Dottor Jekyll e Mister Hyde Made a wrong turn[Interruzione automatica]Once or twice[Interruzione automatica]Dug my way out[Interruzione automatica]Blood and fire[Interruzione automatica]Bad decisions[Interruzione automatica]That's alright[Interruzione automatica]Welcome to my silly life. Il
secondo ed il terzo giorno alla Union High passarono per Alexis ben
differentemente dal primo: niente incontri spiacevoli, niente minacce,
niente di niente. Le ore erano trascorse nella più totale normalità e
alla fine della giornata scolastica di venerdì un sorriso illuminava le
labbra della ragazza. Quella
mattina lei e Chloe erano venute in macchina. La cugina aveva preso la
patente da circa un mese e quel giorno sarebbero andate finalmente a
Sheffield per fare compere in vista della festa di Colin. Ad Alexis
faceva strano parlare di “festini” in quel piccolo paesino che era
Chesterfield. Forse aveva i classici pregiudizi della ricca ragazza di
città ma la stupiva l’idea di partecipare ad una semplice festicciola.
Semplice se paragonata a quello che era stata in grado di combinare a
Londra certe sere. Scosse
la testa scacciando via quei pensieri e chiuse la portiera della
macchina, mettendosi poi immediatamente la cintura. Chloe temporeggiò
qualche secondo fuori dalla macchina, mettendosi d’accordo con
Gabriella, una sua compagna del corso di inglese, per l’orario di quella
sera. Alexis osservò curiosa dal finestrino l’ingresso della scuola ed
il suo sguardo cadde sull’ultima persona che avrebbe dovuto vedere:
Evan. Non
era cambiato molto in quei due anni, si era solamente alzato un po’ ed
aveva messo su massa muscolare. Aveva i capelli mori che scendevano
sulla fronte in un ciuffo perennemente disordinato, i lineamenti del
viso regolari e leggermente marcati. Il suo viso oscillava sempre fra
l’essere considerato o duro o dolce; il suo aspetto esteriore sembrava
riflettere il suo dualismo interiore. -Eccomi,
finalmente possiamo partire!- Alexis si voltò verso la cugina,
sorridendole, e quando tornò a guardare l’ingresso Evan non c’era più.
Sospirò, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e
concentrandosi su quello che le stava raccontando Chloe. Ci
misero un’ora per arrivare al centro commerciale di Sheffield. Chloe
parcheggiò la macchina fortunatamente vicino all’ingresso principale.
Scesero dall’auto ed entrarono nell’edificio. -Non
sarà l’Oxford Street di Londra ma ce la caviamo bene anche da queste
parti, dai!- Disse sorridente Chloe mentre si soffermava vicino una
vetrina. -Sì,
devo ammettere che non è niente male!- Alexis sorrise, guardandosi
intorno incuriosita da tante novità. Era sempre rimasta nella sua
Londra, quasi fosse l’unica città esistente sulla faccia della terra.
Aveva sempre pensato che potesse darle tutto, ed era finita col fatto
che le desse troppo. Più
volte mentre camminavano fra le vetrine Alexis aveva visto nel volto di
un passante i bei lineamenti di Evan e più volte si era voltata di
scatto, facendo prendere uno spavento a Chloe. Possibile che le era
bastato incontrarlo dopo due anni per precipitare nuovamente in quel
mulinello di emozioni contrastanti? Ogni volta che riaffioravano nella sua mente i ricordi dei bei tempi
andati, Alexis scuoteva la testa, quasi a volerli scacciare via
fisicamente. Voleva mettere una croce sul suo passato, voleva sentirsi
libera dal peso di tutto ciò che aveva fatto, che le era stato fatto,
voleva vivere tranquillamente. Voleva vivere. -Posso farti una domanda, Alex?- Era
da circa mezz’ora che Chloe si stava cambiando vestiti su vestiti,
chiedendo ogni volta un parere alla cugina. Quella volta indossava un
tubino nero, semplice, che le calzava a pennello. Alexis fu sul punto di
aprire bocca ed approvare quando la cugina la interruppe. -Che
cosa c’è stato fra te ed Evan?- Domandò a bruciapelo, poggiandosi con
una spalla sullo stipite del camerino. Alexis boccheggiò per qualche
istante, presa in contropiede, abbassando poi lo sguardo. -Ci siamo frequentati quando stavamo ad Oxford. Per un mese.- Tre settimane.
