardava con
un’intensità tale da metterlo a disagio. Da lei,
forse, era meglio tenersi lontano.
E allora non poteva fare a meno di tornare a guardare Jenny e Benji che
chiacchieravano e gli veniva voglia di intervenire. Prendere la sua
futura moglie e portarla lontana da lui, perché lei con
Price non aveva niente a che vedere. Ma poi sul torace del portiere,
sotto la camicia, ogni tanto scorgeva un rigonfiamento che lo faceva
rabbrividire e lo teneva prudentemente lontano da loro.
-Philip, per cortesia…- lo chiamò Evelyn -Visto
che non stai facendo niente, andresti a prendere due birre?-
-Perché tu cosa stai facendo che non ci puoi andare?-
-Alza il culo, Callaghan!- lo spintonò Mark costringendolo a
farlo -Essere gentili con una ragazza non ha mai ucciso nessuno.-
-Perché non ci vai tu, allora?-
-Io non sono gentile con nessuno. Muoviti!-
Philip si alzò sbuffando, arrivò fin sul
bagnasciuga, entrò con i piedi in acqua e cercò
di individuare, in quella massa di bottiglie e lattine al latitante
chiarore del falò che fin laggiù arrivava appena,
le due birre che gli servivano. Visto che c’era ne prese una
anche per sé. Passando accanto a Evelyn e Bruce
allungò loro le bevande e trangugiò buona parte
della propria mentre superava Benji e Jenny, fingendo di non vederli.
Quando tornò accanto al fuoco, Amy lo raggiunse e si
accoccolò al suo fianco.
-C’è uno spiedino pronto?-
-Hai fame?-
-Non proprio ma devo pur far qualcosa mentre ti osservo.-
Philip non fu sicuro di aver ben compreso il senso della sua risposta.
-Mi osservi?-
-Certo, per capire se sei davvero tu la mia anima gemella.-
Philip, che aveva ripreso a sorseggiare la birra, ne sputò
un fiotto spruzzando le braci. Lo sfrigolio accompagnò quei
secondi di sconcerto che seguirono.
-Amy, non puoi davvero prendere in considerazione un’idiozia
simile!-
-Perché no? Come puoi essere sicuro che la tua anima gemella
sia Jenny e non io? Guarda quanto va d’accordo con Benji!- li
indicò e lui si sforzò di non seguire quel dito
tentatore.
-Lo so semplicemente perché amo Jenny e non te. E anche tu
dovresti sapere se ami o meno Julian, al di là che ti abbia
tradito o meno.-
-L’ha fatto, ne sono certa.-
-No che non l’ho fatto!- dichiarò ancora una volta
Ross, tristemente sprofondato nella sabbia. Avrebbe voluto scavarsi una
fossa e lasciarsi morire di stenti. Non soltanto Amy lo accusava di
qualcosa che non aveva assolutamente fatto, ma i compagni sembravano
credere più a lei che a lui e lo stavano ignorando alla
grande, mettendolo praticamente al bando. Non gli avevano lasciato
nulla per pranzo ed era sicuro che, se avessero potuto impedirgli di
avvicinarsi al fuoco, lo avrebbero messo a digiuno anche per la cena.
Quell’ostracismo doveva finire, porca miseria!
Holly e Patty, che erano spariti da qualche parte nel folto della
vegetazione a fare chissà cosa, tornarono tenendosi per mano
e si avvicinarono al fuoco.
-Come va la carne?-
Philip tolse dalla brace alcuni spiedini ormai cotti e li mise su un
piatto. Dopodiché li porse a Patty. Con quel carico prezioso
lei andò a sedersi di fronte a Jenny e Benji che alla fine
erano stati lasciati soli da tutti, perché tutti volevano,
Philip compreso purtroppo, che quella pistola sparisse in fretta. Holly
la seguì e mentre Callaghan tornava ad osservare le fiamme
per evitare di vedere tutto il resto, sentì il proprio cuore
inondarsi di un moto di eterna gratitudine nei confronti dei due amici.
-Callaghan, anche Jenny e io abbiamo fame!- la voce brusca del portiere
lo fece sobbalzare -Portaci qualcosa.-
L’occhiata con cui Philip rispose a quella richiesta mise in
allarme Jenny, che appoggiò una mano sulla spalla di Benji e
fece per mettersi in piedi.
