DON’T
TELL DAD II
6. Not Myself Tonight
I'm out of character
I'm in rare form
And If you really knew me
You'd know its not the norm
Cause I'm doing things that I normally won't do
The old me's gone I feel brand new
And if you don't like it **** you (Christina
Aguilera)
Quella mattina entrai al Ministero come tutte le altre
mattine e mi diressi subito verso l’ascensore. Avevo imparato a conoscere
alcune persone che più o meno avevano i miei
stessi orari e salutavo cordialmente tutte le volte che ci incrociavamo. Non
avevo neanche la più pallida idea di chi fossero,
ma ero sicura che tutti loro avessero capito che ero la figlia di Ron Weasley, l’Auror del quarto piano.
Scesi dall’ascensore salutando un uomo distinto, che
mi pareva si chiamasse Robert,
e mi diressi verso il mio ufficio. Fu solo per una frazione di secondo, che fu
sufficiente, e mi resi conto di essermi appena incrociata con Malfoy.
Mi voltai di scatto e lui fece lo stesso. Guardai
l’orologio al polso, erano appena le otto. “Dove stai andando?” Chiesi perplessa.
“Vado al primo piano, al Wizengamot.”
Disse.
Spalancai gli occhi allibita e mi
scappò una risatina. “Stai scherzando, vero?” Scorpius alzò un sopracciglio. “Spero che tu
non ci stia andando per indagare, perché se questo è il tuo piano
per non destare sospetti…”
“Ne hai uno migliore, Weasley?” Chiese incrociando le braccia al petto.
Tornai indietro di qualche passo guardandolo negli occhi.
“Oh sì, sì che ce l’ho. Ed
è di sicuro mille volte migliore del tuo. Sei
il capo del Dipartimento dei Misteri, ti presenti al Wizengamot
dopo che un membro ne è stato assassinato e
pretendi di non destare sospetti se ti metti a fare domande?”
Malfoy fece una smorfia e distolse
lo sguardo. “Qual è il tuo piano?”
Io sorrisi e gli feci cenno di seguirmi. Salimmo entrambi in
ascensore, Malfoy sembrava abbastanza scocciato dalla
mia presenza, almeno fino a quando non mi strappai la
gonna per procurarci uno spacco più profondo. Mi fissò a bocca aperta ma non disse niente fino a che non sbottonai tre
bottoni della camicia e mi sciolsi i capelli.
”Che stai facendo?” Chiese sinceramente allarmato.
Io gli sorrisi, furba. “Sto entrando nella mia
parte.” Dissi. “Non è che hai dei
documenti in quella valigetta?”
Malfoy si guardò la mano,
rendendosi conto probabilmente solo allora di avere una ventiquattrore in mano.
“Sì, perché?”
“Mi basterà un fascicolo.” Dissi mentre lui frugava nella borsa. “Hai qualche
sospetto su qualcuno in particolare?”
“La risposta è pressappoco ovvia: Dustin Haine, segretario del
Ministro. Era candidato a diventare un membro del Wizengamot con Bay… ovviamente ha vinto Bay.
Questo è ciò che mi spinge a credere che Haine
c’entri qualcosa.” Disse passandomi un
fascicolo.
Io annuii mentre la porta
dell’ascensore si aprì davanti a noi. “Tu resta
indietro, lascia fare a me.”
Malfoy fece per obbiettare
ma io ero già partita per il mio obbiettivo. Puntai subito la mia
preda a metà del corridoio. Abbassai lo sguardo e mi ci puntai dritta contro, col solo risultato che tutti i fogli
all’interno del mio fascicolo volarono in aria. Alzai casualmente lo
sguardo sull’uomo davanti a me.
“Oh cielo! Mi dispiace tanto, sono davvero un’imbranata!”
L’uomo si piegò sulle ginocchia raccogliendo un
po’ dei miei fogli. “Oh, non si preoccupi, sono cose che capitano.” Lo vidi dare una rapida occhiata alle mie gambe
prima di rialzarsi e consegnarmi i miei fogli. “Ecco.” Disse.
Io sorrisi suadente. “E’ davvero molto gentile,
signor…?”
“O’rourke.”
Disse ricambiando il mio sorriso. “Se posso
aiutarla in qualche modo…”
“In effetti, sì.” Feci io guardando un
po’ spaesata attorno. “Stavo cercando l’ufficio del signor Haine, ma temo di non ricordare più dove si trovi.”
