Capitolo 8 - Scontro sul tetto
Capitolo 8
Scontro sul tetto
"Tu...lavori
alla ShinRa?" L'espressione sorpresa e al tempo stesso poco convinta
sul volto di Cloud fece sorridere Yuna d'istinto, intrecciando le dita
dietro la schiena mentre continuava a scrutare il ragazzo che camminava
al suo fianco. Non riusciva proprio a credere di essere sveglia: aveva
di nuovo incontrato Cloud e lo stava accompagnando in centro, dove lui
stava andando. Parlavano (e la cosa era davvero sorprendente,
considerando che si trattava di uno come lui): lei era in divisa,
così aveva dovuto spiegargli di essere un soldier, anche se
aveva omesso di dire quanta importanza avesse all'interno dell'azienda.
Stranamente, lui non si era voltato e se ne era andato, come lei si
sarebbe aspettata. Anzi, aveva notato che era piuttosto di compagnia
per il suo carattere...
Yuna annuì per l'ennesima volta, tornando a guardare la
strada davanti a lei. Midgar era una città orribile, ma si
potevano
fare davvero dei belli incontri...
Per un po' camminarono in silenzio, lei quasi saltellando per la gioia,
lui con il capo chino a riflettere.
"Senti" la ragazza tornò con i piedi per terra, quando lo
sentì di nuovo parlare "sai niente dei mostri in
città, ieri?"
I loro sguardi si incrociarono, mentre entrambi si fermavano
contemporaneamente. Yuna scosse il capo, chinando la testa per un
attimo soltanto.
"No" rispose poi, tornando a rialzare lo sguardo mentre riprendeva a
camminare lentamente "ma ho una mia teoria..."
Cloud rimase in silenzio, ma l'espressione sul suo volto faceva capire
chiaramente che era interessato a sentirla. Yuna, però, non
sembrava avere intenzione di continuare. "Quale?" le chiese allora lui,
dopo un po' che aspettava inutilmente.
Lei gli lanciò una breve occhiata e si portò una
ciocca
di capelli particolarmente ribelli dietro un orecchio, rivolgendo lo
sguardo al cielo, prima di decidersi a rispondere. "Credo che i mostri
siano stati solo un diversivo per arrivare al presidente, a cui nessuno
aveva fatto caso, in tutta quella confusione. I mostri erano troppi per
essere riusciti ad entrare da soli in città,
perciò sono
stati sicuramente evocati."
Cloud annuì una volta: beh, aveva una certa logica...
Quando si voltò a cercare di nuovo la ragazza, lei era
sparita.
Si guardò meglio intorno e la vide ferma davanti a un
negozio di
elettronica, con i televisori accesi che trasmettevano l'edizione
straordinaria di un tg. A Midgar la cosa non era affatto insolita,
grazie alle continue vicende della ShinRa: conferenze stampa, decisioni
di carattere politico o avvenimenti interni venivano sempre trasmessi
appena possibile.
Il volume era talmente alto che si riusciva a sentire cosa stessero
dicendo. Ancora una volta, quasi inevitabilmente, stavano parlando
della ShinRa.
"Sembra che, dopo l'omicidio dell'ormai ex-presidente Kaim Sharley,
anche suo figlio, il vicepresidente in carica Alexander Sharley e il
neo comandante generale dei soldier siano stati attaccati,
probabilmente dalla stessa persona o organizzazione che si è
occupata di Sharley senior."
"La stampa deve sempre rigirare a modo suo quello che gli addetti
riferiscono. Come diavolo fanno a sapere degli altri due attacchi?
L'ultimo è successo solo stamattina!" Yuna piazzò
di
scatto le mani sui fianchi, irritata nel capire che ormai notizie che
dovevano essere riservate erano invece diventate di dominio pubblico.
Prima che il servizio finisse, Cloud vide Yuffie passare di
lì e
salutò con un gesto della mano il soldier accanto a lui,
allontanandosi per seguire l'amica ninja. Yuna socchiuse gli occhi,
dispiaciuta nel doversi separare da lui. Non aveva neppure il suo
numero...