Era partito una settimana d’anticipo senza salutarla, senza dirle
nulla. Si era rialzata da quel maledetto campo di grano, era tornata i
dormitori ed aveva scoperto che lui e Mark erano partiti prima senza
dare alcuna motivazione. -E non è finita bene?- Chloe la guardava con premura materna ed Alexis si sentiva infinitamente piccola e stupida. -No,
lui è scomparso di punto in bianco e non si è più fatto sentire.-
Ammise per la prima volta ad alta voce, passandosi poi una mano sugli
occhi umidi. –Perché me lo chiedi?- Chloe si avvicinò ad Alexis, inginocchiandosi poi affianco a lei e carezzandole dolcemente una guancia. -Sai,
io ed Evan siamo stati molto amici fino ai sedici anni, ovvero fino a
quell’estate del 2008. Avevamo finito quel ciclo di studi ed eravamo
pronti per andare alla Union High con tantissime promesse che ci eravamo
fatti a vicenda sull’amicizia eterna eccetera. Lui partì per Oxford per
seguire un corso di matematica di un mese... Tornò tre settimane dopo
completamente a pezzi. Si legò moltissimo a Mark Fennett, quel coglione
del suo attuale migliore amico
, e cominciò a frequentare nuove persone, dimenticandosi completamente
di me...- Si passò la lingua sulle labbra, prendendo fiato. -...Evan è
sempre stato un ragazzo ribelle diciamo. Coccolato e viziato dai suoi
genitori era cresciuto con molti vizi, fra cui quello del fumo. Già
quando eravamo amici fumava molto, ogni tanto si faceva una canna in
compagnia e beveva qualche bicchiere di troppo. Però quando tornò da
Oxford non lo riconobbi più, almeno per i primi sei mesi. Ho avuto
veramente paura che fosse caduto nel tunnel della droga...- Si fermò per
un istante, passandosi una mano fra i capelli corvini. -...Però poi ci
parlai, lui mi confortò dicendomi che non si sarebbe mai drogato e che
si stava solamente divertendo, niente di più. Disse che aveva trovato in
Mark e in Andrew degli amici in grado di capirlo e che non era più lo
stesso Evan che avevo conosciuto negli ultimi quattro anni. Disse che la
vita porta le persone a cambiare. Cos’è successo ad Oxford che l’ha
fatto cambiare?- Alexis
aveva ascoltato il racconto di Chloe senza fiatare, troppo presa alla
sprovvista per poter formulare una qualsiasi frase di senso compiuto.
Era rimasta sorpresa dal fatto che Chloe fosse così tanto amica con Evan
e soprattutto l’aveva colpita il fatto che lui fosse tornato diverso da quella vacanza. Lei
cosa doveva dire allora che dopo essersi risvegliata in quel campo era
diventata un’altra persona. Aveva cominciato a bere, a fumare, ad andare
alla ricerca di nuove esperienze sul baratro della perdizione. Aveva
completamente perso la volontà di trovare nel buono in ciò che la
circondava e pur di eliminare il ricordo di Evan era scesa a tutti i
tipi di compromessi e accordi sessuali con i ragazzi. -Alex, ci sei?- Chloe le sventolò una mano davanti al viso e Alexis sbatté le palpebre annuendo. -Io... Io non lo so cosa sia successo... So solo che un giorno a caso è scomparso.- Bugia. Non era stato un giorno a caso, era stato il giorno del campo di grano. Il
viaggio di ritorno verso Chesterfield fu estremamente veloce. Alexis
lasciò che la sua mente vagasse e che il suo stato d’animo accusasse i
colpi di quel racconto della cugina. Fumò un paio di sigarette nella
speranza di soffocare quel mix esplosivo di sentimenti che si stava
creando all’interno di lei, nella speranza di rilassare i nervi affin
troppo tesi. Arrivarono
a casa alle diciannove e quindici: avevano ben un’ora per prepararsi
prima di uscire. Chloe si precipitò a farsi la doccia ed Alexis per la
prima volta dopo tre giorni si ritrovò ad osservare curiosamente la
stanza della cugina. Si avvicinò ad una bacheca appesa vicino alla
finestra. C’erano almeno sessanta foto e altrettanti post-it. Vide foto
di Chloe con Sam, Megan e Alyson, altre con Matthew o con altri ragazzi
che non aveva ancora modo di conoscere. Trovò diverse foto loro che
carezzò con la punta delle dita, quasi a soffermarsi a rivivere quei
momenti così lontani nel tempo. Sei la mia migliore amica, ti voglio bene. La
calligrafia di Sam era ben visibile grazie al colore del post-it che
aveva utilizzato: rosa. Infine Alexis trovò la foto che inconsciamente
stava cercando: Chloe abbracciata ad Evan. Probabilmente
quella fotografia era stata scattata proprio quell’estate, perché
riconosceva perfettamente il taglio di capelli che aveva Evan ad Oxford.
