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Autore: Feel Good Inc    26/11/2010    1 recensioni
Quindici brevi momenti per un fantoccio di paglia che desidera solo un cervello. O forse no.
S: Soltanto gli uccelli neri gli facevano compagnia nel campo di grano.
P: Probabilmente qualcuno con un po’ di buonsenso avrebbe imparato dall’esperienza.
A: Aveva sentito parlare dei ‘pranzi’ dal contadino.
V: Vi era un che di triste nel viso di Dorothy, quando finalmente si addormentò.
E: Era bizzarro, persino più di lui: un altro essere sintetico cui mancava un pezzo che lo facesse sentire umano.
N: Non aveva ragione di essere così preoccupata; sapeva che quegli artigli non avrebbero potuto fargli alcun danno.
T: Tanto valeva rassegnarsi a restare lì, nuovamente aggrappato a un palo.
A: Aveva intuito che qualcosa non andava quando l’aveva vista chiudere gli occhi.
P: Più inutile di adesso non si era sentito mai, il che era tutto dire.
A: Applausi e festeggiamenti avevano salutato il loro ritorno.
S: "Sono così felice per te."
S: "Se solo Dorothy accettasse di vivere per sempre alla Città di Smeraldo..."
E: Era l’ultima notte che passavano insieme nel Regno di Oz.
R: Rosse come fragole, le sue guance morbide erano solcate di lacrime.
I: In realtà, si sentiva perfettamente uguale a com’era prima.
{ Spaventapasseri x Dorothy }
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Spaventapasseri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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In realtà, si sentiva perfettamente uguale a com’era prima. Aveva scoperto che avere un cervello non lo rendeva diverso; lo faceva soltanto soffrire un po’ di più.

Da stupido non avrebbe potuto capire il dolore che gli avrebbe portato il dire addio a Dorothy. Adesso che sapeva giudicare razionalmente ogni sentimento, ogni emozione, ogni ricordo, pensare a lei faceva più male che mai. Molto più dei corvi, delle Scimmie Alate, persino del fuoco.

Ma in fondo, già, lo Spaventapasseri non era cambiato: riusciva sempre a sperare, nonostante tutto.

Forse un giorno sarebbe tornata.

Forse era lei, quella bambina che vedeva dall’alto del suo vecchio palo sulla strada di mattoni gialli...

 

[ 110 parole ]

 

 

 

 

 

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Ambientazione: dopo il ritorno di Dorothy nel Kansas, nel momento del suo ritorno al Paese di Oz. Perché Dorothy torna ad Oz. Non ho ancora letto, purtroppo, i successivi libri della saga di Baum, dunque non conosco le precise circostanze – ma so benissimo che lei è tornata e ha rincontrato i suoi vecchi amici, e anche che alla fine è rimasta per sempre con loro. Awww. ^__^

Con quest’ultima drabble si chiude la raccolta. È stato interessante tentare di sintetizzare la figura dello Spaventapasseri in tanti capitoletti che non potevano superare le centodieci parole, soprattutto perché quando si tratta di lui io tendo ad essere molto prolissa; mi auguro solo di essere riuscita a renderlo almeno un po’, e soprattutto a rendere ciò che lo lega a Dorothy: perché io ho supportato questo pairing persino prima di sapere cosa fosse un pairing, perché li ho sempre amati insieme e perché ho sempre amato lui, soprattutto, dapprima nella cinematografica e meravigliosa figura di Ray Bolger e poi in quella del dolcissimo uomo di paglia creato da Lyman Frank Baum per i suoi romanzi (che leggerò, presto, perché quell’uomo era un genio).

Un saluto e un ringraziamento a twisted-wind, di nuovo, per essere la lettrice speciale quale è e per il suo apprezzare e sostenere le mie storielle senza né capo né coda.

E un grazie anche a tutti voi lettori, naturalmente.

Sayonara minna!

Aya ~

   
 
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