Il
sangue di un Antico è potente. Racchiude memorie ed esperienze
millenarie, nasconde segreti e poteri che Caroline non avrebbe mai
immaginato. Al primo sorso, la sua mente fu invasa da immagini
confuse che si linearizzarono poco alla volta. Caroline conobbe la
storia di Louis de Betancourt, la sua nascita, la trasformazione, la
morte, il mentore, il dolore, la sete, la passione, la lotta, la
perdita dell'umanità, la belva che lo divorava sotto le
spoglie di uomo per bene. Caroline sentì il sangue ribollire e
pizzicarle la pelle. Si aggrappò al braccio di Louis e staccò
le labbra sul polso fissando il vuoto. Quel rumore era terribile.
Martellante, le picchiava nelle orecchie la luce era troppo intensa,
il frusciare dei vestiti assordante. “Cos'è?”
singhiozzò e si intravide nello specchio, la pelle arrossata
come dopo una lunga corsa, gli occhi che rilucevano in maniera
bizzarra ed intrigante. Si sentiva potente. Indistruttibile. “Cos'è?”
domandò di nuovo voltandosi lentamente verso di lui “è
il sangue?”
“E'
il potere” confermò affascinato dalla sua reazione.
“Giuro su dio, Lady Caroline, non ho mai conosciuto nessuno
come voi...”
Aveva
la labbra sporche di sangue. Caroline le risucchiò lentamente
e le lasciò andare, lucide di saliva.
“Entra
in risonanza con il mondo. Ascolta” mormorò e le posò
una mano sugli occhi. Caroline sprofondò nel buio e ascoltò.
Il picchiettare incessante della pioggia, le voci, i pensieri, i
desideri di ogni essere vivente nel mondo. Sentiva tutto, apprendeva,
assorbiva e rielaborava facendo propria ogni emozione. Si aggrappò
al braccio di Louis e si nascose fra le pieghe della sua anima quando
udì il lamento di un morente. Gioì di piacere al primo
vagito del nuovo nato e arrossì, eccitata dai gemiti degli
amanti che si regalavano piacere a vicenda.
Caroline
era sospesa in un arco di tempo e di spazio da cui non poteva
sottrarsi, ancorata al corpo di Louis come unico punto di riferimento
nel vortice. Quando l'aiutò a riscuotersi – chissà
quanto tempo era passato – Caroline gli posò la
testa contro, annientata. Aveva capito. C'era tutto il mondo, la
fuori. Avrebbe voluto vedere ogni singolo angolo del pianeta,
respirare l'odore della terra, della rugiada al mattino...
“Dov'è
il suo anello, Lady Caroline?”
“L'ho
gettato in terra... vicino alla siepe...”
“Vogliamo
cercarlo?” domandò e Caroline si sollevò dal suo
comodo giaciglio e lo guardò annebbiata. Annuì e
l'Antico sorrise come se avesse fatto la scelta giusta. Le sistemò
i capelli dietro l'orecchio e Caroline abbassò la testa,
arrossendo intensamente quando la baciò sulla fronte. E sul
naso. E sulle labbra. Caroline lo ricambiò per un attimo, poi
si ritrasse sbigottita e senza parole.
Attiri
le persone sbagliate.
“Vorrei
conoscere la sua storia, Lady Caroline...” mormorò e si
abbassò verso di lei “me lo consente?”
L'ultima
volta che aveva acconsentito ad una cosa del genere, era quasi finita
a letto con Damon. Ben sapendo che le leggeva nella mente, lo guardò
lasciando libero il flusso dei pensieri. Nessuna ombra di sentimento
alterò i lineamenti ruvidi e perfetti di Louis. “Non le
farò male” sussurrò e le scoprì il collo
mordendola lentamente. Caroline sentì un breve dolore e poi il
piacere dilaniarla da parte a parte. Come la prima volta,
pensò e si irrigidì contraendo tutti i muscoli anche
quelli che non sapeva di avere.
