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Autore: Darkshin    06/01/2011    2 recensioni
Tokio: una giovane donna assassinata, tre detective alla ricerca della verità, mille possibili colpevoli, nessun innocente.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gin Ichimaru, Sosuke Aizen, Tousen Kaname
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Bleach 4

Dream Dream Dreamers: Il medico


Gli occhi sbirciano con circospezione da un piccolo spiraglio.
Vorrebbero sapere. Sono gli occhi di chi non crede a quello che vedrà, gli occhi di chi non ci vuole credere, che si è convinto per molte notti che il suo fragile castello fosse più resistente della roccia quando invece basta un gentile alito di vento a far crollare tutto un mondo.
Un gentile alito detto realtà.
Perché la realtà è innegabile.
Puoi coprirti gli occhi, fuggire magari, ma sempre saprai di lei, sempre nella mente scorreranno le immagini che hai strenuamente fuggito.
Cosa ti rimane da fare allora, piccolo essere umano a cui è stato tolto il dono di negare?
La rabbia, densa e rossa come vino feroce, lo assale mentre la sua indole circospetta lo frena, esortandolo alla pazienza, ad aspettare il momento giusto, che inevitabilmente arriva.
Non puoi più negare. Ma puoi cambiare la realtà, piccolo uomo: puoi stringere le tue mani intorno al candido collo di giovane, sussurrare al suo orecchio dolci parole di rabbioso amore mentre la vita, piano, abbandona i suoi splendidi occhi grigi che tante volte avevi ammirato, grato e stupefatto come per un dono divino.
E mentre godi, nella tua follia, dell'ultimo sospiro... Ti svegli.
L'uomo si passò una mano sul volto, ancora leggermente scosso. Se i Kami esistevano, cosa che lui negava da quando aveva capito come girava il mondo, era evidente che avevano deciso di punirlo così, propinandogli per ogni singola notte della sua vita il suo misfatto, come un marchio indelebile di infamia che lo avrebbe accompagnato in eterno a ricordargli la sua colpa di avere troppo amato.
Perché mai odio sarà più amaro di quello germinato sul cadavere di un amore; mai rimorso sarà più tormentoso della vita negata a colei per la quale avresti sacrificato la tua.
Pianse, sperando di lavare con le lacrime il peccato.
Ma il rosso sulle sue mani non sarebbe mai più andato via.

"Aizen-san, mi spiega perché ha insistito tanto sugli amanti della vittima?"
Sousuke si prese il suo tempo per rispondere, impegnato com'era a guidare seguendo ogni singola norma del codice della strada: volendo avrebbe potuto dare lezioni ad uno stunt-man, ma le sue numerose regole auto-imposte contemplavano l'ossessivo rispetto delle regole soprattutto quando stava per agire al di fuori di esse.
Di traverso, lanciò una lunga occhiata al suo assistente per quella domanda oziosa: avrebbero interrogato ciascun sospettato a coppie in momenti diversi per ottenere il massimo delle informazioni possibili, in quanto mentre lui si sarebbe limitato a porre le domande ed a ottenere risposte convincenti, Gin avrebbe osservato gli atteggiamenti del sospettato in questione traendone utili spunti.
La sua capacità di osservazione non era seconda a nessuno, tuttavia il suo acume non andava di pari passo.
"La vittima è stata strangolata" osservò, quasi casualmente
"E quindi?"
"Generalmente è un modus operandi proprio di un killer che ha avuto una conoscenza approfondita della vittima, oppure di un assassino che trae il suo piacere nella sottomissione anche sessuale. In mancanza di meglio, suppongo che iniziare con un amante respinto sia la migliore delle idee, non trovi?"
"Mh..."
"Vorresti aggiungere qualcosa?"
"Secondo me è banale, cioè... il classico delitto passionale?"
"Illuminami allora. Nel frattempo faremo come ho detto. Hai la scheda?"
Dalla piccola borsa di cuoio che il giovane uomo teneva stretta tra le gambe, tirò fuori una cartellina rossa che aprì per leggere al suo superiore il contenuto
"Kurosaki Ichigo, anni 24, sposato. Gestisce una piccola clinica a Karakura che ha fondato personalmente al termine di laurea breve in infermieristica... questa poi non l'ho capita, di punto in bianco questo apre una clinica? E i soldi?"
"Leggi oltre" gli consigliò Aizen, senza distogliere gli occhi da una vecchina che stava attraversando la strada ad una velocità che avrebbe fatto invidia a una lumaca
"Sempre al termine dei suoi studi si è sposato con... Kuchiki Rukia? Una di quei  Kuchiki?"
"Secondogenita del ramo principale della casa dei Kuchiki, esatto... famosa per una certa testardaggine e il suo volere agire fuori dalle regole: ha conosciuto il bel Kurosaki al liceo e se lo è preso a dispetto di tutta la famiglia"
"La principessa e il povero insomma... questa storia sta accumulando un clichè dietro l'altro!"