O’rourke
mi fece cenno di seguirlo con un sorriso. Non appena si voltò per farmi strada, io voltai la testa verso Malfoy,
che era rimasto in fondo al corridoio, e con un sorriso gli feci
l’occhiolino. Seguii O’rourke fino a
quasi il fondo del corridoio, svoltammo a destra e poi di nuovo a destra. Bussò ad una porta e quando una voce ci disse
di entrare, la aprì per me.
“Dustin, c’è
una signorina che ti cerca.” Disse.
Io gli rivolsi un altro sorriso gentile prima che se ne andasse e mi lasciasse da sola con Haine.
Era un ragazzo abbastanza giovane, dai capelli castani e non aveva neanche
lontanamente l’aria di uno che lavora in
ufficio. Mi fissò un po’ perplesso ma chiaramente interessato.
“Come posso aiutarla?” disse alzandosi dalla
scrivania.
Mi feci avanti con un bel sorriso e tesi la mano.
“Miss Miller. Sono una
delle candidate al suo posto.”
Haine mi strinse la mano ma mi guardò confuso. “Mi scusi?”
Io alzai gli occhi al cielo e ridacchiai facendo
la finta tonta. “Oh mi scusi, piombo così
all’improvviso e non mi sono neanche spiegata
correttamente. Intendo il suo posto da segretario, dopo che lei
ricoprirà la carica di membro effettivo del Wizengamot.”
“Oh!” Fece lui annuendo, ricambiando infine il
mio sorriso. “Ma certo. Non sapevo che avessero
già scelto dei candidati al posto di segretario.”
Sfoggiai uno dei miei sorrisi migliori. “Alcuni hanno
doti che non si posso nascondere.”
Haine mandò
un’occhiata veloce al mio seno ed annuì tra sé.
“Già.” Disse. “Dovrei lasciare il posto il mese
prossimo, a quanto mi è stato riferito.”
Io annuii. “Sì, i classici tempi burocratici.
E’ stato davvero un bel colpo di fortuna, per lei… anche se in
sgradevoli circostanze.”
Lui annuì gravemente. “Purtroppo Kein era uno dei membri più competenti che avessimo mai potuto avere all’interno del Wizengamot. E Bay… sembrava
un ragazzo così tranquillo, così in gamba…”
Sospirai gravemente. “Chissà cosa è
saltato in mente a quel povero ragazzo.”
“Sembrava fosse… disturbato.” Disse Haine con una smorfia. “Alcuni dicono addirittura che
fosse sotto Imperio.”
“Ma non mi dica!” Finsi
di essere sorpresa.
Haine annuì.
“Sì, ma sono solo supposizioni.”
Disse con un sorriso. “Dopo tutto tutte le
tracce portano a lui.”
“Senza dubbio.” Feci io. “E sicuramente
lei si merita di stare al Wizengamot molto più di quanto si meritasse Bay.”
“Troppo gentile.” Disse con un sorriso.
“Lo sa, lei ha una faccia familiare.”
Cercai di mascherare la mia improvvisa ansia con una
risatina mal riuscita. “Sì, lo so cosa sta pensando. Tutti
continuano a dirmi che assomiglio in maniera
impressionante a Rose Weasley.” Alzai gli occhi
al cielo quasi ne fossi scocciata.
“Probabilmente è solo per i capelli rossi.”
Haine fece un sorriso gentile.
“Beh, lo prenda come un complimento. Sia lei che Rose Weasley
siete due donne molto affascinanti, da quanto ho
potuto vedere dai giornali.”
Io arrossii. “La ringrazio.”
Haine si schiarì la gola.
“Beh, ecco… se volesse sapere qualcosa di più per il lavoro,
adesso sono molto occupato ma… che ne dice di giovedì sera, a
cena?”
“Ne sarei molto onorata.” Dissi con voce bassa e
suadente.
“Bene. Mi assicurerò che uno dei miei uomini la
faccia chiamare.” Fece Haine
compiaciuto. “Adesso, vuole scusarmi…”
Io annuii e lasciai l’ufficio, non prima di aver
sventolato i miei capelli ed aver sorriso per l’ultima volta. Quanto era facile prendere in giro gli uomini. Mi diressi a
passo deciso verso la fine del corridoio, dove avevo lasciato Malfoy.
