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Autore: funkia    17/10/2010    14 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Quella mattina entrai al Ministero come tutte le altre mattine e mi diressi subito verso l’ascensore

DON’T TELL DAD II

 

6. Not Myself Tonight

 

 

I'm out of character
I'm in rare form
And If you really knew me
You'd know its not the norm

Cause I'm doing things that I normally won't do
The old me's gone I feel brand new
And if you don't like it **** you                       (Christina Aguilera)

 

 

Quella mattina entrai al Ministero come tutte le altre mattine e mi diressi subito verso l’ascensore. Avevo imparato a conoscere alcune persone che più o meno avevano i miei stessi orari e salutavo cordialmente tutte le volte che ci incrociavamo. Non avevo neanche la più pallida idea di chi fossero, ma ero sicura che tutti loro avessero capito che ero la figlia di Ron Weasley, l’Auror del quarto piano.

 

Scesi dall’ascensore salutando un uomo distinto, che mi pareva si chiamasse Robert, e mi diressi verso il mio ufficio. Fu solo per una frazione di secondo, che fu sufficiente, e mi resi conto di essermi appena incrociata con Malfoy.

 

Mi voltai di scatto e lui fece lo stesso. Guardai l’orologio al polso, erano appena le otto. “Dove stai andando?” Chiesi perplessa.

 

“Vado al primo piano, al Wizengamot.” Disse.

 

Spalancai gli occhi allibita e mi scappò una risatina. “Stai scherzando, vero?” Scorpius alzò un sopracciglio. “Spero che tu non ci stia andando per indagare, perché se questo è il tuo piano per non destare sospetti…”

“Ne hai uno migliore, Weasley?” Chiese incrociando le braccia al petto.

 

Tornai indietro di qualche passo guardandolo negli occhi. “Oh sì, sì che ce l’ho. Ed è di sicuro mille volte migliore del tuo. Sei il capo del Dipartimento dei Misteri, ti presenti al Wizengamot dopo che un membro ne è stato assassinato e pretendi di non destare sospetti se ti metti a fare domande?”

 

Malfoy fece una smorfia e distolse lo sguardo. “Qual è il tuo piano?”

 

Io sorrisi e gli feci cenno di seguirmi. Salimmo entrambi in ascensore, Malfoy sembrava abbastanza scocciato dalla mia presenza, almeno fino a quando non mi strappai la gonna per procurarci uno spacco più profondo. Mi fissò a bocca aperta ma non disse niente fino a che non sbottonai tre bottoni della camicia e mi sciolsi i capelli.


”Che stai facendo?” Chiese sinceramente allarmato.

 

Io gli sorrisi, furba. “Sto entrando nella mia parte.” Dissi. “Non è che hai dei documenti in quella valigetta?”

 

Malfoy si guardò la mano, rendendosi conto probabilmente solo allora di avere una ventiquattrore in mano. “Sì, perché?”

 

“Mi basterà un fascicolo.” Dissi mentre lui frugava nella borsa. “Hai qualche sospetto su qualcuno in particolare?”

 

“La risposta è pressappoco ovvia: Dustin Haine, segretario del Ministro. Era candidato a diventare un membro del Wizengamot con Bay… ovviamente ha vinto Bay. Questo è ciò che mi spinge a credere che Haine c’entri qualcosa. Disse passandomi un fascicolo.

 

Io annuii mentre la porta dell’ascensore si aprì davanti a noi. “Tu resta indietro, lascia fare a me.”

 

Malfoy fece per obbiettare ma io ero già partita per il mio obbiettivo. Puntai subito la mia preda a metà del corridoio. Abbassai lo sguardo e mi ci puntai dritta contro, col solo risultato che tutti i fogli all’interno del mio fascicolo volarono in aria. Alzai casualmente lo sguardo sull’uomo davanti a me.

 

“Oh cielo! Mi dispiace tanto, sono davvero un’imbranata!”

 

L’uomo si piegò sulle ginocchia raccogliendo un po’ dei miei fogli. “Oh, non si preoccupi, sono cose che capitano. Lo vidi dare una rapida occhiata alle mie gambe prima di rialzarsi e consegnarmi i miei fogli. “Ecco.” Disse.

 

Io sorrisi suadente. “E’ davvero molto gentile, signor…?”

