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Autore: samek    10/12/2010    4 recensioni
Halloween vuole dare una mano a Natale.
Genere: Demenziale, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Natale sospirò sconsolato, chiedendosi per la millesima volta come avesse fatto a cacciarsi in quella situazione

Fandom: Originale - Festività.

Pairing: Halloween/Natale.

Rating: R.

Genere: Comico, Erotico (?), Romantico.

Warning: Crack!, Slash, Sesso non descrittivo.

Summary: Halloween vuole dare una mano a Natale.

Note: Scritta per il prompt 56. L’altro giorno preso dalla mia cartella della Maritombola di maridichallenge.

La strofa che fa da introduzione alla fic è tratta da “Cos’è?” di Nightmare Before Christmas.

 

DISCLAIMER: Tutto mio! Chiaro? è_é

 

 

Le traversie di Natale

 

E brilla ogni finestra,

oh, non so che cosa sia
quel piccolo calore mai provato in vita mia…
E’ QUI! E’ qui! Il posto dove io
vorrei restare per magia!
Vorrei scaldarmi il cuore e ridere
e vivere,
adesso voglio vivere!
Io voglio, sì lo voglio, si lo voglio e lo farò!!

 

Natale sospirò sconsolato, chiedendosi per la millesima volta come avesse fatto a cacciarsi in quella situazione.

Capodanno gli avrebbe fatto un cazziatone coi fiacchi, magari anche confezionato in un bel cesto, per non aver rispettato le scadenze ed aver fatto arrivare in ritardo anche lui. Suo fratello era un tipo precisino e puntuale, gli piacevano i conti alla rovescia e tutta quella roba là.

Lui, invece, era un autentico disastro, finiva per organizzarsi sempre all’ultimo minuto, anche se tutte le volte si ripeteva che non sarebbe successo mai più.

E quest’anno ho fatto la peggiore delle idiozie, si commiserò, mentre osservava Halloween inoltrare a Babbo Natale le lettere di Germania e Francia. Sperò soltanto che stavolta le avesse inviate all’indirizzo giusto; era http://christmas@finlandia.it, non http://christmas@polonord.it!

Come diamine gli era saltato in testa di farsi aiutare da lui?!

Be’, il fatto era che Samhain – questo era il suo vero nome, anche se adesso preferiva farsi chiamare Halloween per sembrare più moderno – sapeva essere molto dispettoso se non otteneva ciò che voleva, e alcune volte non bastavano i dolci ad imbonirlo.

L’altro giorno si era presentato, mogio mogio, in sede centrale e Natale era rimasto davvero stupito. E ne aveva tutte le ragioni! Insomma, Halloween era passato mesi fa, in quel momento avrebbe dovuto essere in vacanza, cosa ci faceva lì? Adesso era lui di turno.

Ma il collega gli aveva spiegato che era stanco di trascorrere il tempo con Jack O'Lantern¹, era troppo noioso quello lì, stava sempre a lamentarsi del proprio aspetto sinistro e della propria vita raminga, così Samhain aveva scaricato lui e la sua zucca ed era tornato a casa. E lì erano cominciati i guai, perché si era proposto per aiutarlo.

Natale aveva notato le luci intermittenti lampeggiare in segno d’avvertimento, ma  quelle… be’, lampeggiavano sempre, erano paranoiche, quindi non vi aveva dato troppo peso. E adesso si trovava là, tra una selva di stelle di natale, con la vigilia alle porte e tutto il lavoro ancora da fare.

Il problema non erano gli errori di Halloween – che comunque si impegnava subito per rimediare – era proprio lui in persona. Lo distraeva. Era un puntino nero in mezzo a tutto il rosso sgargiante del suo ufficio, impossibile da non notare, e Natale aveva un autentico debole per i tipi con l’aspetto da spaventapasseri ed il fascino da bel tenebroso.

La segreteria scattò e la voce di sua sorellina Epifania venne dall’apparecchio, ciarlando di shopping di dolciumi e carbone – maledetta lei e la sua amica Befana – proprio mentre lui cercava di non pensare al delizioso profumo di zucche e caramelle che aveva Halloween. Per tutti i fiocchi di neve, gli dava alla testa! Avrebbe soltanto voluto sbatterlo sulla scrivania e, be’, continuare a sbatterlo fino a perdere – e fargli perdere – coscienza.

Gemette disperato, ignorando il cinguettio ammiccante del suo pettirosso² – perché aveva deciso di allevarlo? – e attirando involontariamente l’attenzione del collega. Non sarebbe mai uscito vivo da quella situazione, non riusciva nemmeno a concentrarsi il tanto da controllare la fornitura d’abeti! Sperò che una stella cometa gli cadesse in testa e lo tramortisse, sarebbe stata una fine più dignitosa.

Halloween lo raggiunse, travolgendolo con quel suo profumo inebriante e gli si addossò senza pudore: «Mi sembri teso,» sussurrò, facendolo rabbrividire con quella voce cupa, che sapeva di vento e mistero «posso fare qualcosa per aiutarti?»

Natale si ritrovò a balbettare incoerente, mentre l’altra festività gli si strusciava contro. «Di la verità, è tutto un sotterfugio per farmi fallire e dimostrare che sei tu ad avere i migliori incassi» ansimò sopraffatto.

«Perché dovrei? A me piaci un sacco. Sei così allegro e scintillante, tutti ti amano, ed anche io voglio averti un po’ per me» confessò, inspirando il suo odore intenso e fresco – agrifoglio e qualcosa di più dolce, cos’era, pandoro? – e torturandolo con un ritmo lento ed estenuante. «So che non ho una buona fama – e davvero non capisco perché, la colpa deve essere di Jack – ma non sono tanto male come credi» continuò suadente, ed ogni punto freddo che sfiorava diventava bollente al suo passaggio.

Natale perse la testa e gli si schiacciò contro, incurante di sporcare i propri festoni e le proprie luminarie con le ragnatele e la polvere che ricoprivano Halloween.

Non gli importava del suo stile sciatto, perennemente imbrattato di sangue finto, della sua aria spettrale, e del suo carattere un po’ nerd. Gli piaceva la sua voce ruvida, la sua risata tonante da malvagio dei cartoni animati, il suo passo ticchettante come un orologio³ e perfino quella perenne malinconia che si portava dietro. Perché era solo, Samhain, così solo che Natale voleva scaldarlo, illuminarlo con le proprie candele e farlo sentire amato, come solo lui sapeva fare.

Si sfregò sull’altra festività, sempre più veloce, ancora ed ancora, finché i fuochi d’artificio non gli esplosero dentro e Halloween si accasciò su di lui, più sfatto delle zucche dopo la notte di Ognisanti.

E al diavolo le scadenze ed i cazziatoni di Capodanno, gli avrebbe mandato una cassa di spumante e alla fornitura di abeti avrebbe pensato più tardi.

 

FINE.

 

Note finali:

¹ La leggenda di Jack O’Lantern.

² La leggenda del pettirosso.

³ «Quando è notte i passi miei fanno queltic-tac’ che di angoscia finché griderai», da “Re del Blude, Re del Mai” di Nightmare Before Christmas.

 

   
 
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