***
Damon
Salvatore non sforzava di non rimuginare gli errori commessi con
Caroline. Camminava sotto la pioggia che andava lentamente
diminuendo. Non aveva mai subito una sconfitta simile nella sua vita.
Imboccò il vialetto a testa bassa e si preparò a subire
il fiume di domande del fratello. “Paparino è a casa!”
esclamò quando entrò nell'abitazione “il
tabaccaio era chiuso, ho dovuto fare una deviaz...” Damon alzò
lo sguardo dal pavimento sulle persone che affollavano il suo
salotto. “Siete sul mio territorio!” esclamò
esausto togliendosi la giacca di pelle fradicia di pioggia.
Eileen
gli arrivò sui piedi e Damon le bloccò il braccio prima
che lo colpisse. “Cosa ho fatto ora?!” domandò e
la spinse via. Scoccò un'occhiata al fratello, ad Elena che
lanciava occhiate nervose fra loro e il piano superiore, su Katherine
che aveva tutta l'aria di stare per sventrarlo.
“Sei
stato tu ad incendiare l'abitazione di Eileen?” domandò
Stefan alzandosi e facendo cenno ad Elena di restare dov'era.
“No!”
rispose e girò lo sguardo sulle due donne identiche. La rovina
della sua vita, la copia... “Dov'è finita la tua
amichetta? Devo farci due chiacchiere” disse rivoltò ad
Elena mentre si versava da bere “non so come vi hanno educato,
ma...”
“Caroline
è al piano superiore. Con Louis” sparò in fretta
prima che qualcuno le impedisse di parlare.
Damon
la guardò prima stupito, poi accigliato. Schiantò il
bicchiere pesante e sfaccettato sul tavolino e ancora prima che
potessero fermarlo, era già sulle scale.
***
Non
batteva.
Il
suo cuore.
Non
lo sentiva.
“Louis...”
“Mia
cara...”
“Sto
morendo...”
“Forse...”
Caroline
fece forza contro di lui, un debole tentativo di sfuggire alla
propria sorte “non voglio morire...”
Ma
tu sei già morta.
“Bevi,
mia dolce Caroline. Bevi da me...”
Caroline
bevve. Più e più volte finché il sangue non la
nauseò e la forza che sentiva dentro di se non le fece aprire
gli occhi. Era. Tutto. Amplificato. Il soffitto era così...
lontano. La coperta sotto di schiena era calda del suo corpo. L'uomo
su di lei leccava la ferita quasi rimarginata lungo il collo. Le sue
mani serpeggiarono lungo le braccia di Louis, si infilarono fra i
capelli. Le gambe lo avvolsero in una stretta debole ma possessiva.
Caroline scoprì del tutto la gola, inarcò la schiena,
espose il seno nascosto dalla camicia bianca di Stefan. Louis la
seguì nei movimenti, la baciò, scostò i lembi
della camicetta con un gesto lento della mano accarezzando la pelle
morbida e bianca del seno. Caroline mugolò e allargò le
braccia, offrendosi al vampiro su di lei. Louis la baciò lungo
lo sterno, sullo stomaco fino a raggiungere i jeans che calavano sui
fianchi. Le gambe lo strinsero attorno al bacino spingendosi contro
di lui. La pressione del corpo cambiò e si fece più
feroce e insolente. Caroline lo spinse da un lato e lo inchiodò
sulla coperta, lo sguardo appannato e il desiderio che pulsava in
ogni angolo del corpo. “Non cercare di sottomettermi...”
sussurrò imbambolata, ancora drogata dal sangue.
“Non
ho mai pensato di farlo” rispose e alzando una gamba, la
costrinse a ricadere su di lui “a meno che lei non voglia, lady
Caroline...”
“Insegnami
a dimenticare.”
Lo
sguardo cupo di Louis si fece ancora più fosco. “Dimenticare
non guarisce dal male.”
