CAPITOLO
14
Non
parlo con Tom da giorni. Tutto è cosi monotono qui a casa. A
cause di varie assemblee non andrò all'università per
due settimane, e quindi mi tocca vedere la sua faccia ogni giorno.
Ci evitiamo, ma a dirla tutta, sono io che evito lui.
Sono
sempre in camera mia. Cerco di uscire solo quando lui non è
nei paraggi.
Mi
fa male , ma lui me ne ha fatto di più e perdonarlo sembra
così difficile..
Qualcuno
bussa alla mia porta, ' fa che sia Bill ' , penso speranzosa..
-Sono
Tom, posso?-
-NO!
-
Lui
ignora la mia risposta, ed apre lentamente la porta..
-Non
capisci più ciò che ti dico? -
-Dobbiamo
parlare, adesso. -
-Di
cosa vuoi parlare eh Tom? Di quanto mi hai fatta soffire? Di quanto
non creda più in te? Dai parliamo allora! - urlo io
-Io
voglio solo te, io morirei per te-
-Non
ci credo ..-
-E
perchè no?-
-E'
troppo semplice dire queste parole, quando si è in torto.. Non
le sento tue Tom.. Non le ho mai sentite tue.- dico in lacrime
-Ciao
allora. -
Esce
di fretta dalla stanza, senza darmi il tempo di replicare, andando ,
non so dove.
Ore
22.3O..
Tom
non è ancora tornato. E' andato via alle 17.OO , e siceramente
mi sto preoccupando. Bill lo sta chiamando da tanto tempo, ma niente.
Sono
agitata, mai stata cosi per qualcuno. Cammino su e giu , senza
fermarmi, aspettando che un cellulare squilli, o che la porta di casa
si apra..
-La
smetti di essere cosi nervosa? Mi metti ansia – urla bill
-scusa,
ma non ce la faccio. Dove diavolo è finito?! -
*Driiiin
, driiin *
Di
scatto corro a prendere il telefono di casa, che stava squillando, e
speranzosa , avvio la telefonata.
-Chiamo
dall'ospedale di Magdeburgo, ce Bill Kaulitz?-
-Ospedale?
Perchè ospedale?-
-Mi
può passare gentilmente Bill Kaulitz?-
-Si
subito..-
Guardo
Bì, e gli indico che la chiamata era per lui..
Solo
poche parole, riuscivano ad uscire dalla sua bocca.. Guardo il suo
viso incredulo, i suoi occhi iniziano a lacrimare , poi posa la
cornetta e chiude la chiamata.
Corre
verso di me e scoppia in lacrime. Mi stringe forte , sempre più
forte. Singhiozza come un bambino e respira piano.
Non
riesco a dire niente.
-Che
è successo Bill? Dimmi ti prego-
Si
asciuga le lacrime con la manica della felpa e inizia lentamente a
parlare.
-Tom
ha fatto un incidente circa un ora fa. E' in gravi condizioni, porta
lesioni in quasi tutto il corpo, e il dottore mi ha detto che.. che
ora, è in coma..-
A
quella parola spalanco gli occhi.
-..
devo avvertire gli altri, ma sopratutto mamma e papà. Adesso
però vado subito in ospedale ho bisogno di vederlo, tu vieni?-
-..no..-
-Come
no? Cazzo angi! Tom è in ospedale e rischia grosso e tu non
vuoi venire? Metti da parte tutto ciò che ti ha fatto per un
momento cazzo! La situazione è seria!-
-Non
ce la faccio bill..-
-fai
quello che vuoi.. ciao! - urla
Si
mette velocemente il giubbotto, prende le chiavi dell'altra macchina
ed esce di casa.
Io
non ce la faccio ad andare in ospedale. Non me la sento. Non riesco
ad andare li, e vederlo così debole, con gli occhi chiusi,
lottando contro la vita e la morte.
Mi
sento male solo a pensarci. In questo momento tutto il dolore che mi
ha fatto provare mi scivola via, insignificante, e non mi importa
più, voglio solo che lui si risvegli.
*coma,
coma coma coma * ronza nella mia testa e picchia forte. Mi metto le
mani sulla faccia. No, non è possibile! Non è davvero
possibile! Perchè , perchè lui?
Salgo
le scale e vado al secondo piano, diretta nella sua stanza; apro il
suo armadio e mi metto addosso la felpa che mi aveva dato giorni fa
quando ero tornata dall' Italia.