-Vado io.-
-Resta qui.- la bloccò lui, continuando a fissare Philip
provocatorio.
In quel duello all’ultimo sguardo che venne dopo il tentativo
della ragazza di sedare gli animi, fu difficile capire chi
l’avrebbe spuntata. E di chiunque si fosse trattato, forse
non se la sarebbe cavata in modo indolore.
Amy risolse il problema, perché non voleva che Benji facesse
fuori la sua forse-probabile-anima-gemella. Allora scelse altri
spiedini dalla griglia e li portò al portiere che continuava
a reclamarli in modo sempre più scortese e insistente.
Passandogli accanto, evitò accuratamente Julian.
Così accuratamente che lui decise di interrompere il suo
quasi-mutismo offeso e di piazzarsi accanto al fuoco, nella stessa
fossetta che le natiche della fidanzata, o era la sua ex?, avevano
scavato nella sabbia.
-Tienimi Landers, o faccio un omicidio.-
-Vai pure Philip, tanto ti ammazzerà prima lui.-
-Maledetto stronzo! Lo sta facendo apposta.-
-A fare cosa?-
-A infastidire Jenny!-
-Forse non ci vedi bene, Philip. Non la sta infastidendo, si stanno
divertendo.-
-Julian, non immischiarti.-
-Altrimenti che fai? Ammazzi anche me?-
-Che palle che siete, io non...-
-Julian, quello era il mio posto.- Amy comparve accanto a loro
illuminata dal fuoco. Nei suoi occhi brillavano le fiamme.
-C’è tanto posto qui intorno.- le rispose acido
-Puoi sederti da un’altra parte.-
-Traditore e anche maleducato!- sibilò lei a testa alta,
circumnavigando il falò e andando a sedersi al lato libero
di Philip -Benji ha proprio ragione. Julian non è la mia
anima gemella!-
-Benji è un cretino.-
-Benji non ha ragione per niente.-
Risposero quasi all’unisono Philip e Julian.
-Sono totalmente d’accordo con voi. E tu Amy, sei ridotta
proprio male se arrivi a pensare che le cazzate che spara Price abbiano
un minimo fondamento di verità.- si ringalluzzì
Mark che quando poteva dare addosso al portiere approfittava sempre.
La voce di Benji provenne lontana, ma provenne.
-Faccio finta di non aver sentito.-
Si volsero. L’amico era in piedi sul bagnasciuga e li
guardava di traverso. Si arrotolò le maniche della camicia
fino a lasciare scoperti gli avambracci, poi si chinò a
rovistare tra le bevande rinfrescate dalle onde.
-Se non hai sentito, allora te lo ripeto.- Philip si mise in piedi -Sei
un cretino.-
Il portiere si tirò su lentamente, interrompendo le
ricerche. I suoi occhi, già ombreggiati
dall’oscurità della notte, parvero farsi ancora
più neri.
-E perché sarei un cretino, Callaghan?-
-Philip, si stanno bruciando gli spiedini.- disse Mark e poi subito, un
secondo dopo, lo ripeté a voce più alta -PHILIP!
SI STANNO BRUCIANDO GLI SPIEDINI!- saltò in piedi e
acchiappò il ragazzo per un braccio, tirandolo
giù verso la griglia -Cosa ti ho detto prima? Che dovevi
controllare la carne! E dovevi farlo senza pensare a niente! Non ce ne
frega nulla di sapere perché Price è un cretino
perché anche se ce lo dici, il risultato non cambia. Ma se
la carne si brucia, quella sì che è una tragedia.
Lo capisci, PEZZO D’IDIOTA?- gli affibbiò un
poderoso scappellotto sulla nuca, gli ficcò in mano il
forchettone e un piatto e lo obbligò a fare
l’unica cosa sensata che pretendevano da lui.
-Scommetti che ti lascio qui?- lo minacciò Philip mentre
Landers lo pungolava suggerendogli di volta in volta quale spiedino
togliere dal fuoco, quale girare, quale lasciar rosolare ancora un
po’, magari su un altro lato.