Passò un dito sul suo viso, quasi in una delicata carezza, abbassando
poi lo sguardo e sospirando. -Bella
quella foto, vero?- La voce di Chloe fece sobbalzare Alexis. Già aveva
finito la doccia? Per quanto tempo si era imbambolata di fronte quella
bacheca. –Per quanto disprezzassi e disprezzi Evan non sono mai riuscita
a toglierla, mi piaceva decisamente troppo.- -Perché
mi hai fatto quella domanda oggi al centro commerciale?- Domandò
Alexis, arrotolando nel frattempo una ciocca di capelli intorno al suo
indice destro. -C’era
come un muro fra di voi; un muro fatto di cose non dette e di momenti
vissuti insieme... Lo noto ogni volta che lui ti guarda o che tu guardi
lui.- Alexis arrossì, Chloe era riuscita a coglierla in flagrante mentre
osservava Evan. –Comunque al diavolo il passato e al diavolo Miller.
Vatti a fare la doccia che abbiamo una festa a cui andare!- Alexis
non se lo fece ripetere due volte. Si fece la doccia e si preparò
velocemente vestendosi e truccandosi. Chloe alla fine aveva comprato il
tubino nero ed era meravigliosa, almeno a parere di Alexis. I capelli
corvini ricadevano lisci ed ordinati nel suo caschetto. Le labbra piene
erano risaltate da un rossetto rosso e gli occhi erano truccati alla
perfezione. Alexis
indossava una gonna a vita alta ed una camicetta leggermente scollata
che le risaltava il seno. I capelli castani erano stati piegati in
morbidi boccoli e gli occhi verdi erano adornati da una semplice passata
di mascara. La ragazza indossò le calze nere e si mise i tacchi,
prendendo poi un cardigan e facendo cenno alla cugina che potevano
(finalmente) andare. La
casa di Colin Hubers era lontana da Chesterfield almeno una
mezz’oretta. Prima di andare Chloe ed Alexis passarono a prendere
Gabriella e Alyson. Inutile dire che quest’ultima fosse incredibilmente
agitata: aveva una cotta secolare per Colin e si era messa tanto profumo
per l’occasione che furono costrette ad aprire i finestrini della
macchina. Quando
arrivarono c’erano già molte macchine sul viottolo che portava alla
grande villa e la musica suonava forte. Fortunatamente le case erano
molto distanziate le une dalle altre, altrimenti la polizia sarebbe
arrivata subito per le lamentele dei vicini. Le quattro ragazze
entrarono nella casa e ciò che vide Alexis la fece decisamente ricredere
su come la pensava sui festini nello Yorkshire: quella era una festa
che avrebbe dato filo da torcere anche al figlio del Barone! -Chloe!-
Un ragazzo dai capelli biondi tendenti al rossiccio abbracciò con foga
la cugina. La ragazza si staccò da quell’abbraccio e diede un buffetto
affettuoso al ragazzo, baciandolo poi su una guancia. -Alexis, ti presento James.- Alexis tese la mano che James strinse con decisione senza farselo ripetere due volte. -Tu
devi essere Londra! Io sono il migliore amico di quella, detto fra noi,
figa di tua cugina.- Alexis scoppiò a ridere, seguita a ruota a Chloe
che diede una spintarella al ragazzo, facendogli la linguaccia. -Alex,
