Ciao! Scusate per l'ennesima
volta il ritardo, ma i casini mi si accumulano... ora la mia collega si è
licenziata e io mi ritrovo a dover fare il doppio del lavoro di prima! Beh,
ma passiamo ad altro...
Siamo all'ultimo capitolo! Sigh... mi dispiace un po'... ma ho già scritto
i primi quattro capitoli del sequel e sto scrivendo il quinto... è anche
per questo che posto in ritardo... ora passiamo ai ringraziamenti: Shirin, Lila,
kagome0090, Makino, Lorimhar, Elychan, raska81, rubin89, kiky85, AngelMoon,
fede_chan 90, Natsu Yuki, ambri, kagome-chan, Neera e nihal per aver commentato
e per le varie minacce di morte... fosse per me avrei postato prima, ma troppi
casini uno dietro l'altro... un grazie enorme va anche a tutti i lettori...
ora leggetevi sto finale...
Capitolo
11 - ...Amore...?
"Se vuoi del sangue,
prendi il mio! Ma devi promettere che dopo avermi uccisa, infrangerai la barriera
che protegge questa sfera" Kagome urlava ormai disperata.
Inuyasha la guardava con
quegli occhi rossi, vuoti, come quelli di una belva impazzita, mentre Sesshomaru
continuava ad urlarle di allontanarsi.
Inuyasha fissava la ragazza,
e lentamente la presa su Sesshomaru si faceva meno salda. Il mezzo demone lasciò
definitivamente Sesshomaru, facendolo cadere a terra, e sguainò Tessaiga.
Kagome temeva che Inuyasha
potesse colpire lei, ma sperò che le sue parole fossero servite a qualcosa.
Quindi, tese la sfera, che teneva tra le mani, ad Inuyasha.
La lama di Tessaiga era
ormai divenuta rossa, ed in un colpo Inuyasha infranse la barriera. Kagome gli
sorrise, e gli sussurrò "Ti amo, Inuyasha".
Poi si allontanò,
fino a raggiungere Sesshomaru che nel frattempo si era trascinato lontano da
lì.
"Ora tocca a te"
disse Kagome, guardando fiduciosa Sesshomaru.
Il demone prese Tenseiga
e, dopo aver fatto appoggiare a terra la sfera, la colpì. Essa si frantumò
in mille pezzi, facendone fuoriuscire quella luce bianca che conteneva, che
andò ad avvolgere Inuyasha.
Il mezzo demone era totalmente
coperto dalla luce abbagliante. Quando questa piano piano svanì Inuyasha
aveva nuovamente il suo normale aspetto di mezzo demone.
Kagome gli corse incontro,
abbracciandolo.
"Inuyasha!" urlò,
versando lacrime di gioia.
"Sono tornato, piccola
mia. Grazie per avermi aiutato"
I due si baciarono a lungo.
Sesshomaru li osservava. Sembravano felici, gli occhi di Kagome avevano finalmente
ritrovato la luce che avevano perso nei tre giorni precedenti. Ma il demone,
al contrario, ora aveva gli occhi più spenti di prima, se ne accorse
subito Sango, che però non disse nulla.
Tutti sembravano essere
felici, quando una voce richiamò la loro attenzione.
"Sesshomaru, tu mi
hai rubato la sfera che contiene il cuore di Inuyasha!"
Tutti si voltarono, e videro
Kikyo.
"Vorrai dire che CONTENEVA,
dannata!" Inuyasha, pronunciando queste parole, si era avventato contro
di lei, con Tessaiga sguainata, ma la sacerdotessa non venne nemmeno scalfita
dal taglio nel vento.
"Inuyasha… vedo
che vi siete dati da fare subito, eh? Ma tu, Sesshomaru, non detestavi Inuyasha?
E non detestavi gli umani?" chiese Kikyo con voce pungente.
Sesshomaru la guardò
con lo sguardo più gelido che avesse mai potuto avere.
"Se c'è qualcuno
che detesto, quella sei tu!" e le si avventò addosso con Tokijin.
Ma anche questa volta, la sacerdotessa non venne scalfita.
Sango allora provò
a colpirla con il suo Hiraikotsu, ma non le fece nulla, e nemmeno Kagome riuscì
a colpirla. La sua freccia si polverizzò non appena venne in contatto
con la sacerdotessa.
Miroku allora si avvicinò
a Sesshomaru.
"Nobile Sesshomaru,
forse solo voi potete farla tornare da dove è venuta, ossia nel regno
dei morti. Forse Tenseiga, che ridona la vita a chi è appena morto ingiustamente,
può anche toglierla a chi la ha riavuta ingiustamente…"
"Dici monaco?"
"Può darsi.
Non lo so, ma in un caso, la facciamo fuori. Se invece dovessimo riportarla
in vita, a quel punto la potremmo uccidere come potremmo uccidere qualsiasi
altro essere umano"
Sesshomaru non rispose,
e in meno di un secondo colpì Kikyo con Tenseiga. Il corpo della miko
venne illuminato di una luce bianca, luce che in parte andò a trasferirsi
nel corpo di Kagome, e in parte si disperse nel cielo.
