Il fatto che tu mi piaccia è un dettaglio

di Ellens
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Ormai tra me e Potter la situazione era diventata altalenante

Capitolo 6

 

Ormai tra me e Potter la situazione era diventata altalenante.

Alternavamo momenti d'odio profondo a momenti di pura indifferenza a momenti in cui lui si professava cambiato drasticamente.

Dopo quell'infausto giorno in cui lui mi baciò, le cose continuarono a prendere una strada tutta loro: Mary e Black cercavano sempre con più noncuranza di nascondere la loro storiella ormai sconosciuta probabilmente solo a Silente.

Li vedevi infiltrarsi in aule abbandonate e non uscirne per ore, tanto che dovetti a malincuore accettare la situazione, a patto che davanti a me non si scambiassero effusioni troppo esplicite e disgustose; mi sfogavo quindi con Emmeline, andando avanti per ore a parlare del fatto che la mia migliore amica stesse con il migliore amico di quell'energumeno di Potter, finché Emmeline non iniziò ad insinuare che fossi solo gelosa e avessi bisogno di un rapporto di amore profondo e passionale con James, costringendomi quindi a sfogarmi da sola davanti allo specchio del cesso.

 

Quel mercoledì di metà ottobre me ne stavo seduta calma e interessata ad un tavolo della biblioteca sfogliando un libro sugli Incantesimi Avanzati, quando qualcuno si sedette accanto a me.

Alzai impercettibilmente lo sguardo, scrutando Sirius Black che apriva un mattone di Trasfigurazione e iniziava a leggere a bassa voce.

- Potresti leggere nella tua mente? Grazie-

- Non capisco se leggo in silenzio. Grazie-

- Probabilmente tu non capisci e basta-

- Credi di essere più intelligente di me?-

- Credi di essere simpatico, Black?- dissi infine, voltandomi e piantandogli gli occhi addosso - Che vuoi?-

- Voglio parlare-

- Lo stiamo facendo-

- Bene, allora parliamo di Mary-

- Ho già detto a lei che mi sono arresa. SE ha intenzione di spezzarsi il cuore lo faccia pure, io l'ho avvertita-

- Non voglio spezzarle il cuore, Evans, perchè sei così presuntuosamente certa  che io sia sempre nel torto?-

- Non è forse vero?-

- No-

- Tu sei peggio di Potter che se ne va in giro dicendo di essere davvero cambiato-

- E quando l'ha fatto?-

- Ad Hogsmeade, per esempio, senza contare le innumerevoli occhiate da cane bastonato che non fa altro che lanciarmi-

Black ci pensò un attimo - Ah, ma credo sia un altro modo per abbordarti-

- Comunque sia, se vuoi stare con Mary stacci, non vi fermerò, ma sappi che se esce una sola lacrima dai suoi occhi a causa tua, tu sei un uomo morto-

Lui annuì; per una decina di minuti restammo in silenzio, infine s'alzò e si diresse verso l'uscita. A metà strada, però, si voltò e tornò da me - Dovresti dargli una possibilità, però-

- A chi?-

- A James-

- Ma se mi hai appena detto che tenta solo d'abbordarmi- iniziai scettica.

- Ah, be', sì, ma ci si mette d'impegno, te lo assicuro-

 

 

 

* * *

 

 

 Entrai nell'aula di Pozioni in anticipo di cinque minuti, come al solito.

Lumacorno era seduto alla cattedra sfogliando la Gazzetta del Profeta, la fronte corrugata e le grosse dita sudaticce.

- Salve professore- salutai sedendomi al mio posto. Amavo quell'aula, era il posto perfetto, quello che più preferivo in assoluto, subito dopo il mio letto.

- Oh, signorina Evans, salve- tossì un attimo, poi alzò la voce - Ha... Ha letto? Delle morti, intendo, ha letto?-

Il mio cuore ebbe un tuffo: ogni giorno andavo a dormire ringraziando il cielo che la mia famiglia fosse ancora intera; ogni giorno era un miracolo che non avessi qualcuno da rimpiangere, qualcuno di cui avere nostalgia.