"E
a che ti servirebbe?" le
chiese una vocina nella sua testa "Sai
benissimo che non risponde mai!" Yuna
sorrise, ricordando quel piccolo particolare. Di nuovo, la ragazza
posò gli occhi sullo schermo al di là del vetro,
sorpresa
per il tema che i giornalisti erano arrivati a trattare. Non fece
neppure caso alla sua espressione paralizzata che si rifletteva davanti
a lei.
"...A quattro anni esatti dalla scomparsa di Tidus, l'AS degli
Zanarkand Abes, il mondo del blitzball perde un altra stella: Jake
Neal, campione dei Duggles e grande amico di..."
Nessuna parola riuscì più ad arrivarle al
cervello.
Tidus...quel Tidus: lo stesso Tidus che le aveva fatto battere il cuore
nello scontro con Sin, lo stesso Tidus che aveva visto danzare
quell'invocatrice che tanto le somigliava, a Kilika, lo stesso Tidus
che tanto l'aveva fatta ridere con la sua leggerezza e la sua allegria,
quel Tidus che era riuscito a commuoverla quando aveva pianto, dopo
aver lottato contro il padre che aveva sempre odiato...Quel Tidus...era
reale? Anche la sua storia era reale? Zanarkand...Zanarkand esisteva
davvero? Non era solo un sogno, allora! Tidus...il giornalista aveva
detto che era scomparso da quattro anni...
A un tratto, l'espressione sbiadita dallo stupore sul volto della
ragazza si fece ancora più sconvolta, capendo cosa quella
notizia rappresentasse per lei: aveva sperato di sbagliarsi, aveva
creduto che lui fosse ancora nel futuro, accanto ai suoi amici, non
che...che...
"Che cosa ti hanno
fatto?" Riscuotendosi
d'improvviso da quello stato di shock, Yuna si mise a correre verso la
ShinRa, tentando di non pensare a cosa la promessa fatta ad un amico
l'avrebbe indotta a fare.
***
Non
si
fermò
davanti a nulla: superò la reception, dove Heather l'aveva
chiamata con un misto di preoccupazione e sorpresa, superò
Squall e il suo gruppo, superò persino alcuni soldier che
avevano il compito di fermarla e di chiederle l'autorizzazione per
accedere ai sotterranei, finendo loro addosso nella fretta di entrare
nell'ascensore che portava ai laboratori ShinRa. Solo allora si
fermò, riprendendo fiato dopo la lunga corsa. Quando fu
arrivata
al piano, le porte si aprirono lentamente davanti a lei, che si
infilò di fianco nel passaggio ancora stretto.
Osservò
appena ciò che aveva intorno, impegnata piuttosto in altri
affari: dovevano esserci dei dati riguardanti ciò che lei
stava cercando, c'erano senz'altro! Mentre cominciava a cercare tra le
carte
sparse sui lunghi banconi argentati pieni di provette, la luce verdina
delle lampade al neon si abbassò per un momento, donando
un'ombra ancora più tetra all'enorme stanzone pieno di
esperimenti. Alcuni mostri riposavano nelle vasche piene di mako, fiale
e provette riempivano ogni superficie piana, mentre l'enorme computer
che controllava tutto il laboratorio ronzava in un angolo, con lo
schermo
luminoso pieno di lettere e numeri senza un apparente senso logico.
Mentre tentava di trovare informazioni che le potessero essere utili a
rintracciare Chris o gli altri due demoni di cui non conosceva
l'identità, l'occhio le cadde involontariamente su una
cartellina nera sulla quale era incisa una sola parola.
"Deepground..." sussurrò Yuna, sgranando improvvisamente gli
occhi chiari. Stavano già lavorando al progetto Deepground?
Hojo...quel pazzo era ancora alla ShinRa?
