Bentornati, cari lettori! La prima parte è finita, con Marth
che ottiene la sua vendetta e Link e Zelda che sconfiggono
definitivamente Ganondorf! Certo, l’Organizzazione XIII ha
ottenuto un pezzo di Triforza, e comunque ne è riuscita come
vera vincitrice della guerra, ma tant’è! Ed ora,
diamo il via alla seconda parte, ma prima la risposta alle recensioni!
@Nyxenhaal89: Ed ecco il nuovo capitolo, fresco di stampa!
@Cipotta91: Cipollina, mi fai paura da sadica o.O Grazie ancora per la
recensione.
@Anonimo9987465: Niente Fanta gratis, lo sai che io sono per la
Coca-Cola u.U
Ringrazio tutti per gli auguri di buon anno, e non mi resta altro da
fare se non augurarvi una buona lettura.
Capitolo 11: Awakening
Il ragazzo stava cadendo nell’acqua sempre di più.
Aveva gli occhi chiusi, e procedeva la sua discesa lentamente, quasi la
gravità non avesse un grande effetto su di lui.
Cadeva in posizione orizzontale.
D’un tratto, lentamente aprì gli occhi: un blu
così intenso, che quasi rischiarava
l’oscurità che avvolgeva il ragazzo.
Ho avuto questi
strani pensieri
ultimamente
r e a l i
strani
o n o ?
Sono
reali… o
no?
Continuò a sprofondare nell’oscurità
dell’acqua per diverso tempo, incapace di muoversi. La sua
attenzione fu catturata da un luminoso puntino, quasi un sole
nell’oscura vastità dello spazio, che man mano che
lui sprofondava, questo si ingrandiva. In poco tempo, si
rivelò essere una piattaforma circolare, completamente
bianca, molto grande. Quando fu abbastanza vicina ad essa, si mise
automaticamente in verticale, atterrando dolcemente sui propri piedi.
Smarrito, si guardò intorno, prima che una immensa luce lo
investì, talmente accecante che il ragazzo dovette chiudere
gli occhi.
{Destati – Kingdom Hearts}
Quando li riaprì, si ritrovò al centro della
piattaforma. Adesso, mostrava le immagini di tre cavalieri, tutti e tre
portavano un’armatura. Ciò che
incuriosì il ragazzo fu l’arma che tutti avevano
in mano: sembrava una fusione tra una spada ed una chiave.
“Key… Blade?” disse automaticamente.
Sì. Keyblade.
Il ragazzo sobbalzò: non c’era nessuno, per quanto
sforzasse la vista non vedeva niente. Non c’era nulla nei
dintorni della piattaforma. Solo l’oscurità.
Realizzò che la voce gli parlava direttamente nella testa.
Guardò in basso. Non vedeva il fondo.
L’arma più potente di
tutte.
Il giovane si mosse automaticamente in avanti. Arrivò al
bordo. Mise un piede nel vuoto. Sotto di esso, comparve quello che
sembrava il gradino di una scala, fatto con un materiale simile a vetro.
Continuò a camminare, seguendo la scalinata,
finché non arrivò ad una seconda piattaforma.
Questa mostrava un uomo sulla quarantina, con capelli legati in una
coda da un elastico rosso, baffi e pizzetto. Sulla guancia aveva una
cicatrice, ed indossava degli abiti tradizionali color crema. Anche lui
aveva in mano un Keyblade. Al centro della piattaforma, c’era
un’area in cui era presente della luce.
Entra nel cerchio.
Il ragazzo ubbidì, e strali di luce iniziarono a ruotargli
intorno vorticosamente.
Sora. disse la voce
Sei stato scelto come detentore del Keyblade. Il mondo
ha bisogno di te.
Gli strali si concentrarono intorno al braccio, creando una forma
cilindrica; dopodiché, in un ultimo sprazzo di luce, nelle
mani di Sora apparve un Keyblade: aveva la guardia quadrata, di colore
dorato, e i denti erano costruiti in modo che lo spazio vuoto formasse
una corona.
“Catena Regale…” mormorò.
