Autore: IzzyJovi Titolo: I'll be
there for you Fandom:
Bon Jovi Personaggi:
Jon Bon Jovi, Richie Sambora Pairing: Richie/Jon Genere: romantico,
generale, commedia Avvertimenti:
slash Rating:
verde A Erica, che mi
sopporta quando scrivo le mie cavolate.
I'll
be there for you
Correva
l'inverno
del 1987; Jon e Richie se ne stavano chiusi nell'appartamento di
quest'ultimo, tentando di finire di scrivere una canzone. «Uh!
Ho trovato!» esclamò Jon entusiasta. Stavano
impazzendo per scrivere quel testo: non riuscivano a trovare le parole
giuste per il ritornello, tutto sembrava stonare. «Mh,
sentiamo» fece Richie, non troppo fiducioso: quella non sembrava essere
la giornata fortunata di Jon, in quanto a testi. «I'll be there for you, I'd die
and I'd cry for youuu…» intonò Jon, ma Richie lo
interruppe subito. «Cos’hai bevuto
mentre io ero in bagno?» gli chiese, guardandolo sconcertato. Jon
si grattò la nuca, «perché?» A lui
sembrava andasse bene! O comunque era sempre meglio dei tentativi che
avevano fatto fino a quel momento. «Tu»
cominciò Richie contrariato, «tu davvero non ti sei accorto che è
praticamente identica a I’d
Die For You?» Jon sembrò
accorgersene solo in quel momento; spalancò le palpebre e si apprestò a
rileggere la bozza, accartocciandola subito e lanciandola contro il
muro, mancando il cestino di quasi mezzo metro. «Oggi
non me ne va bene una!» esclamò il cantante, sull’orlo della
disperazione. «Basta! Mi do all’ippica!» Richie
lo guardò domandandosi se stesse bene e per sicurezza decise di
chiederglielo. «Certo! Sto alla
grande!» gli urlò in risposta l’altro, in piena crisi di nervi a causa
dell’ennesimo fallimento. Il
chitarrista annuì, ma nella sua testa già progettava di mandarlo da uno
psichiatra. Stava decidendo a quale
specialista rivolgersi, quando vide con la coda dell'occhio Jon che si
alzava. «Dove vai?» «A
prendermi una birra. Posso mamma?» gli rispose irritato lui. «Ehy,
ehy, ehy, sta' calmo bello!» esclamò Richie sorpreso da quell'attacco.
«Che hai?» Jon non rispose e si limitò
ad andare in cucina, dove iniziò a frugare nel frigorifero cercando una
birra. «Ma dove diavolo le tiene…» borbottò stizzito. «Allora?
Non hai risposto alla mia domanda». Jon
si voltò e appoggiato allo stipite della porta c'era Richie. «Che
hai?» gli chiese di nuovo. Finalmente
Jon trovò la tanto agognata birra e, dopo averla aperta, si accomodò
sul tavolo. «Beh… non sarà giornata, però è irritante lo stesso!»
sbottò all'improvviso, decidendosi a rispondere alla domanda dell'amico. «Di
solito non ho questi blocchi, quando scrivo…» continuò, «e questo tu lo
sai bene, visto che scrivi con me la maggior parte delle volte». Richie
annuì. Di solito lui e Jon lavoravano ai testi insieme ed era davvero
raro che non riuscissero a completare una canzone, o che comunque fosse
così difficile farlo. «Forse dovremmo
lasciarla perdere, questa canzone» suggerì Richie, «abbiamo tante altre
idee, perchè impuntarci su questa?» Jon
scosse la testa come indignato. «Mai!» esclamò. Quella
canzone doveva essere completata, era diventata ormai una questione di
principio per lui. Sospirò e si passò
una mano sugli occhi, per poi bere una lunga sorsata di birra; balzò
giù dal tavolo: era ora di rimettersi al lavoro.