 

O’rourke.” Disse ricambiando il mio sorriso. “Se posso aiutarla in qualche modo…”

 

“In effetti, sì.” Feci io guardando un po’ spaesata attorno. “Stavo cercando l’ufficio del signor Haine, ma temo di non ricordare più dove si trovi.”

 

O’rourke mi fece cenno di seguirlo con un sorriso. Non appena si voltò per farmi strada, io voltai la testa verso Malfoy, che era rimasto in fondo al corridoio, e con un sorriso gli feci l’occhiolino. Seguii O’rourke fino a quasi il fondo del corridoio, svoltammo a destra e poi di nuovo a destra. Bussò ad una porta e quando una voce ci disse di entrare, la aprì per me.

 

Dustin, c’è una signorina che ti cerca.” Disse.

 

Io gli rivolsi un altro sorriso gentile prima che se ne andasse e mi lasciasse da sola con Haine. Era un ragazzo abbastanza giovane, dai capelli castani e non aveva neanche lontanamente l’aria di uno che lavora in ufficio. Mi fissò un po’ perplesso ma chiaramente interessato.

 

“Come posso aiutarla?” disse alzandosi dalla scrivania.

 

Mi feci avanti con un bel sorriso e tesi la mano. “Miss Miller. Sono una delle candidate al suo posto.”

 

Haine mi strinse la mano ma mi guardò confuso. “Mi scusi?”

 

Io alzai gli occhi al cielo e ridacchiai facendo la finta tonta. “Oh mi scusi, piombo così all’improvviso e non mi sono neanche spiegata correttamente. Intendo il suo posto da segretario, dopo che lei ricoprirà la carica di membro effettivo del Wizengamot.

 

“Oh!” Fece lui annuendo, ricambiando infine il mio sorriso. “Ma certo. Non sapevo che avessero già scelto dei candidati al posto di segretario.

 

Sfoggiai uno dei miei sorrisi migliori. “Alcuni hanno doti che non si posso nascondere.”

 

Haine mandò un’occhiata veloce al mio seno ed annuì tra sé. “Già.” Disse. “Dovrei lasciare il posto il mese prossimo, a quanto mi è stato riferito.

 

Io annuii. “Sì, i classici tempi burocratici. E’ stato davvero un bel colpo di fortuna, per lei… anche se in sgradevoli circostanze.

 

Lui annuì gravemente. “Purtroppo Kein era uno dei membri più competenti che avessimo mai potuto avere all’interno del Wizengamot. E Bay… sembrava un ragazzo così tranquillo, così in gamba…”

 

Sospirai gravemente. “Chissà cosa è saltato in mente a quel povero ragazzo.

 

“Sembrava fosse… disturbato.” Disse Haine con una smorfia. “Alcuni dicono addirittura che fosse sotto Imperio.”

 

Ma non mi dica!” Finsi di essere sorpresa.

 

Haine annuì. “Sì, ma sono solo supposizioni.” Disse con un sorriso. “Dopo tutto tutte le tracce portano a lui.”

 

“Senza dubbio.” Feci io. “E sicuramente lei si merita di stare al Wizengamot molto più di quanto si meritasse Bay.”

 

“Troppo gentile.” Disse con un sorriso. “Lo sa, lei ha una faccia familiare.”

 

Cercai di mascherare la mia improvvisa ansia con una risatina mal riuscita. “Sì, lo so cosa sta pensando. Tutti continuano a dirmi che assomiglio in maniera impressionante a Rose Weasley.” Alzai gli occhi al cielo quasi ne fossi scocciata. “Probabilmente è solo per i capelli rossi.

 

Haine fece un sorriso gentile. “Beh, lo prenda come un complimento. Sia lei che Rose Weasley siete due donne molto affascinanti, da quanto ho potuto vedere dai giornali.”

 

Io arrossii. “La ringrazio.”

 

Haine si schiarì la gola. “Beh, ecco… se volesse sapere qualcosa di più per il lavoro, adesso sono molto occupato ma… che ne dice di giovedì sera, a cena?”

 

“Ne sarei molto onorata.” Dissi con voce bassa e suadente.

 

“Bene. Mi assicurerò che uno dei miei uomini la faccia chiamare. Fece Haine compiaciuto. “Adesso, vuole scusarmi…”

 

Io annuii e lasciai l’ufficio, non prima di aver sventolato i miei capelli ed aver sorriso per l’ultima volta. Quanto era facile prendere in giro gli uomini. Mi diressi a passo deciso verso la fine del corridoio, dove avevo lasciato Malfoy.

