Bleach 4
Dream Dream Dreamers: Il medico
Gli occhi sbirciano con circospezione da un piccolo spiraglio.
Vorrebbero sapere. Sono gli occhi di chi non crede a quello che
vedrà, gli occhi di chi non ci vuole credere, che si è
convinto per molte notti che il suo fragile castello fosse più
resistente della roccia quando invece basta un gentile alito di vento
a far crollare tutto un mondo.
Un gentile alito detto realtà.
Perché la realtà è innegabile.
Puoi coprirti gli occhi, fuggire magari, ma sempre saprai di lei,
sempre nella mente scorreranno le immagini che hai strenuamente
fuggito.
Cosa ti rimane da fare allora, piccolo essere umano a cui è stato tolto il dono di negare?
La rabbia, densa e rossa come vino feroce, lo assale mentre la sua
indole circospetta lo frena, esortandolo alla pazienza, ad aspettare il
momento giusto, che inevitabilmente arriva.
Non puoi più negare. Ma puoi cambiare la realtà, piccolo
uomo: puoi stringere le tue mani intorno al candido collo di giovane,
sussurrare al suo orecchio dolci parole di rabbioso amore mentre la
vita, piano, abbandona i suoi splendidi occhi grigi che tante volte
avevi ammirato, grato e stupefatto come per un dono divino.
E mentre godi, nella tua follia, dell'ultimo sospiro... Ti svegli.
L'uomo si passò una mano sul volto, ancora leggermente scosso.
Se i Kami esistevano, cosa che lui negava da quando aveva capito come
girava il mondo, era evidente che avevano deciso di punirlo
così, propinandogli per ogni singola notte della sua vita il suo
misfatto, come un marchio indelebile di infamia che lo avrebbe
accompagnato in eterno a ricordargli la sua colpa di avere troppo amato.
Perché mai odio sarà più amaro di quello germinato
sul cadavere di un amore; mai rimorso sarà più tormentoso
della vita negata a colei per la quale avresti sacrificato la tua.
Pianse, sperando di lavare con le lacrime il peccato.
Ma il rosso sulle sue mani non sarebbe mai più andato via.
"Aizen-san, mi spiega perché ha insistito tanto sugli amanti della vittima?"
Sousuke si prese il suo tempo per rispondere, impegnato com'era a
guidare seguendo ogni singola norma del codice della strada: volendo
avrebbe potuto dare lezioni ad uno stunt-man, ma le sue numerose regole
auto-imposte contemplavano l'ossessivo rispetto delle regole
soprattutto quando stava per agire al di fuori di esse.
Di traverso, lanciò una lunga occhiata al suo assistente per
quella domanda oziosa: avrebbero interrogato ciascun sospettato a coppie
in momenti diversi per ottenere il massimo delle informazioni
possibili, in quanto mentre lui si sarebbe limitato a porre le domande
ed a ottenere risposte convincenti, Gin avrebbe osservato gli
atteggiamenti del sospettato in questione traendone utili spunti.
La sua capacità di osservazione non era seconda a nessuno, tuttavia il suo acume non andava di pari passo.
"La vittima è stata strangolata" osservò, quasi casualmente
"E quindi?"
"Generalmente è un modus operandi proprio di un killer che ha
avuto una conoscenza approfondita della vittima, oppure di un assassino
che trae il suo piacere nella sottomissione anche sessuale. In mancanza
di meglio, suppongo che iniziare con un amante respinto sia la migliore
delle idee, non trovi?"
"Mh..."
"Vorresti aggiungere qualcosa?"
"Secondo me è banale, cioè... il classico delitto passionale?"
"Illuminami allora. Nel frattempo faremo come ho detto. Hai la scheda?"
Dalla piccola borsa di cuoio che il giovane uomo teneva stretta tra le
gambe, tirò fuori una cartellina rossa che aprì per
leggere al suo superiore il contenuto
"Kurosaki Ichigo, anni 24, sposato. Gestisce una piccola clinica a
Karakura che ha fondato personalmente al termine di laurea breve in infermieristica... questa
poi non l'ho capita, di punto in bianco questo apre una clinica? E i
soldi?"
"Leggi oltre" gli consigliò Aizen, senza distogliere gli occhi
da una vecchina che stava attraversando la strada ad una
velocità che avrebbe fatto invidia a una lumaca
"Sempre al termine dei suoi studi si è sposato con... Kuchiki Rukia? Una di quei Kuchiki?"
"Secondogenita del ramo principale della casa dei Kuchiki, esatto...
famosa per una certa testardaggine e il suo volere agire fuori dalle
regole: ha conosciuto il bel Kurosaki al liceo e se lo è preso a
dispetto di tutta la famiglia"
"La principessa e il povero insomma... questa storia sta accumulando un clichè dietro l'altro!"
