Capitolo 11- Sbarco con sorpresa
CAPITOLO 11
SBARCO CON SORPRESA
La nave incrociava dalle parti di Marsiglia; il viaggio volgeva al termine.
Se ripensava a tutti gli avvenimenti che si erano succeduti nella sua
vita nel corso di quei giorni, Rosalie era esterrefatta. Era partita
col cuore in lacrime, più per compiacere la sorella ed il
cognato che per reale voglia di farlo, poi aveva conosciuto per caso
Louis, e dapprincipio lo aveva sfuggito come la peste, timorosa di
ricadere nello stesso errore compiuto con Bernard; in seguito, poi, le
situazioni li avevano fatti avvicinare, un po’ troppo per i suoi
gusti, ed avevano.. approfondito la loro conoscenza, se così si
può dire; ma in lei la paura aveva immotivatamente avuto il
sopravvento, spingendola ad una improbabile quanto avventata fuga, che
sarebbe finita molto male se Louis non fosse intervenuto in suo
soccorso, rivelandole il suo vero volto di uomo premuroso, cosa che
l’aveva spinta definitivamente fra le sue braccia, nonostante le
gelosie e le remore iniziali; ed alla fine, cadute le resistenze di
ambo le parti, avevano cementato il loro amore, tramutandolo in
un’unione salda e duratura.
E ora si stavano già dedicando ai progetti per il prossimo futuro, non appena tornati a Parigi.
“Amore..”,
“Mmh..?”,
“Rosalie, mi ascolti?”,
“Sì, certo. Cosa c’è, amore?” si riscosse dai suoi pensieri,
“Dicevo che potremmo vederci nell’intervallo del pranzo,
Lunedì prossimo, se tu rientri al lavoro da subito”,
“Certo, a me va benissimo. Però, la sera mi vieni a
prendere, e andiamo un po’ qua e là per Parigi: che te ne
pare?”,
“Mi sembra una splendida idea” Louis le prese la mano per
baciargliela; Rosalie sorrise, arrossendo leggermente a quel gesto che
le piaceva tanto.
“Allora, pronti per l’arrivo?”, la voce di Oscar li
riportò alla realtà, mentre la donna circondava con un
braccio una spalla della sorella minore, e con l’altro quella di
Louis.
“Naturalmente, cognata! Cosa credevi, che stessimo con la testa
fra le nuvole tutto il tempo?”, le rispose Louis, spiritosamente,
“Beh.. fra le nuvole forse no, ma fra le lenzuola..”,
“Oscar!” Rosalie arrossì un’altra volta.
“Eh, l’incanto è finito, purtroppo!” fece Louis, accendendosi una sigaretta,
“Per noi è appena iniziato, invece!” gli prese una mano Rosalie,
“Ha ragione: sai, Oscar, abbiamo appena deciso di presentarci
ufficialmente alle rispettive famiglie”, aggiunse ancora
l’uomo, prendendo la mano della fidanzata,
“Grandioso! E quando pensate di farlo?”,
“Nel primo week-end di Settembre lo diremo a papà” aggiunse Rosalie,
“Rosalie, scusa.. ma non ti sembra un po’ presto?”,
“Affatto” la ragazza prese tra le dita la sigaretta in
parte fumata che il suo compagno le stava porgendo per finirla
“Papà e mamma saranno felicissimi: non ricordi come erano
tristi quando siamo partite? Erano preoccupati per me! Perciò,
sapere che mi sono “rifatta una vita” così presto
può far loro soltanto piacere!”,
“Se lo dite voi…”.
“Ehi, gente, che si dice?” entrò in quel momento
Alain, tenendo un braccio sulla spalla di André, che era con
lui; gli altri li salutarono.
L’allegria era evidente sui loro visi, ora che erano diventati un
gruppo affiatato; Sebbene la crociera volgesse ormai al termine,
nessuno di loro manifestava la tristezza tipica della fine della
vacanza; al contrario, erano tutti su di giri, contenti di aver passato
dei giorni indimenticabili assieme. Per Louis e Rosalie, poi,
c’era anche la gioia di un nuovo inizio.
