-smettila
di frignare mocciosa, ti sto facendo un favore a liberarti di un
padre così- dice Tom
buttando la piccola Chiara nel retro del furgone mentre ancora piange
disperata. appena finito il concerto i bambini sono andati nella sala
accanto per aspettare i genitori Tom l'ha presa e si è messo
a
correre con la bambina che piangeva e urlava, nessuno ovviamente ha
visto nulla e adesso Jackson e Ashley sono disperati.
-volio
mamma- urla ancora
Chiara sbattendo i piedi sul retro del furgone, improvvisamente una
sterzata la fa sbattere contro una parete addosso a delle casse
-ahio, bruto!- dice
massaggiandosi la testa, una frenata in secco la fa scontrare con
altre casse. poi sente la portiera del furgone sbattere e dei passi
muoversi verso il portellone.
-scendi
ragazzina- dice Tom
prendendola per un braccio e trascinandola giu brutalmente -lasciami,
mi fai male- Tom
continua a trascinarla per un braccio dentro una casetta bianca su
una strada immersa nel verde
-entra-
dice spingendo la bambina dentro -ehi-.
la
casa era completamente al buio solo dalla cucina proveniva una luce
-santo
cielo Tom. chi
è?- una signora
anziana con indosso solo una veste di raso bianca, nella mano destra
aveva una sigaretta mentre nell altra un bicchiere di vino rosso,
guarda chiara con i suoi occhietti piccoli e senza espressione mentre
Chiara la guarda con gli occhi sgranati nella speranza di ricevere un
po di quello affetta di qui ha bisogno ora.
-Tom,
chi è questa Bambina?- chiede
la donna avvicinandosi alla bambina e scrutandola per bene come si fa
con i cavalli -è la
figlia di Jackson- Chiara
al suono del nome di suo padre si volta a guardare l'uomo chiamato
Tom -capisco,
quell'uomo ti ha reso la vita un infermo. ma cosa ne facciamo di
lei?- dice la donna
con il volto inespressivo
-sicuramente
verra subito qui, sei un tipo prevedibilissimo figliolo, e anche
stupido- dice
rivolgendosi al figlio
-ma mamma- risponde
cercando un po di comprensione
-zitto idiota,qui finiamo tutti al fresco se chiamano la polizia,
mettila di sotto- Chiara
alza di nuovo lo sguardo, quel di sotto non prometteva niente di
buono Tom la prese di nuovo per un braccio e la condusse a una porta,
scesero le scale, a illuminare lo squallido posto era solo una
lampada situata al centro della stanza e penzolava dal soffito.
la
stanza era in realtà una serra il freddo e l'umido misto al
puzzo di
terra bagnata e piante fecero tremare Chiara -fai
come se tu fossi a casa tua- dice
tom prima di sparire e lasciare Chiara da sola al buio.
-no,
ti prego non voglio stare qua da sola. ti prego- strusciando
contro la porta, si rannicchia e abbassa lo sguardo appoggiando il
mento alle ginocchia.
(pov
Chiara)
voglio
andare dalla mia mamma, ma perchè nessuno mi sente un
momento la
luce si è accesa il primo impatto è traumatico mi
ero abituata al
buio l'uomo cattivo apre la porta e mi guarda con quei suoi occhi
neri -alzati
e vieni a
mangiare- mi dice
brusco, ma non mi muovo ho paura così mi prende per un
braccio e mi
porta di nuovo in quel corridoio pieno di quadri e caffettiere, la
cucina è illuminata e sulla tavola ci sono tre scodelle -siediti
e mangia- mi dice
buttandomi a forza sulla sedia.
ho
paura a mangiare, magari è avvelenato, magari mi vogiono
fare fuori
inghiotto a vuoto -che
c'è non mangi? non è avvelenato, non avrebbe
senzo- mi
faccio coraggio e mangio il primo boccone, non è tanto male
in pochi
minuti finisco tutto.
-
è ora di tornare giu- dice
alzandosi e avvicinandosi a me e prendendomi per un braccio
conducendomi alla porta. passando nel corridoio lancio una veloce
occhiata alla porta non è lontana dalla cucina, ma scappare
di notte
non ha senza, mi perderei e morirei di freddo perciò decido
di
abbandonare l'idea..
(pov
Jackson)
io
e Ashley siamo sul nostro divano, sto coccolando Ash che non ha
smesso di piangere un secondo da quando siamo ritornati dal teatro,
ho chiamato Ben, ha detto che sarebbe arrivato appena avrebbe avuto
tempo.
passo
una mano sulla guancia accaldata di Ash, è distrutta, le
hanno
portato via la sua unica ragione di vita e tutto per colpa mia, dio
come mi sento di merda, se Tom le ha fatto qualcosa sarei capace di
ucciderlo.
il
campanello suona e lascio Ashley per andare ad aprire, sono Ben e J
-Jay, come va? sono riuscito a liberarmi solo ora- dice Ben entrando
in casa e andando da Ash -qualche chiamata, notizia no?- domanda J
che ha fatto l'accademia di polizia -no nessuna, è tutta
colpa mia-
dico battendo un pugno sul muro dell'ingresso -non dire così
amico,
ho un'idea però è un po rischiosa e ci vuole
tempo- J ha sempre
avuto idee brillanti e mi fido ciecamente di lui madido di una nuova
speranza mi avvio con lui in salotto, mi siedo accanto ad Ash e le
prendo la mano -esponi il piano J-...
il
giorno dopo...
pov
chiara
la
notte non ho chiuso occhio, un po per il freddo e per il buio quella
poca luce che traspare dalle finestre mi fa capire che è
giorno e
una debole luce rischiara lo scantinato, mi alzo, le gambe sono
doloranti per aver passato tutta la notte in quella posizione,
lentamente esploro tutto lo scantinato ma non c'è altro che
piante e
piante, sotto un tavolo c'è il capanno degli attrezzi mi
chino e la
apro dentro ci sono martelli chiodi e chiavi inglesi, potrei
prenderne una per scappare -la colazione- salgo le scale con la
chiave nascosta dietro la schiena -cosa hai la?- mi domanda
avvicinandosi minaccioso levo la chiave da dietro la schiena e glie
la tiro su un ginocchio, l'uomo cattivo cade dolorante e io ne
approfitto per scappare, esco dallo scantinato e arrivo nel lungo
corridoio, la porta è la davanti a me -che succede, dove
vai?- la
donna però mi prende, cerco di dimenarmi ma è piu
forte di me.
anche l'uomo cattivo gi raggiunge zoppicante
-non
ti è piaciuta l'accoglienza, vedrai adesso- mi strappa dalle
mani
della donna -no lasciami, ti prego scusami- -eh no, troppo facile
fare e poi chiedere perdono, ecco fatto- una lunga catena adesso
è
legata al mio piede -così non scappi piu- si alza ed esce
lasciandomi sola la legata come un cane.
-voglio
andare a casa-...
ok
il mio tentativo di fugo è andato in fumo e adesso? non mi
resta che
sperare che il mio papa, il mio principe azzurro mi venga a salvare..
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