Quindici passi

di Feel Good Inc
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In realtà, si sentiva perfettamente uguale a com’era prima. Aveva scoperto che avere un cervello non lo rendeva diverso; lo faceva soltanto soffrire un po’ di più.

Da stupido non avrebbe potuto capire il dolore che gli avrebbe portato il dire addio a Dorothy. Adesso che sapeva giudicare razionalmente ogni sentimento, ogni emozione, ogni ricordo, pensare a lei faceva più male che mai. Molto più dei corvi, delle Scimmie Alate, persino del fuoco.

Ma in fondo, già, lo Spaventapasseri non era cambiato: riusciva sempre a sperare, nonostante tutto.

Forse un giorno sarebbe tornata.

Forse era lei, quella bambina che vedeva dall’alto del suo vecchio palo sulla strada di mattoni gialli...

 

[ 110 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: dopo il ritorno di Dorothy nel Kansas, nel momento del suo ritorno al Paese di Oz. Perché Dorothy torna ad Oz. Non ho ancora letto, purtroppo, i successivi libri della saga di Baum, dunque non conosco le precise circostanze – ma so benissimo che lei è tornata e ha rincontrato i suoi vecchi amici, e anche che alla fine è rimasta per sempre con loro. Awww. ^__^

Con quest’ultima drabble si chiude la raccolta. È stato interessante tentare di sintetizzare la figura dello Spaventapasseri in tanti capitoletti che non potevano superare le centodieci parole, soprattutto perché quando si tratta di lui io tendo ad essere molto prolissa; mi auguro solo di essere riuscita a renderlo almeno un po’, e soprattutto a rendere ciò che lo lega a Dorothy: perché io ho supportato questo pairing persino prima di sapere cosa fosse un pairing, perché li ho sempre amati insieme e perché ho sempre amato lui, soprattutto, dapprima nella cinematografica e meravigliosa figura di Ray Bolger e poi in quella del dolcissimo uomo di paglia creato da Lyman Frank Baum per i suoi romanzi (che leggerò, presto, perché quell’uomo era un genio).

Un saluto e un ringraziamento a twisted-wind, di nuovo, per essere la lettrice speciale quale è e per il suo apprezzare e sostenere le mie storielle senza né capo né coda.

E un grazie anche a tutti voi lettori, naturalmente.

Sayonara minna!

Aya ~





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