Un'ora
e mezza dopo era ancora allo stesso punto. «Senti,
e se ci mettessimo:"I'll
be there for you, I'll always in love with..."»
propose
Richie, subito fermato da Jon. «No, no,
no, assolutamente no!» Richie alzò gli
occhi al soffitto; bocciava le sue proposte, ma non era che lui avesse
fatto molto di meglio fino ad allora. Jon
si lasciò cadere a peso morto sul tappeto. «Senti,
tu fa' come vuoi, io mi ordino una pizza» disse Richie, alzandosi poi
dal divano per andare in cucina a telefonare. Rimasto
solo in salotto, Jon si guardò intorno, come se stesse cercando
l'ispirazione. Ispirazione che certo non gli sarebbe venuta fissando
quelle quattro pareti bianche o il televisore spento, nè tanto meno le
orribili tendine verdi e viola. «Eri
ubriaco per caso, quando hai arredato questo posto?» urlò all'indirizzo
dell'amico, che per fortuna non lo udì. Riprese
a fissare il foglio coperto di cancellature e cubitali "NO", senza
avere la minima idea di cos'altro tentare. Poco
dopo Richie riapparve nella stanza, «ancora niente?» gli chiese e Jon
in risposta si limitò a scuotere il capo. L'altro
si stiracchiò e accese il televisore, provocando la stizza di Jon, che
quel giorno sembrava particolarmente irritabile. «Così
non mi aiuti a concentrarmi, sai?» Richie
alzò le spalle. «Tanto oggi non combiniamo niente». Jon
lo guardò storto, ma riprese a fissare il suo foglio, tentando di
ignorare i rumori della partita di football. «Eddai,
lascia perdere!» gli intimò Richie. «Fallo
tu se ci tieni, ma io finirò questa canzone, fosse l'ultima cosa che
faccio!» si scaldò Jon, afferrando il telecomando e spegnendo il
televisore. «Ehy! Io lo stavo
guardando!» si lamentò Richie, sporgendosi dal divano per recuperare il
telecomando dalle mani dell'altro, con scarso successo; Jon lo ficcò
sotto al tappeto e ci si sedette sopra, provocando le lamentele di
Richie. «Cavolo, starai sbagliando
qualcosa, che ne so! Magari oggi non stai facendo quello che fai di
solito quando scrivi canzoni, boh, fai qualche rito scaramantico per
caso?» buttò lì, tentando di tergiversare allo scopo di riprendere il
suo telecomando. Jon scosse la testa
sconsolato. «Di solito per avere l'ispirazione mi basta guar…»
cominciò, ma si bloccò senza terminare la frase, come se si fosse
ricordato improvvisamente che era una cosa che non doveva dire. Si
passò un dito nella scollatura della felpa e spostò lo sguardo altrove,
sulle adorabili tendine verdi e viola. Richie
capì che l'amico stava per dire qualcosa che non voleva sapesse lui, ma
era troppo curioso per dargliela vinta. «Ti
basta guar…? Guardare? Guardare che cosa? Su dimmelo! Dai! Voglio
saperlo!» e nel dirlo smise di cercare il telecomando sotto al tappeto
e si piazzò davanti a Jon, iniziando a fissarlo con quelli che, a parer
suo, dovevano essere adorabili occhioni da cucciolo. «Siamo
amici, devi dirmi tutto» si lagnò, in un vano tentativo di
convincerlo; Jon aveva le labbra cucite e continuava a guardare
dappertutto tranne che davanti a sè. «Uhm,
tu soffri il solletico giusto?» gli chiese Richie retorico. Prima
che potesse anche solo pensare di difendersi, Richie si era avventato
su di lui, in particolare sulla sua pancia, e aveva iniziato a fargli
il solletico. «Ahahah Richie ahahah
smettila ahahah ti prego!» lo supplicò Jon mentre si contorceva sul
pavimento. «Tu vuota il sacco» gli
intimò. Jon si morse il labbro; Richie
interruppe il suo attacco, certo che l'amico avesse ormai ceduto. «Non
te lo dirò MAI!» affermò invece Jon che, cogliendo il momento di
distrazione del suo aguzzino, riuscì a liberarsi dalla sua stretta. Però
- come non detto - Richie lo riacciuffò immediatamente, riprendendo a
torturarlo. «Ahahah che cosa ad-ah, adulta!, usare il
solletico ahahah come arma!» osservò Jon con le lacrime agli occhi,
spezzando la frase più volte a causa delle risate che non riusciva a
fermare.