"Non dovresti ficcare il naso in affari che non ti riguardano..." una
voce alle sue spalle la fece voltare, con lo sguardo carico di odio nel
riconoscere a chi apparteneva. A pochi passi da lei, Alexander Sharley
sorrideva con aria inquietante. Yuna strinse i pugni sul
bancone dietro di lei, sapendo che quel nuovo incontro con lui, in un
luogo in
cui neppure le telecamere riuscivano ad arrivare, significava soltanto
una cosa: si sarebbero battuti. L'elettricità nei loro
sguardi si poteva avvertire sulla pelle e l'aria era carica di
tensione. Nessuno li avrebbe interrotti, lì sotto. Eppure,
anche se l'idea di
lottare e soprattutto di sconfiggere il demone che aveva di fronte era
davvero allettante, Yuna non se la sentiva di battersi lì,
in quel luogo in cui qualunque cosa poteva essere accaduta, dove decine
e
decine di persone erano state torturate ed usate come cavie, dove i
mostri venivano modificati geneticamente e venivano resi ancora
più terribili e dove tutto, persino l'aria, sapeva di mako.
Deglutì un secondo, prima di scattare con una
rapidità
incredibile e di superare il ragazzo che prima aveva di fronte, mentre
le porte dell'ascensore si chiudevano alle sue spalle, appena in tempo
perché lui non la raggiungesse. Sola contro la parete,
tentò di riprendere a respirare regolarmente, portandosi una
mano sul cuore che pulsava velocemente. Chiuse gli occhi per un attimo,
rivolgendo il viso verso il soffitto. Poi l'ascensore si
fermò e le porte si aprirono ancora, permettendole di
fuggire attraverso le
stanze che conducevano all'atrio.
"Yuna!"
La ragazza si fermò per un momento, bloccandosi sul posto
quando si sentì chiamare. Squall era in un angolo insieme ai
suoi
amici, che al sentirlo parlare si erano voltati in direzione del suo
sguardo.
"Scusa,
Squall: ho da fare al momento! Ci...ci vediamo a pranzo, ok?" Senza
neanche attendere la reazione di lui, Yuna riprese a correre, salendo a
due a due i gradini della grande scalinata che portava al primo piano,
dove premette con agitazione il pulsante per chiamare l'ennesimo
ascensore. La macchina impiegò qualche secondo per arrivare
al piano e la ragazza ebbe il tempo di vedere Sharley camminare con
studiata lentezza attraverso l'ingresso, senza distogliere per un solo
istante lo sguardo da lei. Indietreggiò fin quando
batté la schiena contro il muro alle sue spalle e le porte
meccanizzate le si chiusero davanti, quando schiacciò il
pulsante per arrivare sul tetto. Di nuovo, aveva il cuore in gola:
non per l'affanno della corsa o per la paura che neppure
avvertiva, ma per la consapevolezza che, nella hall, quel demone si
trovava a tanto così da Squall...bastava un attimo, una sola
mossa falsa perché lui...No, non voleva pensarci, non doveva
pensarci! Non sarebbe accaduto nulla: nessuno sapeva quanto tenessero
l'uno all'altra, non c'era motivo perché Sharley gli facesse
del male...
Yuna rivolse a un tratto lo sguardo verso il vetro che affacciava
sull'esterno, su Midgar, preparandosi psicologicamente alla battaglia
imminente. Mentre la distanza tra lei e il suolo continuava ad
aumentare, dalla tasca estrasse una piccola fiaschetta di legno scuro,
decorata da bordi argentati, e ne svitò il tappo, per poi
berne un lungo sorso. Sulle prime disgustata come tutte le volte dal
sapore forte e deciso di quel liquido tiepido, la ragazza
arricciò le labbra, richiudendo la boccetta e rimettendosela
in tasca. Mentalmente fece un breve inventario delle sue risorse,
toccando con mano ogni oggetto che nominava per assicurarsi che ci
fosse.
"Death's Chaos, pistola
uno e pistola due, munizioni, oggetti di recupero..." sorrise
debolmente "Bene, ho
tutto. E adesso..."
Fissò un momento la telecamera in un angolo in alto, prima
di sparire e di apparire qualche piano più in alto, sul
tetto spoglio ed enorme del palazzo ShinRa.
La figura lontana e slanciata di un ragazzo interrompeva il piatto
orizzonte del tetto. Sharley era voltato di spalle, con le braccia
incrociate e il sorriso stampato sulle labbra chiare e malvagie.
"Allora, adesso sei pronta per morire?"
