Salve.
Oggi doppio aggiornamento nella sezione Twilight. Dopo una giornata
estenuante eccomi qui a gettarmi nello scribacchiare, cercando di
alleviare un pò la tensione. Non mi dilungherò,
lasciandovi al capitolo. Come al solito vi ringrazio per le bellissime
recensioni e per la vostra gentilezza. Ho appena aperto un gruppo su Fb
per le mie storie:
La giornata
trascorse con una lentezza
estenuante per la povera Isabella, la quale fu trascinata da un negozio
all’altro senza aver modo di replicare. Finalmente
comprendeva il motivo delle
parole di Edward, sua sorella era una piccola dittatrice in gonnella.
Nei pochi
momenti in cui aveva osato
ribattere, lo sguardo torvo che le aveva rivolto l’aveva a
tal punto intimorita
da indurla al silenzio. A nulla erano serviti i tentativi di Jasper di
placare
l’esuberanza di sua moglie, che quel giorno si crogiolava in
una felicità
inspiegabile.
Tutti erano
coscienti che fosse dovuta
alla presenza di Isabella nelle loro vite, una nuova sorella da
torturare
doveva essere una prospettiva allettante, ma il sospetto che vi fossero
altri
motivi non pareva voler abbandonare Edward.
Qualche
subdolo meccanismo della sua
mente era sicuramente in atto.
Sua sorella
continuava a celare abilmente
i suoi pensieri, usufruendo di strane ed insolite canzoni e tiritere.
Avrebbe
voluto chiedere spiegazioni riguardo quel mistero, ma sapeva che
avrebbe
ottenuto ben poco. Il mistero per lei era un’arte, della
quale era
perfettamente padrona.
« Questo è
l’ultimo. »
sentenziò entusiasta, ponendo le borse
sulla panchina dove Jasper ed Edward erano accomodati.
Quest’ultimo
le rivolse uno sguardo colmo
di ammonimento, notando l’espressione stravolta di Isabella
che li raggiungeva
stringendo tra le braccia un pacchetto dai colori sgargianti.
« Cosa le hai
costretto a comprare? » mormorò
accigliato.
Bella
sembrava non poco imbarazzata
mentre tentava di nascondere alla vista altrui il nome del negozio.
Edward, dal
canto suo, trovava non poco frustrante non poter leggere la sua mente
e, benché
le sue espressioni rivelassero più di quanto lei potesse
immaginare, avrebbe
dato qualsiasi cosa pur di comprendere i misteri più
reconditi che avvolgevano
i suoi pensieri.
La
trovava oltremodo affascinate.
I suoi
sorrisi, le parole non dette
dietro le quali nascondeva i suoi segreti erano… intriganti.
« Non so di cosa
parli. » ribatté
sua sorella, fissando con occhio
critico un vestito appena acquistato. Una strana maglia per la quale
doveva
aver speso una cifra spropositata.
Non
che fosse una novità!
« Amore, Bella
è tremendamente imbarazzata.
» intervenne Jasper,
tentando di
nascondere un ghigno.
A quanto
pareva, l’empatico, si stava
divertendo a sondare le emozioni altalenanti di Isabella, che passava
repentinamente dall’imbarazzo, alla paura, al disgusto. Non
riusciva proprio ad
immaginare cosa sua moglie avesse potuto combinare per ridurre in quel
modo la
povera vampira. Oltretutto si sorprendeva del controllo che possedeva
Bella,
essendo la sua trasformazione recente, le sue emozioni avrebbero dovuto
dominarla e renderla non poco pericolosa, invece accettava con
rassegnazione
ogni sopruso a cui sua moglie la costringeva.
Ammirevole.
Soprattutto
tenendo conto che anche
vampiri secolari riuscivano difficilmente a gestire
l’irritazione in presenza
di Alice.
Il suo
carattere incline al comando
sapeva essere non poco molesto, in particolar modo se sommato alle sue
manie di
perfezionismo e la passione incontrollata per la moda.
Un
piccolo ed instancabile tornado.