Si alzarono, decidendo di andare ad assistere alla gara di ballo sul
ponte della piscina, che era inondato del magnifico sole mattiniero.
Attraversarono la sala colazione ridendo; in un angolo, videro Girodel e la mora, che si sorridevano imboccandosi a vicenda.
Raggiunto il ponte, si sedettero a dei tavolini, vedendo che vi erano
poche coppie che stavano prendendo parte alla gara; Oscar e
André si rivolsero uno sguardo d’intesa e si alzarono, per
unirsi ai partecipanti; Rosalie e Louis li osservarono mentre si
prendevano per mano, avviandosi verso la pista.
“Sono una coppia stupenda” mormorò lui,
“Sì… vederli assieme è un piacere!”,
“Ehi, Rosalie, posso chiederti una cosa?” le fece Louis all’orecchio,
“Certamente. Dimmi pure, amore”,
“Perché.. insomma sì, com’è che tua sorella ha un nome da uomo?”.
Rosalie lo guardò dapprima con aria incuriosita, poi fece una leggera risatina.
“So che è strano.. se lo chiedono in molti”,
“Bé, è inusuale, quanto meno..”.
A quel punto, Rosalie sospirò, lo sguardo perso sull’infinita distesa blu.
“Nostro padre era un commissario dei gendarmi, sai..”,
“Sì, me ne avevi parlato”,
“.. E lui desiderava tanto un figlio maschio..”,
“.. Che non c’è stato”,
“Sì. E’ per questo che ha chiamato così
Oscar: lei sarebbe stata il figlio che non c’era stato. E allora
le insegnò tutto quello che lui riteneva si dovesse insegnare ad
un ragazzo: le arti marziali, l’uso delle armi da fuoco, le
strategie militari; e fu molto felice quando Oscar decise di seguire la
sua carriera in gendarmeria”,
“Beh, da quello che vedo può essere soddisfatto: tua sorella sembra davvero una che sa il fatto suo”,
“Sì, soprattutto da quando c’è al suo fianco André”,
“Dove si sono conosciuti?”,
“A dir la verità, si conoscono da sempre: sono cresciuti
insieme. André era il nipote di una della nostre vicine, che
rimase presto orfano; fu così che la nonna se lo portò
con lei in un altro quartiere, dove potesse ricominciare senza ricordi
troppo dolorosi; così conobbe Oscar, e da quel giorno rimasero
sempre insieme, l’uno vicino all’altra: giocavano,
scherzavano, studiavano. Io ne ero un po’ gelosa, perché,
anche se ero la “piccola” della famiglia, quindi la
più coccolata, rimanevo spesso da sola con mamma e papà,
mentre lei era sempre via: desideravo tanto la compagnia di altri
bambini come me! Ma papà mi diceva che Oscar era diversa da me,
ed io non dovevo prendermela per questo”,
“Così, sono cresciuti assieme..”,
“Poi, quando diventai un po’ più grandicella,
iniziarono a portarmi assieme a loro alle feste ed in palestra. Io che
li vedevo sempre assieme mi chiedevo come mai non si fossero ancora
fidanzati, ma Oscar diceva che a queste cose lei non pensava nemmeno,
che non le interessava avere un uomo in quel senso, e che lei stessa
voleva vivere come un uomo, per far piacere a papà. Non si
accorgeva che André era perdutamente innamorato di lei, fino ad
una sera”,
“Che sera?”,
“Accadde ad una festa in maschera. Oscar si era travestita da
damina del Settecento per l’occasione, ma ben presto si accorse
di non sentirsi a suo agio in quei panni così inusuali per lei,
e tornò a casa triste. Quella sera, a casa c’era anche
André, il quale le chiese come fosse andata; a quel punto, lei
rispose che si era sentita ridicola, e che mai più si sarebbe
comportata “da donna” in vita sua. Ma si sentì
rispondere da André che effettivamente lei era una donna, e non
avrebbe mai potuto cambiarlo, ma questo non significava smettere di
vivere come aveva vissuto sino a quel momento, o rinunciare a seguire
la carriera del padre nei gendarmi; solo che lei, a quel tempo, non
voleva crederci, e così litigarono. Da quella sera, André
sparì dalla vita di Oscar e dalla nostra casa”,
“Quando accadde?”,
“Era l’ultimo anno del Liceo per Oscar”,
“E poi?”,
“Poi lei entrò in accademia; e fu lì che, inaspettatamente, ritrovò André”,
“Così lavorano insieme, oltre ad essere marito e moglie”,
“Infatti, è così”,
“Scommetto che il superiore è Oscar!”,
“Indovinato!” la ragazza si voltò verso di lui,
“E poi si sono messi assieme, giusto?”,
“Sì. Oscar, durante quel lasso di tempo, aveva capito che
André le diceva il vero, che il suo essere donna e la sua
posizione di gendarme non erano in contrasto, e che quel suo
assurdo diniego della sua femminilità le aveva fatto perdere
molte cose belle: anche papà le diceva spesso di non volerla
vedere più da sola. Siamo stati tutti molto contenti quando lei
ed André si sono sposati”.