- Se ne legge ogni giorno, ormai-

- Oh, certo, certo. Mi dispiace molto, i babbani sono innocenti, dopotutto-

- Anche i maghi, o per lo meno, la maggior parte, sono innocenti-

- Certo, certo-

Intanto l'aula s'era riempita e accanto a me aveva preso posto Lens.

- Ciao, oggi non mi hai aspettata-

- Sì, sono passata in biblioteca- spiegai, mentre Lumacorno dava le istruzioni per un Elisir elimina bruciature.

- Ehm, Marlene?-  James Potter, da dietro, bussò sulla spalla della mia amica.

- Sì?-

-Mi cedi il tuo posto?-

Che? No!

- No, Potter, resta dove sei-

- Voglio solo parlare un attimo-

Lens, che naturalmente non capiva il mio dolore, prese il suo calderone e si posizionò accanto a Remus, visibilmente sollevato e speranzoso di portare per una buona volta a termine una pozione ben fatta; Potter, felice e sorridente si piantò accanto a me, poggiando le mani sul calderone e prendendo ad osservarmi.

- Che hai da guardare, Potter?-

- Sei particolarmente bella oggi, sai, Lily?-

- Non sei cambiato più di tanto, James, eh- dissi, ricordandomi ciò che aveva detto Black.

- Sono oggettivo, Evans-

- No, sei pedante-

- Evans- iniziò lui mescolando l'intruglio nel calderone- che devo fare con te? Provo a cambiare e non ammetti il mio sforzo, torno ai soliti approcci e mi rifiuti...-

- Hai mai pensato che io non voglia davvero uscire con te?-

- Ovviamente no-

Sospirai; la situazione era davvero tragica.

- Potter, dimostrami che sei cambiato davvero-

Lui meditò un secondo - Se te lo dimostro uscirai con me?-

- Va bene- acconsentii. Naturalmente non avrei mai ammesso il suo cambiamento: il gioco era fatto.

- Facciamo una cosa, Evans: ora ti farò delle domande, rispondi sì o no-

Non mi sembrava una cosa insidiosa, quindi annuii.

- Hai visto la mia nuova uniforme?-

Gli lanciai un'occhiata, notando che effettivamente ne portava una nuova fiammante.

- Sì-

- La trovi diversa?-

La scrutai di nuovo: aveva effettivamente delle pieghe diverse dalle mie: probabilmente la madre gli aveva fatto qualche ritocco.

- Sì-

- E le mie nuove scarpe?-

Osservai le sue nuove scarpe nere lucide.

- Sì-

- Quindi, indosso vestiti diversi da ieri?-

Non avendo neanche più tanta voglia di pensare alle sue inutili domande, risposi sì senza ragionare.

- Mi sono cambiato, quindi?-

- Sì-

- Perfetto, allora sabato prossimo ci troviamo davanti all'entrata principale-

Cosa?

- Cosa?-

- Tu hai detto che saresti uscita con me se fossi cambiato, e io oggi mi sono cambiato-

- Io.. io non intendevo quello!-

- Hai detto sì, Evans, il gioco è fatto-

Che gioco schifoso.

 

 

 

- Esco con Potter-

Nella camera calò il silenzio.

Emmeline, che prima si lavava i denti, fece cadere a terra lo spazzolino, Mary si voltò a guardarmi preoccupata, Alice e Marlene smisero di lanciarsi i cuscini che fino ad un secondo prima volavano per la stanza.

- Tu cosa?-

- Esco con Potter. Mi ha fregata-

Mary si mise a sedere accanto a me, circondandomi le spalle con un braccio - Sapevo che sarebbe arrivato questo giorno, tesoro. Ora, sgancia i soldi-

- Ehi, la scommessa finisce a fine anno. Ho tutto il tempo per scaricarlo-

Mary s'alzò iniziando a misurare la stanza a grandi passi - E hai anche tutto il tempo per riprendertelo, no?-

- Senti, chiariamo le cose, esco con lui semplicemente perchè mi ha incastrata, la cosa inizia e finisce qui-

- No, Lily- s'intromise Alice, sedendosi sul bordo del mio letto - La cosa è iniziata al primo anno e finirà... be', non finirà proprio-

Perchè mi ero scelta delle amiche stupide e cocciute?