"Ah, taci!" gridò Yuna, afferrando velocemente l'elsa nera
della
Death's Chaos e risvegliandone l'enorme potere sopito. L'ombra della
spada si prolungò oltre l'elsa stretta tra le sue mani,
mentre
lei correva contro il suo avversario, presa dall'improvviso desiderio
di metterlo a tacere una volta per tutte. Lui non si voltò
neppure, sparendo direttamente dalla traiettoria che la lama brillante
della spada della ragazza aveva tracciato nell'aria. Un pugno ben
piazzato tra le scapole la fece chinare in avanti, riuscendo con fatica
a non farle perdere l'equilibrio. Si voltò, infuriata per
quel
colpo
basso, e strisciò la spada in terra, mentre le scintille
volavano ad illuminarla di un'inquietante luce azzurrina. Sharley
parò il colpo con la mano, sorridendo nonostante il sangue
sgorgasse copioso dalla sua ferita. Yuna ne rimase pietrificata,
osservando sconcertata la mossa avversaria. In un attimo si riprese,
stringendo la presa sulla sua arma e mostrando un'espressione terribile
sul volto. Le rune sulla Death's Chaos si illuminarono per un istante,
prima che la lama della spada tornasse ad essere solo fumo in una nube
rossastra. Spiazzato, Alexander non riuscì a reagire in
tempo,
quando lei gli lanciò contro la furia di un flare, per poi
piombargli addosso con la spada di nuovo tagliente, in un urlo di
battaglia che risuonò con un eco in tutto il piano. Il colpo
non
riuscì a scalfirlo, perché lui aveva evocato dal
nulla
una spada che aveva usato per parare il suo attacco. Le due lame
cozzarono con un fragore stridulo e assordante, portando i volti dei
due avversari a pochi centimetri l'uno dall'altro: da una parte, il
sorriso maligno e inquietante di un demone, dall'altro i denti stretti
e il viso teso di una ragazza che voleva solo vendetta.
Contemporaneamente, i due scattarono indietro, interrompendo
bruscamente quel contatto.
"Firag..." Yuna non fece in tempo a finire di pronunciare il nome della
magia, che Sharley l'aveva preceduta.
"Thundaga!"
Nell'evitare l'enorme fulmine, Yuna non si rese conto di essere saltata
contro il basso muretto che fungeva da parapetto. Le gambe le si
piegarono all'indietro e l'equilibrio venne a mancare, mentre la
prospettiva davanti a lei cambiava come in slow motion. Qualcosa
l'afferrò d'improvviso per il collo, salvandola dall'incubo
della caduta. L'aria iniziò a mancarle velocemente, quando
la
presa sul suo collo si fece più salda, fino ad arrivare a
stringerla in una morsa soffocante. Debolmente, tentò un
disperato fendente con la Death's Chaos, ma il colpo arrivò
così lentamente che per Sharley fu un giochetto da niente
riuscire a toglierle l'arma di mano e puntargliela alla gola.
Rise,
quando si accorse che lei si stava sforzando per riuscire a parlare.
"V...via!" riuscì a sussurrare lei, dopo svariati secondi
che ci
provava. La lama della spada scomparve, lasciando solo l'elsa dietro di
sé.
"Non lo vedi?" disse lui, sorridendo lievemente al tentativo di Yuna di
evitare l'inevitabile "Sei distrutta! Cosa credevi, che in questi mille
anni saremmo rimasti con le mani in mano ad aspettare che tornassi? Ci
siamo allenati, ragazzina, e ora tu sei più debole di
chiunque di
noi!"
Scagliò la ragazza lontana, finalmente libera di tornare a
respirare.
Accovacciata
in terra con le mani strette intorno al collo, Yuna tentò di
riprendere a respirare regolarmente, ma l'ansia
della battaglia le
fece riportare lo sguardo in alto, a cercare il suo avversario.
"È
sparito!"
si
disse, battendo un pugno a terra per la rabbia. Si rialzò in
piedi a fatica, guardandosi intorno alla ricerca di lui. "Dove
sei?...Dove?!"
"Qui."