Louis tornò a rivolgere il suo sguardo alla coppia dei Grandier, che ora ballava una ritmata polka sulla pista.
“Sono come la luce e l’ombra” soggiunse Rosalie,
“E noi?” avvertì la carezza di lui su una guancia,
“Spero che lo diventeremo”.
**********
“Il Comandante Robespierre dà a tutti i passeggeri il
benvenuto a Barcellona, e spera che la crociera sia stata di vostro
gradimento e di rivedervi presto su questa nave”.
La voce dell’altoparlante segnava ufficialmente la fine della
traversata, mentre la nave entrava in porto accompagnata da
imbarcazioni più piccole.
I passeggeri stavano sul ponte a godersi lo spettacolo, schiaffeggiati dal vento caldo del mare.
Louis e Rosalie osservavano la sponda avvicinarsi, abbracciati come al
solito; al contrario degli altri, per loro l’avventura era appena
iniziata.
Iniziò lo sbarco: formalità doganali, code, bagagli tra visi spenti ed imbronciati.
“André, dove hai lasciato la macchina?”, Oscar aveva lo sguardo stanco,
“Tranquilla, è nel garage del porto, a pagamento. Mi hanno
detto che sarebbe stata al sicuro, là dentro”,
“Se lo dici tu…”.
Pochi passi dietro di loro, Rosalie sorrise, al braccio di Louis.
“Dimmi un po’, preferisci farti il viaggio fino a Parigi
sul sedile posteriore della loro auto, oppure concludere una degna
vacanza assieme al tuo nuovo fidanzato? Potrebbe scapparci anche
qualche diversivo, non si sa mai..”,
“Vengo con te, che idee! Credi che ti avrei lasciato solo,
perdendo l’opportunità di portarti nella mia casa non
appena arrivati?”.
La fila avanzava; alcuni passeggeri, divenuti amici durante quella
vacanza, si stavano scambiando i recapiti; tra loro, anche Axel con
Antoinette ed Alain con Diane.
Superata la porta d’ingresso, si tornava alla realtà di
ogni giorno; sul molo, una folla di gente, la stessa che aveva salutato
i loro cari alla partenza e che adesso ne accoglieva il ritorno.
“Ah, che bel sole!” Rosalie era allegra come una persona
che stesse partendo, anziché arrivare. Si fermò,
guardandosi attorno in quel mattino luminoso, mentre attendeva che gli
altri la raggiungessero.
Si sentì chiamare improvvisamente.
“Rosalie..”.
Rimase impietrita. Conosceva quella voce.
“Amore.. ti prego, guardami..”.
Come ipnotizzata, la ragazza si girò.
“Bentornata, amore”,
“Che fai qui, Bernard?”,
“Ma sono venuto a prenderti, è ovvio!”,
“Davvero? E a che titolo?”,
“Sono.. il tuo fidanzato!”.
Rosalie scoppiò a ridere “Ma se ci siamo lasciati!”.