Alice
scrollò le spalle con indifferenza.
« Biancheria intima.
– replicò
candidamente imbarazzando i presenti. – Mi domando come
potesse sedurre suo
marito con quegli stracci che conservava nel suo armadio. »
si chiese retorica.
Edward
rabbrividì involontariamente,
soffermandosi su quel pensiero. Aveva avuto modo di incontrare Jacob
Black
talvolta, anche se esclusivamente in forma animale, e si domandava come
una
ragazza tanto graziosa potesse essersi innamorata di un tale bruto.
I suoi
pensieri erano sempre litigiosi e
autoritari, forse a causa della sua posizione di alpha, ma nonostante
ciò non
lo trovava adeguato a lei.
Isabella
appariva tremendamente pura, pur
essendo una vampira.
« Bhe, credo che il
cane ti ringrazierà
per questi acquisti. »
ironizzò Jasper, guadagnandosi uno sguardo disgustato della
sua compagna.
« Perché
quella faccia? » chiese Bella
nascondendo, a velocità
tutt’altro che sostenuta, il pacchetto in una delle buste
più grandi.
Trasse un
sospiro di sollievo convinta di
essere scampata ad un’imbarazzante conversazione…
purtroppo non aveva tenuto
conto della scaltrezza della sua nuova sorella.
Aveva
ancora molto da imparare se voleva far parte della famiglia.
« Si parlava delle
prestazioni sessuali
del tuo lupo. - replicò
semplicemente Alice. – E del tuo pessimo gusto estetico in
fatto di completi
intimi. »
L’espressione
si Bella divenne dapprima sbigottita, poi fortemente indignata.
«
Alice. »
l’ammonì, mentre un lieve ringhio si
levava dal suo petto.
« Non capisco
perché ti alteri… hai un
bambino, credo sia implicito che tu abbia avuto rapporti sessuali
che… »
«
Basta per favore. - sbottò Edward. – Sei
esasperante. Potresti dimostrare un
minimo di tatto, in fin dei conti conosci Bella da meno di quarantotto
ore e
già le stai dando il tormento.»
sentenziò recuperando velocemente delle buste e
dirigendosi verso l’auto, lasciando i presenti allibiti.
Era
raro che Edward avesse simili attacchi di nervi, soprattutto in
pubblico. Era
ben attento a mantenere la sua compostezza, ostentando indifferenza per
tutto
ciò che lo circondava. Fu proprio tale consapevolezza che
provocò in Alice un
moto di gioia, comprendendo che le sue visioni avevano non poche
possibilità di
realizzarsi. Forse non tutto era perduto per il suo amato fratello,
avrebbe
dovuto solo indirizzarlo nella giusta direzione.
Una
piccola spinta… vero Isabella.
«
Ma che gli è preso? » mormorò Jazz,
volgendo il suo sguardo su sua moglie,
sospettando che qualche suo pensiero potesse aver alterato il fratello.
«
Andiamo. » ribatté mesta, esortando i presenti a
seguirla ed ignorando
deliberatamente la domanda di suo marito.
Un passo alla
volta…
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Edward
si accomodò in auto, depositando malamente i pacchetti sui
sedili posteriori.
Alice non avrebbe apprezzato il gesto, ma in quel momento
preferì non
curarsene, ripensando all’invadenza della sua arguta sorella.
Il
sospetto che in qualche modo avesse voluto irritarlo di proposito
balenò nella
sua mente, per poi dissolversi con altrettanta velocità.
Lui
stesso non avrebbe mai pensato che quelle semplici frasi potessero
suscitargli
una reazione tanto ingiustificata, come avrebbe potuto lei anche solo
immaginarlo?
Paranoico.
Si disse scuotendo il capo.
Malgrado
ciò non riuscì ugualmente a scacciare il senso di
fastidio che provava.
Aveva
notato lo sguardo di Isabella incupirsi nuovamente non appena avevano
nominato
Jacob, proprio com’era accaduto precedentemente, durante il
loro viaggio in
auto.
Perché?
