Eccoci
qui all'ultimo capitolo! Giuro che vi avrei avvisate prima che questo
sarebbe stato l'ultimo, ma fino a quando non ne ho completato la
stesura, nemmeno io sapevo che sarebbe stato il capitolo finale!
Però rileggendolo mi soddisfava, tutto quello che era stato
devastato si è aggiustato, le situazioni hanno preso forma
ma ho lasciato un pò in sospeso quella di Emy
perchè ho in mente di scrivere un seguito. Ma,
bhè... Per ora mi prendo una piccola pausetta u.u
Ma ora vi lascio a questo nostro ultimo capitoletto... Buona
lettura!
POV ROSE:
Quella
mattina in classe risultavo assente.
Non
avevo proprio voglia di studiare, non con tutte quelle
cose che mi ronzavano per la testa.
“Cosa
vorrà dirmi Dana?”
Ero
appoggiata con la testa contro la porta di uno dei bagni
della scuola, rannicchiata con le ginocchia contro il seno, lo sguardo
perso.
Ogni
tanto sollevavo il biglietto di Dana e ne scrutavo la
calligrafia ordinata, quasi come se quell’insieme di curve
tracciate
dall’inchiostro di una biro potessero parlarmi o quantomeno
tirarmi su.
In quel
piccolo spazio, occupato in gran parte da un grande
gabinetto bianco, avevo raggiunto uno stato quasi di equilibrio con me
stessa.
Mi alzai
di scatto, quando una mosca invase il mio piccolo
spazio.
Tentai
di cacciarla, iniziando una vera e propria guerra
contro quel cosino volante e fastidiosissimo, quando la porta del bagno
si
spalancò.
–Oddio,
scusa!-.
Era
Kate.
Rossa
come un peperone si girò e fece per andarsene, quando
io le afferrai il braccio.
La vidi
sussultare e girarsi.
Ritrassi
subito la mano ed abbassai lo sguardo, sentivo il
peso del suo sguardo su di me.
–Scusa
tu, ho dimenticato di chiudere la porta-.
Mi
affrettai a rispondere.
Mi
accarezzò una guancia; al suo tocco rabbrividii.
Pregai
tutti i santi da me conosciuti ( e tutti i supereroi
di cui ricordassi il nome u.u) che lei non se ne fosse accorta.
–Non
preoccuparti, non è successo nulla-.
Io le
sorrisi e la vidi tirare giù la mano, come se si fosse
scottata.
–Io…
Scusami, devo andare-.
Così
dicendo uscì e chiuse la porta dietro sé.
La
sentii allontanarsi sempre di più e quando ormai fui
certa che non potesse sentirmi, sospirai rumorosamente.
Presi la
testa tra le mani e chiusi gli occhi.
Quello
spazio, quel piccolo spazio che poco prima era stato
tanto gratificante per me e che era stato un ottimo rifugio contro
tutto e
tutti, ora era pieno dell’odore di Kate.
Di quel
profumo fresco a cui non sapevo proprio resistere.
Spalancai
la porta ed arrancai verso la finestra.
Quel
posto, quell’intero bagno mi iniziava a stare
notevolmente stretto.
Ed il
profumo di Kate avanzava verso me, avvolgendomi ed
obbligandomi ad inalarlo.
La
campanella dell’intervallo mi salvò da
quell’enorme
tortura.
Barcollando
mi avviai verso le rampe di scale, scontrandomi
con i fiumi di gente che si avviavano verso le macchinette, ignorando i
saluti
delle persone che conoscevo ed avendo come unico obbiettivo
l’arrivo in
palestra.
Scesa
l’ultima rampa di scale svoltai l’angolo, superai
il
cortile con i campetti aperti solo durante il periodo primaverile /
estivo, e
mi diressi verso l’entrata della palestra.
Entrando,
notai che Dana ancora non era arrivata.
Richiusi
la porta dietro le mie spalle e mi avvicinai alla
cesta dei palloni da pallavolo.
Afferrai
un Mikasa e lo rigirai tra le mani.
Ne
accarezzai la superficie gialla e blu tracciandone cerchi
immaginari con le dita.
“
Questo pallone, questo sport… E’ grazie a loro se
io e
Kate ci conoscemmo, due anni fa; Se iniziammo la nostra amicizia e
legammo così
tanto. Era la condivisione della stessa passione, dello stesso amore
per uno
sport un po’ troppo dimenticato, che ci ha portate ad essere
quello che,
qualche mese fa continuavamo ad essere.”
Mi
mancava l’amicizia con lei, quella complicità che
Kate
trovava anche in Dana, ma che per me era unica.
