Capitolo sesto
“Tieni il
braccio avanti agli occhi” (Madame Giry)
[AMBIENTATA IN VARI MOMENTI, LA PRIMA PARTE SI SVOLGE PRIMA DELLA
MASQUERADE, POI C'E' UNA CARRELLATA SU QUELLO CHE SUCCEDE DOPO LA
MASQUERADE E INFINE IL “DOPO” CONCLUSIONE DELLA
STORIA ]
Le foglie che cadono quando arriva l'autunno non fanno mai rumore,
eppure stanno cadendo, il tempo muta, muta il paesaggio.
Il silenzio è solo un'illusione.
Lo pensò anche quella sera, seduta davanti allo specchio,
circondata dai suoi ricordi che prendevano forma nelle tante fotografie
incorniciate sul ripiano: suo marito in divisa, se stessa da bambina
con la sua famiglia, una foto di gruppo delle sue compagne di collegio,
lei da giovinetta con il viso innocente e i capelli legati in una
treccia, un'abitudine che non aveva mai perso.
E tutto intorno silenzio. Un'assenza di rumore che coincideva con
un'altra assenza.
Il Fantasma dell'Opera era sparito. La scia di sangue che si era
lasciato dietro dopo l'uccisione del macchinista era stata spazzata via
sepolta dalla tranquillità e dalla neve di quell'inverno
tutto sommato ancora mite.
Alla gente spesso basta il silenzio per dimenticare, per prendere nota
di un'assenza e rallegrarsene.
A Madame Giry il silenzio non piaceva. Specie se quel silenzio era il
sintomo della sua
assenza.
Il Fantasma dell'Opera non aveva lasciato il teatro, come avrebbe
potuto? In che altro posto poteva andare?
Ah già, ma tutto questo lei era la sola a saperlo.
Che cosa sgradevole il silenzio! Rende più pesanti i segreti
e più spaventoso il buio.
E i segreti di Madame Giry non erano cose da poco, come non da poco
erano le sue paure, i suoi timori.
C'era stato un tempo in cui aveva creduto che essere il solo tramite
tra il Fantasma e il mondo esterno le servisse per tenerlo a bada...
quand'era successo che la situazione si era rovesciata? Da
quand'è che era lui a tenere a bada lei come faceva con
tutti gli altri?
Cos'è che rende un uomo incapace di frenarsi?
“L'amore”, la donna rispose a se stessa in un filo
di voce.
Era sempre stata pragmatica lei, una donna dedita al fare, capace di
decidere su due piedi di nascondere un bambino nei sotterranei del
teatro e di tenere celata una verità così
mostruosa a chiunque, anche alla sua famiglia.
Si era sposata all'età giusta, come tutti si aspettavano che
facesse. Aveva messo al mondo una figlia. Era rimasta vedova ma non si
era persa d'animo, aveva rispolverato il suo unico vero amore: la
danza, era diventata la maestra del corpo di ballo dell'Opera
Populaire. Era andata avanti a testa alta, malgrado il suo sguardo ogni
tanto corresse a quegli occhi di ghiaccio che si accendevano nella
penombra come fiamme.
Credeva di essere in grado di... controllarlo.
“Tieni il braccio avanti agli occhi”, l'unica,
minuscola scheggia di verità che poteva permettersi di
rivelare.
Ora, quel monito che aveva ripetuto durante quegli anni le sembrava
assumere un significato diverso, come di un ordine rivolto a se stessa:
tieni il braccio avanti agli occhi, sii cieca, non guardare.
Già, si era imposta di non guardare. Aveva coperto gli
occhi, era andata avanti come sapeva fare.
E adesso, cosa stava accadendo? Perché? Fin dove...?
la risposta che le sue labbra mimarono all'immagine nello specchio fu
di nuovo la stessa:
“L'amore”.
Come si ferma un uomo innamorato?
Stavolta il silenzio non dette alcuna risposta, se non un pensiero,
sconnesso e appena accennato: è davvero difficile
riuscire a farsi amare in una tomba.
*
Il Fantasma non era sparito.
Erano trascorsi mesi di silenzio e buio, in cui tutti quelli che
lavoravano nel teatro avevano messo a riposo i loro pensieri, le loro
riserve, le loro paure.
Il Fantasma era tornato.
Non era più tempo di silenzio e segreti. Non era
più tempo di attese, di speranze, di notti insonni a
chiedersi quale fosse la scelta migliore.
