mod 3
Erano nel suo soggiorno, la tensione era palpabile. L’uno di
fronte all’altro… vicini… troppo vicini.
Ziva si sentiva in trappola, preda
della sua stessa emozione, incapace di fare un passo… verso di lui… lontano da
lui.
Tony la guardò insistentemente. Lo sguardo così intenso che lei ebbe la
tentazione di abbassare gli occhi. Non ci riuscì, perché… quel verde-azzurro la
incatenava.
Lui alzò una mano a cingerle il collo, lei sentì la pelle scottare.
Con il pollice le accarezzò le labbra, la sensazione fu come una scossa
elettrica le che le attraversò il corpo fermandosi al basso ventre, con un
senso di sfarfallio persistente.
I loro sguardi si affrontarono in una
schermaglia che non aveva bisogno di parole… Gli occhi infuocati di Tony
sembravano divorarla “Ti voglio” le
disse in quello che fu più un sospiro che una parola. “No.” Rispose Ziva fin
troppo esitante. “ Perché ?” “ Ho paura”
le sfuggì, e non riuscì a credere di averlo detto. “Ho paura anch’io, ma sono
disposto a rischiare.” “Non voglio” “Bugiarda” “Non voglio!” “ Vuoi convincere
me o te?”
Il respiro spezzato di Tony spezzò il suo respiro, la testa le
girava, il suo corpo non rispondeva al comando di allontanarsi, era come se la
volontà superiore del suo subconscio decidesse per lei tenendola lì in balìa di
quel sentimento represso.
Le braccia abbandonate lungo i fianchi, i pugni
stretti quasi a volersi fare forza … a resistere, Ziva sentiva il proprio cuore
battere velocemente in sintonia con quello di lui. Un’altra lieve carezza sulle
labbra ed il fiato trattenuto da entrambi uscì dalle loro bocche con un gemito.
Tony la trasse a sé un pò di più e lesse nei suoi occhi scuri l’esitazione
mista al desiderio … “Un bacio. Solo un bacio. Che male può farci un bacio?” –
“Non ne hai idea”. - Rispose lei.
Lo
sguardo di brace di Ziva si spostò sulle
sue labbra. Quello per lui fu un segno di resa. Si avventò, quasi. Si
impossessò della sua bocca con impeto, annullando le sue resistenze.
Tutto il
desiderio frustrato di quegli anni divampò in una passione accecante che tolse
loro ogni capacità di raziocinio.
Ogni cosa fu bandita dalla loro mente,
esistevano solo le labbra esigenti di Tony e la bocca dolce di Ziva e le loro
lingue che si toccavano e si scontravano nel bisogno di darsi… e di prendersi.
Cosa poteva fare di male un semplice bacio … Ziva sapeva che un bacio non le
sarebbe bastato, che avrebbe scatenato la sua fame di lui, che avrebbe
abbattuto ogni difesa eretta con così tanta fatica… Ormai non aveva importanza,
sentiva solo quel vuoto nel cuore che voleva disperatamente riempire, e le sue
viscere che fremevano .
Sentiva il bisogno di spingersi contro di lui, di
annullare ogni spazio tra loro, di sentire la sua pelle calda… i suoi pugni si
aprirono, le sue mani si distesero, e come animate di volontà propria salirono
a carezzare il suo addome, e poi il suo petto …
e mentre Tony divorava le sue labbra, con una mano continuava a cingerle
il collo per poter premere la bocca contro la sua con più forza, e con l’altra la tirava a sé per la vita
…
Ziva si perse, si annullò in lui, nel
piacere bruciante di quel contatto tanto atteso… la sua mano ebbe voglia dei
suoi capelli e salì ad intrecciarvisi con foga, l’altra si ancorò al suo collo
muscoloso, perché anche lei voleva
approfondire quel bacio…
Che male può fare un semplice bacio … Ziva sapeva che
non sarebbero stati in grado di fermarsi a quel bacio, Tony non aveva alcuna
intenzione, di fermarsi… e quando la spinse contro il muro, sollevandola un
poco la schiacciò quasi con prepotenza per farle sentire la forza della sua
eccitazione.
Ziva sollevò le gambe a circondargli i
fianchi e si inarcò contro
di lui. Tony lasciò le sue labbra per deporle una scia di baci
sul collo. Quando giunse all’incavo, proprio sopra la sua stella
di David vi depose un
ultimo, piccolo bacio, aprì leggermente le labbra e fece
saettare la lingua
sulla pelle accaldata.
Ziva cominciò a tremare, sentiva caldo, e freddo… e lo
detestava perché era capace di farle questo… e lo amava… perché era capace di
farle provare questo …
Aggrappandosi a
lui nascose il viso nell’incavo della sua spalla, e gli depose un piccolo morso
alla base del collo. Con un rantolo lui le afferrò con entrambe le mani i
glutei premendosela contro … Ziva cominciò ad annaspare, lo strinse ancora di
più quasi volesse portarlo sotto la propria pelle.
Tra un gemito e l’altro
sospirò il suo nome. - Tony! – fu un
singulto, quasi una supplica, e Tony tornò a guardarla negli occhi per un
lungo, lunghissimo istante continuando ad accarezzarla con tutto il suo corpo…
e senza sapere come, si trovarono sul letto, nudi, avvinghiati… col fiato
corto… entrambi incapaci di resistere oltre, cercandosi chiamandosi … - “Tony …”
– “Cosa … Ziva …” – “Tony … ti prego … ti prego …”
Ziva si svegliò di soprassalto… aveva il fiato corto e
sentiva un caldo opprimente. - Maledizione - si disse. Tirò via le coperte e si
mise a sedere sulla sponda del letto.
Le girava la testa, e si sentiva
scombussolata. Aveva l’impressione che il suo stomaco avesse ballato la rumba
per tutta la notte mentre provava un senso di tensione insopprimibile
all’inguine. Non appena sentì il nodo alla gola stringersi si distese
nuovamente sul letto tirandosi le coperte fin sopra la testa.
Si girò e rigirò
cercando di combattere quel senso di vuoto, che al momento non le dava pace.
Maledizione! Maledizione! Mille volte maledizione! Non bastava l’attrazione
reale che provava per lui, ogni santo giorno, ci mancavano i sogni erotici.
Maledizione! Con un moto di rabbia si alzò erano solo le quattro ma non sarebbe
più riuscita a dormire.
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