Ma so
che non potevo più accontentarmi di una semplice
amicizia.
Di
carezze fraterne, di serate al telefono a parlare di
ragazzi e di semplici “Ti voglio bene”.
Io
volevo di più.
Volevo
quello che Kate era disposta a darmi, volevo gli sguardi
fugaci, i brividi al tocco, volevo urlarle “TI AMO”
.
Volevo i
suoi sorrisi, inebriarmi del suo profumo, toccare
la sua pelle sapendo che quelle splendide curve fossero mie e di
nessun’altro!
Mi feci
trascinare parecchio dalle sensazioni, tant’è che
quando Dana entrò in palestra mi trovò stesa per
terra, adagiata sul pallone a
piangere e singhiozzare.
Corse
verso di me, si accovacciò e mi chiese:
-Hey ma
cos’hai?-.
Non la
guardai nemmeno, continuavo a piangere.
–L’ho
persa per sempre Dana, l’ho persa per sempre! Proprio
ora che stavo iniziando ad accettare i miei sentimenti per lei-.
–Ma
sei pazza? E perché dovresti averla persa?-.
–Perché
adesso ha Emy…-.
Sputacchiai
quel nome come se fosse velenoso.
Poi
continuai.
–Insomma
lei è “un alzatrice fantastica”. Non
stiamo nemmeno
nella stessa classe e tutte le volte che Kate ci ha provato con me,
l’ho sempre
rifiutata. Mentre ora a provarci è Emy… Insomma
lei è migliore di me in
tutto!-.
Un altro
singhiozzo rumoroso accompagnò le mie parole.
Dana mi
accarezzava il viso, lentamente.
Quando
mi calmai un po’, grazie al suo tocco leggero, lei mi
disse:
-A parte
che lei non è per niente migliore di te in nulla,
ma poi dimentichi una cosa-.
Mi
lasciò il tempo di chiederle:
-Cosa?-.
–Kate
ama te. E ti ama così tanto da non riuscire a pensare
a nulla che non sia tu, così tanto da non desiderare altro
che la tua pelle. Ma
purtroppo è anche talmente tanto innamorata di te da non
guardarsi attorno e da
non riuscire a rendersi conto che tutto ciò che fa Emy ha in
realtà secondi
fini. E’ cosi disgustoso il modo in cui Emy approfitta di
Kate. E’ questo ciò che
volevo dirti, dobbiamo fare qualcosa!-.
POV KATE:
Mi
regalai un attimo di tranquillità lontano da tutti.
Era
bello che tutti si preoccupassero per me e che Emy mi
facesse divertire così tanto, ma per me che non vi ero
abituata era parecchio
difficile stare così tanto a contatto con le persone.
Con
l’allontanamento quasi definitivo di Rose dalla mia
vita, ho avuto modo di riscoprire una fantastica amicizia con Emy,
anche se…
“Si,
se lei è etero io sono Monica Bellucci. Davvero
non te ne sei resa conto dei suoi occhi a cuoricino?”
Ripensai
alle parole di Dana.
Da
quando quest’ultima le aveva pronunciate, avevo
cominciato a pensarci seriamente ed a controllare per bene gli
atteggiamenti di
Emy.
In
effetti avevo notato un eccessivo colorito sulle
sue guancie quando parlando con lei la fissavo negli occhi, o
l’imbarazzo
quando le facevo un complimento.
Avevo
anche più volte notato un suo eccessivo desiderio
di toccarmi, anche solo un mano o un braccio.
Era
come se avesse bisogno di sentire il contatto
tra la sua pelle e la mia.
Queste
in effetti non erano proprio cose da “Etero”.
“Eh
se anche fosse?”
Pensai
entrando in bagno.
“E
se in fondo non mi dispiacesse avere questo tipo
di attenzioni?”
Emy
non è Rose.
Una
voce dentro la testa me lo gridò e a
sottolineare ciò, entrando in uno dei 5 WC del bagno della
scuola, mi ritrovai
di fronte Rose di spalle.
Sentii
il viso avvampare, il cuore battere
all’impazzata e lo stomaco in subbuglio.
Lei
non si era accorta di me, ma poco importava.
Mi
girai di scatto e le dissi:
-Oddio,
scusa!-.
Feci
due passi verso l’uscita, quando Rose mi
afferrò il braccio.
Il
lembo di pelle circondato dalla sua mano e dolcemente
strattonato, avvampò.
Mi
girai, col cuore in gola.
–Scusa
tu, ho dimenticato di chiudere la porta-.
Mi
rispose.
La vidi
abbassare lo sguardo, malinconica.