I giorni avevano preso a rincorrersi. “L'Angelo vede,
l'Angelo sa...” li aveva ammoniti Madame Giry, ma loro ancora
una volta non avevano ascoltato. Avevano allestito quel suo spettacolo,
disposti a rischiare il tutto per tutto pur di catturarlo. Ma come si
ferma un uomo innamorato?
Nessuno aveva una risposta. Nessuno si era nemmeno posto la domanda: i
mostri non amano. Ci credevano tutti, meno lei, meno Madame Giry, che
di quel mostro
aveva visto qualcosa che nessuno aveva mai visto: le sue lacrime.
E certe lacrime bruciano, bruciano e divorano. Come quell'incendio,
come il fuoco a cui alla fine aveva lasciato il suo teatro.
Perché quella era la fine...
E alla fine Madame Giry aveva dovuto scegliere. Scegliere di togliere
il braccio dagli occhi, tentare di vederci chiaro tra le spire di fumo
che salivano verso il soffitto. Aveva scelto di aiutare il visconte,
mostrargli il modo di raggiungere i sotterranei... dargli la
possibilità di fermare il Fantasma.
Ma come si ferma un uomo innamorato?
*
Cos'era accaduto? La brigata antincendio stava spegnendo ciò
che rimaneva dell'Opera Populaire.
Un'alba incerta si levava sopra Parigi.
Madame Giry era lì. Il braccio avanti agli occhi gli
impediva di guardare fin dove arriva il dolore.
Poi la fanciulla e il visconte emersero da una botola. Stretti l'uno
all'altra per mettere insieme quel po' di coraggio rimasto. Piangevano
entrambi, piangevano di un pianto diverso di cui nessuno dei due
avrebbe mai più domandato conto all'altro.
Madame Giry non gli andò incontro, non disse nulla, non si
mosse.
E così l'avevano fermato. Come?
Come si ferma un uomo innamorato?
Di nuovo quella risposta, una risposta che non ammetteva
cecità, che urlava in mezzo al silenzio ed esplodeva in
mezzo al buio.
L'amore si ferma con
l'amore.
______
NOTE: E questo era l'ultimo. Madame Giry forse è il
personaggio secondario “meno secondario” che ci
sia. Tra l'altro nelle fanfiction è una presenza quasi
irrinunciabile, è una specie di star quindi mi sembrava
giusto lasciarle la scena finale e far pronunciare a lei
quella che ho sempre ritenuto essere la “morale della
favola” di POTO: l'amore si ferma con l'amore. Nelle
fanfiction viene sempre descritta come la vecchia amica che continua ad
aiutare Erik malgrado tutto, ma guardando bene il film ho sempre
pensato che fosse anche lei una vittima del Fantasma, soggetta alla
paura che il Fantasma incute e con la quale riesce a
“governare” il teatro. Per una volta ho voluto
mettere Madame Giry in questa veste, invece che in quella di complice
arguta e disponibile, non dimentichiamoci che quando la nostra donna
realizza che Erik ha passato il segno aiuta Raoul, anche se mentre lo
conduce ai sotterranei non ha il coraggio di arrivare fino in fondo...
Questa era delirevole e anche “ermetica”, ma mi
piaceva che i pensieri di Madame Giry fossero un po' la summa di tutta
la vicenda.
Grazie a Nakara e a Keyra per i commenti, e grazie a chiunque sia
passato di qui ;-)
Alla prossima.
Elby
____
At last, riporto il giudizio ottenuto al contest
Giudizio di Kenjina
Correttezza grammaticale 10/10
Italiano impeccabile, non ho trovato neanche il più piccolo
errore. Non posso aggiungere altro, bravissima!
Stile e il lessico 10/10
- Idem come sopra, hai uno stile fluido e curato, senza scadere nel
banale e nella pesantezza.
Caratterizzazione dei personaggi 10/10
L'idea di entrare nella mente di quei personaggi "snobbati" dal film mi
è piaciuta e la trovo in linea con quelli che, secondo me,
sono i caratteri di ognuno di loro. Quello che mi ha colpito, poi,
è la presenza sempre costante del Fantasma - e come potrebbe
essere altrimenti? Lui stesso, d'altronde, è il Teatro, e ha
influenzato le loro vite dal primo momento in cui vi hanno messo piede.
Originalità 10/10
Sarà che sono una patita di personaggi secondari (oltre che
di cattivi, ma questa è un'altra storia), ma l'idea spostare
l'attenzione su di loro, come già detto, è
ottima, perché attraverso i loro occhi hai potuto raccontare
scene di quotidianità (tenerissima quella tra Piangi e
Carlotta!) che magari vengono tralasciate solitamente per dare
più spazio a Erik e alle sue vicende.