L’uomo fu preso da un forte imbarazzo: iniziò a grattarsi
la testa, mentre diceva “Ecco.. io.. noi.. abbiamo fatto un
errore a lasciarci, Rosalie. E’ stata una vera stronzata”,
“L’hai fatta tu, se non sbaglio”,
“Sì, hai ragione. Io avevo.. perso la testa. Quella mi
aveva fatto credere chissà che, ed io ci ero cascato. Ma adesso
ho capito che voleva solo passare del tempo, e niente più;
è tornata con suo marito, ed io.. mi dispiace, Rosalie! Mi
dispiace tanto! Non so perdonarmi per quello che ho fatto, e forse non
merito di essere perdonato; ma so che ti amo, e che voglio stare con
te. Da oggi sarà tutto diverso, promesso!”.
La ragazza aveva ascoltato il suo discorso guardandolo con
un’espressione di sufficienza; quando ebbe finito, prese la
parola.
“Spiacente, Bernard, ma arrivi tardi. Per me, la nostra storia
è finita, dato che sei stato tu a volerlo, ed io non ho
intenzione di ricucirla come seconda scelta, dopo che Jeanne ti ha
scaricato, per riempirti il vuoto; se vuoi fare coppia, devi trovarti
qualcun altro!”.
Balbettando, l’uomo cercò di barcamenarsi “Amore..
so che ce l’hai con me, so che ti ho fatto soffrire, hai
perfettamente ragione, ma non ti chiedo di tornare insieme da subito;
so che hai bisogno di farti sbollire la rabbia. Ti chiedo solo di
pensarci sopra, quando ti sarai calmata, e magari vedrai tutto in
maniera più obiettiva.. in fondo, noi ci volevamo bene,
ricordi?”.
La donna fece un profondo sospiro.
“Mi spiace, Bernard, ma non ho bisogno di tempo, io sono
perfettamente cosciente di ciò che faccio; se non voglio tornare
con te, significa che con te non voglio tornare. E poi, ho un ottimo
impedimento a tornare sui miei passi..”.
Bernard non capiva.
“Amore, Oscar ed André ci aspettano per andare a prendere
le macchine!”, la voce virile di Louis la raggiunse, seguita
subito dopo dal suo proprietario.
“Rosalie, ma che fai ancora qui tutta sola?”, la prese per
un braccio, e lei sorrise all’indirizzo di Bernard, il quale
impallidì.
“Arrivo subito, amore”, calcò l’accento sull’ultima parola “stavo solo salutando un vecchio conoscente”.
Lo stupore di Bernard si stava mutando in rabbia.
“Rosalie, chi è questo tizio?”,
“”Ah, scusa, non ti ho presentato Louis Saint-Just, il mio ragazzo!”.
Bernard divenne livido.
“Cosaa? Ma sei diventata matta? Tu sei la mia ragazza!”.
Fingendo di non averlo ascoltato, la donna proseguì
“Louis, ti presento Bernard, se ricordi ti ho parlato di lui
quando avevo il mal di mare..!”,
“Ah, il fedifrago!”, lui la cinse con un braccio,
“Rosalie.. non mi va di scherzare. Finiscila con questa farsa subito!”,
“Non si tratta di una farsa, mio caro ex: mentre tu te la
spassavi con quella, anche io ho scelto di rifarmi una vita. E’
giusto, non ti sembra?”,
“No che non mi sembra! Io ho ammesso il mio errore, e ti ho
chiesto scusa! Tu.. tu invece mi hai rimpiazzato alla prima
occasione!”.
“Credevi che lei avrebbe dovuto aspettarti a casa mentre tu te la
spassavi, in attesa che ti passasse?” Louis intervenne,
“Tu non ti immischiare! E levale le mani di dosso, chiaro?”,
“Cerca di non scaldarti troppo, okay?”, Louis fece un passo in avanti,
“Rosalie è la mia ragazza!”,
“Non direi, visto che l’hai scaricata appena ti sei
stancato di lei per un’altra! Cos’è, pensavi che lei
non avesse diritto a rifarsi una vita?”,
“Adesso mi hai stufato!”, Bernard cercò di colpire
Louis con un pugno, ma lui lo schivò, e gli afferrò la
mano.
