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Autore: LassUnsLaufen__TK    24/12/2010    1 recensioni
Una ragazza, un viaggio, una nuova vita. Un amore, ancora non ricambiato. Lei , Angelica, riuscirà ad andare avanti, senza il suo grande amore, o gli resterà sempre attaccata, nonostante i vari litigi?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 14


Non parlo con Tom da giorni. Tutto è cosi monotono qui a casa. A cause di varie assemblee non andrò all'università per due settimane, e quindi mi tocca vedere la sua faccia ogni giorno. Ci evitiamo, ma a dirla tutta, sono io che evito lui.

Sono sempre in camera mia. Cerco di uscire solo quando lui non è nei paraggi.

Mi fa male , ma lui me ne ha fatto di più e perdonarlo sembra così difficile..

Qualcuno bussa alla mia porta, ' fa che sia Bill ' , penso speranzosa..

-Sono Tom, posso?-

-NO! -

Lui ignora la mia risposta, ed apre lentamente la porta..

-Non capisci più ciò che ti dico? -

-Dobbiamo parlare, adesso. -

-Di cosa vuoi parlare eh Tom? Di quanto mi hai fatta soffire? Di quanto non creda più in te? Dai parliamo allora! - urlo io

-Io voglio solo te, io morirei per te-

-Non ci credo ..-

-E perchè no?-

-E' troppo semplice dire queste parole, quando si è in torto.. Non le sento tue Tom.. Non le ho mai sentite tue.- dico in lacrime

-Ciao allora. -

Esce di fretta dalla stanza, senza darmi il tempo di replicare, andando , non so dove.


Ore 22.3O..

Tom non è ancora tornato. E' andato via alle 17.OO , e siceramente mi sto preoccupando. Bill lo sta chiamando da tanto tempo, ma niente.

Sono agitata, mai stata cosi per qualcuno. Cammino su e giu , senza fermarmi, aspettando che un cellulare squilli, o che la porta di casa si apra..

-La smetti di essere cosi nervosa? Mi metti ansia – urla bill

-scusa, ma non ce la faccio. Dove diavolo è finito?! -

*Driiiin , driiin *

Di scatto corro a prendere il telefono di casa, che stava squillando, e speranzosa , avvio la telefonata.

-Chiamo dall'ospedale di Magdeburgo, ce Bill Kaulitz?-

-Ospedale? Perchè ospedale?-

-Mi può passare gentilmente Bill Kaulitz?-

-Si subito..-

Guardo Bì, e gli indico che la chiamata era per lui..

Solo poche parole, riuscivano ad uscire dalla sua bocca.. Guardo il suo viso incredulo, i suoi occhi iniziano a lacrimare , poi posa la cornetta e chiude la chiamata.

Corre verso di me e scoppia in lacrime. Mi stringe forte , sempre più forte. Singhiozza come un bambino e respira piano.

Non riesco a dire niente.

-Che è successo Bill? Dimmi ti prego-

Si asciuga le lacrime con la manica della felpa e inizia lentamente a parlare.

-Tom ha fatto un incidente circa un ora fa. E' in gravi condizioni, porta lesioni in quasi tutto il corpo, e il dottore mi ha detto che.. che ora, è in coma..-

A quella parola spalanco gli occhi.

-.. devo avvertire gli altri, ma sopratutto mamma e papà. Adesso però vado subito in ospedale ho bisogno di vederlo, tu vieni?-

-..no..-

-Come no? Cazzo angi! Tom è in ospedale e rischia grosso e tu non vuoi venire? Metti da parte tutto ciò che ti ha fatto per un momento cazzo! La situazione è seria!-

-Non ce la faccio bill..-

-fai quello che vuoi.. ciao! - urla

Si mette velocemente il giubbotto, prende le chiavi dell'altra macchina ed esce di casa.

Io non ce la faccio ad andare in ospedale. Non me la sento. Non riesco ad andare li, e vederlo così debole, con gli occhi chiusi, lottando contro la vita e la morte.

Mi sento male solo a pensarci. In questo momento tutto il dolore che mi ha fatto provare mi scivola via, insignificante, e non mi importa più, voglio solo che lui si risvegli.


*coma, coma coma coma * ronza nella mia testa e picchia forte. Mi metto le mani sulla faccia. No, non è possibile! Non è davvero possibile! Perchè , perchè lui?