L'altro si limitò a ridacchiare, continuando a fargli il
solletico.
Pancia, collo, orecchie, piedi, ascelle...
«Mi basta ahahah guarda-ahah-re te» si lasciò improvvisamente
sfuggire senza accorgersene.
Richie si bloccò di colpo. Aveva sentito bene?
«… per avere l'ispirazione» concluse Jon abbasando gli occhi.
Che aveva fatto? Dannazione!
Idiota idiota idiota! pensò nel panico, cercando di non
darlo a vedere e di restare calmo.
Ora il suo più grande amico l'avrebbe odiato, avrebbe
abbandonato la band, i Bon Jovi avrebbero cessato di esistere... «E
come mai oggi non riesci a scrivere?» gli chiese Richie in un sussurro,
interrompendo il flusso incontrollato dei suoi pensieri. «Io sono qui». Ci
fu un attimo di silenzio dopo quella domanda. «Non lo so» ammise alla
fine Jon, flebilmente, evitando ancora il suo sguardo.
«Forse non stai guardando nel modo giusto» sussurrò ancora
Richie.
Jon rimase sorpreso da quella risposta: perchè non se n'era
ancora andato urlando cose poco gentili al suo indirizzo?
Ma d'altronde aveva ragione.
Si decise finalmente a guardarlo negli occhi, e rimasero così per
quelli che dovettero essere minuti. «Vedi niente?» soffiò
infine Richie, spezzando il silenzio che si era creato per l'ennesima
volta. «I'll be
there for you, these five words I swear to you, when you breathe I want
to be the air for you, I'll be there for you» mormorò
semplicemente Jon, come se fosse la cosa più ovvia del mondo; aveva
trascorso ore e ore cercando quelle parole che invece erano sempre
state davanti ai suoi occhi. Richie sorrise, sporgendosi
pericolosamente ancora più vicino a lui. «Visto? Te l'avevo
detto: non stavi guardando bene» sussurrò, ormai a un centimetro dalle
sue labbra. Jon sorrise anche lui, per poi mormorare: «tu
parli troppo». Detto questo prese l'iniziativa e premette
definitivamente le sue labbra su quelle dell'altro; all'inizio entrambi
erano un po' titubanti e imbarazzati, ma dopo qualche secondo
approfondirono il bacio, che diventò assai poco casto. Le mani
di Richie cominciarono a vagare sotto la felpa di Jon, mentre i baci
divennero sempre più numerosi; alla fine, però, dovettero separarsi per
riprendere fiato. Si fissarono, ansimanti e rossi in
viso. «Che dici, ora riuscirai a finirla, quella canzone?»
domandò Richie ironico. Jon annuì, un sorriso sghembo stampato
in faccia. «Allora, se permetti…» e prima che Jon potesse
anche solo lontanamente capire di cosa l'altro parlasse, questo era già
riuscito a recuperare il telecomando che gli era stato precedentemente
sottratto. Richie si buttò sul divano e accese il televisore. «Idiota»
borbottò Jon, alzandosi e sparendo in cucina: voleva finire quella
canzone, ora che era... ispirato. Ma le lamentele di Richie
gli giunsero comunque anche dall'altra stanza. «Dannazione!
Gli Eagles hanno perso 45 a 10!»
Angolo Izzy Ma
buonjovi care/i! Premetto
che di football non so nulla, ho inventato di sana pianta. Giuro,
non era mia intenzione scriverla D: l'avevo promessa a *conta con le
dita* tre persone, dovevo! Okok, volevo anche io scriverla e
mi piace abbastanza com'è venuta xD Comunque, penso che avrà
un seguito. Anzi, ritengo
che ne avrà ben due. Povere/i voi. See you! ;D
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