La parte dell'anima di Kagome
che risiedeva in Kikyo tornò al corpo originale.
L'immagine di Kikyo divenne
lentamente trasparente, fino a svanire nel nulla, lasciando a terra solo le
sue ceneri e la terra che formavano il loro corpo, avvolte dalle vesti che indossava.
In quell'istante, si udì una lontana voce:
"Inuyasha, ricorda,
non smetterò mai di amarti, un giorno sarai di nuovo mio!"
Kikyo, finalmente, aveva
avuto quel che le spettava. Non la morte, quella l'aveva già avuto cinquanta
anni prima, ma dopo tanto tempo, aveva avuto la pace eterna. Almeno questo fu
il pensiero comune di tutti.
Kagome guardò Inuyasha,
non sapeva come avrebbe reagito alla scomparsa di Kikyo. Lui era serio, molto
serio, e teneva lo sguardo fisso sulle ceneri della defunta sacerdotessa.
Kagome, accanto a lui, accortasi
di questo abbassò la testa, in fondo pensava che Inuyasha stesse soffrendo
moltissimo. Ma il mezzo demone, notato il comportamento di Kagome, le cinse
la vita con un braccio, senza distogliere lo sguardo dalle ceneri.
"Lo so, Kikyo, neanche
ora ti sei data pace. Ma tu sei morta, io sono vivo. E io non smetterò
mai di amare Kagome, colei che mi ha restituito la vita che tu stessa hai cercato
di togliermi più volte. Addio" disse poi, lui, quasi più
a sé stesso che alla miko.
Inuyasha abbracciò
Kagome e la baciò con infinita dolcezza.
Sesshomaru li osservava.
Sango aveva notato il modo nel quale il demone osservava la coppia, e credeva
di aver capito il motivo di quegli strani sguardi.
Miroku si avvicinò
alla sterminatrice, e le cinse le spalle.
"Finalmente è
tutto davvero finito, eh, mia dolce Sango?"
"Già…"
Sango si aspettava una mano "fuori posto" del monaco, invece no, nulla.
Quel momento per lei fu uno dei più belli della vita.
I due giovani andarono a
sedersi all'ombra di un albero, un po' lontani dal resto del gruppo. Ed osservavano
la scena tra Inuyasha, Kagome e Sesshomaru, aspettando il momento più
scioccante della loro vita.
Inuyasha si sciolse dall'abbraccio
di Kagome. Con passo lento, ma sicuro, si avvicinò a Sesshomaru.
I due fratelli rimasero
interminabili attimi a guardarsi negli occhi, senza proferire parola. Dentro
di loro avrebbero voluto dire milioni di cose, ma l'orgoglio impediva ad entrambi
di parlare, riuscirono solo a dire poche cose, semplici, ma dette con il cuore.
"Sesshomaru…
grazie. Senza di te sarei morto" disse Inuyasha, porgendo la mano al fratello.
Kagome si era allontanata,
permettendo così ai due di parlare senza essere ascoltati da altri.
Sesshomaru strinse la mano
del fratello.
"La prossima volta
che combini qualche casino, te lo risolvi da solo" disse poi il demone,
freddo come sempre, ma allo stesso tempo quasi in modo… fraterno.
Poi Sesshomaru diede un'occhiata
a Kagome, un'occhiata terribilmente malinconica. Tornò a posare lo sguardo
su Inuyasha, per poi riprendere parola.
"Capisco perché
ti sei innamorato di lei… la farai stare benissimo, ne sono certo…
buona fortuna. Forse, un giorno, ci rincontreremo"
Il demone lasciò
la stretta del fratello, si voltò e si incamminò verso il bosco,
per raggiungere la caverna dove aveva lasciato Rin con Jaken.
Inuyasha si avvicinò
a Kagome e le sussurrò qualcosa, la ragazza annuì e lanciò
al mezzo demone uno sguardo pieno di ammirazione.
Sesshomaru si era già
allontanato parecchio, ma una voce lo richiamò, facendolo fermare, ma
non si voltò.
"Aspetta, Sesshomaru!"
Sapeva bene di chi era quella
voce. Subito non voleva arrestare il suo cammino, ma il solo pensiero di non
considerare il suo richiamo gli faceva male.
Dei passi dietro di lui,
che gli si fermarono vicini. Si voltò verso Kagome, che aveva la sfera
degli Shikon in mano. Era quasi completa, mancava solo un piccolo frammento.
"Sesshomaru…
innanzitutto grazie… io… so che la sfera degli Shikon non ti è
mai interessata, ma anche se incompleta, voglio vedere se può servire
ad aiutare te…"
Kagome chiuse gli occhi,
Sesshomaru non capiva a cosa si riferisse la ragazza. Teneva la sfera tra le
mani, quasi come se fosse in preghiera, e sembrava molto concentrata. Dal suo
corpo scaturì una luce rosa che avvolse entrambi.