Era
facile evitarla, non salutarla, girare a largo da lei.
Erano i
momenti come questo che però mi fregavano.
Il suo
viso leggermente inclinato verso il basso, gli
occhietti malinconici, i capelli che ricadevano prepotenti sulle sue
magnifiche
guance…
Da
quanto non le toccavo?
Da
quanto non ne scrutavo la morbidezza con i polpastrelli?
Fu
più forte di me.
Appoggiai
leggera la mano sul suo viso e lo accarezzai.
La vidi
sussultare e rabbrividire e ne fui contenta, ma feci
finta di nulla.
Un
campanello d’allarme suonava dentro la mia testa.
Ripresi
il controllo di me stessa
–Non
preoccuparti, non è successo nulla-.
Le dissi
e feci ricadere il mio braccio verso il basso,
lasciandolo penzoloni in aria.
–Io…
Scusami, devo andare-.
Scappai
via, lontana da quel bagno.
Ma
purtroppo qualcosa era cambiato.
Mi
sentivo una ladra, come se avessi rubato qualcosa che non
mi apparteneva.
Avevo
rubato quell’attimo, il momento in cui le mie mani
avevano potuto ritoccare la pelle della mia amata e l’avevo
fatto mio.
L’avevo
rubato e messo al sicuro nel mio cuore, lì dove non
poteva mai più essere rapito.
Come
avrei fatto a continuare ad evitarla, ancora?
POV ROSE:
Il piano
di Dana era semplice e diretto: umiliazione
pubblica.
Ma
ciò non era fattibile per due motivi: Il primo era che
non avevamo praticamente nessuna prova contro Emy per
“incastrarla ed
umiliarla” davanti a tutti, e il secondo era che, nel caso di
un umiliazione
pubblica di Emy, ci sarebbe andata sotto anche Kate.
Ed io
non volevo più fare nulla che potesse minimamente
ferirla.
In
effetti ero più preoccupata su come riprendermi Kate, che
su come distruggere Emy.
Quando
un lampo di genio mandato da qualche Dio del Cielo (O
da qualche supereroe, fate voi) illuminò i miei pensieri.
Il piano
era perfetto; due piccioni con una fava.
Le
situazioni potevano essere facilmente incastrate, oh se
solo ci avessi pensato prima!
Sussurrai
velocemente il mio piano nell’orecchio di Dana e
la guardai.
La vidi
stupirsi, e poi aprire le sue labbra in un grosso
sorriso.
–Tu
sei un genio ragazza mia!-.
Mi
disse, eccitata.
Era
sadismo quello che leggevo nei suoi occhi?
Non me
ne preoccupai, la presi per mano e corremmo su per i
corridoi, a preparare l’occorrente per il nostro piano.
POV KATE:
Passai
l’intervallo con Emy, evitando accuratamente i posti
dove sapevo che Rose avrebbe potuto stare.
Ero
così confusa.
Mi
piacevano le attenzioni di Emy, in fondo era tutto ciò
che avrei desiderato da Rose, ma che lei non era disposta a darmi.
Solo
che, non so.
Era
diverso.
Tutto.
Seduta
sulle scale d’emergenza giravo e rigiravo tra le mie
dita un braccialetto che mi aveva regalato Rose qualche anno prima.
Era
d’oro bianco, con un ciondolino incastonato a forma di
mezzaluna.
–Tutte le persone che
conosco hanno regalato un mezzo cuore alla migliore amica. So che a te
avrebbe
fatto piacere ricevere una cosa del genere, ma ho deciso di comprarti
questa
mezzaluna al posto del mezzo cuore. Mi ricorda tanto di te, con la tua
lunaticità. E poi io penso che tu sia un po’ come
la luna: Bellissima, che
brilli ed emani luce senza dar troppo fastidio, ma anzi rassicurando e
rasserenando le notti altrui. Vigili sulla mia vita in silenzio, senza
farmelo
pesare. Mi dai una mano a prendere le decisioni, alleggerendomi la
vita, e ci
sei. Sempre.-
Mi
disse, lasciandomi a bocca aperta.
Erano
passati un po’ di anni da allora, la mezzaluna aveva
perso un po’ del suo colorito, ma era comunque il regalo
più bello che avessi
mai potuto ricevere.
Emy era
appoggiata sulla mia spalla e si accarezzava i
capelli.
–Credi
di essere innamorata di Rose?-.
Mi
chiese.
Sorrisi.
–Non
lo credo, ne sono sicura e basta-.
–Come
fai ad esserne così sicura?-.
Riflettei
un attimo.
Era
difficile spiegarlo.