“Siamo maneschi, a quanto vedo! Siamo in pubblico, datti una
calmata!”. Così dicendo, lo spinse indietro, e Bernard
barcollò; André lo prese, impedendogli di cadere.
“André! Caro cognato, cerca di fare ragionare Rosalie! Il
sole deve averle dato alla testa!”, gli disse, quando lo ebbe
visto.
“Semmai, ha dato a te alla testa! Non vuoi capire che tra te e
lei è finita? Và a cercarti un’altra compagnia,
è meglio!!”.
Bernard non si capacitava: anche André gli era contro! Nessuno
sarebbe venuto in suo aiuto? A giudicare dal cipiglio di Oscar, no: lo
stava fissando con occhi torvi ed impassibili. Si girò di nuovo
in direzione di Rosalie, che mostrava sul viso un cipiglio anche
maggiore di quello della sorella. L’uomo perse la testa.
Senza dire una parola, si girò di scatto e colpì
André, il primo che gli capitò a tiro, con un pugno in
pieno viso; poi, con un tono basso e pieno di rabbia repressa
mormorò “Non finisce qui!”, prima di allontanarsi.
“André! Ti ha fatto male? Come stai?”, Rosalie era
accorsa al fianco del cognato, seguita dagli altri, compresi i coniugi
Soisson.
“Ahia, che sinistro!” si lamentava l’uomo.; Oscar gli sollevò la testa.
“Ti ha fatto un occhio nero, André. Come ci vedi da quell’occhio?”,
“Ci vedo abbastanza bene, per fortuna ho fatto in tempo a
chiuderlo. Però, ho un gran dolore sul sopracciglio!”,
“Dovresti metterci del ghiaccio” intervenne Alain “Vado a vedere se in quella caffetteria ne hanno”,
“Mi sa che dovrò guidare io” sospirò Oscar
accarezzando la testa del marito “o forse è meglio se ci
si ferma qui per qualche giorno a riposare, giusto il tempo che il tuo
sopracciglio si sgonfi?”,
“Mi sembra un’ottima idea” aggiunse Diane.
Rosalie si sentiva un po’ in colpa: in fondo, Bernard si era comportato in quel modo per causa sua.
“Animo, Rosalie!” le sussurrò Louis, quasi le avesse
letto nel pensiero “Non l’hai mica voluto tu!”.
La ragazza sorrise al suo compagno, e lui la prese tra le braccia.
**********
Il mattino del giorno successivo, Rosalie e Louis erano in viaggio
sulla sportiva di lui, diretti verso Parigi; il giorno prima, un
dottore aveva visitato André, dicendogli che con qualche giorno
di tranquillità tutto sarebbe tornato a posto, e lui ed Oscar si
erano fermati in un albergo del centro di Barcellona, insieme ad Alain
e Diane, che volentieri si erano offerti di restare con loro. Louis e
Rosalie, invece, avevano preferito ripartire subito per Parigi, dato
che lei non poteva prendere molte ferie e li attendevano ancora alcuni
giorni di viaggio.
Percorrevano una strada che attraversava campi in fiore e boschi, in Provenza; la radio trasmetteva When a man loves a woman, cantata da Michael Bolton.
“Che bella giornata! Vero?” fece lui; la donna annuì.
“Vien voglia di fermarsi da qualche parte..”,
“Louis, sei davvero incorreggibile!”, gli rispose Rosalie, che aveva intuìto il senso di quell’invito,
“Ah, non venire a dirmi che non sei stanca di stare seduta in
macchina da quattro ore, e non avresti voglia di sdraiarti in un bel
letto..”,
“Mah.. ci debbo pensare!”,
“Quel borgo laggiù sembra invitante.. magari
c’è una pensioncina da quelle parti. Non ti sembra
scortese non andare ad affittare loro una camera, adesso che siamo
quasi ad Agosto e la gente preferisce filare in massa al mare
disertando i borghi di campagna come quello? Faremmo loro un
favore”.