Davanti a lui apparve un’altra scala. Salì, per
arrivare ad una terza piattaforma. Vi erano raffigurate due persone: la
prima era un vecchio calvo, di carnagione scura, con un folto pizzetto
grigio. Indossava un lungo cappotto nero, sotto il quale portava una
camiciola bianca, lunga fino al ginocchio, sopra la quale portava due
cinte. Indossava un paio di pantaloni neri, infilati negli stivali. Il
secondo, sebbene il suo volto fosse coperto da un caschetto, era
indubbiamente più giovane. Indossava quella che sembrava una
tuta, che riproduceva la muscolatura del corpo umano, di colore nero,
tranne ai polsi e agli addominali, dove diventava rossa. Tenuto da una
cinta color sangue, in vita indossava un gonnellino, che terminava con
delle punte, sempre di colore nero, ed aveva degli alti stivali rosso
scuro. Anche loro avevano in mano il Keyblade.
Il Keyblade può portare pace e guerra, a
seconda del cuore del suo detentore.
L’ombra di Sora incominciò ad allungarsi alle
spalle del giovane.
Non lasciare che il tuo cuore sia divorato
dall’oscurità.
Sora si voltò, sentendo un rumore gutturale. Un enorme
essere, di colore nero, si stagliava imponente e minaccioso su di lui.
{Destiny’s Force – Kingdom Hearts}
Sora indietreggiò di qualche passo, in preda alla paura:
tutto di quell’essere gli provocava sgomento e terrore: i
luminosi occhi gialli, i tentacoli che gli coprivano la testa,
l’enorme buco a forma di cuore che aveva in petto.
Non lasciarti sopraffare dalla paura.
La faceva facile la voce, lei non stava fronteggiando un essere del
genere!
Il mostro portò il pugno all’indietro, dirigendolo
poi contro Sora. Istintivamente, il ragazzo parò il colpo
con il Keyblade. L’urto fu tuttavia tale da farlo scivolare
all’indietro fino all’orlo. Schivò il
successivo colpo della creatura con una capriola, colpendola al polso,
per poi dargli un colpo alla gamba. L’essere avvolse il
proprio pugno nell’oscurità, e lo
sbatté a terra con violenza. L’onda
d’urto fece barcollare Sora, che venne attaccato da piccoli
esseri neri e dagli occhi gialli. Con un paio di rapidi colpi, ne
distrusse uno, mentre trapassò il secondo e, con un colpo in
salto, fece scomparire anche il terzo. Evitò il colpo
dell’essere mostruoso, e approfittò del braccio
del mostro come piattaforma, assestandogli un poderoso colpo di
Keyblade in mezzo agli occhi. Il mostro ruggì dal dolore,
scaraventando a terra Sora con un pugno. Nell’urto il
Keyblade gli cadde di mano, ad una distanza di qualche passo, ma quando
si alzò barcollante, un altro colpo dell’essere lo
mandò di nuovo a tappeto, facendolo sbattere contro
l’arma, che cadde dalla piattaforma. Disarmato, Sora
schivò come meglio poteva i colpi del mostro. Ad un certo
punto, questo creò nella sua mano una sfera nera con
sfumature rossastre. Appena la toccò, sopra di loro si
formò una cupola, formata da tante sfere come quella che
aveva in mano poco prima la creatura. In un attimo, iniziarono a
muoversi verso Sora. Il ragazzo camminò
all’indietro spaventato, vedendo le sfere avvicinarsi.
D’istinto si portò le mani davanti, a
mo’ di scudo, ed in un fascio di luce il Keyblade riapparve.
Meccanicamente, il Sora deviò tutti i colpi con la sua arma,
mentre l’ultimo lo reindirizzò contro il nemico,
tramortendolo.
Sfruttando l’occasione, il ragazzo saltò in
direzione dell’ Heartless, e lo colpì con un colpo
rotante. Riatterrò dietro di lui, mentre questi iniziava a
scomparire. Il sorriso sul volto del ragazzo mutò in
terrore, quando vide l’imponente Heartless iniziare a cadere
su di lui. Provò a muovere un passo, ma il corpo non gli
rispondeva. Urlò con tutto il fiato che aveva in gola,
mentre l’oscurità lo avvolgeva. In poco tempo, non
vide che l’oscurità.