Il dolore
di un contatto telepatico e poi solo il tempo per rendersi
conto di una presenza alle sue spalle, che qualcosa di estremamente
duro e doloroso la colpì lungo la schiena, ributtandola a
terra in un attimo. Davanti a sé poteva vedere l'ombra di
Sharley
che si chinava sopra di lei.
"Per te
è finita!"
E poi, il
tempo parve rallentare la sua corsa inarrestabile, mentre la
lama del demone cadeva su di lei con una lentezza irreale e continue
vampate alla schiena le impedivano di sottrarsi a quel colpo mortale
che ormai sembrava inevitabile. Yuna chiuse gli occhi d'istinto, quando
all'ennesimo tentativo di alzarsi le forze parvero abbandonarla. Ma,
quando la spada di lui si fermò contro qualcosa, il fragore
dell'impatto sembrò quello di due spade che si incontrano,
non
quello della carne che viene trafitta. Sorpresa e spaesata, Yuna
riaprì gli occhi e guardò l'ombra davanti a
sé:
ora c'erano due sagome sopra di lei. Con un incredibile sforzo e
parecchia tenacia, la ragazza riuscì a mettersi seduta,
ignorando il dolore lancinante che sentiva, e fissò lo
sguardo
sui due ragazzi che combattevano. Era stata la Lionheart a salvarle la
vita, cozzando contro l'arma del nemico in un istante soltanto. Ora, le
due lame erano ancora unite, in una gara di forza che sembrava favorire
Squall. Con un'ultima spinta decisa, il SeeD allontanò
l'altro da sé, mandandolo a qualche passo di distanza.
"L'area
di
esercitazione è al quarantanovesimo piano." lo
liquidò Squall, col tono calmo e impersonale di sempre,
voltando
appena lo sguardo a controllare come stesse Yuna. Rinoa, intanto,
l'aveva raggiunta e si era inginocchiata accanto a lei per controllare
la sua ferita. La ragazza si lasciò sfuggire appena un
gemito,
alla vista di tutto quel sangue. Poi, il sangue freddo tornò
a
prendere il sopravvento di lei, facendole immediatamente sollevare le
mani verso la schiena del soldier per curarla, ma Yuna non sembrava
voler collaborare. Il vicepresidente ShinRa stava per attaccare di
nuovo Squall, correndo verso di lui con una maschera di puro odio in
volto.
"Maledetto ficcanaso!" ringhiò il demone a denti stretti,
quando la Lionheart fermò la furia della sua spada.
"Squall, scappa!" gridò Yuna alle sue spalle e nella sua
voce si
sentiva tutto il terrore che la ragazza provava al pensiero di quello
che sarebbe potuto accadere se i due si fossero affrontati. Il SeeD
voltò appena lo sguardo verso di lei, con un'espressione
confusa
stampata in faccia e la fronte corrugata per le mille domande che gli
affollavano la mente. "Va' via, ti prego!"
Rinoa cercava di tenerla ferma nel tentativo di curarla, ma lei
continuava a dimenarsi e a dirle di andarsene anche lei, prima che
fosse stato troppo tardi. Gli occhi imploranti della giovane soldier
erano pieni di supplica nell'incontrare quelli gelidi dell'amico, che
proprio non riusciva a capire il motivo delle sue parole. Scappare?
Andarsene? Yuna sapeva perfettamente con chi aveva a che fare e sapeva
anche che lui non l'avrebbe mai abbandonata così, sola
contro un
avversario che probabilmente era anche più forte di lei.
Sharley sparì di colpo, facendo quasi perdere l'equilibrio
al ragazzo per la sorpresa.
"Ma che diavolo...?"
Squall si voltò ovunque alla ricerca di lui, sobbalzando
quando
lo vide comparire in ginocchio accanto a Yuna. Sorrideva, sfiorandole i
capelli con la mano e accompagnandoli gentilmente dietro un suo
orecchio.
"Tieni davvero molto a lui, eh?" la voce del vicepresidente si era
fatta pericolosamente bassa e soddisfatta, mentre con lo sguardo chiaro
continuava a scrutare gli occhi terrorizzati della ragazza. Le
si avvicinò ancora, fino a sussurrarle in un
orecchio:
"Voglio il piacere di portartelo via...proprio come
allora...quel...come si chiamava?"
