Normale
Caro Aaron,
so adesso chi sei. Penso a te ora come un estraneo. Sai in tutto questo
tempo ho voluto vivere la mia vita da umana o Ningen come mi ha
chiamata il tuo assassino. Non volevo più girarmi verso di te,
dopo che sono andata a cercarti, ma non come Max, come chi sei sul
serio. Sono indietro con gli studi, alla fine ho scelto Giurisprudenza
sul serio e mi sono iscritta. Non puoi immaginare quanto è
freddo e severo quell'edificio, io mi sento un pesce fuor d'acqua li ma
è ciò che posso fare. Ho calpestato i miei sogni per
credere nella giustizia quella che in questo mondo so che non si trova
e troverà mai, io lotterò pero' Max..., no Aaron.
Ho conosciuto la tua donna e tuo figlio che adesso ha nove anni,
somiglia a te a come ti vedevo io, ma non ha i tuoi occhi d'oro.
Ho cercato la tua tomba invano, non mi è stato facile ma siccome
eri di Palermo e il caso o tu, mi ha fatto incontrare quella donna,
penso proprio che anche il destino mi ha aiutata.
Tu eri un ragazzo un pò scontroso mi hanno detto, non conoscevo
questo lato di te e poco mi meraviglia. Quella donna ancora ti ama e
penso che se il signor Kami riuscisse a riportarti in vita magari vi
sposereste e dareste una famiglia a quel bimbo.
Ma il signor Kami era solo una visione, voglio pensare che tutto
ciò che ho vissuto è una mia idiozia e fantasticheria,
quella di una bambina che ancora a diciannove anni non vuole crescere.
Così adesso ti riscrivo anche per dirti che il mio affetto per
te non aveva senso, mi ha solo rubato anni della mia vita e fatto
perdere delle occasioni, adesso ho conosciuto un ragazzo che a quanto
pare ha interesse per me. Lui è un ragazzo reale e non vive
nella fantasia. Però qualcosa in lui mi turba, forse è il
fatto che sono ancora giovane in questo e l'amore o il pensare di avere
una storia reale mi fa paura.
Io ormai sono grande, volevo prima quando credevo che il mio paese e
l'ambiente in cui vivo fosse minacciato da qualcosa di incredibile,
dare la vita per salvarlo anche se quell'essere me lo ha impedito,
adesso stranamente sono passati mesi da quel giorno e sembra che tutto
sia scomparso.
Sembra che le mie fantasie siano scomparse e ne sono felice perchè sono cresciuta.
Addio mio Max, buona fortuna Aaron, e tutto è vero, ciò
che continuerò a fare sarà solo pregare per te. Io ti ho
voluto bene.
***
Questa volta Nadia non piange, resta fissa a guardare lo schermo del pc
prima di salvare e archiviare quel file, non ha il coraggio di metterlo
nel cestino, le è servito come uno sfogo, ripensa a tutto quello
che crede che sia una fantasia ma che mesi fa si è anche
manifestato.
"Non voglio più pensarci, ho una vita normale adesso!"
***
"Nadia, sono riuscito a tirarti fuori
da tutto, in questo maledetto corpo umano ancora riesco a usare i miei
poteri psichici. Ho mascherato ciò che l'uomo non deve vedere,
ma che avviene sotto i suoi occhi, giorno per giorno."
"Qualcuno ti da la caccia, l'ho
fiutato e l'ho visto, so che non è il solo, lui come sempre si
è nascosto e credo di sapere dove."
"Tu mi porterai da lui e io gli farò pagare tutto quello che ha fatto."
"Voi Ningen dovete vivere nell'ombra siamo noi a muoverci nell'ignoto."
Dal faragione con la mente Sesshomaru segue la figura della
ragazza che osserva quel vetro silenzioso e opaco, la segue spesso, sa
che lui la cercherà e che due volte ci ha già tentato in
questi mesi ma erano mosse false per seminare il curioso Youkai.
"Sciocco di un hanyou, crede che io
sia tanto stupido? Naraku non sai che c'è qualcosa di più
oscuro di te che ti sta usando."
"Il male, chi è messagero di odio è solo schiavo di sentimenti umani e disonorevoli."
"Io sono più grande e saggio di te, dannato! Eh si! Hai giocato la tua prima mossa, hai fatto centro per la tua morte."
***
Sotto gli occhi di Nadia, mentre lei pensa decisa di lasciarsi
tutto dietro e tornare alla sua vita rinunciando a dare impostanza ai
suoi particolari sensi, avviene qualcosa di inspiegabile con la ragione
umana.
"Sogno l’inverno oppresso dal mattino
Sogno la notte annientata dall’estate
Sogno l’aurora di un giorno che non verrà mai.
Mi ergo,
Vedo l’inferno che governa il paradiso terrestre.
Osservo una donna che piange per un bambino oramai morto.
Guardo l’odio che sovrasta l’amore.
Dentro me
un fiume in piena
Cresce.
Sbatte.
Gonfia.
Mi travolge!
Affogo,
ma sono io!
Mi aggrappo al mio scoglio e
sento che cieco posso ancora nuotare.
L’aurora sorge.
L’estate torna.
Quell’alba non verrà mai...
Io sono quell’alba che non viene ma che scalda.
Sfioro il vento
Io non sono materiale ma esisto.
Chi è umano è lontano dal letto di questo fiume,
io nuoto in queste acque
e osservo il paradiso che brucia tra le fiamme dell’inferno
alimentate da chi possiede quella carne tanto blanda."
Qualcosa di invisibile batte sulla sua testiera, sono parole
disperate, dette da chi è stato solo a guardare tutto e non ha
potuto muovere un dito. Frasi mescolate all'umano e non umano, come
quella figura che l'osserva dal faraglione.
Un contrasto che da vita a un vento forte che soffia adesso nella sua
stanza. Nadia guarda le finestre e la porta. Tutto chiuso. Non
c'è una spiegazione a tutto questo. Volano libri dalla libreria,
cadono a terra, abbassa gli occhi.
Sotto i suoi occhi il libro della divina commedia di Dante aperto, si gira la pagina, i suoi occhi verdi e sorpresi cadonosul Paradiso, canto XXII, verso 12.
La spada di qua sù non taglia in fretta
né tardo, ma' ch'al parer di colui
che disïando o temendo l'aspetta.
"Basta! Lasciatemi in pace!" Grida.
Si abbassa, mette le mani sugli occhi, non vuole guardare, non vuole capire. Vuole adesso solo vivere.
***
Sesshomaru ancora la osserva, capische che qualcuno o qualcosa di Aaron
si è manifestato, è più forte di prima, lo sente.
"Qualcosa sta avvenendo, la ragazza non doveva essere coinvolta!"
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