Tanto per rimanere in tema, casa Kurosaki era una piccola e
graziosa villetta in periferia, con clinica annessa. Non fosse stato
per l'insolito ingresso dalle ampie vetrate coperte da tende di un
bianco candido, non sarebbe satta minimamente diversa da tuttte le
altre abitazioni nei dintorni, due piani, tetto a spiovente e
giardinetto annesso, cosa che fece gemere l'argenteo di sconforto.
Se c'era una cosa che odiava era la banalità, le cose scontate, la ripetitività.
Anche questo uno dei motivi per cui aveva accettato oggettivamente con
un certo sollievo il licenziamento dalla polizia, certo, l'orgoglio gli
bruciava al pensierto che l'artefice della sua disfatta fosse stato un
moccioso, ma pazienza.
Avrebbe avuto la sua vendetta, pensò senza lasciare trasparire i
suoi pensieri mentre bussava con garbo alla porta di legno.
Ad occhieggiare un pò timidamente da dietro lo spioncino c'era una donna, anzi, una ragazza, si corresse mentalmente Gin
"Desiderate?"
"Polizia. Vorremmo rivolgere alcune domande al signor Kurosaki Ichigo,
se fosse possibile" sorrise Gin mostrando la patacca di latta che
riproduceva il distintivo della polizia giapponese
"Ichigo?" boccheggiò, scioccata, portandosi una mano alla gola.
"Non si preoccupi, ci serve solo rivolgergli alcune domande" la
rassicurò Aizen, prendendo il controllo della situazione come da
copione: per quanto si sforzasse, Gin incuteva una sorta di timore
nella gente, lo volesse o meno, così aveva pensato bene di
approfittare della cosa: lui spaventava la gente, poi arrivava lui,
bello e cordiale e i testimoni, sollevati nell'avere a che fare con un
tipo del genere si aprivano con più facilità.
"Le ruberemo solo qualche minuto"
"P... prego, accomodatevi... Ichigo, cioè, mio marito è
in ufficio, lo chiamo subito" mormorò la donna, suo malgrado
sollevata, conducendoli in salotto mentre i due "poliziotti" non
poterono fare a meno di notare le condizioni in cui versava la padrona
di casa.
"Vi prego, sedetevi, vi porto del tè"
"Molto gentile,grazie mille"
Il padrone di casa non li fece attendere molto: da una porta
sbucò fuori un giovanotto alto dai capelli di uno assurdo color
carota e l'aria piuttosto ostile e imbronciata
"Kurosaki Ichigo?" si alzò in piedi Aizen salutando con garbo
"Si, sono io. Rukia mi ha detto che siete della polizia" li squadrò leggermente sospettoso
"Esatto, vorremmo rivolgerle alcune domande, se non le dispiace"
"Prego"
Nel frattempo, Kuchiki Rukia stava portando un vassoio con teiera e
tazze: immediatamente Ichigo abbandonò l'aria seriosa per
prenderne una forse un pò allarmata, alzandosi di scatto per
prendere il vassoio dalle mani della moglie e beccandosi un rimbrotto a
bassa voce che i due fecero finta di non capire ma che li fece
sorridere involontariamente.
"Cosa posso fare per voi, allora?" chiese il pel di carota porgendo loro lo zucchero
"Arigatou. Vorremmo informazioni da voi circa una persona, Orihime Inoue..."
Per un solo fugace istante, i due si irrigidirono ma la cosa non sfuggì ai detective
"La conoscevate?"
"Direi di sì" grugnì Ichigo, torvo "Mia moglie e Inoue
sono state compagne alle medie, frequentavamo lo stesso gruppo di
amici..."
gesticolò vago come se avesse spiegato tutto
Aizen annuì, comprensivo, mentre Gin faceva i complimenti alla
padrona di casa per il tè eccellente ricevendone un timido
sorriso grato
"Perdoni se le sembro scortese... quindi la vostra era una semplice amicizia?"
"Certamente."
"Dunque, quando ha saputo del suo omicidio...."
Ancora fremito... Il signor Kurosaki non dov essere una persona capace di nascondere le emozioni, per quanto ci provi
"Inoue è morta?"
A sorpresa, la bocca spalancata in un muto stupore, Kuchiki Rukia si
riscosse dal suo stato di gelida guardia, lanciando occhiate orripilate
al consorte che non osò guardarla negli occhi
"Mi stupisce che lei non ne sapesse niente, Kuchiki-san"
"La colpa è mia... ho tenuto Rukia all'oscuro di tutto... le sue
condizioni, insomma..." mormorò il medico prendendo la testa tra
le mani.
La mora si limitò a stringere le labbra, evitando di dire quello
che pensava di lui in presenza di estranei: in fondo, l'educazione
impartitele non era acqua.
"La signorina Orihime è stata assassinata due giorni fa nel suo
camerino, quindi stiamo indagando su tutte le persone che hanno avuto
un qualche collegamento con la vittima. Negli ultimi tempi, siete
venuti a conoscenza di comportamenti strani tenuti dalla vostra amica,
o magari vi ha parlato di un qualche tipo sospetto, pedinamenti,
minacce?"