Malfoy era ancora lì,
appoggiato al muro. Non appena mi vide si illuminò
e mi venne incontro. “Allora?”
Io sorrisi trionfante. “Ho rimediato una cena.
Giovedì sera.”
“Una cena? Weasley, cosa…” si fermò un attimo e distolse lo
sguardo come se stesse male. “Dannazione, vuoi chiudere quella
camicia!”
Io arrossii e richiusi quei tre bottoni che mostravano un
po’ troppo. “Che c’è, non
ricordi più come sono fatte?”
“Ricordo perfettamente come sono fatte, questo
è il problema.” Fece Malfoy.
Alzai lo sguardo su di lui e ci fissammo in silenzio per un
po’. Un leggero imbarazzo aleggiò tra noi, mentre cercavo di
cancellare immagini che appartenevano al passato.
“Signorina?”
Mi voltai, O’rourke
era a qualche passo da noi.
“Il signor Haine mi ha detto
di darle questo.” Mi porse un biglietto da
visita.
Io sorrisi. “Grazie.” Mi voltai verso Malfoy ed alzai un sopracciglio. “Era proprio quello
che ci serviva.”
**
Malfoy, strano a dirsi, mi
lasciò in pace per tutto il resto della giornata. Neanche per una misera
volta mi fece chiamare nel suo ufficio, non dopo che avevo raccontato tutto
quello che era successo nell’ufficio di Haine
ed a cosa stavo mirando. Ed una cena sarebbe stata
perfetta.
Uscita da lavoro però non pensai più né
al caso, né a Malfoy e mi diressi dritta verso
la casa di Al e Vanessa. Il giorno
prima ero andata via così di furia che non avevo neanche avuto il
coraggio di tornarci o mandare un gufo per sapere com’era finita la
discussione. Suonai al campanello, avevo paura ad
arrivare via camino.
Al venne ad aprire alla porta,
sembrava molto sbattuto e stanco. Lo fissai allibita e guardai l’orologio
al muro.
“Che ti è
successo?” Chiesi entrando. “Come mai non sei
a lavoro?”
Al sospirò facendomi cenno
di entrare in casa e chiudere la porta ed andò a sedersi sul divano. Un
cuscino pendeva da un lato. “Non mi sono svegliato in tempo.”
Disse.
Io alzai un sopracciglio. “Dormi qui adesso?”
Al scrollò le spalle.
“Avrei potuto tornare dai miei, ma conoscendo
mamma avrebbe cominciato a fare mille domande. E non è così
scomodo, devo solo farci l’abitudine.”
“Giusto.” Feci io poco convinta. “Deduco
che la conversazione con Vanessa non sia andata affatto
bene.”
“Hai delle ottime capacità deduttive, Rose.” Fece sarcasticamente stendendosi sul divano.
Io aprii le braccia. “Beh, vuoi dirmi cosa è
successo?”
Lui sbuffò. No, chiaramente non ne aveva
voglia, ma fece un piccolo sforzo per me. “Puoi immaginarti bene come sia
andata. Io mi sono arrabbiato, lei si è arrabbiata,
io dormo sul divano. Forse potrei chiedere a James se
ha un posto per me, in negozio.”
Adesso stava cominciando a fare il tragico. Alzai gli occhi
al cielo. “Capisco che un figlio non era tra i tuoi progetti più
futuri, ma c’è proprio bisogno di arrabbiarsi, Al?”
Lui si mise a sedere con uno scatto e mi fissò
allibito. “Cosa? Non è
per questo che mi sono arrabbiato, Rose! Lei… lei è incinta
e non mi ha detto niente! Ha preferito tenermelo nascosto perché non
aveva abbastanza fiducia in me.”
“Non essere stupido, Al.” feci
io scotendo la testa. “Non è questione di fiducia.”
“Oh, sì che lo è!” Fece infuriato
Al. “L’hai sentita anche tu, aveva paura di dirmelo! Paura! Cosa credeva che le dicessi, che non avrei voluto il
bambino? O peggio, che l’avrei lasciata? Dannazione, Rose, ma che persona pensate che sia?”
Io gli posai una mano sul braccio cercando di calmarlo.