“Ma
esiste un modo per smettere di soffrire” insistette “insegnami
a cancellare i sentimenti...” Caroline chiuse gli occhi in una
muta preghiera “Louis, ti prego...”
“Non
è il momento.”
Il
vampiro la rovesciò sotto di se e Caroline trasalì
quando udì la porta della stanza sbattere con un rumore
assordante. Il corpo di Louis le fu strappato di dosso e fu riportata
bruscamente alla realtà.
Damon
lo colpiva con forza e rabbia, dimentico che il fatto che lo rendesse
un Antico implicasse che poteva fargli ribollire il sangue con un
semplice gesto della mano. Louis lo bloccò con un'agile
torsione del polso e lo tenne sollevato lontano da se con un certo
grado di divertimento sul volto. Lo lanciò dall'altro lato
della stanza, direttamente fuori della porta, dritto giù per
le scale dove giacque con un gemito roco che esprimeva tutto il
dolore che provava. Li sentiva tutti addosso, i loro sguardi.
Preoccupazione da Elena, compassione di Katherine, divertimento da
Eileen che si inchinò su di lui e gli rimise a posto i capelli
sulla fronte con un dito. “Stupido” sussurrò e
sorrise compiaciuta.
Louis
si ricompose e sogghignò fra se. La sostanza di un uomo
resta la stessa, nonostante gli anni. Lanciò uno sguardo
verso Caroline che era rimasta immobile, sconvolta dalla scena.
“L'avventatezza di Salvatore è leggendaria. Credo non
voglia perdere il seguito.”
“Mi
rimetto in piedi da solo” sibilò in direzione del
fratello che aveva abbandonato il suo posto per aiutarlo. “Mi
ha pestato un Antico, non credere...”
“Ringrazierei
di essere ancora vivo e abbasserei la cresta il più possibile”
borbottò cercando di farlo ragionare “non sono qui in
visita di piacere, qualcuno ha incendiato il loro covo...”
“Non
sono stato io!” esclamò arrabbiato.
“Sta
dicendo la verità.”
“Finalmente!”
ribatté altezzoso “ora fuori da casa mia, tutti quanti!”
Caroline
si fermò a metà della scalinata e ascoltò il
tono arrabbiato di Damon con una certa preoccupazione. Sedette sugli
scalini e restò ad origliare.
“Compresa
tu” la sferzò fermo sul primo gradino. Caroline trasalì.
Damon la guardava con aria omicida. Era furioso, bagnato, addolorato
e gli occhi gli brillavano di rabbia esplosiva.
Caroline
sciolse le braccia che teneva strette contro lo stomaco e si rialzò
lentamente, sempre tenendo gli occhi fissi nei suoi.
Damon
pensò che quell'aspetto non l'aveva mai avuto. Aveva bevuto il
sangue dell'Antico. E chissà cos'altro, pensò
sentendo il cuore contrarsi. “Fuori da casa mia, traditrice.”
“Non
ti ho...” Caroline si bloccò e alzò gli occhi al
cielo sentendo le lacrime premere di nuovo dietro le palpebre.
Damon
salì un paio di scalini e quando le si avvicinò
Caroline fece un passo indietro “hai superato addirittura
Katherine” mormorò stringendo gli occhi “io mi
fidavo di te.”
“Damon...”
Il
vampiro alzò un dito e la sfidò a continuare “non
provare a giustificarti, principessa!”
“Non
voglio giustificarmi, voglio dirti la verità!” esclamò
andandogli dietro “ho trovato le lettere...”
“E
hai dovuto ficcarci il naso dentro!”
“E'
stato più forte di me!”
“Dovevo
bruciarle” mormorò a bassa voce, arrabbiato “come
diavolo hai fatto a trovarle?”
“Ho
frugato, sono una donna!” si giustificò ignorando le
persone attorno a loro che li guardavano “ero a casa tua,
avevamo appena fatto sesso, trovo le lettere delle tue ex, che dovevo
fare?!”