 

Malfoy era ancora lì, appoggiato al muro. Non appena mi vide si illuminò e mi venne incontro. “Allora?”

 

Io sorrisi trionfante. “Ho rimediato una cena. Giovedì sera.”

 

“Una cena? Weasley, cosa…” si fermò un attimo e distolse lo sguardo come se stesse male. “Dannazione, vuoi chiudere quella camicia!”

 

Io arrossii e richiusi quei tre bottoni che mostravano un po’ troppo. “Che c’è, non ricordi più come sono fatte?”

 

“Ricordo perfettamente come sono fatte, questo è il problema. Fece Malfoy.

 

Alzai lo sguardo su di lui e ci fissammo in silenzio per un po’. Un leggero imbarazzo aleggiò tra noi, mentre cercavo di cancellare immagini che appartenevano al passato.

 

“Signorina?”

 

Mi voltai, O’rourke era a qualche passo da noi.

 

“Il signor Haine mi ha detto di darle questo. Mi porse un biglietto da visita.

 

Io sorrisi. “Grazie.” Mi voltai verso Malfoy ed alzai un sopracciglio. “Era proprio quello che ci serviva.”

 

 

**

 

 

Malfoy, strano a dirsi, mi lasciò in pace per tutto il resto della giornata. Neanche per una misera volta mi fece chiamare nel suo ufficio, non dopo che avevo raccontato tutto quello che era successo nell’ufficio di Haine ed a cosa stavo mirando. Ed una cena sarebbe stata perfetta.

 

Uscita da lavoro però non pensai più né al caso, né a Malfoy e mi diressi dritta verso la casa di Al e Vanessa. Il giorno prima ero andata via così di furia che non avevo neanche avuto il coraggio di tornarci o mandare un gufo per sapere com’era finita la discussione. Suonai al campanello, avevo paura ad arrivare via camino.

 

Al venne ad aprire alla porta, sembrava molto sbattuto e stanco. Lo fissai allibita e guardai l’orologio al muro.

 

Che ti è successo?” Chiesi entrando. “Come mai non sei a lavoro?”

 

Al sospirò facendomi cenno di entrare in casa e chiudere la porta ed andò a sedersi sul divano. Un cuscino pendeva da un lato. “Non mi sono svegliato in tempo.” Disse.

 

Io alzai un sopracciglio. “Dormi qui adesso?”

 

Al scrollò le spalle. “Avrei potuto tornare dai miei, ma conoscendo mamma avrebbe cominciato a fare mille domande. E non è così scomodo, devo solo farci l’abitudine.

 

“Giusto.” Feci io poco convinta. “Deduco che la conversazione con Vanessa non sia andata affatto bene.”

 

“Hai delle ottime capacità deduttive, Rose. Fece sarcasticamente stendendosi sul divano.

 

Io aprii le braccia. “Beh, vuoi dirmi cosa è successo?”

 

Lui sbuffò. No, chiaramente non ne aveva voglia, ma fece un piccolo sforzo per me. “Puoi immaginarti bene come sia andata. Io mi sono arrabbiato, lei si è arrabbiata, io dormo sul divano. Forse potrei chiedere a James se ha un posto per me, in negozio.

 

Adesso stava cominciando a fare il tragico. Alzai gli occhi al cielo. “Capisco che un figlio non era tra i tuoi progetti più futuri, ma c’è proprio bisogno di arrabbiarsi, Al?”

 

Lui si mise a sedere con uno scatto e mi fissò allibito. “Cosa? Non è per questo che mi sono arrabbiato, Rose! Lei… lei è incinta e non mi ha detto niente! Ha preferito tenermelo nascosto perché non aveva abbastanza fiducia in me.

 

“Non essere stupido, Al.” feci io scotendo la testa. “Non è questione di fiducia.”

 

“Oh, sì che lo è!” Fece infuriato Al. “L’hai sentita anche tu, aveva paura di dirmelo! Paura! Cosa credeva che le dicessi, che non avrei voluto il bambino? O peggio, che l’avrei lasciata? Dannazione, Rose, ma che persona pensate che sia?”