Si rialzò piano, lasciando la ragazza pietrificata in terra
a
fissare Squall, davanti a lei. Anche Rinoa, al suo fianco, aveva
sentito ogni parola.
"Lee, se non sbaglio..."
Yuna strinse i pugni a terra e i capelli le ricaddero sul volto, quando
lo chinò in basso. Nessuno poteva immaginare il dolore che
provava, in quel momento. Solo le braccia si muovevano ancora, tremando
per la rabbia della verità che le era stata sbattuta in
faccia.
Un potente flare sbalzò Squall indietro, gettandolo a terra
a
parecchi metri di distanza. Dopo appena un attimo di esitazione, il
ragazzo tentò di rialzarsi, ma Sharley gli si
parò
davanti, con lo stesso sorriso maligno che aveva riservato a Yuna sulle
labbra. Squall alzò la Lionheart, tentando un fendente basso
per
distrarre l'avversario, ma Sharley non ci cascò e, dopo aver
evitato il colpo, anticipò la mossa dell'altro e lo sorprese
prima che lui avesse il tempo di allontanarsi rotolando su un fianco. A
quel punto, Sharley gli fu di nuovo sopra.
"Squall!" in quel momento, gli altri quattro amici SeeD arrivarono sul
tetto, bloccandosi simultaneamente quando videro in che condizioni lui
si trovasse.
Senza ancora smettere di sorridere, Sharley lo disarmò della
Lionheart con un calcio, mandando il gunblade a pochi passi di distanza
dal parapetto.
Squall strinse i denti, fissando con odio l'uomo che aveva davanti. Un
urlo lancinante squarciò a un tratto il silenzio, quando il
vicepresidente ShinRa calò con forza un piede a schiacciare
un
braccio a Squall e un tremendo suono di qualcosa che si spezza
lasciò capire a tutti cosa fosse successo. Il dolore di
Squall
sembrò piacere all'altro ragazzo, che si chinò su
di lui
con un nuovo sorriso sulle labbra e con una vena di sadismo che
riuscì ad inquietare persino l'imperturbabile comandante dei
SeeD.
"Povero ragazzo..." sussurrò Alexander "l'ennesima vittima
innocente di questo macabro spettacolo...e tutto perché lei
non
ha voluto arrendersi al suo destino..."
All'improvviso, Squall parve capire cosa stesse succedendo,
perché Yuna e il vicepresidente ShinRa avessero combattuto
con
tanta ferocia. Il lampo d'ira che attraversò gli occhi di
ghiaccio del giovane comandante rispecchiò l'antico trauma
che
la consapevolezza di quel momento aveva riportato a galla nella sua
memoria. Solo un'immagine si realizzò davanti a lui, quando
chiuse gli occhi d'istinto, un unico flash che non era sfuggito al suo
tentativo di dimenticare il passato, come aveva fatto per
tutta
una vita: l'immagine di una bambina, piangente, raggomitolata in un
angolo buio di quel posto sfocato e lontano. Lee che tentava di
avvicinarsi a lei, lei che, terrorizzata, gli lanciava contro una magia
senza neppure sapere come...E poi, solo quel ricordo di dolore, le
espressioni affrante dei due ragazzi al fissarla, a guardare come quei
mostri l'avevano ridotta, come erano riusciti a cambiarla.
Tanti
anni
insieme non erano bastati per riuscire a parlare di quel giorno, per
tirare fuori tutto quel dolore...
"Tu...sei uno di loro!" mormorò Squall, riuscendo a fatica
ad
inginocchiarsi, senza mai smettere di tenere premuto il braccio rotto.
"Io...io..." L'insolita incertezza del ragazzo sorprese tutti i suoi
amici, trasmettendo loro la consapevolezza del suo dolore. Mai nessuno
aveva visto Squall così...umano.
"Sei morto!" l'ira repressa per tanti anni sfociò
in un
urlo di battaglia terribile, dando al SeeD la forza di rialzarsi e
combattere.
Ancora.
Ma stavolta non era come le altre.
Stavolta non lo faceva per sfida, o perché gli era stato
ordinato, o perché c'era qualcuno da difendere.