Chloe!- Megan e Sam arrivarono prontamente stringendo due bicchieri
pieni probabilmente di alcol. Erano palesemente brille e non facevano
niente per nasconderlo. -Madison dov’è?- Domandò Chloe, rubando un sorso a Sam. –Vodka liscia, bleah.- -Sta da qualche parte con George.- -Sta scopando con George.- Puntualizzò Megan con un tono decisamente stralunato. Guardandosi
intorno Alexis fu catapultata inevitabilmente indietro nel tempo. Si
ritrovò mentalmente nella casa del figlio del barone. Londra 2010, due mesi prima. Era
da un po’ che Alexis frequentava Andrew. Non poteva dire di certo che
le piacesse, che fosse innamorata, però le piaceva farci sesso. Era
ormai una abitudine per lei quella di sgattaiolare negli spogliatoi
maschili, essere sbattuta al muro ed avvinghiarsi con le gambe intorno
alla sua vita. Lui si calava i pantaloni, le sfilava le mutandine
velocemente agevolato dal fatto che portasse la gonna e spingeva,
spingeva senza curarsi del fatto che le potesse fare male, senza curarsi
di farle provare piacere. Si svuotava ogni volta dei suoi piaceri e
svuotava lei ogni sentimento. Quella
sera la afferrò per una mano. Lui si era appena fatto una striscia di
cocaina e lei si era bevuta mezzo litro di vodka da sola. La portò in
bagno, chiuse la porta e la fece sedere sul lavandino. La spogliò
voracemente, quasi con violenza, e ci fece sesso a lungo, invitandola a
soddisfare diverse sue richieste. Lei rifiutò quando cominciò a tendere
verso l’esagerazione e lui la colpì in faccia violentemente più volte,
la chiamò puttana e la lasciò in quel bagno, mezza nuda e dolorante. Quando
qualcuno le sfiorò la mano Alexis quasi urlò per lo spavento, quasi
ricordando improvvisamente la mano di Andrew che la trascinava in quel
bagno. Si girò ed incrociò gli occhi di Evan. Fece un passo indietro,
rendendosi conto che non c’era né Chloe ne nessun’altra sua amica. -Perché
hai paura?- Domandò inarcando un sopracciglio. Alexis respirava
pesantemente, aveva la mente completamente annebbiata. Le sembrava di
sentire i colpi di Andrew sul sul viso, le sue parole le rimbombavano
nelle orecchie. –Lexi, stai bene?- Alexis barcollò e si poggiò con le
mani sulle spalle di Evan, cercando di annuire. –Hai bevuto? Hai preso
qualcosa?- Le passò un braccio intorno alle spalle e la condusse verso
il giardino. Alexis
si sedette su una panchina abbastanza lontana dalla festa e dal baccano
e si passò entrambe le mani fra i capelli. Evan continuava a guardarla
sinceramente preoccupato, ripetendo un’altra volta la sua ultima
domanda. -No,
non bevo e non mi faccio di stupefacenti da tre settimane circa.- Disse
ad un tratto Alexis. Continuava a strizzare gli occhi, quasi a voler
cacciare via l’immagine di Andrew, delle sue mani, della sua bocca. -Stai
piangendo.- Constatò Evan, spostandole questa volta con delicatezza le
mani dal viso e costringendola a guardarlo negli occhi. Alexis tirò su
con il naso e si lasciò sprofondare nell’azzuro degli occhi del ragazzo.
