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Autore: Muffins    17/12/2010    2 recensioni
è ancora presto ma la nausea sta diventando insopportabile tanto che mi devo alzare e correre in bagno. Dopo dieci minuti riemergo dal bagno con una faccia sconvolta e mi ributto a letto sbuffando per l'ora. Dopo solo un quarto d'ora devo ricorrere in bagno e di nuovo altri dieci minuti di sonno persi, possibile che non abbia digerito quella lasagna fatta da Kellan? Beh in effetti era troppo pesante e io ne ho anche mangiate due porzioni, basta prima e ultima volta che faccio cucinare Kellan la prossima volta. Sembra che la nausea sia passata e invece rieccomi di nuovo che corro in bagno..
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ashley Greene, Jackson Rathbone
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-smettila di frignare mocciosa, ti sto facendo un favore a liberarti di un padre così- dice Tom buttando la piccola Chiara nel retro del furgone mentre ancora piange disperata. appena finito il concerto i bambini sono andati nella sala accanto per aspettare i genitori Tom l'ha presa e si è messo a correre con la bambina che piangeva e urlava, nessuno ovviamente ha visto nulla e adesso Jackson e Ashley sono disperati.


-volio mamma- urla ancora Chiara sbattendo i piedi sul retro del furgone, improvvisamente una sterzata la fa sbattere contro una parete addosso a delle casse -ahio, bruto!- dice massaggiandosi la testa, una frenata in secco la fa scontrare con altre casse. poi sente la portiera del furgone sbattere e dei passi muoversi verso il portellone.

-scendi ragazzina- dice Tom prendendola per un braccio e trascinandola giu brutalmente -lasciami, mi fai male- Tom continua a trascinarla per un braccio dentro una casetta bianca su una strada immersa nel verde

-entra- dice spingendo la bambina dentro -ehi-.

la casa era completamente al buio solo dalla cucina proveniva una luce -santo cielo Tom. chi è?- una signora anziana con indosso solo una veste di raso bianca, nella mano destra aveva una sigaretta mentre nell altra un bicchiere di vino rosso, guarda chiara con i suoi occhietti piccoli e senza espressione mentre Chiara la guarda con gli occhi sgranati nella speranza di ricevere un po di quello affetta di qui ha bisogno ora.


-Tom, chi è questa Bambina?- chiede la donna avvicinandosi alla bambina e scrutandola per bene come si fa con i cavalli -è la figlia di Jackson- Chiara al suono del nome di suo padre si volta a guardare l'uomo chiamato Tom -capisco, quell'uomo ti ha reso la vita un infermo. ma cosa ne facciamo di lei?- dice la donna con il volto inespressivo

-sicuramente verra subito qui, sei un tipo prevedibilissimo figliolo, e anche stupido- dice rivolgendosi al figlio -ma mamma- risponde cercando un po di comprensione -zitto idiota,qui finiamo tutti al fresco se chiamano la polizia, mettila di sotto- Chiara alza di nuovo lo sguardo, quel di sotto non prometteva niente di buono Tom la prese di nuovo per un braccio e la condusse a una porta, scesero le scale, a illuminare lo squallido posto era solo una lampada situata al centro della stanza e penzolava dal soffito.


la stanza era in realtà una serra il freddo e l'umido misto al puzzo di terra bagnata e piante fecero tremare Chiara -fai come se tu fossi a casa tua- dice tom prima di sparire e lasciare Chiara da sola al buio.

-no, ti prego non voglio stare qua da sola. ti prego- strusciando contro la porta, si rannicchia e abbassa lo sguardo appoggiando il mento alle ginocchia.


(pov Chiara)


voglio andare dalla mia mamma, ma perchè nessuno mi sente un momento la luce si è accesa il primo impatto è traumatico mi ero abituata al buio l'uomo cattivo apre la porta e mi guarda con quei suoi occhi neri -alzati e vieni a mangiare- mi dice brusco, ma non mi muovo ho paura così mi prende per un braccio e mi porta di nuovo in quel corridoio pieno di quadri e caffettiere, la cucina è illuminata e sulla tavola ci sono tre scodelle -siediti e mangia- mi dice buttandomi a forza sulla sedia.


ho paura a mangiare, magari è avvelenato, magari mi vogiono fare fuori inghiotto a vuoto -che c'è non mangi? non è avvelenato, non avrebbe senzo- mi faccio coraggio e mangio il primo boccone, non è tanto male in pochi minuti finisco tutto.

- è ora di tornare giu- dice alzandosi e avvicinandosi a me e prendendomi per un braccio conducendomi alla porta. passando nel corridoio lancio una veloce occhiata alla porta non è lontana dalla cucina, ma scappare di notte non ha senza, mi perderei e morirei di freddo perciò decido di abbandonare l'idea..



(pov Jackson)


io e Ashley siamo sul nostro divano, sto coccolando Ash che non ha smesso di piangere un secondo da quando siamo ritornati dal teatro, ho chiamato Ben, ha detto che sarebbe arrivato appena avrebbe avuto tempo.

passo una mano sulla guancia accaldata di Ash, è distrutta, le hanno portato via la sua unica ragione di vita e tutto per colpa mia, dio come mi sento di merda, se Tom le ha fatto qualcosa sarei capace di ucciderlo.

il campanello suona e lascio Ashley per andare ad aprire, sono Ben e J -Jay, come va? sono riuscito a liberarmi solo ora- dice Ben entrando in casa e andando da Ash -qualche chiamata, notizia no?- domanda J che ha fatto l'accademia di polizia -no nessuna, è tutta colpa mia- dico battendo un pugno sul muro dell'ingresso -non dire così amico, ho un'idea però è un po rischiosa e ci vuole tempo- J ha sempre avuto idee brillanti e mi fido ciecamente di lui madido di una nuova speranza mi avvio con lui in salotto, mi siedo accanto ad Ash e le prendo la mano -esponi il piano J-...





il giorno dopo...






pov chiara


la notte non ho chiuso occhio, un po per il freddo e per il buio quella poca luce che traspare dalle finestre mi fa capire che è giorno e una debole luce rischiara lo scantinato, mi alzo, le gambe sono doloranti per aver passato tutta la notte in quella posizione, lentamente esploro tutto lo scantinato ma non c'è altro che piante e piante, sotto un tavolo c'è il capanno degli attrezzi mi chino e la apro dentro ci sono martelli chiodi e chiavi inglesi, potrei prenderne una per scappare -la colazione- salgo le scale con la chiave nascosta dietro la schiena -cosa hai la?- mi domanda avvicinandosi minaccioso levo la chiave da dietro la schiena e glie la tiro su un ginocchio, l'uomo cattivo cade dolorante e io ne approfitto per scappare, esco dallo scantinato e arrivo nel lungo corridoio, la porta è la davanti a me -che succede, dove vai?- la donna però mi prende, cerco di dimenarmi ma è piu forte di me. anche l'uomo cattivo gi raggiunge zoppicante

-non ti è piaciuta l'accoglienza, vedrai adesso- mi strappa dalle mani della donna -no lasciami, ti prego scusami- -eh no, troppo facile fare e poi chiedere perdono, ecco fatto- una lunga catena adesso è legata al mio piede -così non scappi piu- si alza ed esce lasciandomi sola la legata come un cane.

-voglio andare a casa-...


ok il mio tentativo di fugo è andato in fumo e adesso? non mi resta che sperare che il mio papa, il mio principe azzurro mi venga a salvare..


   
 
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