 

Io gli posai una mano sul braccio cercando di calmarlo. “Nessuno ha pensato una cosa del genere, cercava solo il momento giusto per dirtelo.

 

“Beh, non c’è un momento giusto!” Urlò alzandosi in piedi. Sembrava matto, più matto di Luna Lovegood. “Non c’è un dannato momento giusto!”

 

Okey.” Feci io gentilmente facendogli cenno di sedersi di nuovo. “Non c’è un momento giusto. Ma adesso che lo sai, non credi che dovresti calmarti e parlare civilmente con Vanessa per capire cosa dovete fare?”

 

“Me la sto facendo sotto.” Fece Al scotendo la testa tra sé, poi mi fissò. “Rose, me la sto facendo sotto, okey? Io non so neanche cosa dirle. Io non sono pronto.”

 

“E’ una fortuna che tu abbia nove mesi per prepararti, allora.” Feci io con un piccolo sorriso. “Pensa se lo avesse sparato fuori come una palla di cannone.

 

“Probabilmente sarei morto sul colpo.” Fece lui sospirando. “Pensavo di avere tutto il tempo. Tutto il tempo per vivere la mia vita con Vanessa, sposarla e poi cominciare ad avere dei bambini. Adesso mi sento come se fosse tutto in accelerazione, mentre io sono fermo nel solito punto. Come un idiota.”

 

Io gli presi la mano. “Senti, Al, a volte… a volte le cose non vanno come ce le eravamo immaginate. A volte bisogna rivedere i piani. Ma questo non vuol dire che siano peggiori dei primi.”

 

Al sembrò incerto. “Non lo so… non riesco ancora a pensare che avremo un bambino, sono nel panico.

 

Io scrollai le spalle con un sorriso. “Magari non ci hai pensato, ma forse anche Vanessa si sente nel panico. Non credi?”

 

Al alzò lo sguardo su di me, senza dire niente. Io sorrisi incoraggiante, continuando a stringergli la mano. Non potevo fare molto, ma forse con un po’ di supporto morale si sarebbe sentito meglio.

 

“Speriamo che sia un maschio.” Disse alla fine con un sospiro. “Non ci so proprio fare con le femmine.”

 

Io ridacchiai. “Già, di qualsiasi età.” Lo presi in giro. “Andrà tutto bene, Al.”

 

“Me lo prometti?” disse guardandomi negli occhi. “Me lo prometti, Rose?”

 

“Te lo prometto.”

 

 

**

 

 

“Ricordami di nuovo perché sto prendendo parte a questa pagliacciata?”

 

Io alzai lo sguardo su Malfoy, che sembrava molto scocciato, mentre sistemavo le ultime cose appena dietro all’angolo del ristorante dove Haine aveva chiesto di vedermi. Mi diedi un’altra mandata di rossetto e alzai un sopracciglio.

 

“Se non fosse stato per me, staresti ancora cercando una minima traccia dentro quell’ufficio. Dissi.

 

Malfoy sbuffò incrociando le braccia al petto. “Non è che finora tu sia arrivata a molto. Cosa pensi di fare, di andare lì a cena e chiedere ‘scusami tanto Dustin, per caso sei stato tu ad uccidere Kein?’… un piano brillante!”

 

Scossi la testa mandando un’occhiata all’ingresso del locale. Haine era già davanti alla porta. “Per favore, perché credi che Jordan abbia detto che sono la migliore giornalista che sia mai capitata nel tuo ufficio?”

 

Perché le altre erano pessime.” Mormorò tra sé.

 

Io feci finta di non sentire e mi avviai verso Haine con un bel sorriso. Mi sentivo stupida, io non ero il tipo di donna che flirtava, ma non potevo fare altrimenti. Ed oltre che stupida, mi sentivo anche nervosa. Speravo di non buttare tutto all’aria o Malfoy non me l’avrebbe mai perdonata.

 

“Splendida.” Commentò Haine vedendomi arrivare. Mi fece il baciamano ed io sorrisi. “Vogliamo entrare?”

 

Io annuii e lo seguii dentro la Sala, facendo cenno a Malfoy di seguirmi. Potevo sentirlo sospirare a metri di distanza. Ci sedemmo ad un tavolo sul fondo della sala, sembrava un ristorante sofisticato. Il genere di ristorante dove imploravo Jack di non portarmi mai.