Salgo le scale e vado al secondo piano, diretta nella sua stanza; apro il suo armadio e mi metto addosso la felpa che mi aveva dato giorni fa quando ero tornata dall' Italia.

E rieccolo, il suo profumo entra dentro la mia pelle. E come se lui fosse qui, accanto a me, ma non ce, perchè è in quel cavolo di lettino che sta rischiando..

Basta, devo andare da lui, non posso stare qui, devo fargli sentire la mia presenza, e il mio calore.

Esco di casa e prendo la bicicletta dal garage. Salgo sul sellino e inizio a pedalare, sempre più veloce , con destinazione l'ospedale.

La parola coma rimbomba ancora nella mia mente , mi sento sempre più debole, ma devo arrivare da lui. Una lacrima scende sul mio viso, ma viene trasportata via dal vento che la porta non so dove.

Arrivo davanti all'ospedale , scendo dalla bici e la butto per terra. Corro ed entro dentro. Mi guardo attorno cercando un infemiere, qualcuno che possa darmi delle indicazioni. Vedo un gruppo di dottori e corro verso di loro.

-scusate potete dirmi dov'è la stanza di Tom Kaulitz? E' stato ricoverato da poco, per un incidente -

-Lei è un familiare?- Mi dice uno di loro serio

-No, sono un amica, ma vivo con lui e il fratello da anni ormai-

-Mi spiace, ma solo i familiari possono sapere la stanza del ragazzo-

-la prego, è importante, la songiuro . Non sono una di famiglia, lo so, ma è come se lo fossi. La prego davvero, mi dica dovè la stanza!- lo guardo negli occhi. Un altra lacrima scende e lui la nota.

-Vabbene. Stanza 483 secondo piano,ma non può stare molto l'orario delle visite è finito da parecchio-

-la ringrazio davvero! - sorrido

Vado verso l'ascensore, aspetto con ansia che arrivi nel mio piano, poi entro , schiaccio il pulsante 2 e salgo . Esco dall'ascensore e mi metto a cercare la stanza. Da lontano vedo un gruppo di gente, fuori da una porta, li riconosco, sono Bill, Gustav, Georg , Simone, Gordon e il padre di Tom.

Vado incontro a loro che mi sorridono.

-si sa qualcosa di Tom?- chiedo preoccupata

-No! Quei cavolo di medici non ci fanno sapere niente! - urla in lacrime simone

-dai mamma, tranquilla, andrà tutto bene , lui è forte, lo sai – la consola bill

-Ma si può entrare dentro?-

-A noi hanno detto di no- risponde gustav

Lo guardo.. ' al diavolo, io entro ! ' dico seccata

Apro lentamente la porta, e lo vedo li, immobile, con la flebo attaccata al braccio e con due tubicini che gli entano nelle narici..

E' una visione orribile. Era il mio esempio di persona forte che riusciva superare tutto, e adesso vederlo in questo stato un pugno allo stomaco. Mi siedo accanto a lui e gli tengo forte la mano.

-Oh Tom.. Perchè sei qui in questo momento? Perchè è andata cosi? Perchè abbiamo litigato ? Perchè perchè perchè??

Dovevi essere a casa, dovevamo chiarire, o almeno provarci. Come vorrei tornare indietro nel tempo, quando non sapevi niente di questa cotta per te, dove ridevamo e scherzavamo , dove eravamo io e te, amici per la pelle! Da quanto tempo non passiamo una giornata divertente insieme vero?

E' così inutile poterti parlare, se tu non mi senti.

Starò qui, con te ogni giorno fino a quando i tuoi occhi non si riapriranno, fino a quando potrai finalmente ascoltarmi.

Tom, io Ti amo.. Ti ho sempre amato, dal primo giorno che ti vidi nel parco, capii subito che eri una persona speciale e non ho mai smesso di pensarlo..

Devi lottare, devi essere forte. Qualunque cosa accadrà, io sarò sempre accanto a te, fisicamente o mentalmente, mai uscirai dalla mia testa.. Tom..- piango come una stupida, dovrei resistere, ma non ci riesco, è più forte di me.

Gli stringo sempre di più la mano, con le lacrime poi , mi avvicino al suo volto e dolcemente gli sfioro le labbra, dandogli un bacio, un leggero bacio, che sa di lacrime amare, poi poggio la mia testa sul suo petto e lentamente chiudo gli occhi, sperando di potermi svegliare ,trovarlo con la bocca sorridente e che mi fissa con i suoi grandi occhioni color nocciola..

  
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