–Lo
sento. E’ quella voglia di tenerla sempre stretta a me.
Sono quei sussulti, quei brividi che mi piace provare e che mi piace
sentire
che lei provi al mio contatto, quelli che solo lei riesce a farmi
venire. E’
che… Quando la vedo, per me lei è sempre
bellissima. Anche quando la mattina è
in pigiama, struccata e con gli occhi gonfi. Sai queste cose quando le
leggi,
magari su facebook, sembrano stronzate. Invece con lei ogni stronzata,
ogni
cosa mielosa ed incredibilmente banale, acquista subito un grandissimo
carico
di senso, di sentimenti e sensazioni. Sai, con lei tutto ha un senso,
tutto.-.
Sorrisi.
–Perfino
l’ansia, la paura di perderla, acquistano valore.
Con lei tutto è importante, ma nulla fondamentale. A parte
una cosa, una deve
esserci per forza ed è molto più che
fondamentale. Deve essere con lei. Tutto-.
Lei si staccò da
me,
bruscamente.
–Emy?-.
Le
chiesi. Attese qualche minuto prima di parlare.
–Kate
io…-.
–No
ferma – la interruppi –Non dirlo. Vedi…
una parte di me
lo sa già. Ma se io diventassi pienamente cosciente di
ciò, dovrebbe cambiare
qualcosa tra noi. Perché io sono innamorata di Rose, non
posso nemmeno provare
a pensare qualcuno che non sia lei. E mi piace il nostro rapporto,
quello che
si è creato tra di noi, per cui ti prego…
–
Ripresi
fiato, avevo detto tutto di getto.
Caricai
quelle ultime parole di tutto il fiato preso, come
se potesse incidere sulla loro importanza.
–Non
dirlo-.
Conclusi.
Lei
annuì, e si riappoggiò sulla mia spalla.
POV ROSE:
Il
momento cruciale era arrivato.
Avevo
tutto pronto, il registratore impugnato tra le mani.
Lo
nascosi per bene prima di spingere la porta del bagno.
La prima
parte del piano prevedeva far ammettere ad Emy che
fosse innamorata di Kate e poi aprire gli occhi a
quest’ultima.
L’ultima
parte prevedeva una dichiarazione mozzafiato, con
una rosa in mano.
Subito
dopo Dana avrebbe fatto partire un tango ed io e la
mia innamorata avremmo dovuto ballare.
Sembrava tutto
perfetto.
Era
tutto perfetto.
Ma
quando aprii la porta del bagno, mancavano ormai 5 minuti
al suono della campanella di fine giornata scolastica, una Emy
piangente e
singhiozzante fissò i suoi occhi rossi e gonfi nei miei.
–Oh
ci mancavi solo tu-.
Starnazzò.
–Cos’è
successo?-.
Le
chiesi.
Avevo
osato troppo?
–Oh
andiamo, non lo sai? Oltre il danno anche la beffa. Devo
raccontartelo perfino io-.
Mi
avvicinai a lei.
–Di
cosa stai parlando?-.
Lei
smise di piangere e per una volta il suo viso duro e
cattivo mi parve incredibilmente dolce.
Le
brillavano gli occhi mentre parlava di Kate.
–Avevo
la dichiarazione perfetta, lei sarebbe dovuta cadere
ai miei piedi. Avremmo dovuto stare insieme, ora. Ma pare
che… Lei sia ancora
troppo innamorata di te-.
Ormai il
suo tono era freddo, le lacrime avevano finito di
rigarle il viso e si erano bruscamente fermate.
Spostai
lo sguardo su di una mattonella.
–Io…
credo sia troppo tardi…-.
Lei mi
guardò incredula.
–Non
starò qui a convincerti sulla cosa giusta da fare, ma
se ti lasci sfuggire Kate per qualche stupida paura immotivata,
bhè… Sei molto
più stupida di quanto pensassi. E ce ne vuole!-.
La
guardai.
I suoi
occhi in qualche modo mi convinsero.
Annuii e
corsi via.
Arrivai
nel cortile della scuola quasi subito.
Mancava
pochissimo alla campanella ormai ed avevo dato
appuntamento a Kate lì dove mi trovavo subito dopo il suono
finale della
campanella.
Ma
sembrava che io non fossi l’unica in anticipo.
Appoggiai
la cartella su di una sedia e mi avvicinai a Kate.
Era
appoggiata con le spalle contro i cancelli della scuola,
lo sguardo fisso nella strada.
-Io…
Scusa se sono in ritardo-.
Lei si
voltò.
Guardò
l’orologio e disse:
-Veramente
sei in anticipo di due minuti-.