"No... è che è molto tempo che non ne sappiamo niente...
da qualche anno ci siamo un pò persi di vista, sa
com'è..."
"Capisco... signorina Kuchiki, potrebbe lasciarci un minuto da soli?"
"Che... cosa..."
"Ho delle informazioni strettamente riservate al signor Kurosaki.
Ovviamente in quanto consorte potrebbe rimanere ma non credo che il suo
contenuto le piacerebbe"
Aizen non sorrideva più, anzi. Ne aveva già le tasche
piene, voleva concludere al più presto quella faccenda e magari
dare un colpo di telefono a Tia per vedere se quella sera era libera.
Fortunatamente non ci fu bisogno di aggiungere altro, la signora
Kurosaki levò alla svelta le tende, lasciando i tre uomini soli
nel piccolo salottino, anche se un osservatore esterno avrebbe pensato
di vedere un serpente velenoso e un rapace pronti a fiondarsi su un
pulcino indifeso
"Kurosaki-san, sa perché siamo qui?" chiese all'improvviso il sorridente Gin
"Pe... per informazioni su Inoue, giusto?"
"Yare, yare... siete molto ingenuo, Kurosaki-san... le informazioni che ci servono le abbiamo già"
"Infatti" confermò il collega "Lei, posso comprendere
perché, in precedenza ci ha mentito. Questo la mette in una
brutta situazione, lo sa?"
"Kurosaki-san, lei ha avuto una relazione molto più intima con Orihime. Di questo vogliamo parlare."
"Relazione... è stato molto tempo fa..." cercò di difendersi il ragazzo
"Ce ne parli."
Un ordine proveniente da un poliziotto. Un poliziotto che sapeva, magari sapeva più di quello che voleva far credere...
"E'stato diverso tempo fa" ripetè, gli occhi fissi nella tazza
di tè "Prima di conoscere Rukia, mi... frequentavo con Inoue.
Una cosa da ragazzini, forse, però... è andata avanti
finché lei non ha avuto proposta di entrare alla Toho
Gakuen. Da allora ci siamo visti sempre di meno, finché abbiamo
capito che non valeva la pena continuare. Poi al liceo ho conosciuto
Rukia...però siamo rimasti sempre in contatto, penso eravamo
abbastanza maturi da accettare il fatto che la nostra storia fosse
finita. Questo è quanto"
"Posso chiederle quando ha sposato Kuchiki Rukia?"
"Grosso modo... meno di un anno fa, credo... no, aspetti! Io amo mia
moglie, cioè, ci saremmo sposati lo stesso, magari più in
là..."
"Capisco" fece senza compromettersi Aizen, alzandosi e inducendo Gin a
fare lo stesso "Questo è un numero privato, ci chiami se le
viene in mente qualcosa. Le consiglierei di non muoversi da Tokio per i
prossimi tempi."
"Saluti la signora e le faccia i nostri auguri" sorrise, magari un
pò beffardo l'argenteo, chinando appena il capo in segno di
saluto
"Allora, Gin?"
"A un certo punto aspettavo solo che venisse il cane a saltellare
gioioso tutto intorno. Per fortuna che le cose sono diventate
più interessanti"
"Davvero. Tipico degli uomini incerti, nelle difficoltà ti diranno solo una mezza verità..."
Pensieroso, Gin si prese il mento tra le mani
"Una relazione c'è stata, ma che sia più complessa di quello che ci vuole fare credere?"
"Mh"
"Aggiungiamo la moglie alla lista dei sospettati, tanto per precauzione?"
L'altro lo guardò leggermente stranito, come se a volte pensasse che il suo subordinato avesse black-out cerebrali
"Non dico l'abbia fatto di persona, magari per interposta persona, la
gelosia o la rabbia di avere le corna... o forse la potente famiglia
Kuchiki che salva l'onore della cadetta..."
"Non occorre creare più ipotesi di quante siano necessarie, Gin."
"E va bene" si arrese l'altro "Siete intrattabile... astinenza forzata dalle donne? Chi è il prossimo?"
"Il professor Shiffer, a lui ci pensiamo io e Tousen. Tu vedi cosa puoi
sapere dal signor Jaegerjacques. Ah, portati dietro Stark, per ogni
ogni evenienza"
"Ma che caro capo, che si preoccupa per i suoi dipendenti..."
"Non fraintendere. Se riuscissi a ricavare qualcosa di utile e non
fossi in grado di tornare per riferire sarebbe inutile, non trovi"
"Amo quando siete così stronzo, Aizen-san"
"Non farti sentire da Tia..." mormorò a mezza bocca leggermente ilare l'uomo
"Ichigo... devi dirmi qualcosa?"
"Siediti, Rukia. Forse mi odierai, ma è meglio che tu sappia tutto."
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