Jenny, che era stata pronta ad intervenire se l’avesse
reputato necessario, tornò a sedersi e guardò
Patty, che insieme a Holly aveva assistito al battibecco spiluccando la
carne. Si scambiarono un’occhiata mentre Benji si sedeva
accanto a lei e le porgeva una lattina di coca-cola. La prese e lo
ringraziò. Poi, tornando a guardare l’amica, con
un impercettibile cenno del capo indicò il boschetto oltre
le dune e si alzò in piedi.
Patty annuì, finì lo spiedino e la
imitò.
-Torniamo subito.-
Percorsero una parte di spiaggia, poi si inoltrarono tra gli alberi.
Mentre la fidanzava si allontanava, Holly raggiunse il falò.
-Come va?- domandò ai fuochisti.
-Una favola!- rispose Mark, dando una pacca a Julian e
un’altra a Philip -Vero? Diteglielo anche voi!-
I due mugugnarono in coro qualcosa di incomprensibile.
-Come pensi di sfilargli la pistola?- domandò Patty seguendo
Jenny tra le sterpaglie in cerca di un angolino tranquillo e appartato.
-Non lo so, veramente non ci ho pensato. Credo che aspetterò
che si presenti l’occasione.-
-L’occasione non si presenterà da sola. Devi darle
una spintarella.-
-Sotto gli occhi di Philip? Scherzi? Non sta aspettando altro per
saltargli al collo.-
-Chi, Benji?-
Jenny fece spallucce ma nel buio Patty non se ne accorse.
-Tutti e due, forse.- fissò gli occhi sul fuoco che si
scorgeva tra la vegetazione, quel bagliore distante che riusciva a
penetrare nella notte e tra gli alberi, consentendo loro di muoversi
anche nell’oscurità.
-Secondo me è meglio non tirarla tanto per le lunghe.-
-Ti pare facile?-
-Assolutamente no.-
-Hai qualche suggerimento?-
-Sì, ma nessuno è attuabile finché
Philip orbita nei dintorni.-
-Santa verità.- Jenny sospirò e si
massaggiò le tempie con le dita -Non ho voglia di tornare
subito lì. Ti va di arrivare agli scogli?-
Camminarono l’una accanto all’altra sul
bagnasciuga, lasciando che le onde accarezzassero i loro piedi nudi.
Quando raggiunsero le rocce, Patty tirò fuori il cellulare e
lo puntò verso il basso, per poter avanzare in sicurezza tra
gli scogli bagnati, scuri e scivolosi. Si fermarono solo quando furono
davanti al mare aperto, all’oceano spazzato dalle correnti
provenienti dal largo.
Onde rabbiose e irrequiete si schiantavano con fragore contro gli
scogli e gli spruzzi salivano alti nel cielo stellato. Dietro di loro
tanta agitazione si placava quando la corrente si incanalava nelle
calme acque della baia, dove lo yacht galleggiava all’ancora
sonnacchioso e gli amici continuavano ad alimentare il falò
con la legna radunata nel pomeriggio.
-Laggiù sta piovendo.- disse Patty, notando un lampo
serpeggiare nell’orizzonte nero verso ovest.
-Philip ha fatto bene a portare lo yacht al sicuro. Abbiamo
già affrontato una tempesta e non è stato
piacevole.- Jenny si sedette sulla roccia, incurante degli spruzzi che
a tratti le raggiungevano bagnandole la pelle e i vestiti.
L’amica si accomodò accanto a lei e
sospirò.
-Mi dispiace per Amy. Hai visto con quanta rabbia si è
scagliata contro Julian?-
-Dev’essere terribile venir traditi. Pensa che fino a ieri
ero convinta che Philip uscisse con un’altra e che mi avrebbe
mollata sull’altare. E invece era sparito su questa
barca… Chissà poi a far che…-
-E adesso il rischio di essere mollato lo sta correndo lui.-
-Non lo mollerei mai.-
-Lo so. Però Benji pare convinto del contrario.-
-Può convincersi di quello che vuole, non decide lui della
nostra vita.-
-Forse una volta che gli avrai tolto la pistola, potremmo provare a
farlo ragionare. Hai notato come ti guardava?-
-Figurati. Vedo ondeggiare tutto già da un po’,
come potrei notarlo?-
-Jenny! Che diavolo state facendo?-
Si volsero indietro, verso chi le chiamava.
Benji era sulla spiaggia e avanzava nell’acqua. Le aveva
seguite e quasi raggiunte. Jenny si alzò mentre lui saltava
con agilità sugli scogli.