Andata a letto un'ora dopo, continuai a rigirarmi tra le lenzuola assillata da un dubbio: una voce acuta e squillante, molto somigliante a quella di Mary, continuava a ripetermi che la cocciuta ero io.

 

 

Il giovedì mattina passò calmo e placido, abbastanza noioso e insignificante.

Bighellonavo nei corridoi aspettandomi che qualcuno infrangesse le regole, non avendo un gran che da fare; Trasfigurazione era filata liscia come l'olio, Difesa Contro le Arti Oscure altrettanto, e Potter, stranamente, non mi aveva rivolto la parola.

Ero dunque nella pausa prima di Storia della Magia, che setacciavo i corridoi del secondo piano, gremiti di ragazzi apparentemente innocenti.

Mi sentivo quasi in colpa nel provare dei dubbi sulla loro innocenza, quando, improvvisamente, qualcuno mi prese di peso e mi chiuse in un'aula abbandonata.

Sentii il rumore della porta rinchiudersi alle mie spalle e le voci di Remus Lupin e Sirius Black che riempivano il silenzio della stanza.

- Siete pazzi? Che volete?- chiesi, prendendo la bacchetta e sussurrando Lumos.

Era una giornata buia, il sole faticava a farsi strada tra le nuvole e l'aula era pressoché inondata dall'oscurità.

- Evans, ti ricordi la scenata che mi hai fatto per Mary, no?- iniziò Sirius.

- Certo, ma che c'entra ora?-

- Lily, non puoi prendere in giro James. Seriamente, non permetteremo che tu ci esca per scaricarlo il giorno dopo. Ci rimarrebbe davvero male, Lily,  ci spera realmente, non puoi illuderlo- spiegò Remus.

- Cosa? Io non voglio illuderlo, punto primo, è lui che mi ha costretta, punto secondo-

- Bene, allora tu va da lui e annulla l'appuntamento-

- Perchè dovrei?-

- Perchè tu lo faresti stare male-

- Non voglio farlo stare male-

- Allora disdici l'appuntamento-

Ciò che mi dette fastidio fu proprio quello: nessuno poteva darmi ordini, nessuno mi avrebbe costretta a fare qualcosa se io non avevo intenzione di farla.

- No- m'impuntai - sabato uscirò con James-

- Evans, non fare la cocciuta. Lo faresti star male-

- No, invece-

- Lily, lui ci tiene a te, forse sin troppo anche se non lo da a vedere, lo feriresti uscendoci un giorno e scaricandolo il giorno dopo...-

- ... Sappiamo che farai così, Lily, tu non hai intenzione di uscire davvero con lui-

Sentii il sangue salirmi alla testa.

- E voi che ne sapete?-

- Lo hai ripetuto per sette anni, fai un po' te-

- Evans- Sirius mi guardò negli occhi- ti ricordi la scenata, no? Non volevi che Mary ci stesse male, non volevi che la facessi soffrire. Ora ti chiedo io di non fare soffrire il mio migliore amico-

- Ma alla fine vi ho lasciati liberi. a vita è la vostra-

- Ma io a Mary ci tengo davvero, Lily, davvero. Tu...-

- Chi ti ha detto che io non ci tenga?- dissi infine, rossa in faccia.

Oh cazzo, che avevo detto?

Sirius aprì la bocca, Remus alzò un sopracciglio.

Oh cazzo, che avevo detto?

- Tu... cosa?!- iniziò Sirius, alquanto scioccato.

Io mi divincolai senza difficoltà e me la squagliai, tuffandomi nella folla di studenti e correndo verso la capanna di Hagrid.

Dovevo parlare con lui, lui era imparziale e giusto.

Mentre mi dirigevo a grandi falciate verso il guardiacaccia, un pensiero mi frullava convulsamente in testa: mentre urlavo quella frase insensata in quell'aula semibuia davanti ai migliori amici di Potter, la tremenda sensazione di crede davvero a quelle parole  mi aveva invasa.

 

 

 





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