“Rimetterle
al loro posto ma questo concetto è troppo alto per te!”
esclamò e guardò gli astanti “siete ancora qui,
voi?!”
“Non
me ne andrò finché il colpevole non sarà saltato
fuori” sibilò Eileen nella sua direzione “hai
mentito!”
“Ho
mentito?!” esclamò in direzione dell'Antico che stava
osservando Caroline.
“Hai
detto la verità” ammise spostandosi verso l'uscita. “I
miei più cortesi omaggi. Signore...” sussurrò
rivolto ad Elena che seguiva la scena ammutolita e a Katherine che se
ne stava buona in un angolo a rimescolare il vino ormai caldo ed
imbevibile. “Stefan...”
Il
vampiro si alzò e lo accompagnò alla porta. “Perdoni
il suo comportamento. E' una testa calda.”
“Un
uomo innamorato compie molte sciocchezze.”
“Grazie
per non averlo ucciso.”
“Avrei
spezzato il cuore di lady Caroline” rispose ed uscì sul
portico bagnato. Si chinò a raccogliere l'anello di Caroline e
glielo porse. Stefan lo accettò senza un commento ma
ricominciò a respirare quando l'Antico si allontanò
all'orizzonte, seguito dagli accoliti di Eileen. Quando tornò
nel salotto sospirò affranto. Suo fratello non era fortunato
con le donne, ma se l'andava proprio a cercare.
Katherine
li guardava a turno. Muta, fredda, sprezzante. Posò il
bicchiere sul tavolino e si avvicinò alla coppia. Caroline
quando la vide trasalì e si allontanò da Damon in un
istante.
“Voglio
parlare con te” gli disse, seria “da soli.”
“Ed
io non voglio parlare con te! Voglio che ve ne andate fuori dalla mia
casa e dalla mia vita! Tutti quanti!” urlò esausto.
Katherine
lo afferrò per la maglia e lo tirò verso la cucina, il
volto duro, accigliato. Quando lo lasciò andare, Damon
caracollò contro il muro, si rimise in piedi e di nuovo
Katherine lo inchiodò alla parete. “Te la sei portata a
letto?!”
“Toglimi
le mani di dosso, hai avuto centoquarantacinque anni per..”
“Rispondi!”
esclamò battendo una mano sul muro, accanto al suo orecchio “è
vero, quel che ha detto?”
“Sì!”
Katherine
si rizzò e lo lasciò andare “l'hai portata nella
casa di Annabelle...”
Lo
stupore gli alterò i lineamenti. Damon aprì bocca e la
richiuse sentendosi un pesce rosso.
Katherine
sorrise, addolcendo lo sguardo “ho sempre saputo dove andavi a
rifugiarti, quando eri troppo ferito o volevi restare solo... è
li che tieni le mie lettere? Dovevi impedirle di fuggire, incapace.”
“Stavo
dormendo” mormorò “era questo, il tuo gioco?”
“Te
l'ho detto, Damon... voglio solo il tuo bene” sussurrò
avvicinandosi e lisciando la camicia sul torace “tu non mi hai
creduto...” si alzò sulle punte e lo baciò sulla
guancia destra “dimenticami.”
“Io
non posso dimenticarti” mormorò sentendo il vecchio
sentimento riaffiorare dalle profondità del cuore. Le
accarezzò il viso nel momento stesso in cui Caroline si sporse
a guardare, divorata dalla gelosia. La prova che aspettava. Il cuore
andò in mille pezzi e quando spostò lo sguardo dalla
coppia, incontrò il viso fosco e bellissimo di Eileen.
“Vuoi
conoscere la vera ragione del mio odio?”
Che
altro poteva fare se non ascoltare? Era la giornata delle
rivelazioni! Caroline annuì e una lacrima di rabbia le scivolò
sulla guancia. Eileen gliela asciugò con un dito. “Molti
anni fa, Salvatore ingannò e uccise il mio uomo in una stupida
contesa, una rissa da taverna... lui era umano, avevo rifiutato di
trasformarlo. Sei la prova vivente che non avrà mai pietà
di te...”