“Nessuno ha pensato una cosa del genere, cercava solo il momento giusto
per dirtelo.”
“Beh, non c’è un momento giusto!”
Urlò alzandosi in piedi. Sembrava matto, più matto
di Luna Lovegood. “Non c’è un
dannato momento giusto!”
“Okey.” Feci io
gentilmente facendogli cenno di sedersi di nuovo. “Non c’è
un momento giusto. Ma adesso che lo sai, non credi che
dovresti calmarti e parlare civilmente con Vanessa per capire cosa dovete
fare?”
“Me la sto facendo sotto.” Fece
Al scotendo la testa tra sé, poi mi fissò. “Rose, me
la sto facendo sotto, okey? Io non so neanche cosa
dirle. Io non sono pronto.”
“E’ una fortuna che tu abbia
nove mesi per prepararti, allora.” Feci io con un piccolo sorriso.
“Pensa se lo avesse sparato fuori come una palla di cannone.”
“Probabilmente sarei morto sul colpo.” Fece lui
sospirando. “Pensavo di avere tutto il tempo. Tutto il
tempo per vivere la mia vita con Vanessa, sposarla e poi cominciare ad avere
dei bambini. Adesso mi sento come se fosse tutto in accelerazione,
mentre io sono fermo nel solito punto. Come un idiota.”
Io gli presi la mano. “Senti, Al, a
volte… a volte le cose non vanno come ce le eravamo immaginate. A volte
bisogna rivedere i piani. Ma questo non vuol dire che
siano peggiori dei primi.”
Al sembrò incerto. “Non lo so… non riesco
ancora a pensare che avremo un bambino, sono nel panico.”
Io scrollai le spalle con un sorriso. “Magari non ci
hai pensato, ma forse anche Vanessa si sente nel panico. Non credi?”
Al alzò lo sguardo su di me,
senza dire niente. Io sorrisi incoraggiante, continuando a stringergli la mano.
Non potevo fare molto, ma forse con un po’ di supporto
morale si sarebbe sentito meglio.
“Speriamo che sia un maschio.” Disse alla fine
con un sospiro. “Non ci so proprio fare con le femmine.”
Io ridacchiai. “Già, di qualsiasi
età.” Lo presi in giro. “Andrà tutto bene, Al.”
“Me lo prometti?” disse guardandomi negli occhi.
“Me lo prometti, Rose?”
“Te lo prometto.”
**
“Ricordami di nuovo perché sto prendendo parte
a questa pagliacciata?”
Io alzai lo sguardo su Malfoy, che
sembrava molto scocciato, mentre sistemavo le ultime cose appena dietro
all’angolo del ristorante dove Haine aveva
chiesto di vedermi. Mi diedi un’altra mandata di rossetto e alzai un
sopracciglio.
“Se non fosse stato per me, staresti ancora cercando
una minima traccia dentro quell’ufficio.” Dissi.
Malfoy sbuffò incrociando
le braccia al petto. “Non è che finora tu
sia arrivata a molto. Cosa pensi di fare, di andare
lì a cena e chiedere ‘scusami tanto Dustin,
per caso sei stato tu ad uccidere Kein?’…
un piano brillante!”
Scossi la testa mandando un’occhiata
all’ingresso del locale. Haine era già
davanti alla porta. “Per favore, perché credi che Jordan abbia detto che sono la
migliore giornalista che sia mai capitata nel tuo ufficio?”
“Perché le altre erano
pessime.” Mormorò tra sé.
Io feci finta di non sentire e mi avviai verso Haine con un bel sorriso. Mi sentivo stupida, io non ero il
tipo di donna che flirtava, ma non potevo fare
altrimenti. Ed oltre che stupida, mi sentivo anche
nervosa. Speravo di non buttare tutto all’aria o Malfoy non me l’avrebbe mai perdonata.
“Splendida.” Commentò Haine
vedendomi arrivare. Mi fece il baciamano ed io sorrisi. “Vogliamo
entrare?”
Io annuii e lo seguii dentro la Sala, facendo cenno a Malfoy di seguirmi. Potevo sentirlo sospirare a metri di
distanza. Ci sedemmo ad un tavolo sul fondo della sala, sembrava un ristorante sofisticato. Il genere di ristorante dove
imploravo Jack di non portarmi mai.