-Stiamo parlando di cose private!- gli gridò.
-E c’era bisogno di venire fin qui per farlo?- si
fermò dov’era arrivato, le mani sui fianchi, in
attesa che le ragazze tornassero indietro.
Patty si alzò.
-È finita la pacchia. Fortuna che al bagno ci siamo
già andate.-
-Non abbiamo avuto neppure il tempo di escogitare un piano.-
Jenny si tirò su stizzita mentre Patty la precedeva,
accendendo il cellulare per far luce intorno a loro. La
seguì saltellando prima su uno scoglio, poi su un altro,
cercando di penetrare con lo sguardo l’oscurità e
di scegliere più o meno gli stessi massi su cui Patty
metteva i piedi. Alle spalle di Benji altre due figure percorrevano il
bagnasciuga dirette verso di loro. Erano ancora lontane, ombre scure
che si stagliavano contro il chiarore della sabbia, ma Jenny fu quasi
sicura che si trattasse Philip e Holly. E in fondo, chi altri?
Inciampò su uno scoglio, agitò le braccia in aria
per mantenersi in equilibrio e puntò il sasso che era
più vicino. Quando la pianta del piede si posò
sulla roccia, percepì sulla pelle qualcosa di morbido e
scivoloso come una buccia di banana. Cavolo! Era finita
proprio sulle alghe! pensò un istante prima di gridare e di
cadere in acqua. Piombò con un tonfo nell’oceano,
in quell’immensità scura e agitata del mare
aperto. Schizzi e spruzzi alti inzupparono la maglietta di Patty e
arrivarono fino a Benji. La giovane venne inghiottita
all’istante dall’acqua smossa dalla corrente della
tempesta ad ovest che continuava ad illuminare a sprazzi il cielo.
-Jenny!- gridò Patty raggiungendo il limite degli scogli, il
braccio teso in avanti, il cellulare puntato in quella ribollente
oscurità in cerca dell’amica. Benji le fu accanto
in un secondo.
-Cazzo!- la cercò tra la schiuma. Era lì, da
qualche parte ma non la vedeva. Maledizione, doveva esserci, ma dove?
Un vortice gelido afferrò Jenny e la trascinò
verso il fondo. Poi d’un tratto la mollò e la
ragazza, libera di nuotare, riuscì a tornare in superficie.
Un’onda le arrivò da dietro, vigorosa e potente, e
la sbatté con violenza addosso agli scogli. Urtò
una spalla contro la roccia, restando senza fiato. Riemerse in
un’acqua che ribolliva tutt’intorno a lei.
Cercò di aggrapparsi ai sassi ma non fece in tempo a trovare
un appiglio che il riflusso dell’oceano la
strattonò indietro per trascinarla verso il mare aperto.
Alla fioca luce del cellulare di Patty, Benji finalmente la vide.
-È lì! Tieni accesa la luce!- le
ordinò e si tuffò.
Jenny lottò con tutte le sue forze per contrastare la
corrente che la tirava a largo e le onde che la strascinavano a fondo.
Scorgeva sempre più lontana la luce azzurrina del display
del cellulare di Patty ma sapeva che doveva nuotare in quella
direzione, perché solo lì avrebbe trovato la
salvezza. Un gorgo l’avvolse facendole fare una piroetta, lei
riuscì a sganciarsi e a riemergere e nuotò
disperata verso le rocce, mentre le onde le finivano in faccia,
spingendole giù nella gola grandi quantità
d’acqua salata che gliela facevano bruciare. Udiva qualcuno
chiamarla, una voce flebile come un’eco lontana che
assomigliava a quella di Philip, ma il frastuono delle onde le riempiva
le orecchie e non era sicura che si trattasse di lui.
Un’ondata la travolse, riemerse, prese aria e
lottò contro la corrente, poi venne di nuovo spinta
sott’acqua dal riflusso del mare. Emerse ancora e
aprì la bocca per chiedere aiuto. Bevve una tale
quantità d’acqua da toglierle il fiato e,
stremata, cominciò ad affondare.
Poi qualcuno l’afferrò per la vita e la
trascinò di nuovo a galla. Jenny poté tornare a
respirare, inalando tutta l’aria che riuscì a
mandare nei polmoni, aggrappandosi con la forza della disperazione a
quelle braccia possenti che la tenevano, spinta da un istinto di
sopravvivenza che tirò sott’acqua il suo
salvatore.