–Vuoi dirmi che ho succede, ho fatto qualcosa di sbagliato? Mi sono
solo avvicinato per salutarti, per parlarti.- Le
mani di Evan stringevano quelle piccole e tremanti di Alexis e quel
contatto sembrava bruciare. Per quanto tempo lei aveva sognato di poter
stringere ancora le sue mani? Per quanto tempo aveva visto i suoi
desideri infrangersi contro il muro portato dalla sua scomparsa
improvvisa? -Mi devi lasciare in pace, Evan.- Avrebbe
voluto rispondere “Non hai fatto niente” oppure “Non è colpa tua”. Ma
come faceva a non essere anche se in piccola parte colpa sua? Si era
buttata fra le braccia di decine e decine di ragazzi e infine fra quelle
di Andrew per provare a dimenticare lui. Lui che l’aveva lasciata senza
dirle nulla. Senza spiegarle neanche perché si fosse svegliata in un
campo di grano. -Non mi chiamare Lexi. Non sono più Lexi,
non lo sono da due anni!- Il tono della sua voce si alzò
dall’improvviso, sembrava quasi che la rabbia repressa in quei due anni
fosse uscita improvvisamente fuori. –Hai portato via tu Lexi, te la sei
portata via tu!- Liberò le sue mani dalla forte presa di Evan e colpì
violentemente il suo petto. –Ti sei preso la mia parte migliore e mi hai
lasciata in preda di quella peggiore. Mi hai abbandonata solo e con una
sola camicia addosso!- Le lacrime cominciarono a rigare violentemente
il viso di Alexis e le sue mani si fermarono sul petto di Evan,
smettendo di dargli pugni. Evan
restò immobile e in silenzio, colpito nel profondo da ognuna di quelle
parole. Guardava gli occhi verdi di Alexis ed il suo cuore accelerava e
rallentava repentinamente i battiti. Quel ventitré agosto 2008, come
poteva dimenticarselo? La sua vita era cambiata radicalmente e non per
colpa sua. Aveva dovuto subire dei colpi e lasciare che condizionassero
la sua vita. Eppure era cambiata anche Alexis... Per colpa delle sue
azioni aveva rovinato anche la vita di quella ragazza che invece gli
aveva dato tanto, incredibilmente tanto. Abbassò lo sguardo, infilandosi
le mani nelle tasche ed inspirando profondamente. -Ti
devo delle scuse, Alexis.- Mormorò, ritrovando la forza di affronta gli
occhi della ragazza. Lei scosse la testa, lasciando che un sorriso
ironico si dipingesse sulle sue labbra. -Che me ne faccio delle tue scuse?- -Io so di doverti delle spiegazioni, ma non è ancora il momento. Io... non mi sento ancora pronto.- Ed
era vero. Raccontarle cosa era realmente successo quella notte avrebbe
implicato aprirsi completamente a lei, rendersi pienamente vulnerabile e
fragile ai suoi occhi. Non era ancora pronto per fare quel passo. -Tu
capisci che io... Io devo ricominciare... Io non ce la faccio più ad
essere inglobata dal mio passato... Tu fai parte del mio passato...-
Parlava piano, scandendo ogni singola parola, mentre il cuore di Evan
sembrava lì lì per sfondargli il petto. –Io non ti ho dimenticato in
questi due anni.- Ammise alla fine, abbassando tutte le sue difese ed
aprendosi quel poco che bastava a lui. Si sciolse, dicendo quelle parole
ad alta voce dopo che per tanto tempo aveva provato a soffocarle dentro
di sé. -Tu
non sai quanto sia stato difficile lasciarti lì, non cercarti più.- Si
sedette sui talloni, ritrovando così a faccia a faccia con Alexis. Le
passò le mani dietro alla schiena e la strinse a sé, giovando di quel
contatto che tanto gli era mancato, che tanto aveva bramato. –Alexis, se
solo tu sapessi cosa mi è costato.- Sospirò pesantemente, mordendosi
poi il labbro inferiore. –Scusami... Io ti prometto, te lo giuro,
che ti racconterò tutto... Dammi solo tempo. Ti prego.- Ed anche Evan
lasciò cadere le sue barriere, guardando poi negli occhi Alexis. Lei
annuì debolmente, carezzando con la punta delle dita la pelle del suo
viso. Le
loro labbra si sfiorarono delicatamente, unendosi poi in un bacio. Fu
un bacio inizialmente dolce, triste, poi divenne impetuoso, tormentato,
quasi fosse lo specchio delle loro anime. Evan fece alzare Alexis dalla
panchina e la strinse con forza a sé, passando le braccia intorno alla
sua vita e carezzandole la schiena. Le mani di lei esplorarono
nuovamente il suo viso, i suoi lineamenti. In quel bacio sembrò che