Un cameriere ci portò subito il menù e del
vino, Haine non mi staccava mai gli occhi di dosso.
“Sei silenziosa stasera.” Commentò
leggendo sì e no sul menù.
Io scrollai le spalle con un piccolo sorriso. “Mia
nonna dice sempre che il silenzio è d’oro.”
Dissi. “Ma se vuole fare
conversazione…”
Haine chiuse il menù.
“Signorina Miller, scusi la mia
indiscrezione… con tutto quel parlare dell’altro giorno non mi ha
neanche detto il suo nome.”
“Mi perdoni.” Dissi prendendo un sorso di vino.
“Vanessa. Vanessa Miller.” Era ufficiale,
Vanessa mi avrebbe ucciso se solo lo avesse saputo.
“Vanessa, esattamente cosa l’ha spinta a venire fino al mio ufficio? Dubito che sia solo per
il lavoro, avrebbe potuto informarsi all’ufficio gare, ma lei si è
scomodata tanto da venire fino al primo piano.”
Disse guardandomi con un sopracciglio inarcato.
Io sorrisi e scossi la testa. “Oh, non ci crederebbe
se glielo dicessi.” Dissi arrossendo un
po’. Il che era facile per me, bastava pensare a qualcosa di imbarazzante che le mie guance si tingevano subito.
“Perché non ci
prova?” Il cameriere tornò e Haine diede
un’altra veloce occhiata al menù. “Io prendo un filetto in
salsa di tartufo.”
Il cameriere si voltò verso di me. “Oh…
lo stesso per me, grazie.” Feci un po’
imbarazzata. Haine continuava a fissarmi. “Beh,
ecco… in realtà avevo visto tante di quelle foto sui giornali
che… ero curiosa di conoscerla di persona. E
dato che mi si era presentata l’occasione.”
Haine sorrise. “Trovo che abbia fatto benissimo.” Disse. “Mai
una sorpresa più gradita. Spero solo che adesso non se ne verrà
fuori con un fantomatico fidanzato per piantarmi in asso.”
Pensai a Jack. Non gli avevo
neanche detto che sarei uscita per lavoro. Sorrisi
sforzatamente. “Nessun fidanzato. Solo l’aria è più
libera di me.”
Sentii Malfoy cercare di soffocare
una risata alle mie spalle. Dio, se avessi potuto strozzarlo!
Il cameriere tornò con le nostre ordinazioni. Haine si diede subito da fare mentre
io guardai un po’ titubante il mio piatto.
“Spero di non sembrare troppo impertinente, ma sarei
onorato se dopo volesse farmi compagnia nella mia suite.
Ho dell’ottimo vino francese.” Disse suadente.
Alzai gli occhi su di lui con un sorriso. “Oh, sarebbe
un piacere ma…” lo fissai per qualche
minuto. C’era qualcosa che non andava. Diedi una pedata alla sedia dietro
di me e dissi a voce leggermente più alta. “Devo andare un attimo
al bagno.”
Mi allontanai velocemente da Haine,
guardando con la coda dell’occhio Malfoy che mi
seguiva lentamente. Aspettai impazientemente nell’atrio del bagno che Malfoy mi raggiungesse, aveva
un’aria sempre più scocciata.
“Cosa c’è
adesso?” Chiese sbuffando.
“Non è il nostro uomo.”
Malfoy mi guardò un
po’ stranito. “Che vuol dire non è
il nostro uomo?”
Io sospirai. “Che non
è il nostro uomo. Haine è mancino.”
Malfoy mi guardò con occhi
vuoti. “E allora?”
Alzai gli occhi al cielo. “Vorrei sapere chi ha deciso
di promuoverti. I mancini non solo usano la mano
sinistra, ma impugnano anche la bacchetta in maniera differente. Il file che mi
hai dato diceva chiaramente che i segni riportati sul corpo di Kein provenivano da destra verso sinistra. I mancini
tengono la bacchetta al contrario.”
“Okey.” Disse dopo
qualche attimo. “Non ti è saltato per la mente che possa aver usato un Imperio su Bay?”
Io scossi la testa. “Bay non
ha vuoti di memoria. Ricorda esattamente tutto quello che ha fatto durante il
giorno dell’omicidio.”
Malfoy sospirò.
“Significa che partiamo di nuovo da zero, non è vero?”
