Rossi i tuoi capelli, verdi i tuoi occhi, nera l'anima mia. di Lara Rye (/viewuser.php?uid=53340)
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RossiNera "
Rossi i tuoi capelli, verdi i tuoi
occhi, nera l’anima mia.
[Severus Piton
– Lily Evans – Sirius Black]
Capitolo
Due.
..Se
tu fuggissi , la terra diverebbe ingrata, gli animali nemici fra loro,
il sole stesso malefico, e il mondo pianto, terrore e distruzione
universale.
Adesso che l'anima mia risplende di un tuo raggio, io non dimentico le
mie sventure;
io rido delle minaccie della fortuna, e rinunzio alle lusinghe
dell'avvenire..
[Ugo Foscolo - Ultime
lettere di Jacopo Ortis]
La neve aveva
incominciato a scendere candidamente, leggera, come se si posasse
sull'erba chiedendole il permesso e promettendole che non l'avrebbe
disturbata troppo, che presto se ne sarebbe andata. Lily Evans era
accovacciata sulla poltrona adagiata accanto al camino, mentre il corpo
era avvolto da una calda coperta di lana e i piedi erano scalzi,
adagiati verso il fuoco, pronti ad assorbirne il leggero calore.
Tra le mani aveva un
grande e vecchio libro, appartenente a sua madre, di uno scrittore
babbano del Settecento il quale la incuriosiva molto. Lily sfogliava
quelle pagine lentamente, con la paura di sciuparle e rovinarle, come
se fossero una reliquia importantissima che lei doveva proteggere ad
ogni costo. Fin da piccola la madre la prendeva tra le braccia, accanto
al camino acceso ed iniziava a leggerle pagine su pagine: lei non si
addormentava, perchè quei racconti entravano a far parte di
lei e l'ammaliavano. Lily, infondo, aveva sempre voluto essere la
protagonista di uno di quei racconti, vivere mille avventure ma
soprattutto aveva sempre desiderato essere innamorata, sentire quel
profondo amore crescerle all'intero, quello di cui parlavano i suoi
meravigliosi libri di narrativa.
Le ore erano passate
velocemente dal pomeriggio piacevole passato con Sev. Anche se non
l'avrebbe mai ammesso davanti a lui, Lily non vedeva l'ora che
arrivassero le vacanze natalizie perchè quello era sempre
stato un momento loro, uno che passavano sempre insieme, chiusi in quel
parco e in qualche piccola libreria in cui Severus era costretto ad
andare a causa di Lily che lo portava obbligatoriamente. Si sedevano su
un piccolo divano e Lily incominciava a leggere, per ore, senza quasi
mai stancarsi. Lily leggeva per Severus, per portarlo nel suo modo ed
ammaliarlo, regalandogli qualcosa a cui lei teneva molto: in quelle ore
di lettura regalava a Severus una briciola della sua anima, una per
volta, senza avere fretta.
"Evans. Come mai ancora
sveglia?" Era l'una passata e Lily non se n'era neanche accorta, troppo
immersa in quelle parole difficile ma splendide.
Sirius Black si
presentò davanti a lei in un pigiama terribile, color
biancastro morto, anche se il suo innaturale fascino splendeva
comunque. Per quanto Lily lo trovasse un idiota, come il suo caro amico
Potter, non poteva nascondere che in quel ragazzo c'era qualcosa di
diverso, di speciale: il viso, proprio per il suo essere tipicamente
scarnito, gli donava un aria più matura, come se quei sedici
anni fossero troppo pochi, come se non fossero la sua reale
età e la bellezza, quella che traspariva dalla sua
accentuata magrezza e dai lunghi e ricci capelli, si mostrava
notevolmente, incantando tutto quello che lui aveva accanto.
"Black." disse Lily,
con un tono particolarmente distaccato. "Stavo leggendo. Non avevo
sonno." Sirius si avvicinò a lei, osservandole i lunghi
capelli rosso fuoco legati in malo modo e gli occhiali neri squadrati
appoggiati sul piccolo naso, pronti ad evidenziare lo splendore di
quegli occhi.
"Posso farti compagnia?
Magari ti disturbo.." Chiese Sirius, indicando la poltrona adagiata
accanto a quella di Lily. Lily l'osservo pienamente: ogni
più minimo particolare del suo corpo sembrava legato ad una
triste malinconia della sua anima. Aveva gli occhi mezzi chiusi,
evidentemente non per il sonno, ma per qualcosa rinchiuso all'interno
di lui che lo faceva soffrire molto. Sirius Black non era una di quelle
persone particolarmente apprezzati dalla piccola Evans, ma in quei suoi
pochi anni aveva capito, soprattutto a causa del rapporto con Severus,
che non bisognava mai lasciare una persona triste, sola
perchè quando le lacrime sono evitabili, le si
può scambiare con un sorriso.
"Certo."
"Che leggi, Lil?"
Il ragazzo aveva preso
confidenza in pochissimi secondi. Possibile che da un secondo all'altro
si fosse mostrata la sua sfrontatezza? Il suo egocentrismo stralunato?
Lily sbuffò
leggermente, desiderando ritornare al ragazzo bello e gentile, educato,
non a quello tanto simile al suo amico, ovvero la persona
più idiota che avesse conosciuto in tutta la sua vita.
"è un passo tratto dalle Ultime
lettere di Jacopo Ortis, uno scrittore italiano del
1700."
"700? Deve essere
difficile!"
Qualche ciuffo mosso
cadde davanti agli occhi di Sirius, dandogli un aria misteriosa,
celata. "Beh, immagino che per chi non abbia un intelligenza almeno
leggermente sviluppata, lo sia." disse Lily, con un tono quasi da
maestra, da saputella. Sirius indietreggiò, mostrano il suo
sguardo stupito, come se fosse offeso. "Ti stai riferendo a qualcuno in
particolare, Evans?"
Lily si
spostò un ciuffo rosso dietro all'orecchio, imbarazzata.
Quel tono pungente non le apparteneva minimamente, eppure non aveva
potuto trattenere la sua provocazione, anche se ovviamente non avrebbe
mai pensato che Black si sarebbe offeso per una battuta del genere.
Doveva scusarsi, voleva.
Si guardarono per un
secondo, prima che Lily capì che Sirius stava facendo il suo
stesso gioco ovvero la stava prendendo in giro. Dopo un leggero
sguardo, scoppiarono tutte e due a ridere, formando quasi una risata
continua, unita, leggera e serena.
Lily, per qualche
minuto, si appoggiò sulla spalla di Sirius, lasciandosi
completamente andare, probabilmente a causa della stanchezza, senza
accorgersene.
Subito dopo si
ritirò su, imbarazzata dal suo gesto involontario. Sirius la
guardò, sorridendole e piacevolmente colpito. "Vuoi andare a
letto, Lily?"
"In verità
no."
"Allora appoggiati, non
preoccuparti. Puoi riposare così, se ti è
comodo." Il sorriso di Sirius era aperto, caldo, quasi come un
abbraccio, come se volesse avvolgerla dentro le sue braccia e sentirla,
per l'unica volta nella sua vita, tutta sua.
***
Finalmente eccomi qua ad aggiornare.
In letteratura ho cominciato Foscolo e dire che me ne sono innamorata è poco: riportarlo, citarlo mi fa sentire tanto piccolo. Lui si che è uno scrittore.
Questo capitolo, anche se più corto e leggero, mi piace
particolarmente perchè mette in evidenza quello su cui
voglio puntare tra Sirius e Lili.
Spero che vi sia piaciuto almeno un pò. Spero di ricevere i
vostri pareri.
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