 

Un cameriere ci portò subito il menù e del vino, Haine non mi staccava mai gli occhi di dosso.

 

“Sei silenziosa stasera.” Commentò leggendo sì e no sul menù.

 

Io scrollai le spalle con un piccolo sorriso. “Mia nonna dice sempre che il silenzio è d’oro. Dissi. “Ma se vuole fare conversazione…”

 

Haine chiuse il menù. “Signorina Miller, scusi la mia indiscrezione… con tutto quel parlare dell’altro giorno non mi ha neanche detto il suo nome.

 

“Mi perdoni.” Dissi prendendo un sorso di vino. “Vanessa. Vanessa Miller.” Era ufficiale, Vanessa mi avrebbe ucciso se solo lo avesse saputo.

 

“Vanessa, esattamente cosa l’ha spinta a venire fino al mio ufficio? Dubito che sia solo per il lavoro, avrebbe potuto informarsi all’ufficio gare, ma lei si è scomodata tanto da venire fino al primo piano. Disse guardandomi con un sopracciglio inarcato.

 

Io sorrisi e scossi la testa. “Oh, non ci crederebbe se glielo dicessi. Dissi arrossendo un po’. Il che era facile per me, bastava pensare a qualcosa di imbarazzante che le mie guance si tingevano subito.

 

Perché non ci prova?” Il cameriere tornò e Haine diede un’altra veloce occhiata al menù. “Io prendo un filetto in salsa di tartufo.

 

Il cameriere si voltò verso di me. “Oh… lo stesso per me, grazie. Feci un po’ imbarazzata. Haine continuava a fissarmi. “Beh, ecco… in realtà avevo visto tante di quelle foto sui giornali che… ero curiosa di conoscerla di persona. E dato che mi si era presentata l’occasione.

 

Haine sorrise. “Trovo che abbia fatto benissimo.” Disse. “Mai una sorpresa più gradita. Spero solo che adesso non se ne verrà fuori con un fantomatico fidanzato per piantarmi in asso.

 

Pensai a Jack. Non gli avevo neanche detto che sarei uscita per lavoro. Sorrisi sforzatamente. “Nessun fidanzato. Solo l’aria è più libera di me.”

 

Sentii Malfoy cercare di soffocare una risata alle mie spalle. Dio, se avessi potuto strozzarlo!

Il cameriere tornò con le nostre ordinazioni. Haine si diede subito da fare mentre io guardai un po’ titubante il mio piatto.

 

“Spero di non sembrare troppo impertinente, ma sarei onorato se dopo volesse farmi compagnia nella mia suite. Ho dell’ottimo vino francese.” Disse suadente.

 

Alzai gli occhi su di lui con un sorriso. “Oh, sarebbe un piacere ma…” lo fissai per qualche minuto. C’era qualcosa che non andava. Diedi una pedata alla sedia dietro di me e dissi a voce leggermente più alta. “Devo andare un attimo al bagno.”

 

Mi allontanai velocemente da Haine, guardando con la coda dell’occhio Malfoy che mi seguiva lentamente. Aspettai impazientemente nell’atrio del bagno che Malfoy mi raggiungesse, aveva un’aria sempre più scocciata.

 

Cosa c’è adesso?” Chiese sbuffando.

 

“Non è il nostro uomo.”

 

Malfoy mi guardò un po’ stranito. “Che vuol dire non è il nostro uomo?”

 

Io sospirai. “Che non è il nostro uomo. Haine è mancino.”

 

Malfoy mi guardò con occhi vuoti. “E allora?”

 

Alzai gli occhi al cielo. “Vorrei sapere chi ha deciso di promuoverti. I mancini non solo usano la mano sinistra, ma impugnano anche la bacchetta in maniera differente. Il file che mi hai dato diceva chiaramente che i segni riportati sul corpo di Kein provenivano da destra verso sinistra. I mancini tengono la bacchetta al contrario.

 

Okey.” Disse dopo qualche attimo. “Non ti è saltato per la mente che possa aver usato un Imperio su Bay?”

 

Io scossi la testa. “Bay non ha vuoti di memoria. Ricorda esattamente tutto quello che ha fatto durante il giorno dell’omicidio.

 

Malfoy sospirò. “Significa che partiamo di nuovo da zero, non è vero?”