Benji afferrò le mani di Jenny che lo spingevano a fondo
senza volerlo. Si scostò da lei, agitò le gambe e
si diede un poderoso slancio per tornare in superficie. Le dita che
stringeva gli sfuggirono, mentre la giovane veniva risucchiata di nuovo
dalla corrente.
-Benji!- gli gridò Patty quando lo vide tornare da solo in
superficie.
Lui si guardò intorno.
-Dov’è? Dov’è finita?-
gridò.
-Dietro di te!-
Il portiere si tuffò di nuovo in
un’oscurità così nera da rendergli
impossibile trovarla. Fu la disperazione di Jenny a corrergli in aiuto.
Le finì addosso mentre la giovane cercava di tornare
disperatamente verso gli scogli, ormai al limite delle forze. Benji le
sfiorò per puro caso una mano, riuscì ad
afferrarle un polso e a tirarla a sé.
Jenny udì di nuovo la voce di Philip, non aveva
più dubbi che si trattasse del fidanzato. Ma le arrivava
lontana e questo significava che non era lui che stava cercando di
salvarla. Doveva trattarsi certamente di Benji. Le era vicinissimo
quando era caduta in acqua. E allora forse, nonostante la situazione,
doveva approfittarne.
Mentre affondavano insieme, trascinati in profondità dalla
corrente, il portiere sentì le braccia di Jenny cingergli il
torace, colpirgli la schiena, strattonarlo, scivolare via e tornare di
nuovo ad aggrapparsi spasmodicamente a lui. Non riusciva a tenerla
ferma, non riusciva ad afferrarla da nessuna parte. Se soltanto avesse
smesso di agitarsi così, rischiando di far affogare
entrambi…
Riemerse trascinando a galla anche lei, vide la luce del cellulare di
Patty sugli scogli, scorse il suo volto e quello di Philip
inginocchiato sulle rocce, che si sporgeva verso di loro invocando
disperato il nome di Jenny, Holly che gli stringeva con forza
le spalle per impedirgli di gettarsi tra le onde e peggiorare le cose.
Capì che sarebbe stato impossibile uscire
dall’acqua nello stesso punto in cui lui e Jenny vi erano
entrati, perché se soltanto avessero osato avvicinarsi ai
compagni, le onde e la corrente li avrebbero sbattuti e sfracellati
sugli scogli. Doveva raggiungere la spiaggia.
Quando Philip non riuscì più a scorgerli, il suo
grido divenne un gemito strozzato.
-Oddio! Sono affondati! Sono affogati! Jenny!- si tirò su e
strappò il cellulare dalle mani di Patty, agitandolo
tutt’intorno a sé in cerca dei dispersi -Jenny!
Jenny! JENNY!-
Si spencolò tra le rocce, rischiò di finire in
acqua e riuscì a non farlo per un soffio. Saltò
da un sasso all’altro per esaminare i dintorni, dovunque
riuscisse ad arrivare il suo sguardo. Poi gli sembrò di
scorgere un movimento lontano, verso terra. Puntò il
cellulare in quella direzione ma non servì a nulla. Quella
fievole luce venne inghiottita dall’oscurità della
notte.
Però anche Holly era riuscito a individuarli.
-Stanno tornando a riva!-
Philip ficcò il telefonino nelle mani dell’amica e
completamente alla cieca, rischiando di rompersi un piede o addirittura
l’osso del collo, agile come uno stambecco ripercorse tutto
il tragitto al contrario saltando da una roccia all’altra.
Riuscì a guadagnare la spiaggia più o meno nel
momento in cui Price riemergeva dall’acqua e, con Jenny tra
le braccia, si dirigeva esausto verso il falò.
-Avete fatto il bagno?- li accolse Evelyn mordicchiando tranquilla uno
spiedino.
Dall’altro lato del fuoco Amy e Julian stavano continuando a
litigare esattamente come Holly e Philip li avevano lasciati qualche
minuto prima. Da quella parte dell’isola nessuno si era
accorto della brutta avventura accorsa ai compagni.