E
rieccolo, il suo profumo entra dentro la mia pelle. E come se lui
fosse qui, accanto a me, ma non ce, perchè è in quel
cavolo di lettino che sta rischiando..
Basta,
devo andare da lui, non posso stare qui, devo fargli sentire la mia
presenza, e il mio calore.
Esco
di casa e prendo la bicicletta dal garage. Salgo sul sellino e inizio
a pedalare, sempre più veloce , con destinazione l'ospedale.
La
parola coma rimbomba ancora nella mia mente , mi sento sempre più
debole, ma devo arrivare da lui. Una lacrima scende sul mio viso, ma
viene trasportata via dal vento che la porta non so dove.
Arrivo
davanti all'ospedale , scendo dalla bici e la butto per terra. Corro
ed entro dentro. Mi guardo attorno cercando un infemiere, qualcuno
che possa darmi delle indicazioni. Vedo un gruppo di dottori e corro
verso di loro.
-scusate
potete dirmi dov'è la stanza di Tom Kaulitz? E' stato
ricoverato da poco, per un incidente -
-Lei
è un familiare?- Mi dice uno di loro serio
-No,
sono un amica, ma vivo con lui e il fratello da anni ormai-
-Mi
spiace, ma solo i familiari possono sapere la stanza del ragazzo-
-la
prego, è importante, la songiuro . Non sono una di famiglia,
lo so, ma è come se lo fossi. La prego davvero, mi dica dovè
la stanza!- lo guardo negli occhi. Un altra lacrima scende e lui la
nota.
-Vabbene.
Stanza 483 secondo piano,ma non può stare molto l'orario delle
visite è finito da parecchio-
-la
ringrazio davvero! - sorrido
Vado
verso l'ascensore, aspetto con ansia che arrivi nel mio piano, poi
entro , schiaccio il pulsante 2 e salgo . Esco dall'ascensore e mi
metto a cercare la stanza. Da lontano vedo un gruppo di gente, fuori
da una porta, li riconosco, sono Bill, Gustav, Georg , Simone, Gordon
e il padre di Tom.
Vado
incontro a loro che mi sorridono.
-si
sa qualcosa di Tom?- chiedo preoccupata
-No!
Quei cavolo di medici non ci fanno sapere niente! - urla in lacrime
simone
-dai
mamma, tranquilla, andrà tutto bene , lui è forte, lo
sai – la consola bill
-Ma
si può entrare dentro?-
-A
noi hanno detto di no- risponde gustav
Lo
guardo.. ' al diavolo, io entro ! ' dico seccata
Apro
lentamente la porta, e lo vedo li, immobile, con la flebo attaccata
al braccio e con due tubicini che gli entano nelle narici..
E'
una visione orribile. Era il mio esempio di persona forte che
riusciva superare tutto, e adesso vederlo in questo stato un pugno
allo stomaco. Mi siedo accanto a lui e gli tengo forte la mano.
-Oh
Tom.. Perchè sei qui in questo momento? Perchè è
andata cosi? Perchè abbiamo litigato ? Perchè perchè
perchè??
Dovevi
essere a casa, dovevamo chiarire, o almeno provarci. Come vorrei
tornare indietro nel tempo, quando non sapevi niente di questa cotta
per te, dove ridevamo e scherzavamo , dove eravamo io e te, amici per
la pelle! Da quanto tempo non passiamo una giornata divertente
insieme vero?
E'
così inutile poterti parlare, se tu non mi senti.
Starò
qui, con te ogni giorno fino a quando i tuoi occhi non si
riapriranno, fino a quando potrai finalmente ascoltarmi.
Tom,
io Ti amo.. Ti ho sempre amato, dal primo giorno che ti vidi
nel parco, capii subito che eri una persona speciale e non ho mai
smesso di pensarlo..
Devi
lottare, devi essere forte. Qualunque cosa accadrà, io sarò
sempre accanto a te, fisicamente o mentalmente, mai uscirai dalla mia
testa.. Tom..- piango come una stupida, dovrei resistere, ma non ci
riesco, è più forte di me.
Gli
stringo sempre di più la mano, con le lacrime poi , mi
avvicino al suo volto e dolcemente gli sfioro le labbra, dandogli un
bacio, un leggero bacio, che sa di lacrime amare, poi poggio la mia
testa sul suo petto e lentamente chiudo gli occhi, sperando di
potermi svegliare ,trovarlo con la bocca sorridente e che mi fissa
con i suoi grandi occhioni color nocciola..
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