Stavolta combatteva per sé stesso.
Solo per lui.
"Bahamut!"
L'attacco devastante del guardian force diede il tempo al ragazzo di
correre a recuperare il suo gunblade. Ma la presa sull'elsa non era
molto salda e l'agilità nel movimento era scarsa, costretto
a
combattere con la sola mano destra. Squall si prese un momento per
fissare Yuna, ancora a terra con il capo chino e i pugni serrati
all'inverosimile. Poi, un'occhiata a Rinoa, un cenno e un debole
sorriso per tranquillizzarla, prima di gettarsi correndo contro
Sharley, ancora scosso per l'attacco di Bahamut, ma comunque troppo
vivo per uno che ha incontrato di persona quel G.F..
Il rapido affondo di Squall riuscì a ferire il suo
avversario,
che rimase a fissarlo con uno sguardo sconvolto, prima di liberare una
risata sguaiata. Con una sola mano e il perenne sorriso stampato sulle
labbra, Sharley estrasse la lama della Lionheart dal suo stesso corpo,
senza lasciarla neppure quando Squall cominciò a dimenarsi
per
riuscire a liberare l'arma dalla presa ferrea dell'altro. Delle
scintille illuminarono il volto sadico del demone, per poi attraversare
in un attimo la lama adamantina del gunblade, arrivando a colpire
Squall, che cadde a terra in un tonfo secco, quando la magia fu finita.
Di nuovo, Sharley si sbarazzò della Lionheart, scagliandola
lontano da loro, a pochi passi da Rinoa e da Yuna.
Squall era distrutto, allo stremo delle forze. Non era neppure in grado
di trovare la forza per lanciare una magia di recupero e gli
oggetti...dove diamine aveva lasciato gli oggetti?
Era finita.
Per una volta che affrontava una sua
battaglia, Squall Leonhart, l'eroe che aveva salvato il mondo dalla
follia della strega Artemisia, non era riuscito a sconfiggere qualcuno
per sé stesso.
Per orgoglio.
Per giustizia.
Per vendetta.
E ora? Che sarebbe successo? Qualcuno lo avrebbe salvato? I suoi amici
avrebbero rischiato la vita per lui e si sarebbero immischiati in
quella nuova battaglia, cadendo uno dopo l'altro nel tentativo di
proteggere lui?
"Perché,
perché?"
Squall sapeva esattamente che quegli scemi si sarebbero fatti ammazzare
tutti pur di non vederlo morire.
"...Non voglio..."
Lo sguardo guizzò d'istinto ai suoi amici e poi
a Rinoa,
mentre un unico pensiero riusciva a farsi strada tra tanti altri: "Andate via! Presto!"
La lama gelida della spada di
Sharley gli
sfiorò il collo e un caldo rivolo di sangue
accarezzò i
suoi lineamenti forti, quando deglutì.
"Andatevene."
Squall chiuse gli occhi, espirando piano l'aria che aveva a fatica
catturato solo un attimo prima.
Per la prima volta in vita sua, era certo che qualcuno avrebbe
sofferto, se lui non ci fosse più stato.
Non era più solo...e la cosa non gli piaceva per niente.
Sharley alzò la spada, preparandosi all'affondo che avrebbe
ucciso il SeeD, ma qualcosa di inaspettato lo fermò.
"No!"
Tutto avvenne nell'attimo in cui Squall
riaprì gli
occhi: il grido di rabbia di Yuna, alle spalle del demone;
l'espressione di lui che si pietrificava in un istante; la lama della
Lionheart, attraverso il suo corpo.
Yuna estrasse di nuovo il gunblade, allontanando con un calcio il corpo
martoriato di Sharley.
"Mai più mi porterete via qualcuno che amo! Mai
più! Ho
già sofferto troppo a causa vostra...è arrivato
il momento di chiudere questa storia!"
Le parole incerte di Yuna scossero tutti i presenti, perché
cariche di tutto il dolore che la ragazza serbava nel cuore.
Con un gesto secco, il soldier conficcò la Lionheart a
terra,
congiungendo le mani e chiudendo gli occhi per qualche momento per
raggiungere la concentrazione necessaria per poter sconfiggere il
demone.