Benji depositò Jenny a terra e si lasciò cadere
disteso accanto a lei, i gomiti puntellati sulla sabbia, il volto chino
in avanti. Dai corti capelli zuppi venivano giù rivoli
d’acqua, che scivolavano ai lati del collo accarezzandogli la
vena pulsante, e gocciavano sugli avambracci muscolosi e risplendenti
di bagnato alla luce evanescente del falò. La camicia
grondante d’acqua gli si era incollata sulla schiena,
mostrando i muscoli ancora in tensione per lo sforzo. Riprendeva fiato,
le sue spalle si alzavano e abbassavano al ritmo concitato del respiro
e quegli ansiti si ripercuotevano sul suo corpo atletico, facendolo
fremere tutto.
Jenny, sdraiata sulla schiena, tossì un paio di volte e lui
si girò a guardarla. La vide tirare due o tre respiri
profondi mentre le sue dita affondavano nella sabbia quasi in cerca di
un appiglio.
-Per poco non ci fai annegare.-
-Mi dispiace.- rispose lei senza neppure aprire gli occhi -Sono
scivolata.-
-Non importa. Ti perdono.-
Philip arrivò di corsa e si gettò in ginocchio
accanto alla fidanzata. La prese tra le braccia e la strinse contro di
sé. I loro cuori battevano all’unisono, ancora a
mille per la paura. Con una mano la sostenne, con l’altra le
accarezzò una spalla, il collo, la guancia, la testa, per
assicurarsi che fosse ancora tutt’intera. Poi
appoggiò la bocca sui suoi capelli, il sapore del sale gli
intrise le labbra. Chiuse gli occhi, beandosi del contatto con il suo
corpo. Voleva dirle qualcosa, ma non riusciva a parlare. Voleva
rassicurarla perché la sentiva ancora tremare, ma il groppo
che gli stringeva il cuore era tale da bloccargli la voce.
-Callaghan.-
Sentì Benji chiamarlo, aprì gli occhi e lo
guardò.
Tom, arrivato in quel momento dopo ore di sparizione, emise il suo urlo.
-Philip! Sei impazzito? Che diavolo stai facendo?-
-Jenny!- gridò anche Patty, dato che l’espressione
cupa del portiere non le piacque per niente.
Ma lei spostò gli occhi sull’amica e le sorrise,
perché mentre era in acqua era riuscita a sfilar via la
pistola di Benji, lasciandola affondare nelle profondità
dell’oceano. Philip non correva più nessun
rischio, anche se forse il portiere non se n’era ancora reso
conto.
Infatti Benji si frugò addosso, ficcando le mani tra le
pieghe della camicia, rovistando tra quella stoffa bagnata che gli si
incollava sulla pelle, gelida, ad ogni movimento. Nei suoi occhi
contrariati brillò un barlume di incertezza. Si accorse che
Jenny lo fissava con un sorrisetto saputo e capì di essere
stato fregato. Spostò lo sguardo da lei a Callaghan,
rimediando dal compagno un’occhiata di sfida.
-Fanculo Price.- gli disse infatti. Poi baciò Jenny e la
rivincita di Philip fu completa.
Nella stanza immersa nel silenzio, si levò improvvisa la
voce del portiere.
-Potevi almeno ringraziarmi.- Benji si sfilò gli occhiali
stereografici e li posò su uno dei braccioli della
poltroncina.
Philip, che gli sedeva accanto, lo guardò torvo.
-E per cosa? Per aver infastidito Jenny?-
-Era uno scherzo.-
-Potevi scherzare con Amy, visto che Julian l’ha tradita.-
-Io scherzo con chi mi pare, Callaghan.-
Ross dietro di loro tossicchiò.
-Se non ve ne siete accorti eravamo in una realtà virtuale.
Io non ho tradito proprio nessuno.- e quasi a ribadirlo anche con lei,
tante volte fosse necessario, si volse verso la fidanzata. Amy lo
guardava scettica, sembrava quasi non credergli.
-Philip, Benji, se volete che andiamo a mangiare qualcosa insieme
piantatela all’istante.- Holly oltrepassò
l’uscita del laboratorio tenendo Patty per mano.
Bruce gli saltellò dietro entusiasta.
-Ho ancora in bocca il sapore degli spiedini. Che ne dite di una
bisteccheria?-
-Possibilmente economica.- borbottò Mark -A prezzo di
costo.-