Sesshomaru si sentiva la
parte sinistra del suo corpo paralizzata. Quando la luce si affievolì,
Kagome aprì gli occhi, ed urlò:
"Ha funzionato!"
con un tale entusiasmo da richiamare ulteriormente l'attenzione dei presenti.
Sesshomaru si guardò il suo braccio sinistro: era come era sempre stato,
prima che Inuyasha glielo amputasse. Kagome aveva espresso il desiderio di far
tornare come prima il braccio del demone.
Sesshomaru le sussurrò
un "grazie" che udì a stento, poi si voltò e se ne andò
veloce. Ma mentre si voltava, Kagome vide che il demone aveva gli occhi lievemente
lucidi, che fosse addirittura commosso dal "regalo" che gli avevano
fatto Kagome ed Inuyasha? Sembrava quasi impossibile…
Il demone tornò nella caverna, Rin gli corse incontro, e notò
subito il braccio sinistro di Sesshomaru. Lui, come spiegazione, disse soltanto:
"Il regalo di un'amica"
Poi andò appena fuori,
osservando l'acqua del ruscello che scorreva, sedendosi su un masso, sotto il
sole, e si mise a riflettere…
"Kagome… una
ragazza magnifica, bella, coraggiosa, dolce, gentile, altruista, sensibile,
ma anche determinata… una donna davvero unica. Sei tu, Kagome, che mi
hai fatto capire cosa era giusto fare e cosa era sbagliato, e devo solo ringraziare
mio padre, per avermi spinto, seppur controvoglia, ad aiutare Inuyasha e quindi
a passare del tempo con te.
[…]
Ma voi… lo sapevate,
padre? Sapevate già tutto quello che sarebbe successo? Con lei io ho
capito cosa significa realmente provare dei sentimenti. Ho capito grazie a lei
che in fondo volevo bene ad Inuyasha. È vero, io non l'ho mai voluto
uccidere, anche se più volte ne ho avuta l'occasione. Come del resto
lui ha fatto con me, quando ha appreso la tecnica del taglio nel vento. Avrebbe
potuto uccidermi in un solo colpo, invece mi ha solo ferito, anche se in modo
piuttosto profondo, mi ha solamente ferito. Ed in fondo lo ringrazio anche di
questo, altrimenti non avrei mai conosciuto Rin, ed ora lei sarebbe morta.
Padre… io ancora però
non capisco con esattezza cosa volevate comunicarmi, inducendomi ad affrontare
questa situazione. In soli tre giorni io sono radicalmente cambiato, lo sento,
dentro di me. I sentimenti non li esternerò mai, è roba da deboli,
da umani, ma dentro di me li provo, ne sono cosciente e felice, in un certo
senso. E questo è solo merito di Kagome.
Lei… lei… è…
particolare. È dolce e gentile con tutti, ed a volte, in questi giorni,
quando il mio comportamento non le andava bene, non si faceva problemi a trattarmi
con durezza. Però aveva ragione, io stamattina sono stato davvero insopportabile.
Ma mi sono comportato così solo perché ero profondamente umiliato
e schifato da quel bacio che ho dovuto dare a Kikyo, perché sapevo che
Kagome aveva capito che avevo agito diversamente per ottenere la sfera, rispetto
a quello che avevo detto, e quindi temevo di doverle dire la verità…
e poi… solo stamattina ho guardato in faccia la realtà: durante
quel bacio io ho immaginato di baciare Kagome, solo in quel modo ho sopportato
quel che stava succedendo.
Avete capito bene, padre.
Ma ora ditemi: voi sapevate già tutto quel che mi sarebbe successo? Perché…
se lo sapevate… perché mi avete indotto ad affrontare una simile
situazione? Perché mi avete indotto a passare tre giorni con la donna
di mio fratello, una donna per la quale ora sto soffrendo terribilmente, una
donna che non avrei mai potuto avere, e per la quale ora sto soffrendo pene
d'amore?"
Una solitaria lacrima scese
da uno dei bellissimi occhi di Sesshomaru. Avete capito bene: Sesshomaru, grazie
a Kagome, aveva imparato ad amare, a voler bene, ed anche a soffrire. In realtà
tutto ciò lui già lo sapeva fare, ma lo nascondeva persino a sé
stesso.
"Kagome, tu…
mi hai fatto il regalo più bello al mondo. Mi hai fatto capire cosa vuol
dire provare dei sentimenti, amare, voler bene, soffrire… e grazie alla
tua bontà d'animo, che hai trasmesso anche a Inuyasha, mi hai ridato
quel braccio che per tanto tempo mi è mancato… mai come in questo
momento ho desiderato averti qui, e poterti stringere, finalmente, tra le braccia.
Ma questo non è possibile, perché tu non mi ami, tu… tu
sei e sarai sempre la donna di mio fratello".
Fine
E' finita... quasi quasi non postavo per non farla finire (scherzo). Bene, spero
di tornare presto con il sequel, nel frattempo vi abbraccio tutti forte forte...
grazie a tutti quelli che hanno commentato e a quelli che hanno semplicemente
letto... spero di tornare al più presto, io mi impegno... ciao! Grazie
davvero... |