 

Io annuii gravemente. “Temo di sì.”

 

Malfoy si guardò un attimo intorno rimuginando sul da farsi. Mi guardò un attimo da capo a piedi e corrucciò la fronte. “Non ti vestivi mai così quando uscivi con me.”

 

Io sospirai frustata. “Avevo diciassette anni! E ti pare il momento?!

 

“Come pensi di venirne fuori adesso.” Fece Malfoy facendo capolino dal bagno e guardando verso Haine. “Non vorrai davvero passare la serata con lui e finire a bere vino francese per niente, non è vero?”

 

Alzai gli occhi al cielo senza che potesse vedermi. “Certo che no.” Dissi uscendo dal bagno. “Adesso devo andare… tu inventati qualcosa…”

 

Tornai lentamente verso il mio tavolo, cercando velocemente di ricompormi. Mi sedetti di nuovo davanti ad Haine e gli concessi un bel sorriso che lui prontamente ricambiò. Ero così convinta che fosse stato Haine che adesso non avrei proprio saputo da che parte cominciare.

 

“Tutto bene?” Chiese educatamente.

 

Io annuii e ripresi a mangiare. “Scusami tanto, ho sempre la mania convulsiva di rifarmi il trucco perché penso di non essere a posto. dissi. “Dov’eravamo rimasti?”

 

Haine mi mandò un’occhiata. “Una bella donna come te non dovrebbe preoccuparsi del suo aspetto.”

 

Sorrisi sforzatamente. Quest’uomo era davvero fin troppo sdolcinato per i miei gusti. “Troppo gentile.”

 

Haine fece per dire qualcos’altro ma il cameriere si fermò nervosamente accanto al nostro tavolo ed entrambi alzammo gli occhi su di lui. Sembrava davvero imbarazzato dal doverci interrompere e si schiarì un paio di volte la gola prima di parlare.

 

“Signorina, mi scusi tanto… il suo… il suo ex marito è sulla porta e chiede di lei.

 

“Il mio…?” Ci misi qualche secondo a connettere i pezzi insieme, mi voltai di scatto verso la porta, Malfoy mi fece un cenno con la mano. “Oh!”

 

Haine parve sorpreso quanto me. “Ex marito?”

 

Il cameriere sembrò sempre più in imbarazzo. “Dice… dice che il bambino non si sente tanto bene e che… insomma, la sta aspettando…”

 

Io arrossii e mi alzai dal tavolo in pieno imbarazzo. “Oh, io… scusami tanto Dustin ma… sembra che debba proprio andare…”

 

Senza aggiungere altro mi dileguai in fretta e furia fino a che non raggiunsi Malfoy sulla soglia della porta, che lui aprì prontamente per me. Non appena uscimmo dal locale, senza fermarci, mi voltai a guardarlo allibita.

 

“Con tutte le scuse del cavolo che avresti potuto inventare…”

 

Malfoy tenne il passo senza voltarsi o guardarmi. “Credimi è il piano perfetto per fare sì che quel tipo non ti richiami più. Non c’è niente di meglio per spaventare gli uomini che una donna divorziata con un figlio.

 

Io sospirai e finalmente mi fermai, quando fummo abbastanza lontani dal locale perché nessuno potesse sentirci. “Beh, dopo questo buco nell’acqua che si fa? Siamo senza una pista.”

 

Malfoy scrollò le spalle. “Credevo che tu fossi la mente ed io il braccio.

 

“Rose?”

 

Mi voltai di scatto e per poco non mi si mozzò il fiato in gola. Jack mi guardava allibito, circondato da i ragazzi della squadra, come se mi avesse appena colto in flagrante nel mezzo di un misfatto. Guardai tra me e  Malfoy, entrambi vestiti di tutto punto. Era una situazione davvero molto equivoca e imbarazzante.

 

Jack!” Dissi. “Non è come sembra!”

 

“Dicono sempre così.” Mormorò uno della squadra.

 

Vincent, che a fianco di Jack sembrava più imbarazzato di lui, si schiarì la gola e batté insieme le mani. “D’accordo gente, non c’è niente da vedere. Andiamo a cena.” I ragazzi della squadra si mossero verso il ristorante dal quale eravamo appena usciti. Vincent diede una pacca sulla spalla di Jack. “Ti aspettiamo dentro.”

