Fandom:
Originale - Festività.
Pairing: Halloween/Natale.
Rating: R.
Genere: Comico, Erotico
(?), Romantico.
Warning:
Crack!, Slash, Sesso non descrittivo.
Summary:
Halloween vuole dare una mano a Natale.
Note: Scritta per
il prompt 56. L’altro
giorno preso dalla mia
cartella della Maritombola
di maridichallenge.
La strofa che fa da introduzione alla fic
è tratta da “Cos’è?” di Nightmare Before Christmas.
DISCLAIMER: Tutto mio! Chiaro? è_é
Le traversie di Natale
E brilla ogni
finestra,
oh, non so che cosa
sia
quel piccolo calore mai provato in vita mia…
E’ QUI! E’ qui! Il posto dove io
vorrei restare per magia!
Vorrei scaldarmi il cuore e ridere
e vivere,
adesso voglio vivere!
Io voglio, sì lo voglio, si lo voglio e lo farò!!
Natale sospirò sconsolato, chiedendosi per la millesima
volta come avesse fatto a cacciarsi in quella situazione.
Capodanno gli avrebbe fatto un cazziatone coi fiacchi,
magari anche confezionato in un bel cesto, per non aver rispettato le scadenze
ed aver fatto arrivare in ritardo anche lui. Suo fratello era un tipo precisino
e puntuale, gli piacevano i conti alla rovescia e tutta quella roba là.
Lui, invece, era un autentico disastro, finiva per
organizzarsi sempre all’ultimo minuto, anche se tutte le volte si ripeteva che
non sarebbe successo mai più.
E quest’anno ho fatto
la peggiore delle idiozie, si commiserò, mentre osservava Halloween
inoltrare a Babbo Natale le lettere di Germania e Francia. Sperò soltanto che
stavolta le avesse inviate all’indirizzo giusto; era http://christmas@finlandia.it, non http://christmas@polonord.it!
Come diamine gli era saltato in testa di farsi aiutare da
lui?!
Be’, il fatto era che Samhain –
questo era il suo vero nome, anche se adesso preferiva farsi chiamare Halloween per sembrare più moderno –
sapeva essere molto dispettoso se non otteneva ciò che voleva, e alcune volte
non bastavano i dolci ad imbonirlo.
L’altro giorno si era presentato, mogio mogio,
in sede centrale e Natale era rimasto davvero stupito. E ne aveva tutte le
ragioni! Insomma, Halloween era passato mesi fa, in quel momento avrebbe dovuto
essere in vacanza, cosa ci faceva lì? Adesso era lui di turno.
Ma il collega gli aveva spiegato che era stanco di trascorrere
il tempo con Jack O'Lantern¹, era troppo noioso
quello lì, stava sempre a lamentarsi del proprio aspetto sinistro e della propria
vita raminga, così Samhain aveva scaricato lui e la
sua zucca ed era tornato a casa. E lì erano cominciati i guai, perché si era
proposto per aiutarlo.
Natale aveva notato le luci intermittenti lampeggiare in segno
d’avvertimento, ma quelle…
be’, lampeggiavano sempre, erano paranoiche, quindi non vi aveva dato troppo peso. E
adesso si trovava là, tra una selva di stelle di natale, con la vigilia alle
porte e tutto il lavoro ancora da fare.
Il problema non erano gli errori di Halloween – che comunque si impegnava subito per
rimediare – era proprio lui in
persona. Lo distraeva. Era un puntino nero in mezzo a tutto il rosso sgargiante
del suo ufficio, impossibile da non notare, e Natale aveva un autentico debole
per i tipi con l’aspetto da spaventapasseri ed il fascino da bel tenebroso.
La segreteria scattò e la voce di sua sorellina Epifania
venne dall’apparecchio, ciarlando di shopping di dolciumi e carbone – maledetta
lei e la sua amica Befana – proprio mentre lui cercava di non pensare al
delizioso profumo di zucche e caramelle che aveva Halloween. Per tutti i
fiocchi di neve, gli dava alla testa! Avrebbe soltanto voluto sbatterlo sulla
scrivania e, be’, continuare a sbatterlo fino a perdere – e fargli
perdere – coscienza.
Gemette disperato, ignorando il cinguettio ammiccante del
suo pettirosso² – perché aveva deciso di allevarlo? –
e attirando involontariamente l’attenzione del collega. Non sarebbe mai uscito
vivo da quella situazione, non riusciva nemmeno a concentrarsi il tanto da
controllare la fornitura d’abeti! Sperò che una stella cometa gli cadesse in
testa e lo tramortisse, sarebbe stata una fine più dignitosa.
Halloween lo raggiunse, travolgendolo con quel suo profumo
inebriante e gli si addossò senza pudore: «Mi sembri teso,»
sussurrò, facendolo rabbrividire con quella voce cupa, che sapeva di vento e
mistero «posso fare qualcosa per aiutarti?»
Natale si ritrovò a balbettare incoerente, mentre l’altra
festività gli si strusciava contro. «Di la verità, è
tutto un sotterfugio per farmi fallire e dimostrare che sei tu ad avere i
migliori incassi» ansimò sopraffatto.
«Perché dovrei? A me piaci un
sacco. Sei così allegro e scintillante, tutti ti amano, ed anche io voglio
averti un po’ per me» confessò, inspirando il suo
odore intenso e fresco – agrifoglio e qualcosa di più dolce, cos’era, pandoro?
– e torturandolo con un ritmo lento ed estenuante. «So che non ho una buona
fama – e davvero non capisco perché, la colpa deve essere di Jack – ma non sono
tanto male come credi» continuò suadente, ed ogni
punto freddo che sfiorava diventava bollente al suo passaggio.
Natale perse la testa e gli si schiacciò contro, incurante
di sporcare i propri festoni e le proprie luminarie con le ragnatele e la
polvere che ricoprivano Halloween.
Non gli importava del suo stile sciatto, perennemente
imbrattato di sangue finto, della sua aria spettrale, e del suo carattere un
po’ nerd. Gli piaceva la sua voce ruvida, la sua risata tonante da malvagio dei
cartoni animati, il suo passo ticchettante come un orologio³
e perfino quella perenne malinconia che si portava dietro. Perché era solo, Samhain, così solo che Natale voleva scaldarlo, illuminarlo
con le proprie candele e farlo sentire amato, come solo lui sapeva fare.
Si sfregò sull’altra festività, sempre più veloce, ancora ed
ancora, finché i fuochi d’artificio non gli esplosero dentro e Halloween si
accasciò su di lui, più sfatto delle zucche dopo la notte di Ognisanti.
E al diavolo le scadenze ed i cazziatoni di Capodanno, gli
avrebbe mandato una cassa di spumante e alla fornitura di abeti avrebbe pensato
più tardi.
FINE.
Note finali:
¹ La leggenda
di Jack O’Lantern.
² La leggenda
del pettirosso.
³ «Quando è notte i passi miei fanno quel ‘tic-tac’
che di angoscia finché griderai», da “Re
del Blude, Re del Mai” di Nightmare Before Christmas.