Io annuii gravemente. “Temo di sì.”
Malfoy si guardò un attimo
intorno rimuginando sul da farsi. Mi guardò un attimo da capo a piedi e
corrucciò la fronte. “Non ti vestivi mai così
quando uscivi con me.”
Io sospirai frustata. “Avevo diciassette anni! E ti
pare il momento?!”
“Come pensi di venirne fuori adesso.” Fece Malfoy facendo capolino dal bagno
e guardando verso Haine. “Non vorrai davvero
passare la serata con lui e finire a bere vino francese per niente, non è vero?”
Alzai gli occhi al cielo senza che potesse
vedermi. “Certo che no.” Dissi uscendo dal bagno. “Adesso
devo andare… tu inventati qualcosa…”
Tornai lentamente verso il mio tavolo,
cercando velocemente di ricompormi. Mi sedetti di nuovo davanti ad Haine e gli concessi un bel
sorriso che lui prontamente ricambiò. Ero così convinta che fosse
stato Haine che adesso non avrei proprio saputo da
che parte cominciare.
“Tutto bene?” Chiese educatamente.
Io annuii e ripresi a mangiare. “Scusami tanto, ho
sempre la mania convulsiva di rifarmi il trucco perché penso di non
essere a posto.” dissi. “Dov’eravamo rimasti?”
Haine mi mandò
un’occhiata. “Una bella donna come te non
dovrebbe preoccuparsi del suo aspetto.”
Sorrisi sforzatamente. Quest’uomo
era davvero fin troppo sdolcinato per i miei gusti. “Troppo
gentile.”
Haine fece per dire qualcos’altro ma il cameriere si fermò nervosamente accanto
al nostro tavolo ed entrambi alzammo gli occhi su di lui. Sembrava davvero
imbarazzato dal doverci interrompere e si schiarì un paio di volte la
gola prima di parlare.
“Signorina, mi scusi tanto… il suo… il suo
ex marito è sulla porta e chiede di lei.”
“Il mio…?” Ci misi qualche secondo a
connettere i pezzi insieme, mi voltai di scatto verso la porta, Malfoy mi fece un cenno con la mano. “Oh!”
Haine parve sorpreso quanto me.
“Ex marito?”
Il cameriere sembrò sempre più in imbarazzo.
“Dice… dice che il bambino non si sente
tanto bene e che… insomma, la sta aspettando…”
Io arrossii e mi alzai dal tavolo in pieno imbarazzo.
“Oh, io… scusami tanto Dustin ma…
sembra che debba proprio andare…”
Senza aggiungere altro mi dileguai
in fretta e furia fino a che non raggiunsi Malfoy
sulla soglia della porta, che lui aprì prontamente per me. Non appena
uscimmo dal locale, senza fermarci, mi voltai a guardarlo allibita.
“Con tutte le scuse del cavolo che avresti potuto
inventare…”
Malfoy tenne il passo senza
voltarsi o guardarmi. “Credimi è il piano perfetto per fare
sì che quel tipo non ti richiami più. Non c’è niente
di meglio per spaventare gli uomini che una donna divorziata con un figlio.”
Io sospirai e finalmente mi fermai, quando fummo abbastanza
lontani dal locale perché nessuno potesse sentirci. “Beh, dopo questo
buco nell’acqua che si fa? Siamo senza una pista.”
Malfoy scrollò le spalle.
“Credevo che tu fossi la mente ed io il braccio.”
“Rose?”
Mi voltai di scatto e per poco non mi si mozzò il
fiato in gola. Jack mi guardava allibito, circondato da i
ragazzi della squadra, come se mi avesse appena colto in flagrante nel mezzo di
un misfatto. Guardai tra me e Malfoy,
entrambi vestiti di tutto punto. Era una situazione davvero molto equivoca e
imbarazzante.
“Jack!” Dissi.
“Non è come sembra!”
“Dicono sempre così.” Mormorò uno
della squadra.
Vincent, che a fianco di Jack sembrava più imbarazzato di lui, si
schiarì la gola e batté insieme le mani. “D’accordo
gente, non c’è niente da vedere. Andiamo a cena.” I ragazzi
della squadra si mossero verso il ristorante dal quale eravamo appena usciti. Vincent diede una pacca sulla spalla di Jack.
“Ti aspettiamo dentro.”