Abbassai
lo sguardo.
–Non
mi riferivo a questo-.
–Oh…-.
-Io…
Sono stata una stupida. Ho agito d’impulso quando avrei
potuto fermarmi a pensare anche solo dieci secondi. Bastava veramente
pochissimo per non far accadere tutte le situazioni che ho creato per
la mia
stupidità. Ti ho allontanata da me così
tante volte…-.
La
campanella suonò ed un fiume di gente popolò il
cortile.
Alzai lo
sguardo.
Nell’attimo
in cui i nostri occhi si incontrarono, tutto il
resto scomparve.
Nessuna
risata, nessuno schiamazzo, nessun ragazzo.
Soltanto
io e lei.
–Mi
dispiace-.
Kate
distolse lo sguardo.
Aveva
gli occhi lucidi.
-Io…
Non so che fare. Non sopporterei un altro rifiuto, un
altro allontanamento. Non potrei sopportarlo per la mia salute mentale-.
Mi
avvicinai a lei.
Le presi
il viso tra le mani e la guardai con quella smorfia
di quando stai per piangere, ma ti blocchi a tempo.
-Io sono
innamorata di te. Non sono nulla senza te. Manca
una parte di me, se tu non sei al mio fianco. Quella più
bella, quella più
viva. Io ti amo. E adesso ne sono sicura-.
Lei mi
abbracciò e scoppiammo a piangere.
Ma erano
lacrime diverse da tutte quelle che avevamo
versato.
Quelle
che fino ad ora avevano rigato le nostre guance erano
lacrime tristi, sofferenti.
Erano lacrime di chi
vedeva la propria metà, quella che alcune persone cercano
per tutta la vita,
svanire via miseramente, per motivi più che futili.
Ma le
lacrime che versammo quel giorno, quelle che
ricadevano sui nostri corpi abbracciati, erano lacrime nuove.
Erano lacrime di felicità, di euforia,
di sensazioni così forti che solo
esse potevano esprimerle.
Erano le lacrime di un nuovo inizio.
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Risposte alle recensioni:
MorriganJo: Bhè
so che magari questo capitolo è diverso da qualunque tipo di
previsione, ma comunque la mia idea era di un chiarimento veloce. Di
una dichiarazione di Emy e di una Dana.... Bhè
Dana è Dana *-* Spero che se scriverò un
seguito (Cosa mooooooooolto probabile u.u) Tu sarai ancora qui a
leggere e recensire. Mi ha fatto piacere che hai seguito l'intera
storia! :) Alla prossima!
Giulls:
Ecco qui la chiusura della storia! (In attesa del continuo, ovvio!)
Credo abbia un pò distrutto le aspettative, ma per come sono
cresciuti i sentimenti di Kate e Rose ci voleva un finale del genere.
Spero che leggerai il continuo, quando lo scriverò!
A presto :)
hacky87: Ecco
qua la mia fan numero uno! Bhè ti ringrazio per aver letto e
seguito l'intera storia da sempre e di avermi fatto sentire la tua
presenza con le recensioni. Grazie davvero! Bhè le cose tra
Kate e Rose si sono aggiustate, anche se ho lasciato tutto un
pò in sospeso per il continuo. Bhè che dirti... A
prestissimo! :)
Okkeeeeeeeeeeeei ora un messaggio a tutte voi: A tutte quelle che hanno
letto, seguito e recensito la storia. A quelle che hanno
aperto questa storia per la prima volta, o che lo hanno fatto per
errore. Tutte, tutte insieme! Innanzitutto vi ringrazio per la
presenza, vi ringrazio per le parole non dette ma pensate, per gli
errori grammaticali che avreste voluto farmi notare, ma che
avete preferito non scrivermi, per i cinque minuti spesi a
leggere e per aver condiviso con me questa pazza storia d'amore.
Un'ultima cosa prima di lasciarvi. Spero che ricordiate questa storia a
lungo. Non perchè abbia un significato preciso. Non
è una favola e non contiene una morale. Nè
implicita, nè esplicita. Ma spero la ricordiate
perchè è semplicemente la storia di due ragazze
che si amano, che si sono messe in gioco, che spesso hanno perso
qualcosa che hanno lasciato sul loro cammino. Nonostante gli ostacoli,
le paure, i caratteri diversi, il loro amore ha trionfato.
E forse questo è un pò un'appello, uno di quelli
che si sentono spesso ma si dimenticano.
Giocate col cuore, ragazze (e ragazzi se ce ne sono u.u), vi
consiglierà sempre la via giusta, quella trionfante.
Kate e Rose hanno vinto.
L'amore vince sempre!
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