Lei rise: quando Louis iniziava a parlare così, non c’era
verso di fargli cambiare idea.. e poi, chi dice che fosse il solo ad
aver voglia di.. riposarsi?
“Vorrà dire che arriveremo a Parigi con un paio
d’ore di ritardo. Però, quando saremo a casa, mi darai una
mano a disfare i bagagli, a pulire la polvere accumulata, a preparare
qualcosa da mangiare..”,
“Un attimo, frena: mi stai chiedendo di venire a stare da te?”,
“Sono un paio di giorni… in fondo, siamo appena
all’inizio, dovrai sopportarmi per i prossimi
cinquant’anni!”.
Lui finse un broncio deluso, mentre lei scoppiò in
un’allegra risata; il sole illuminava alto quel borgo di campagna
verso il quale si stavano dirigendo.
E
così, anche questa storia giunge al termine.. sniff.. spero che
vi piaccia e che mi lascerete qualche recensione (mi piacerebbe
arrivare a 100 recensioni :-)). Devo dire che non mi aspettavo tanto
entusiasmo attorno a questa storia, e le perplessità che avevo a
riguardo sono scomparse: di questo, vi ringrazio tutti. Mi scuso per il
ritardo con cui aggiorno, ma ultimamente ho avuto poco tempo e parecchi
impegni. Ora passo ai nessaggi personali:
Ninfea Blu:
sono felice che il capitolo precedente ti sia piaciuto, racchiude il
bellissimo ricordo che ho di Napoli, una città stupenda. La mia
prossima storia sarà quella di cui mi chiedi, sì: se
vorrai seguirla, mi farai tanto piacere. P.S:: se senti la canzone del
capitolo precedente, fammi sapere che ne pensi. Ciao! :-)
Lady in Blue:
allora, ti piace il finale? Anche a te consiglio di visitare i luoghi
di cui ho parlato, sono bellissimi. I due piccioncini sono più
uniti che mai dopo lo sbarco, soprattutto dopo l'ultima prova che hanno
superato insieme.. o no? :-)
Medusa:
grazie del giudizio favorevole, fatto da una Napoletana è
più che certo che non ho sbagliato su Napoli!:-) Sono felice che
tu abbia seguito la mia storia, e di averti tra i miei lettori. Ciao!
Kikkisan:
come vanno le cose? Spero meglio; ad ogni modo, fammi sapere. Tornando
alla storia, anche a me dispiace scendere da questa nave.. ma anche le
crociere finiscono, no? Ma non è detto che non ce ne saranno
altre, in futuro.. ;-) Che ne dici delle scintille che vi avevo
preannunciato?
kira91:
come vedi, non ci sono state sorprese poco piacevoli.. non ti ho
deluso, non credi? ;-) Quanto al bonazzo, sì, questa volta
ci hai preso!!
Jenny123: se vuoi passare da qui, non mi offendo, eh.. :-)
Cicina: ehi, sei sparita??
Pry:
ti ringrazio per la precisazione, che mi ha permesso di correggere un
errore, e non mi sono affatto offesa, anzi! Le critiche costruttive
sono sempre utilissime! Ero sicura che Alain in rosso ti sarebbe
piaciuto.. e che invece i Pooh non li avessi mai ascoltati.. ed il
generale.. è diverso dall'anime, ma credo che al fidanzamento
ufficiale non verrebbe meno :-)
Livia:
Allora, che ne dici del mio coniglietto? :-) Un buon modo per
concludere la crociera! E adesso, l'estate è finita, purtroppo!
Crissi:
Alain o Louis? Un vero problema.. l'uno allegro e simpaticissimo,
l'altro affascinante e gentleman: chi scegliere? Decidi in fretta, la
crociera è finita. :-)
Leia345:
benvenuta tra i miei lettori! Tra tutti, sei la più fortunata
perché sei all'inizio.. l'ambiente ti piace? Aspetto altri tuoi
commenti presto!
Un bacio ed un saluto anche a chi ha letto solamente. A presto!
Tetide.
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