 Tanto per rimanere in tema, casa Kurosaki era una piccola e graziosa villetta in periferia, con clinica annessa. Non fosse stato per l'insolito ingresso dalle ampie vetrate coperte da tende di un bianco candido, non sarebbe satta minimamente diversa da tuttte le altre abitazioni nei dintorni, due piani,  tetto a spiovente e giardinetto annesso, cosa che fece gemere l'argenteo di sconforto.
Se c'era una cosa che odiava era la banalità, le cose scontate, la ripetitività.
Anche questo uno dei motivi per cui aveva accettato oggettivamente con un certo sollievo il licenziamento dalla polizia, certo, l'orgoglio gli bruciava al pensierto che l'artefice della sua disfatta fosse stato un moccioso, ma pazienza.
Avrebbe avuto la sua vendetta, pensò senza lasciare trasparire i suoi pensieri mentre bussava con garbo alla porta di legno.
Ad occhieggiare un pò timidamente da dietro lo spioncino c'era una donna, anzi, una ragazza, si corresse mentalmente Gin
"Desiderate?"
"Polizia. Vorremmo rivolgere alcune domande al signor Kurosaki Ichigo, se fosse possibile" sorrise Gin mostrando la patacca di latta che riproduceva il distintivo della polizia giapponese
"Ichigo?" boccheggiò, scioccata, portandosi una mano alla gola.
"Non si preoccupi,  ci serve solo rivolgergli alcune domande" la rassicurò Aizen, prendendo il controllo della situazione come da copione: per quanto si sforzasse, Gin incuteva una sorta di timore nella gente, lo volesse o meno, così aveva pensato bene di approfittare della cosa: lui spaventava la gente, poi arrivava lui, bello e cordiale e i testimoni, sollevati nell'avere a che fare con un tipo del genere si aprivano con più facilità.
"Le ruberemo solo qualche minuto"
"P... prego, accomodatevi... Ichigo, cioè, mio marito è in ufficio, lo chiamo subito" mormorò la donna, suo malgrado sollevata, conducendoli in salotto mentre i due "poliziotti" non poterono fare a meno di notare le condizioni in cui versava la padrona di casa.
"Vi prego, sedetevi, vi porto del tè"
"Molto gentile,grazie mille"
Il padrone di casa non li fece attendere molto: da una porta sbucò fuori un giovanotto alto dai capelli di uno assurdo color carota e l'aria piuttosto ostile e imbronciata
"Kurosaki Ichigo?" si alzò in piedi Aizen salutando con garbo
"Si, sono io. Rukia mi ha detto che siete della polizia" li squadrò leggermente sospettoso
"Esatto, vorremmo rivolgerle alcune domande, se non le dispiace"
"Prego"
Nel frattempo, Kuchiki Rukia stava portando un vassoio con teiera e tazze: immediatamente Ichigo abbandonò l'aria seriosa per prenderne una forse un pò allarmata, alzandosi di scatto per prendere il vassoio dalle mani della moglie e beccandosi un rimbrotto a bassa voce che i due fecero finta di non capire ma che li fece sorridere involontariamente.
"Cosa posso fare per voi, allora?" chiese il pel di carota porgendo loro lo zucchero
"Arigatou. Vorremmo informazioni da voi circa una persona, Orihime Inoue..."
Per un solo fugace istante, i due si irrigidirono ma la cosa non sfuggì ai detective
"La conoscevate?"
"Direi di sì" grugnì Ichigo, torvo "Mia moglie e Inoue sono state compagne alle medie, frequentavamo lo stesso gruppo di amici..." gesticolò vago come se avesse spiegato tutto
Aizen annuì, comprensivo, mentre Gin faceva i complimenti alla padrona di casa per il tè eccellente ricevendone un timido sorriso grato
"Perdoni se le sembro scortese... quindi la vostra era una semplice amicizia?"
"Certamente."
"Dunque, quando ha saputo del suo omicidio...."
Ancora fremito... Il signor Kurosaki non dov essere una persona capace di nascondere le emozioni, per quanto ci provi
"Inoue è morta?"
A sorpresa, la bocca spalancata in un muto stupore, Kuchiki Rukia si riscosse dal suo stato di gelida guardia, lanciando occhiate orripilate al consorte che non osò guardarla negli occhi
"Mi stupisce che lei non ne sapesse niente, Kuchiki-san"
"La colpa è mia... ho tenuto Rukia all'oscuro di tutto... le sue condizioni, insomma..." mormorò il medico prendendo la testa tra le mani.
La mora si limitò a stringere le labbra, evitando di dire quello che pensava di lui in presenza di estranei: in fondo, l'educazione impartitele non era acqua.
"La signorina Orihime è stata assassinata due giorni fa nel suo camerino, quindi stiamo indagando su tutte le persone che hanno avuto un qualche collegamento con la vittima. Negli ultimi tempi, siete venuti a conoscenza di comportamenti strani tenuti dalla vostra amica, o magari vi ha parlato di un qualche tipo sospetto, pedinamenti, minacce?"
"No... è che è molto tempo che non ne sappiamo niente... da qualche anno ci siamo un pò persi di vista, sa com'è..."
"Capisco... signorina Kuchiki, potrebbe lasciarci un minuto da soli?"
"Che... cosa..."
"Ho delle informazioni strettamente riservate al signor Kurosaki. Ovviamente in quanto consorte potrebbe rimanere ma non credo che il suo contenuto le piacerebbe"
Aizen non sorrideva più, anzi. Ne aveva già le tasche piene, voleva concludere al più presto quella faccenda e magari dare un colpo di telefono a Tia per vedere se quella sera era libera.
Fortunatamente non ci fu bisogno di aggiungere altro, la signora Kurosaki levò alla svelta le tende, lasciando i tre uomini soli nel piccolo salottino, anche se un osservatore esterno avrebbe pensato di vedere un serpente velenoso e un rapace pronti a fiondarsi su un pulcino indifeso
"Kurosaki-san, sa perché siamo qui?" chiese all'improvviso il sorridente Gin
"Pe... per informazioni su Inoue, giusto?"
"Yare, yare... siete molto ingenuo, Kurosaki-san... le informazioni che ci servono le abbiamo già"
"Infatti" confermò il collega "Lei, posso comprendere perché, in precedenza ci ha mentito. Questo la mette in una brutta situazione, lo sa?"
"Kurosaki-san, lei ha avuto una relazione molto più intima con Orihime. Di questo vogliamo parlare."
"Relazione... è stato molto tempo fa..." cercò di difendersi il ragazzo
"Ce ne parli."
Un ordine proveniente da un poliziotto. Un poliziotto che sapeva, magari sapeva più di quello che voleva far credere...
"E'stato diverso tempo fa" ripetè, gli occhi fissi nella tazza di tè "Prima di conoscere Rukia, mi... frequentavo con Inoue. Una cosa da ragazzini, forse, però... è andata avanti finché lei non ha avuto proposta di entrare alla Toho Gakuen. Da allora ci siamo visti sempre di meno, finché abbiamo capito che non valeva la pena continuare. Poi al liceo ho conosciuto Rukia...però siamo rimasti sempre in contatto, penso eravamo abbastanza maturi da accettare il fatto che la nostra storia fosse finita. Questo è quanto"
"Posso chiederle quando ha sposato Kuchiki Rukia?"
"Grosso modo... meno di un anno fa, credo... no, aspetti! Io amo mia moglie, cioè, ci saremmo sposati lo stesso, magari più in là..."
"Capisco" fece senza compromettersi Aizen, alzandosi e inducendo Gin a fare lo stesso "Questo è un numero privato, ci chiami se le viene in mente qualcosa. Le consiglierei di non muoversi da Tokio per i prossimi tempi."
"Saluti la signora e le faccia i nostri auguri" sorrise, magari un pò beffardo l'argenteo, chinando appena il capo in segno di saluto