fosse passato tutto il rancore, tutta la tristezza, tutte le parole non
dette ed accumulate in quei lunghi due anni. Si
staccarono, guardandosi poi negli occhi. Le loro labbra sembravano
bruciare per l’intensità di quel bacio, per il suo impeto, il suo
significato. Alexis abbassò lo sguardo, facendo poi un paio di passi
indietro. -Tu sei il mio passato.- Mormorò scuotendo la testa. –Io devo andare avanti. Io ho paura del mio passato.- Evan carezzò una guancia di Alexis con la mano, asciugandole le lacrime che erano scese. -Quello
che ho provato baciandoti era presente. Lascia che io ti aiuti ad
uscire dal passato, ti prego.- Fu una supplica quella che uscì dalle
labbra di Evan e suonò come un’inattesa sorpresa sia alle orecchie di
Alexis sia alle sue stesse. Lei
posò la fronte sulle labbra di Evan ed annuì piano, impercettibilmente,
ma fu sicura del fatto che lui avesse recepito il messaggio. Era
mezzanotte e mezza quando risalirono tutte e quattro nella macchina di
Chloe. Samantha continuava a raccontare di come finalmente si era
baciata con Colin e Gabriella descriveva quel tipo incredibilmente
carino che aveva visto al bancone degli alcolici. Chloe
guidava in silenzio ed Alexis guardava fuori dal finestrino,
completamente persa nei suoi pensieri. Evan l’aveva sorpresa
comportandosi in quel modo. Dopo due anni che aveva passato
imprecandogli contro, scaricandogli tutte le colpe delle sue disgrazie,
aveva rivisto la parte di lui che all’epoca l’aveva fatta innamorare. Era
come se quella sera lui le avesse aperto nuovamente il suo cuore, come
se le si fosse mostrato per ciò che realmente era: quel ragazzo un po’
sognatore che voleva studiare giurisprudenza. Il dualismo di Evan era
quasi tanto contorto come il suo... La parte migliore e la parte
peggiore sembravano lottare in lui, almeno agli occhi di Alexis. Quando
Gabriella sbatté la portiera scendendo dalla macchina, Alexis si rese
conto che era rimasta sola con Chloe. La cugina girò la testa,
guardandola severa. -Hai
bevuto, ti sei fatta di qualcosa?- Domandò. Alexis sbarrò gli occhi; si
sarebbe aspettata una qualsiasi domanda su quello che era successo fra
lei ed Evan ma non quella. -No, lo sai che sono pulita da tre settimane.- -Perché Mark andava in giro sostenendo che ti sei fatta di cocaina?- Mark? Come aveva fatto a dimenticarsi di quello stupido, inutile dettaglio di origine irlandese che disprezzava con tutta se stessa? Mark. -Chloe, credimi, non ho fatto nulla del genere.- Disse guardando la cugina negli occhi. -Io
ti credo Alex e ti ripeto che con me il tuo segreto è al sicuro ma tu
devi promettermi che non finirai in quello schifo. Almeno finché sei qui
a Chesterfield e vivi sotto il mio stesso tetto.- Era incredibilmente
seria e per Alexis fu come un secchio d’acqua fredda in faccia: la destò
completamente dal suo rimurginare su Evan. Quando
fu sotto le coperte al caldo inevitabilmente il suo pensiero volò verso
Mark. Cosa diavolo voleva dalla sua vita? Non l’aveva ancora vista e
già diceva baggianate alle sue spalle? A che fine poi? Tutto ciò gridava
inesorabilmente vendetta. Alexis
chiude gli occhi sprofondando fra le braccia di Morfeo e sognò a lungo
Evan. Le sembrò quasi che il suo profumo le inebriasse la mente, il
cervello, ogni singola fibra del suo corpo. Possibile che una persona
potesse essere così differente ed avere uno stesso volto? Come faceva ad
essere quel ragazzo che quasi si era commosso quello stesso ragazzo che
l’aveva lasciata in mezzo ad un campo di grano e non le dava ancora
spiegazioni? Hey,
mi ritaglio un piccolo angolino! Volevo scusarmi se questi primi
capitoli sembrano super deprimenti e vi spingolo sull’orlo della
depressione, ma col tempo la situazione migliorerà... Come vedete il
passato di Alexis non è esatta,emte rose e fiori. Cos’è successo quel
giorno ad Oxford? Cos’ha spinto Evan a perdere la sua amicizia con Chloe
e preferire Mark e la sua compagnia? E cos’ha fatto Alexis per arrivare
al punto di dover scegliere fra un centro di riabilitazione e lo
Yorkshire? Continuate a seguirmi per scoprirlo e vi preeeego recensite,
fatemi sapere che ne pensate, sennò penso che vi faccia incredibilmente
ed inesorabilmente schifo! |