Si svegliò di soprassalto, con il cuore che batteva
freneticamente, quasi volesse uscire dal torace.
Si guardò le mani, poi volse lo sguardo fuori dalla
finestra. Il sole era appena sorto, tinteggiando il cielo di un rosa
tenue, mentre gli uccellini cinguettavano.
Un sogno? Sembrava così reale, e al tempo stesso
così strano.
r e a l e
strano
o n o ?
Scese dal letto e si diresse in bagno. Dopo essersi lavato,
aprì l’armadio e si vestì:
indossò dei pantaloni neri larghi, una maglia blu e rossa
sopra la quale si mise un gilet nero più corto, con il
colletto e le rifiniture bianche lasciandolo aperto. Si
infilò le scarpe ed i guanti e al collo si mise un ciondolo
a forma di corona.
Prese sotto braccio lo skateboard, chiuse a chiave la porta di casa e
si diresse verso il primo distretto: le vacanze estive erano appena
iniziate, e voleva godersele con gli amici.
{Traverse Town – Kingdom Hearts}
Sfrecciò a tutta velocità tra le vie della
città, ricevendo occhiatacce e sgridate da parte dei
più anziani, ma a lui non importava. Era in ritardo
mostruoso, ed era certo che Riku e Roxas lo stessero aspettando da
almeno mezz’ora.
“Dovrò decidermi a far riparare quella sveglia,
prima o poi.”
Traverse Town era una cittadina abbastanza piccola: era formata da tre
distretti, a cui si accedeva mediante dei portoni, rimasti da quando
nella città era presente il coprifuoco. Alcune case avevano
un aspetto che ai più sarebbe sembrato bizzarro, ma agli
abitanti piacevano così. Arrivò infine alla
locanda del primo distretto. Riku gli lanciò
un’occhiataccia, mentre beveva un caffè. Roxas
invece era impegnato nella lettura di un quotidiano.
“Buongiorno.” Esordì Sora.
“Quando mai ti deciderai a pettinarli quei
capelli?” chiese Roxas, alzando lo sguardo dal quotidiano.
Sora alzò gli occhi ad osservarsi i capelli castani, che gli
formavano delle punte.
“Non sarei più io altrimenti.” Rispose
lui sorridendo “E poi senti chi parla, mister capelli
all’insù!” disse, indicando i capelli
biondi del ragazzo, sparati per aria.
“Sora, sai che sei in ritardo, vero?”
“Ehi, mi si è rotta la sveglia, non
è colpa mia!”
“Due mesi fa ti si è rotta, non mi dire che non
hai mai trovato il tempo per aggiustarla!”
“Dai Riku, rilassati!” Si intromise Roxas.
“Sta di fatto che abbiamo perso il treno, ed ora dovremo
aspettare il prossimo, che passa fra un’ora.”
“Scusami.” Disse Sora.
Riku sospirò, passandosi una mano tra i capelli albini.
“No, scusami tu.”
“Nessun problema.”
Il ragazzo si sedette.
“Che dice il giornale?”
“A parte il fatto che la guerra in Crimea è finita
da due settimane, sempre le solite notizie: scippi, rapine, rialzi
delle tasse, cose del genere.”
Sora osservò i suoi due migliori amici: Riku lo conosceva
fin dall’infanzia, mentre Roxas si era trasferito a Traverse
Town da appena un anno. Riku quel giorno indossava dei jeans blu scuro,
tenuti fermi da una cinta, una maglia nera con la zip su cui indossava
un gilet senza maniche giallo ed un paio di scarpe da tennis. Roxas
invece indossava delle scarpe alte con i lacci rossi, dei pantaloni che
da metà coscia fino all’altezza del collo del
piede diventavano di color bianco sporco, una maglia nera con la zip
sopra la quale indossava un gilet bianco con il colletto rosso.
Inoltre, al braccio sinistro portava un polsino con motivo a quadrati
bianchi e neri.