“Lo
so...” annuì e girò la testa verso la coppia che
non parlava. “Esiste un modo per dimenticare, vero?”
“...
non riuscirò a dimenticarti, ma ci proverò...”
mormorò e l'afferrò per le spalle allontanandola da se.
“Ti amo, ma amo anche Caroline. La amo in modo diverso... ”
“E'
bionda!” soffiò fra i denti come se lo ritenesse un dato
inaccettabile. “Accetta le sue scuse e finiscila di fare il
geloso” borbottò e lo spinse verso la porta “Louis
ha gusti superiori!”
“Non
fare la stronza” sibilò e quando vide Eileen accanto a
Caroline provò una brutta sensazione.
“Esiste
un modo per smettere di soffrire, sì...” mormorò
saettando il braccio attraverso di lei.
Caroline
sgranò gli occhi e sentì il cuore fermarsi. Osservò
l'avambraccio della donna che sprofondava al di sotto del diaframma e
la guardò, allibita. Crollò a terra in una pozza di
sangue e Eileen sparì all'improvviso lasciando gli astanti
sbigottiti. Dopo un lunghissimo secondo, Elena urlò e si
lanciò verso di lei. Damon fissò il corpo a terra e
senza vita di Caroline e dondolò sulle gambe, un passo
indietro dopo l'altro. Udiva la voce irata di Katherine dietro di
se. Gli stava dicendo qualcosa che non capiva. E Caroline giaceva a
terra, morta.
Epilogo
Si
dice che basti schiacciare una farfalla nel passato per scatenare un
uragano nel futuro. La farfalla giaceva in terra, il sangue che si
allargava sul legno del pavimento, poco vicino il tappeto, macchiava
le nappine bianche di un cupo rosso vermiglio. I fratelli Salvatore
erano ammutoliti, solo Elena urlava e piangeva china sul corpo senza
vita di Caroline.
“Come
lo spiego a Liz?” mormorò rivolto al fratello, crollando
in ginocchio. La scrollò come se stesse dormendo e quando un
filo di sangue colò dalla bocca semiaperta, Damon lo tolse con
un dito. “Non c'era motivo... non aveva fatto nulla...”
singhiozzò e un dolore feroce, mai conosciuto prima di allora
gli strinse il cuore, avvelenandolo in ogni fibra.
“Dobbiamo
portarla via. Non possiamo farlo passare come un incidente casalingo”
disse a mezza bocca, inchinandosi e raccolse il corpo senza vita
della ragazza dal pavimento. “La porto nel bosco, è
l'unica soluzione per quanto mi ripugni. Vieni con me?”
Damon
non l'ascoltava. Continuava a guardare le labbra pallide, la pelle
gelida e gli occhi senza vita di Caroline. Le sfiorò i capelli
e fece un passo indietro. Scosse la testa con sguardo vitreo e fisso.
“Seppelliscila. Non lasciarla in pasto agli animali”
bisbigliò e voltò su se stesso incrociando il volto
piangente di Elena. Damon l'abbracciò con forza soffocando il
pianto in gola. Elena piangeva senza ritegno e si aggrappava a lui
continuando a ripete 'mi dispiace' come se il guaio l'avesse
provocato lei.
“Buona,
piccola, buona. Ora li uccidiamo tutti” sussurrò
nell'orecchio della ragazza “uno ad uno, in modo atroce ... non
ti preoccupare” mormorò come se davvero una minaccia del
genere potesse tranquillizzarla.
“Ma
che dici?!” urlò e gli batte un pugno addosso “Caroline
è morta! E' morta!”
“Sta
zitta” borbottò e la strinse sentendo un gemito di
dolore. Allentò la presa, ma di poco.
“Elena,
resta con lui” mormorò Stefan avvicinandosi “ci
metterò un po' di tempo... per sistemarla...”