 

Aspettai che i ragazzi della squadra si fossero allontanati un po’ per voltarmi di nuovo verso Jack.

 

“Sto lavorando.”

 

Jack alzò un sopracciglio, scettico. “Oh certo, come ho fatto a non capirlo.”

 

Io sospirai. “Stiamo lavorando al caso. Ero a cena con uno che lavora al Ministero e cercavo…”

 

Jack mi guardò sempre più allibito. “Rose, ma che diavolo…” Si voltò furioso verso Malfoy. “Davvero un’idea stupida, se posso permettermi!”

 

Malfoy scrollò le spalle indifferente. “Oh lo so, l’idea è stata di Rose.”

 

“Grazie a me possiamo escludere uno dei candidati!” dissi a Malfoy. “Se fosse per te staremmo ancora a girovagare per il Ministero sperando che un indizio caschi dal cielo!”

 

Jack sospirò e chiuse gli occhi, frustrato. “Hai un’idea di che razza di figura mi hai fatto fare davanti a tutta la squadra? Adesso penseranno che sei una poco di buono.”

 

“Non mi importa di che cosa pensano. Non li conosco nemmeno.”

 

“Certo che no, ti importa solo dei tuoi amici e del tuo lavoro!”

 

Io rimasi un po’ presa alla sprovvista. Ero così mortificata che non sapevo neanche che cosa dire. Malfoy si mise in mezzo.

 

“Ehi, non stava facendo niente di male. Weasley è la più grande lavoratrice che abbia mai conosciuto in tutta la mia vita e non si ferma davanti a niente, neanche ai pregiudizi della gente.” Disse minaccioso. “Dovresti saperlo, dato che sta per diventare tua moglie… o forse non la conosci abbastanza?”

 

Jack non disse niente ed io abbassai la testa imbarazzata. Malfoy sembrò abbastanza soddisfatto di sé e fece per andarsene via. Si voltò dopo qualche passo.

 

Andiamo Weasley, ti accompagno a casa.”

 

Io esitai un attimo, mandando uno sguardo a Jack che adesso sembrava essere più mortificato di me. “Mi dispiace, Jack.

 

Mi incamminai con Malfoy lasciandomi Jack alle spalle, al momento non avrei saputo cos’altro dire. Ero offesa, arrabbiata, delusa. Avevo un sacco di sentimenti che si mescolavano insieme proprio al centro del mio stomaco. Per un attimo mi chiesi se Malfoy avesse ragione, se Jack ancora non mi conoscesse abbastanza.

 

“Smettila di pensarci.” Fece Malfoy rompendo il silenzio.

 

Io voltai la testa dall’altra parte nascondendo il viso. “Non ci sto pensando.”

 

“Sì, ed io non sono biondo.” Disse serio. “Domani gli sarà passata.”

 

Camminai ancora per un po’ in silenzio, i miei tacchi riecheggiavano sulla strada. Ripercorsi con la memoria gli ultimi fatti avvenuti. Forse avevo agito con troppa impulsività.

 

“Credi che abbia fatto male?” Chiesi. “Credi che sia stata un’idea stupida?”

 

Malfoy sorrise e scrollò le spalle. “Sì, direi di sì.” Disse divertito. “Ma hai ragione, abbiamo un candidato in meno nella lista.

 

Io risi e scossi la testa. “Perché abbiamo una lista?”

 

“Beh, forse dovremmo averne una.” Fece Malfoy fermandosi. “Perciò ci vediamo domani mattina in ufficio alle otto.

 

Io sorrisi ed annuii prima di smaterializzarmi. “Alle sette meno dieci sarò lì.”

 

 

**

 

 

Devo dire, adoro questo capitolo! Sarà che quando ero piccola per un periodo ho sognato di fare l’investigatrice privata?

Non sono molto brava a scrivere gialli, spero di non rovinare tutta la storia con la mia incapacità… speriamo bene.

Scommetto che dopo questo capitolo non troverete più il perfettissimo Jack molto perfetto, eh? Beh, effettivamente non aveva tutti i torti ma forse non ha trovato il modo più giusto per esprimersi… così fa passare Scorpius in netto vantaggio, che ne pensate?

 

… mah, non so proprio cosa aspettarmi!

 

Al prossimo capitolo con “The way you love me

Kisses, Funkia!

   
 
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