V. Well
maybe it's me and my blind optimism to blame
Hermione
non aveva mai finto di essere un’inguaribile ottimista.
-
Che stupido zuccone*, eh? – farfugliò Ron in direzione di Harry, ma in realtà
più rivolto a se stesso. Poi, indicò Krum con un movimento della testa ed una
smorfia eloquente.
Lei
non si era mai ritenuta una di quelle persone che sono sempre positive
nonostante tutto, una di quelle che magari poi sono vittime di false speranze
che si erano create da sole. Lei era realista.
-
E non credo che andasse continuamente in biblioteca per i libri…
A
Ron sembrò che Harry ci provasse quasi gusto a provocarlo, a fargli intendere
qualcosa senza dirlo esplicitamente. Hermione intanto aveva smesso di ballare
ed era emersa dalla folla mano nella mano con Viktor, che poi l’aveva lasciata
in mezzo alla sala per andare a prenderle da bere. Si sentiva leggera, si stava
divertendo, era… ottimista.
Si
prese la testa tra le mani, estasiata, quasi come a voler trattenere quelle
sensazioni all’interno del proprio cervello, come a volersele imprimere meglio
nella memoria. Sentiva che sarebbe andato tutto bene, che avrebbe continuato a
divertirsi come stava facendo, che, sì, di nuovo, avrebbe passato una bella
serata. Anche se era con Viktor… anche perché era con Viktor: Viktor che
la trattava in quel modo e la guardava in quel modo e le prestava attenzione
quando parlava e Viktor che in fondo era simpatico, Viktor che non era…
Ron.
Non
seppe mai quale parte malata del suo cervello le suggerì in quel momento di
voltarsi, di scorgere i suoi due amici, seduti poco distanti da dove si trovava
lei, con gli sguardi inanimati fissi davanti a sé, e di dirigersi raggiante verso
di loro. Non seppe nemmeno quale malsano spirito suicida la spinse a sedersi
accanto ad Harry e a rivolgere loro la parola:
-
Fa caldo, eh? Viktor è andato a prendere qualcosa da bere. Volete unirvi a noi?
– disse allegramente senza prendere fiato e senza nemmeno dare troppo peso ai
musi lunghi dei due.
La
risposta secca di Ron però la riportò sulla terra.
-
No, non vogliamo unirci a te e Viktor.
Perché
Hermione non era mai stata un’inguaribile ottimista, ma quando si trattava di
lui, bastava una sola parola, un cenno, un’occhiata per trascinarla nel più
buio pessimismo.
-
Ed ecco che tutti i nodi vengono alla bacchetta**… - mormorò quasi tra sé e sé,
con un tono ironico e spazientito che le servì per nascondere quella stupida
paura di ciò che lui avrebbe potuto dirle. Perché non c’era nessuno che la
faceva sprofondare più di lui.
-
È di Durmstrang. Stai fraternizzando con il nemico. – le disse con tale
convinzione che per qualche millesimo di secondo ci credette anche lei e si
sentì in colpa per davvero.
Nessuno
la faceva sprofondare più di lui che si inventava scuse patetiche, per
nascondere che…
-
Il nemico?!? Chi è quello che voleva il suo autografo?
Più
di se stessa, quando gli urlava contro rispondendo a tono alle sue stupide
insinuazioni e abbassandosi al suo livello…
-
E poi, lo scopo primo di questo torneo… è…
…
quando cercava di usare ancora una volta la ragione, per ribattere e trovare un
senso, quel senso che le era tanto caro e utile, di solito…
-
…è la cooperazione magica internazionale… fare amicizia…
…
e quando alla fine, come sempre, boccheggiava, ritrovandosi a corto di parole,
di argomenti, di voce e di motivi per rispondergli ancora. Quando arrivava a
pensare che, in fondo, neanche la sua amata ragione poteva fare granché, quando
si trattava di lui; perché non c’era proprio niente da fare.
-
Non credo che lui abbia in mente esattamente l’amicizia… - replicò ancora Ron.
Ron
era un emerito idiota.
Quello
che più la fece arrabbiare, però, non fu la frase in sé, ma il tono mesto e
rassegnato con cui lui la pronunciò: come se, ancora prima che lui avesse avuto
la sua occasione, lei gli fosse stata portata via. Come se avesse subito
un’ingiustizia.
Hermione
si alzò, indignata. Fece per andarsene, ma qualcosa la tratteneva: da un lato
c’era la solita voglia di fuggire e gli occhi che iniziavano a pizzicare,
dall’altra il desiderio di rispondergli per le rime fino alla fine, di metterlo
a tacere con una frase che gli facesse capire quanto fosse lui ad essere
ingiusto… che gli facesse semplicemente capire.
Aprì
la bocca più volte per parlare, ma non uscì nessun suono. Fece per andarsene
ancora, impotente e si rese conto più che mai che qualcosa cercava sempre di
riportarla lì.
Qualcosa
l’avrebbe sempre riportata lì.
NOTE di Summer
Dunque, vista la fantastica nuova possibilità di
rispondere alle recensioni dall’apposito form, credo proprio che la sfrutterò!
Perciò, qui vi volevo solo dire una cosa che mi sono dimenticata
di dire l’altra volta: essendo le battute dei personaggi prese “paro-paro” ( xD
) dal film ed in particolare dal film originale (quindi con i dialoghi in
inglese), le traduzioni sono mie :P
Quindi, nota della traduttrice xD
*Ron diceva “Ruddy pumpkinhead, isn't
he?”. Insomma, chiamava Viktor “testa di zucca” o “testa a forma di
zucca” che mi faceva molto ridere, ma suonava meglio zuccone, perciò ho scelto
questa versione.
**Hermione qui diceva “What's got your wand in a knot?”,
letteralmente “Cosa ha fatto annodare la tua bacchetta?”. E io ho pensato che
fosse un modo di dire inventato dalla Rowling (non lo so, non mi sono
documentata), perciò l’ho tradotto con un modo di dire italiano un po’
modificato di modo da diventare harrypotteriano, maghiano.
Ok, la smetto.
Però volevo fare queste precisazioni, nel caso qualcuno
si chiedesse da dove diavolo ho preso questi dialoghi deliranti :P