Gradimento personale 5/5
Una raccolta ben scritta, ben articolata (geniale l'idea di lasciar per
ultimo la parola a Madame Giry, anche se personaggio secondario, in
realtà, lo è ben poco) e molto piacevole da
leggere. Sei riuscita a far trasparire la figura di Erik in ogni loro
pensiero, in ogni loro passo; d'altra parte
Utilizzo coerente dei prompt e delle citazioni 5/5
Superfluo dire che prompt e citazione sono inseriti alla perfezione.
Come detto prima il teatro, luogo dell'ambientazione, secondo me non
esprime solo il posto fisico, ma anche l'essenza stessa dell'Opera,
Erik. Non ho altro da aggiungere se non un bravissima!
TOTALE: 50/50
Giudizio GiulyRedRose
Correttezza grammaticale ( 10 / 10)
Grammatica impeccabile, non ho trovato nulla fuori posto o che stonasse
con il racconto: segni di punteggiatura, tempi verbali,
pronomi… Tutto perfetto. Ergo, mi sembra che il minimo sia
darti il massimo dei voti e farti i complimenti!
Stile e lessico ( 9 / 10)
Mi piace molto lo stile semplice e lineare che hai usato, hai descritto
con chiarezza i sentimenti e i luoghi (mi è piaciuto molto
come hai parlato del teatro nel quarto capitolo) e la lettura scorreva
che era un piacere. Un’unica ‘pecca’, ma
comunque non gravissima: io avrei usato forse un linguaggio un
po’ più attento e ricercato, dato che stiamo pur
sempre parlando di una vicenda accaduta nell’Ottocento, ma
comunque il lessico che hai usato è abbastanza a
metà strada tra l’”antico” e
il “moderno”, perciò va bene lo stesso.
Caratterizzazione dei personaggi ( 10 / 10)
In realtà qui potrebbe essere un po’ difficile
decidere, visto che hai interamente focalizzato l’attenzione
su personaggi secondari e di cui si hanno poche – o
addirittura nessuna – notizie. Ad ogni modo, volendo basarci
su quanto traspare dal film (visto che è su di esso che ti
sei basata), direi che anche la caratterizzazione dei personaggi
è ineccepibile: Joseph Buquet, Meg, la Carlotta, persino il
maestro Reyer che in genere non si fila praticamente nessuno, li ho
visti reali e tangibili per la prima volta, come se ti fossi limitata a
raccontare dei piccoli aneddoti di persone realmente esistite. Insomma,
anche qui caratterizzazione perfetta.
Originalità ( 10 / 10)
Assolutamente molto originale, non avevo mai letto una cosa simile
– soprattutto perché hai focalizzato
l’attenzione non sui personaggi per così dire
‘standard’, ma su quelli di contorno, quasi sempre
in secondo piano, che nessuno si degna mai di considerare
perché si tratta, generalmente, di antagonisti. Ho adorato
in particolar modo la one-shot dedicata a Carlotta, l’ho
trovata tenera e allo stesso tempo drammatica, visto che tutti noi
sappiamo bene che il suo sogno d’amore non si è
potuto concludere felicemente. Davvero brava.
Gradimento personale ( 5 / 5)
La parte che mi è piaciuta di più è
stata quella ambientata durante la sera della Masquerade, ovvero il
capitolo quarto: come hai detto anche tu nelle note, qui traspare
più di tutti il punto di vista di Erik, senza dubbio il
più ‘oscuro’ di tutta la faccenda.
Comunque, nel complesso mi sono piaciute tutte le storie, nessuna
esclusa – mi ha fatto molto piacere leggere questa raccolta.
Una parentesi che forse non c’entra niente con il gradimento
personale né con il voto, ma dovevo dirtelo: anche io ho
apprezzato parecchio il fatto che tu abbia lasciato il compito di
concludere questa raccolta a madame Giry, concordo appieno con quello
che hai scritto nelle note – e bellissima la frase finale, la
‘summa’: l’amore si ferma con
l’amore.
Utilizzo coerente dei prompt e delle citazioni ( 5 / 5)
La storia è interamente ambientata a teatro, che
è il fulcro di tutta la vicenda: ergo, il prompt
è stato utilizzato e sfruttato coerentemente. Anche la
citazione (tra parentesi, complimenti per la scelta, visto che
è una delle mie preferite!), presente nel prologo, ha un suo
ruolo – per amore, qui, non si intende solo quello di
Christine ma anche di tutti gli altri esseri umani che avrebbero potuto
amarlo per il suo genio – perciò anche questa
è ben usata.
Totale: 49 / 50
VOTO FINALE: 99/100
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