Capitolo 6
Armi, che passione!
Ancora rigidi a causa del pesante allenamento del giorno prima e mezzi
rintronati dalla sveglia eccessivamente mattutina, i futuri soldati
erano stati fatti accomodare da un piantone in una specie di lungo e
stretto capannone, grigio e umido come d'altronde sembrava essere
quell'intero mondo. Visto che nessuno pareva di guardia, Shikamaru,
seduto in fondo ne approfittò per un secondo sonnellino, tanto
per alzare la media scandalosamente bassa per uno come lui di ore di
sonno, ma al primo cenno di appisolamento, si percepì provenire
da qualche parte uno schiocco secco, seguito da una imprecazione
piuttosto pesante del ragazzo, che si massaggiava la fronte irritato.
"Che caz... un insetto?".
"No" commentò Neji, chinandosi e mostrando una pallina di gomma dura dalle dimensioni di un pisello circa.
"La prossima volta ne uso uno vero" lo avvisò una voce di donna, tra lo scocciato e il divertito.
Il caporale Anko Mitarashi, dall'alto del suo splendore in calzoncini
corti e canotta, fece roteare la piccola pistola a gas: era stato senza
dubbio un tiro magistrale, centrare una persona con pistola da quella
distanza, ma la donna non pareva avere voglia di approfittare troppo
dell'aura di genuina ammirazione e timore che aveva instaurato negli
allievi, perchè si fiondò immediatamente dietro la
cattedra.
"Benissimo, bambini! Noto con piacere che siete riusciti tutti ad
alzarvi per venire a salutare la nuova maestra, me ne compiaccio!".
"Accidenti quanto urla questa pazza di prima mattina..." gemette Kiba, facendo il gesto di tapparsi le orecchie.
"Sembra un esaltata... come qualcuno di nostra conoscenza".
"Già... sarà mica parente di Naruto?" sghignazzò
senza darlo troppo a vedere Sasuke, provocando un ringhio altrettanto
basso e offeso da parte del biondo in questione.
Ulteriori battute furono troncate da una raffica di proiettili: stavolta l'istruttrice era passata ad una mitraglietta Uzi.
"Silenzio o sparo!".
-Decisamente è una che preferisce agire prima di parlare!- pensarono tutti.
"Se nessun altro ha da borbottare... sono il caporale Mitarashi Anko,
incaricata di istruirvi sull'uso delle armi standard. Al termine del
mio corso, saprete usare pistole, fucili e mitragliatori d'assalto a
occhi chiusi!".
Involontario, un brivido di eccitazione passò tra i ranghi:
avere delle armi in mano si prospettava decisamente interessante,
convennero i più, ma la donna non aveva ancora finito:
schioccando le dita, tre uomini portarono nella stanza altrettanti
scatoloni sigillati, destando la curiosità di tutti che
ovviamente pensarono immediatamente ai micidiali strumenti.
Le loro attese non furono deluse: dal primo cartone, la donna
tirò fuori una piccola valigetta verde, al cui interno, in una
nicchia di plastica, era contenuto un esemplare di pistola che a prima
vista nessuno riuscì ad identificare, nera e leggermente
più piccola della Colt semiautomatica che avevano usato fino a
quel momento.
"Da oggi in poi, questa sarà la vostra unica compagna, amante e
moglie! E' una Beretta M9: pratica e resistente, potete farci il bagno
e dopo sparare tranquillamente" illustrò il caporale, gasandosi
involontariamente "Ottima per gli scontri a corta distanza ed
affidabilissima, è raro che faccia cilecca".
"E tutto questo alla modica cifra di...?" rise sotto i baffi il Cane facendo sorridere involontariamente Neji.
"Di un sacco di allenamento, stronzetto!" sbraitò in risposta la
Mitarashi, stavolta centrandolo in pieno con la valigetta vuota, ben
più pesante di un proiettile finto.
Seccata dalle continue interruzioni, fece cenno agli aiutanti di distribuire le confezioni.
Naruto, con impazienza, aprì la sua: è vero che preferiva
armi bianche, ma quell'oggetto aveva un che di affascinante, se la
rigirò tra le mani come stordito, quasi non ne avesse visto una
in vita sua, dove invece erano passati più proiettili che giorni.
"Ok, signorini, posate le damigelle sul tavolo, ho qualcos'altro per voi".
"I caricatori" sorrise felice il biondo come un ragazzino che si
ritrova la mattina di natale a scartare il regalo che aveva sempre
sognato: stavolta però non ebbe fortuna, perchè la loro
insegnante lo guardò come un perfetto idiota, segno che non ci
aveva preso per niente.