Si
trovò a chiedersi il motivo di quelle
sue reazioni, pur non trovandovi risposta. Avrebbe voluto porle una
miriade di
domande, comprendere il perché dei suoi silenzi e
dell’amarezza che colmava il
suo sorriso.
Scosse il
capo, scacciando mesto quei pensieri,
portando la sua attenzione su Isabella e gli altri che, sorpresi,
seguivano
Alice stranamente allegra.
Jasper si
avvicinò a lei, afferrando la
sua vita e tirandola a sé, ben attento a non rovinare le
buste per non
incorrere nelle ire della sua dolce mogliettina.
« Potrei sapere il
motivo di tutta questa
allegria? » domandò
seriamente curioso.
Il sorriso
radioso che lei gli rivolse fu
ben poco eloquente. «
Vedrai… - mormorò
sibillina – Vedrai. »
Edward
che attraverso i loro pensieri li ascoltava comprese che da
lì a poco i guai
non sarebbero mancati.
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Silenziosa
Bella entrò in auto, ma i suoi
timori svanirono non appena intravide il sorriso increspare le labbra
di
Edward. Non aveva compreso appieno la sua reazione, ma in un certo qual
modo
sapeva di doverlo ringraziare per averla distolta da quella situazione
di
imbarazzo.
« Grazie. » mormorò
flebilmente, fingendo di
sistemare le buste che Alice le aveva affidato.
Edward si
limitò a sorridere dolcemente,
gli pareva non poco difficile considerarla una vampira neonata. «
Immagino sia stato non poco sfiancante lo shopping con Alice. »
Lei scosse
il capo per poi abbandonarsi
sul sedile. « Credevo
che i vampiri non potessero avvertire la spossatezza ed invece devo
ricredermi.
– sentenziò con espressione corrucciata.
– A livello fisico sto bene, ma a
livello psicologico sono distrutta. »
Edward si
abbandonò ad una cristallina
risata, facendo affiorare anche sul volto della sua interlocutrice un
sorriso
genuino. Qualcosa che nell’ultimo periodo era divenuta
maledettamente rara.
Eppure, con
quella famiglia, tutto
appariva meravigliosamente facile.
Abbandonò
il capo contro il sedile,
chiudendo gli occhi e godendosi il rilassate silenzio che aleggiava
attorno a
loro.
Nessuno dei
due era solito abbandonarsi a
conversazioni inconcludenti e, soprattutto in quel momento, il
conflitto insito
nelle loro menti, chi per un motivo chi per un altro, li rendeva
solitamente
taciturni e silenziosi. Eppure tra loro quella sensazione di disagio ed
inadeguatezza svaniva, sostituita da una strana alchimia che pareva
legarli,
benché loro stessi non ne fossero ancora coscienti.
Si
scambiarono non poche parole durante
il viaggio, gran parte delle quali erano piccole curiosità
che Edward le
espresse in merito alla sua vita presso la dimora dei Cullen. Aveva
appreso la
sua storia attraverso la mente dei suoi genitori, ma a lui piaceva la
voce di
Bella e preferiva di gran lunga ascoltare lei.
Aveva un
tono di voce basso e dolce, suadente
per certi versi, anche se inconsapevolmente. Ma ciò che
maggiormente lo colpì
fu il suo viso disteso, i suoi occhi chiusi, incorniciati dalle folte
ciglia e
le labbra, quelle bellissime e apparentemente morbide labbra che gli
ispiravano
idee stranamente peccaminose.
Non era
solito abbandonarsi a determinati
pensieri, benché di donne ne avesse conosciute molte, poche
avevano risvegliato
in lui un simile desiderio. Qualcosa che lui comunque aveva sempre
combattuto
con ferrea volontà, proprio come intendeva agire in quel
caso.
Lei
è sposata, felicemente sposata e madre. Si
rammentò mesto, con una punta di delusione.
Stavano
ancora chiacchierando quando Edward posteggiò la sua auto
nel parcheggio,
avvertendo immediatamente dei pensieri irritati provenire
dall’interno della
casa.