“Resta
con lui!” esclamò Damon asciugandosi le lacrime “non
sono mica un ragazzino... sono... incazzato!” rispose con una
scintilla di lucida follia negli occhi “New Orleans brucerà
dalle fondamenta, te l'assicuro. La tua fidanzatina non potrà
impedirmi di massacrare quei maledetti vampiri!” ruggì
sentendo la rabbia crescere a dismisura “pioverà
sangue...” specificò frugando nei mobili del salotto e
soppesando paletti e armi varie. “Mi ha dato quella buona
ragione per ammazzarla, guarda un po'...” ridacchiò “mi
piaceva Caroline, era forte. Mi sarebbe piaciuto conoscerla meglio e
Eileen l'ha ammazzata.”
Stefan
lo vide trasformarsi mentre parlava, segno che la rabbia stava
salendo e non riusciva più a contenere la sua furia omicida
“Damon...”
“No
no, lasciami finire” sussurrò tirando su le maniche
della maglia “è tempo di poesia. Pura poesia... voglio
sentire implorare quella puttana.”
“Promettimi
che mi aspett...” Una folata di vento, la porta che sbatteva.
Elena e Stefan si guardarono preoccupati. Era la caccia privata di
Damon e nessuno avrebbe dovuto intromettersi.
“Va
bene... la porto nel bosco...” mormorò chiudendo per un
attimo gli occhi per l'azione terribile che doveva compiere “resta
qui.”
“Vengo
con te” bisbigliò avvicinandosi alla porta “voglio
stare con lei fino all'ultimo...” Elena aprì la porta e
fece rapidamente un passo indietro.
Louis
non sorrideva come prima. Non degnò Elena di uno sguardo e si
concentrò solo su Stefan e sul corpo esanime. “La prendo
io.”
“E'
morta...” mormorò immobile, occhieggiando Caroline.
“Eileen l'ha uccisa.”
“Non
è morta” commentò e gliela tolse dalle braccia.
“Eileen
ha segnato la sua sorte” borbottò Katherine dietro di
lui. Non sorrideva, non li motteggiava. Sembrava addirittura
dispiaciuta “è già partito alla ricerca della
vendetta?”
“Lo
conosci” mormorò Stefan stupito “l'hai chiamato
tu?”
Katherine
accennò un sì, laconica. “New Orleans, eh?”
“Vuoi
aiutarlo?”
Ma
Katherine non rispose e voltò su se stessa sparendo
all'orizzonte. Louis strinse il corpo di Caroline macchiandosi di
sangue raggrumato. “Vivrà” mormorò in
direzione di Elena “ma sarà diversa.”
“Diversa
come?”
“Non
possiamo saperlo.”
“Penso
di dovermi recare a New Orleans prima che Damon...”
“No”
disse lasciando Stefan senza parole “un uomo ha diritto di
cercare la vendetta, anche se questo lo porterà al sacrificio
di ciò che ha di più caro al mondo.”
Elena
lo fissò cercando di capire il messaggio nascosto dietro le
parole e Louis si voltò verso di lei “la sua umanità.”
“Damon
non ha più nulla di umano, ora che ha perso anche lei...”
mormorò senza riuscire a fermarsi.
Louis
abbassò lo sguardo su Caroline e ignorò le parole di
Elena. “Un uomo è ben poca cosa senza una donna da
amare. Lady Caroline vivrà. Ma starà a lei decidere se
tornare a Mystic Falls o meno.”
“Dove
la porta?!”
Il
vampiro ignorò di nuovo la domanda di Elena e voltò su
se stesso, mentre Stefan gli teneva la porta aperta. Louis scomparve
in lontananza e Elena dovette sforzarsi di non urlare di
frustrazione. Stefan l'abbracciò tentando di consolarla. “E'
in buone mani. Preoccupiamoci di quei due, piuttosto. Ho
l'impressione che premeranno i tasti sbagliati e sulla terra
resteranno solo gli scarafaggi...”
To
be continued....
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