"Allora, Gin?"
"A un certo punto aspettavo solo che venisse il cane a saltellare gioioso tutto intorno. Per fortuna che le cose sono diventate più interessanti"
"Davvero. Tipico degli uomini incerti, nelle difficoltà ti diranno solo una mezza verità..."
Pensieroso, Gin si prese il mento tra le mani
"Una relazione c'è stata, ma che sia più complessa di quello che ci vuole fare credere?"
"Mh"
"Aggiungiamo la moglie alla lista dei sospettati, tanto per precauzione?"
L'altro lo guardò leggermente stranito, come se a volte pensasse che il suo subordinato avesse black-out cerebrali
"Non dico l'abbia fatto di persona, magari per interposta persona, la gelosia o la rabbia di avere le corna... o forse la potente famiglia Kuchiki che salva l'onore della cadetta..."
"Non occorre creare più ipotesi di quante siano necessarie, Gin."
"E va bene" si arrese l'altro "Siete intrattabile... astinenza forzata dalle donne? Chi è il prossimo?"
"Il professor Shiffer, a lui ci pensiamo io e Tousen. Tu vedi cosa puoi sapere dal signor Jaegerjacques. Ah, portati dietro Stark, per ogni ogni evenienza"
"Ma che caro capo, che si preoccupa per i suoi dipendenti..."
"Non fraintendere. Se riuscissi a ricavare qualcosa di utile e non fossi in grado di tornare per riferire sarebbe inutile, non trovi"
"Amo quando siete così stronzo, Aizen-san"
"Non farti sentire da Tia..." mormorò a mezza bocca leggermente ilare l'uomo


"Ichigo... devi dirmi qualcosa?"
"Siediti, Rukia. Forse mi odierai, ma è meglio che tu sappia tutto."
 

 

  
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