Aspettai che i ragazzi della squadra si fossero allontanati
un po’ per voltarmi di nuovo verso Jack.
“Sto lavorando.”
Jack alzò un sopracciglio,
scettico. “Oh certo, come ho fatto a non capirlo.”
Io sospirai. “Stiamo lavorando al caso. Ero a cena con
uno che lavora al Ministero e cercavo…”
Jack mi guardò sempre
più allibito. “Rose, ma che diavolo…” Si voltò
furioso verso Malfoy. “Davvero un’idea
stupida, se posso permettermi!”
Malfoy scrollò le spalle indifferente. “Oh lo so, l’idea
è stata di Rose.”
“Grazie a me possiamo escludere uno dei
candidati!” dissi a Malfoy. “Se fosse per
te staremmo ancora a girovagare per il Ministero sperando che un indizio caschi dal cielo!”
Jack sospirò e chiuse gli
occhi, frustrato. “Hai un’idea di che razza di figura mi hai fatto fare davanti a tutta la squadra? Adesso penseranno che sei una poco di buono.”
“Non mi importa di che cosa
pensano. Non li conosco nemmeno.”
“Certo che no, ti importa
solo dei tuoi amici e del tuo lavoro!”
Io rimasi un po’ presa alla sprovvista. Ero
così mortificata che non sapevo neanche che cosa dire. Malfoy si mise in mezzo.
“Ehi, non stava facendo niente di male. Weasley è la più grande
lavoratrice che abbia mai conosciuto in tutta la mia vita e non si ferma
davanti a niente, neanche ai pregiudizi della gente.” Disse minaccioso.
“Dovresti saperlo, dato che sta per diventare tua moglie… o forse
non la conosci abbastanza?”
Jack non disse niente ed io
abbassai la testa imbarazzata. Malfoy sembrò
abbastanza soddisfatto di sé e fece per andarsene via. Si voltò
dopo qualche passo.
“Andiamo Weasley,
ti accompagno a casa.”
Io esitai un attimo, mandando uno sguardo a Jack che adesso
sembrava essere più mortificato di me. “Mi dispiace, Jack.”
Mi incamminai con Malfoy lasciandomi Jack alle spalle, al momento non avrei
saputo cos’altro dire. Ero offesa, arrabbiata, delusa. Avevo un sacco di
sentimenti che si mescolavano insieme proprio al centro del mio stomaco. Per un
attimo mi chiesi se Malfoy avesse ragione, se Jack ancora non mi conoscesse abbastanza.
“Smettila di pensarci.” Fece Malfoy
rompendo il silenzio.
Io voltai la testa dall’altra parte nascondendo il
viso. “Non ci sto pensando.”
“Sì, ed io non sono biondo.” Disse serio.
“Domani gli sarà passata.”
Camminai ancora per un po’ in
silenzio, i miei tacchi riecheggiavano sulla strada. Ripercorsi con la
memoria gli ultimi fatti avvenuti. Forse avevo agito con troppa
impulsività.
“Credi che abbia fatto male?”
Chiesi. “Credi che sia stata un’idea stupida?”
Malfoy sorrise e scrollò le
spalle. “Sì, direi di sì.” Disse divertito. “Ma
hai ragione, abbiamo un candidato in meno nella lista.”
Io risi e scossi la testa. “Perché
abbiamo una lista?”
“Beh, forse dovremmo averne una.” Fece Malfoy fermandosi. “Perciò ci vediamo domani
mattina in ufficio alle otto.”
Io sorrisi ed annuii prima di smaterializzarmi. “Alle
sette meno dieci sarò lì.”
**
Devo
dire, adoro questo capitolo!
Sarà che quando ero piccola per un periodo ho sognato di fare
l’investigatrice privata?
Non sono molto brava a
scrivere gialli, spero di non rovinare tutta la storia con la mia
incapacità… speriamo bene.
Scommetto che dopo
questo capitolo non troverete più il perfettissimo Jack molto perfetto, eh? Beh, effettivamente
non aveva tutti i torti ma forse non ha trovato il
modo più giusto per esprimersi… così fa passare Scorpius in netto vantaggio, che ne pensate?
… mah, non so
proprio cosa aspettarmi!
Al prossimo capitolo
con “The way
you love me”
Kisses, Funkia!