“Stanotte ho fatto un sogno stranissimo.” Disse
Sora “Stavo come sprofondando nell’oceano, quando
tocco terra… beh, diciamo che atterro su una specie di
piattaforma di vetro, ed una voce mi guidava man mano, fino a che ho
preso una strana arma, sembrava una fusione tra una spada e una chiave.
Infine, compare un mostro gigantesco e dopo averlo sconfitto, mi
sveglio.”
“Curioso.” Rispose Roxas, chiudendo il giornale
“Anch’io ho fatto un sogno del genere.”
“Anche tu?” Chiese Riku.
“Beh, io però sono più figo di
voi.” Disse Roxas.
“E perché?” Chiese Sora.
“Io ne avevo due, di quei…
com’è che si chiamavano…
Keyblade?”
Sora e Riku spalancarono la bocca dallo stupore.
“Mh? Che ho detto?”
“Come hai detto che si chiamavano?”
“Keyblade. O almeno, così ricordo.”
“È strano, anche nel mio sogno si chiamava
così quell’arma.”
“Non è che nel videogioco a cui abbiamo giocato
gli eri c’era un’arma del genere?”
“No.”
“È strano.”
r e a l e
strano
o n o ?
Un urlo squarciò la tranquilla atmosfera della
città.
“Viene dal secondo distretto!” urlò Riku.
“Andiamo a controllare che succede!” disse Sora.
Arrivarono in poco meno di cinque minuti al secondo distretto. Una
calma quasi innaturale regnava in quel luogo, una calma quasi tetra. Il
vento che si alzò in quel momento contribuì ad
accrescere l’innaturale atmosfera che si era creata.
“Dove sono finiti tutti?” Chiese Riku.
“C’è qualcosa che non mi
piace… troppo silenzio.”
Il cigolio di una porta li fece sobbalzare dallo spavento.
“È solo una fottuta porta.” Disse Riku,
sospirando.
Poi, veloci come ombre, dal terreno spuntarono una sessantina di esseri
neri, dagli occhi gialli.
“Sono identici a quelli del mio sogno!” Disse
Roxas, in preda allo stupore.
Gli esseri li squadrarono un attimo, per poi corrergli contro.
{Destiny’s Force – Kingdom Hearts}
In un fascio di luce, nelle mani di Roxas si materializzarono due
Keyblade: uno completamente nero, l’altro bianco colorato di
azzurro e giallo ai denti; il Keyblade di Riku invece aveva un aspetto
quasi demoniaco: la lama era rossa e nera, simile all’ala di
un pipistrello; quasi alla punta appariva un’ala
d’angelo. La guardia era formata da un’ala
demoniaca e una angelica, e al punto di congiunzione tra la guardia e
l’elsa era posto un occhio azzurro brillante con una pupilla
felina.
Roxas istintivamente attaccò con un affondo il primo dei
nemici, seguito da un fendente e da un tondo, che aprì un
piccolo varco nel muro di nemici. Riku invece con un solo colpo ne
faceva fuori tre per volta. Sora colpì in salto un Heartless
che stava per colpire Riku, poi attaccò un gruppo di
Heartless con un attacco rotante e concluse con un affondo. In poco
tempo i nemici vennero distrutti.
Piombò un attimo di silenzio.
“Quindi, non era un sogno?” Chiese Sora.
“No. Era reale.” Disse Riku.
“Ma è strano, comunque.” Disse Roxas.
r e a l e
strano
o n o ?
“Beh, ce l’abbiamo fatta, no?”
Il rumore di una casa che veniva abbattuta li fece voltare: il mostro
gigante del sogno li stava squadrando, pronto a colpirli.
“Manca da far fuori il boss.” Commentò
Riku, mettendosi in guardia, imitato dagli altri due.
r e a l e
Note dell’Autore:
Beh, non mi pare ci sia molto da spiegare, a parte dire che il primo
pezzo è una scopiazzatura dall’opening di Kingdom
Hearts 1. Inoltre, fatemi sapere che cosa ne pensate di quei reale,
strano, o no? Che sono apparsi nel capitolo.
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