Si
irrigidì all’istante rivolgendo uno
sguardo allarmato ad Isabella.
« Che succede? » mormorò
agitata, immaginando che potesse
essere accaduto qualcosa al suo bambino.
Senza
attendere una risposta si precipitò
in casa notando una presenza conosciuta nel salone.
Immediatamente
rilassò i muscoli,
comprendendo che il motivo dell’inquietudine di Edward poteva
essere dovuto
alla presenza del licantropo. Come dargli
torto. Anche a lei, nonostante fosse suo marito, la natura di
vampira
reagiva di sovente con ostilità verso Jacob.
« Jake. » esclamò
con un sorriso ricevendo
un’occhiata tutt’altro che benevola.
Ciò
che Bella non aveva compreso era
l’irritazione che suo marito aveva provato scoprendo che sua
moglie aveva
lasciato il loro bambino nelle mani dei vampiri, disagio acuito dalla
consapevolezza che fosse in compagnia di un altro uomo.
Alice e
Jasper, li avevano preceduti giungendo
in netto anticipo, a causa
dell’andatura sostenuta che Edward aveva tenuto per
l’intero viaggio.
Tanto era
rilassato che non aveva dato
peso alla velocità, oppure inconsciamente aveva preferito
prolungare quel
viaggio più del dovuto, limitandosi per una volta a
rispettare le leggi
stradali.
Evento
assai raro.
« Dobbiamo parlare. »
sentenziò perentorio il giovane
licantropo, facendo segno alla sua compagna di seguirlo
all’esterno.
Incuriosita
e leggermente turbata, non
obbiettò.
« Voglio portare il
piccolo a La Push. »
Bella
inclinò il capo sorpresa. « Per quale motivo? »
« Non mi fido di quei
succhiasangue. »
« E io non mi fido
dell’instabilità dei
licantropi. – ribetté mesta. – Sai
benissimo ciò che è accaduto ad Emily e
quello che tu stesso hai fatto a me! »
sbottò irritata.
Odiava dover
discutere continuamente,
detestava sentirlo biasimare coloro che l’avevano accolta
come una figlia.
Jacob la
fissò stralunato, ferito dalle
sue parole. Bella non era solita rivangare il passato, soprattutto
rammentando
quanto era stato doloroso per lui comprendere di aver fatto del male
alla donna
che amava. Pochi mesi dopo la sua trasformazione, durante un litigio
innocente,
Jacob si era tramutato non riuscendo a controllare
l’irritazione, ferendo
Isabella. Aveva riportato un piccola lesione al polmone destro, ma per
sua
fortuna l’operazione era riuscita perfettamente ponendo
rimedio al danno fatto.
A differenza
di Emily lei non portava
alcun segno evidente di quel giorno, ma non per questo Jacob soffriva
meno di
Sam, per ciò che era accaduto.
Era fuggito
per mesi, dopo essersi
assicurato della buona riuscita dell’intervento. Si era
sentito in colpa per il
suo scarso autocontrollo ed era stato terrorizzato di scorgere nello
sguardo di
Bella il disgusto e il terrore per quella bestia che era diventato.
Era
stato tremendo.
Eppure lei,
complice l’aiuto del branco,
era stata in grado di rintracciarlo pregandolo di tornare a casa con lei.
Lo aveva
perdonato.
Come
sempre…
perché la sua
natura era buona, lo era sempre stata.
Jake aveva
avuto modo di scrutare nei
ricordi dei suoi compagni, mirando le lacrime che la sua Isabella aveva
versato
compresa la sua scomparsa. Lo aveva cercato ed invocato il suo nome
durante
quelle notti di lontananza, almeno sino a quando la guarigione non le
aveva
permesso di raggiungerlo.
Da quel
giorno il loro amore si era
consolidato ed era cresciuto oltre misura. Lei non era il suo
imprinting e di
questo ne era conscio, ma in cuor suo era certo che mai e poi mai
avrebbe amato
un’altra quanto lei.
Ma proprio
la consapevolezza di essere
sul punto di perderla lo stava distruggendo.
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