"Sbagliato. Vi ho detto che le Beretta saranno le vostre donne: vorrai
mica andare a letto con una donna senza conoscerla un pò, prima?"
"Sarebbe piacevole" buttò lì distrattamente Sasuke.
"Attento signorino, potrei prenderti in parola..." ghignò tra sè l'altra.
Ovviamente la Volpe, nella sua furbizia, non aveva capito nulla.
"E quindi?".
La risposta, precisa e puntuale come d'altronde sembrava ogni cosa nel
campo, arrivò subito: nelle scatole, oltre alla pistola, c'erano
dei piccoli sacchetti di tela, contenenti vari attrezzi chiaramente
usati per la manutenzione delle armi.
"Vi eserciterete a smontare e rimontare le armi finchè non
sarete in grado di farlo ad occhi chiusi! Alla lavagna trovate le
istruzioni, mettetevi al lavoro!"
Un mormorio di disappunto da parte della folla, ora di dare il colpo di grazia.
Prima di andarsene per una sigaretta, la donna si voltò leggermente, con aria sadica.
"Dimenticavo: l'ultimo paga pegno!"
"Merda..."
Naruto mordicchiò il cacciavite, perplesso: ok, qui va il carrello, qui ci appoggiamo il cane, il grilletto...
-E questa che cacchio è?!- pensò perplesso sollevando una
molla. Avrebbe volentieri chiesto aiuto a Sasuke, ma i portantini di
prima sembravano scoraggiare chiunque da muoversi più del
necessario, così si limitò a metterla da parte su un
panno assieme agli altri pezzi.
"Tu, in fondo! Lavora!".
"Guarda che ho finito, l'ho montata e rimontata!".
Shikamaru porse vagamente seccato l'arma al controllore:
effettivamente, constatò questi, i pezzi erano stati rimessi
insieme di recente, lo poteva intuire dalle microfessure nell'arma, ma
non poteva assolutamente credere che qualcuno avesse smontato e rimesso
insieme un arma in, quanto erano, cinque minuti, forse meno?
"Rifallo" gli impose con uno sguardo cattivo la guardia sospettando che lo stesse prendendo in giro.
"Che seccatura".
Senza indugio, il moro smontò e rimise insieme la Beretta
esattamente come prima e mettendoci anche meno del tempo, visto che era
più facile svitare i pezzi, sotto gli occhi ammirati o forse
sconvolti degli altri ragazzi e della guardia stessa.
"Ecco. Contento?".
"... Che cazzo ci fai in un letamaio del genere? Dovresti stare in una scuola per geni, cazzo!".
"Troppa fatica" sbadigliò il moro, stiracchiandosi. Forse, quel suo piccolo sforzo gli sarebbe valso un buon riposino.
"Esibizionista..." borbottò il biondo rimettendosi per
così dire al lavoro e trattenendo la voglia di sfasciare e
prendere a martellate lo scheletro dell'arma in questione, giusto per
il gusto di vederla separarsi. Ai tempi degli Sprouts di problemi del
genere non ne aveva mai avuti, se un'arma non funzionava più o
era completamente inutilizzabile si limitavano a buttarla e ad
attingere alle loro scorte, di pensare di capire come funzionasse non
gliene era mai importato niente, almeno fino a quel giorno.
"..."
Due occhioni castani lo fissavano da vicino, forse troppo.
"..."
"Ahem... si?"
"Recluta. Cosa sarebbe quella che hai in mano?".
"Ehm... una pistola smontata?".
"O un orribile capolavoro di arte moderna?".
Solo Sai ebbe il coraggio di mostrarsi apertamente interessato,
trovando strano che il suo amico sapesse creare cose artistiche e che
il caporale sapesse apprezzare.
"Rimontala".
Nemmeno per un secondo la donna tolse gli occhi di dosso dal giovane,
scrutandolo con aria apparentemente neutra ma con un bagliore torvo
negli occhi; non aprì nemmeno bocca, almeno fino a quando il
ragazzo non finì di rimettere insieme i pezzi, con non pochi
grattacapi.
"Bene. Ora sparami".
"EEH?".
"Su, muoviti. Non abbiamo tutta la giornata".
Ma il biondino non pareva proprio propenso ad ottemperare all'ordine,
così fu lei stessa a strappare di mano la pistola a Naruto,
armando in un unico fluido gesto il carrello e premendo a bruciapelo il
grilletto davanti alla sua faccia. Il ragazzo non ebbe nemmeno in tempo
di chiudere gli occhi per la sorpresa, ma non ce ne era bisogno.