A
un tratto si sentì pronta e riaprì gli occhi
sullo
scontro: Squall era ancora a terra, Sharley correva verso di lui. Yuna
si parò davanti all'amico, con
l'espressione truce di chi non ha più voglia di perdere
tempo.
"Ora basta!" pensò,
stendendo il braccio destro verso il demone, che si avvicinava sempre
di più. "Assimila!"
Fu un attimo: Sharley cadde a terra privo di sensi, mentre
un'invisibile aura malefica lasciava il suo corpo per raggiungere
quello della ragazza, che cadde in ginocchio per lo sforzo che
quell'unico gesto le aveva chiesto. Aveva i palmi aperti al suolo e il
fiato grosso per la fatica di quello scontro. Il sudore le imperlava la
fronte e la coscienza andava e veniva, del tutto inconsapevole di
quello che stava succedendo attorno a lei. Non sentiva il frenetismo
degli amici di Squall che si precipitavano da lui per capire come
stava, non vedeva le lacrime di Rinoa nello stringersi a lui, quando il
ragazzo era riuscito faticosamente a rimettersi seduto, non si rendeva
neppure conto delle sue ferite. In quel momento, tutto ciò
che
poteva fare era lottare. Ancora. Lottare per la sua salvezza, per
imporre la sua superiorità sull'anima del demone che aveva
catturato, perché lui non prendesse il controllo del suo
corpo e
finisse il lavoro che aveva incominciato.
Non poteva permettergli di portare altro dolore, dopo tutto quello che
aveva già sopportato.
Non poteva permettere che vincesse lui.
"Sta' indietro."
gli disse, neppure certa che lui la sentisse "Va' a fare compagnia al
compagno che ti ha preceduto, infame! E lasciami in pace,
finalmente..."
Pian piano tutta la fatica, il sudore, il dolore di quello scontro
invisibile scomparvero, riportando Yuna alla realtà. Squall
le
stava davanti e la scuoteva per le spalle, tentando di riportarla
indietro.
"Squall..."
Le sue ferite erano state curate, anche se il braccio gli faceva
evidentemente ancora male.
"Sei un idiota!" gridò lei, colpendolo in pieno viso con un
sonoro schiaffo. "Non avresti
dovuto farlo!"
L'espressione
di
Squall di quando chiedeva silenziosamente spiegazioni si dipinse sul
suo viso, mentre si portava una mano sulla guancia colpita, confuso.
"Ti ha quasi ammazzato, Squall! Capisci? C'è mancato tanto
così...tanto così perché
tu...perché io..."
Yuna si interruppe, non riuscendo più a trovare le parole
"Non
posso perdere anche te, Squall, non posso permettermelo...non lo
sopporterei..."
Il ragazzo voltò un momento lo sguardo a cercare i suoi
amici,
sperando di incrociare quello di Rinoa. Lei lo fissava, sorridendo
debolmente mentre annuiva lievemente. Squall ricambiò, senza
neppure immaginare cosa quel piccolo, storto sorriso potesse
rappresentare per lei.
"Yuna" Squall tornò a guardarla, sollevandole il volto con
le
dita per poter incontrare i suoi occhi chiari. "questo non
succederà. Ricordi? Ti ho promesso che ci sarei
sempre
stato, se avessi avuto bisogno. E questo vuol dire che non
morirò, perché non posso lasciarti. Sei la mia
famiglia,
Yu...come io sono la tua..."
"Oh, Squall!" Yuna gli si gettò addosso,
stringendolo con
quanta più forza aveva. Lui chiuse gli occhi, ricambiando
con
affetto quell'abbraccio, così caldo, così dolce,
eppure
così diverso da quello di Rinoa, solo qualche minuto prima.
Era
così bello il calore di qualcuno che lo stringeva e, ora che
lo
aveva provato, Squall sapeva di non poterselo più negare.
"Grazie..." gli disse Yuna, in un sussurro appena percettibile contro
il suo petto "...grazie..."
Mi state
intristendo...basta, non posto più se non arrivo ad almeno
tre recensioni su un capitolo. Ciao, a presto (spero)
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