Premuto il grilletto, il carrello non scattò come avrebbe dovuto: in sostanza, l'arma era inservibile.
"Se fossi stato al fronte, saresti morto da un pezzo. Qui c'è
parecchio lavoro da fare" commentò, prima di lanciargli contro
la molla che si era dimenticato di inserire.
Bene o male, tutti erano riusciti a mettere insieme i pezzi della
Beretta in un tempo ragionevole... ragionevole per un normale essere
umano: visto che non riusciva a concepire che uno con la faccia da
fesso come il moro con il codino avesse compiuto un simile lavoro in un
tempo ridicolmente breve, l'istruttrice aveva decretato che avrebbero
continuato ad allenarsi in quel modo finché non si fossero
almeno avvicinati ai quattro minuto ciascuno.
Tutti meno uno: l'unico ad avere problemi rimaneva Naruto. Non sapeva
neanche lui perché, ma davanti ai piccoli e delicati meccanismi
si perdeva, le mani gli sembravano grandi il doppio e totalmente
inadatte allo scopo, così Anko Mitarashi lo tenne al banco per
tutto il giorno, fino alla sera senza neanche lasciargli mettere
qualcosa sotto i denti, anzi.
Per dargli motivazione si era fatta portare il pranzo direttamente
lì, dove aveva preso a sbocconcellare un panino di fronte alla
Volpe sempre più nervosa e di conseguenza meno efficiente, anche
se a giudicare dagli sghignazzi delle altre guardie, comode manco
fossero state a teatro, la cosa doveva parere piuttosto divertente
soprattutto per merito del loro superiore che nell'arco delle ore era
passata dagli insulti sempre più coloriti alle incitazioni, ai
silenzi carichi di suspence!
Il culmine si era toccato quando gli aveva promesso che semmai fosse
riuscito a "fare l'impresa" gli avrebbe concesso tre giorni di licenza!
Neanche a dirlo... non servì a niente.
Le reclute poterono riammirare la vaga peluria biondastra solo alla
sera quando dopo l'appello di rito il ragazzo si era fiondato sul letto
sedere all'aria, tanto se lo sentiva intorpidito!
"Awnnn..." si lamentò piano, mentre il suo migliore amico gli si avvicinava contrito.
"Vuoi un bacino dove hai la bua, caro?" chiese premuroso e materno.
"FOTTITI TEME! TU E QUELLA PAZZA!" urlò scatenando le risate di
tutti che nonostante stanchi da morire apprezzarono molto il siparietto.
"Sigh... nessuno mi capisce, siete degli stronzi".
"Su col morale, ho delle notizie interessanti".
Amichevolmente Sai gli batté una pacca sulle chiappe: a salvarlo fu solo la curiosità dell'amico.
"Oggi pomeriggio, mentre ero in infermeria...".
"Eri in infermeria? Perché?"
"Lascia stare... insomma, ho scoperto una cosa dalle infermiere..."
"Seduttore" ghignò l'altro, mentre il gruppo si era fatto
attento e silenzioso, magari fosse stata una cosa utile a tutti.
"Mi fai finire? Tra parentesi, erano cassonetti, gentili finché vuoi ma esteticamente... brr" .
Poco ci mancava che lì per lì Deidara e Sasori se lo
andassero ad abbracciare per la felicità di avere un terzo
artista in mezzo a quella massa di bruti.
"Insomma, a farla breve: pare che sia tradizione del campo concedere a
tutti i soldati due giorni di licenza ogni tre settimane per una breve
gita in un villaggio qui vicino!"
"Villaggio, uguale...".
"Riposo" sospirò Shikamaru.
"Cibo e birra!" gongolò Choji.
"Donne!" esultò Kiba, acclamato con una notevole standing ovation.
Sasuke sembrava guardare l'amico con un mezzo sorriso: forse era tempo
di ripagare un debito, sorrise tra sè mentre con Gaara si
scambiava un laconico segno di intesa: il Rosso poteva averla data a
bere a chiunque, ma non a lui, così lo aveva praticamente
costretto a vuotare il sacco sotto promessa di silenzio, cosa che in
quel momento gli sarebbe tornata molto utile per il suo progetto!
Scusate il capitolo veloce e di fretta, ma serviva a riprendere contatto con la realtà della scrittura, non uccidetemi ^^
Risponderò ad eventuali recensioni tramite la nuova funzione di posta all'interno del sito, vi aspetto!
Dark
|