Eccomi
qui, schifosamentissimamente in ritardo, as usual. Non avete la
benchè minima idea dell'Inferno in cui continuo a vivere da un mese
a questa parte, sono sull'orlo di una crisi di nervi. Oggi ho avuto
un compito di verbi greci, e sono nel panico più totale. Io odio
l'aoristo.
Ma
torniamo a noi. In verità, una parte di ragione per cui ci ho messo
così tanto a pubblicare, è stato il fatto che non ero più convinta
della mia storia. Non mi piaceva come si stavano evolvendo i
caratteri dei personaggi, Draco in particolare non mi sembrava più
lui. Così in questi ultimi giorni ho scritto questo capitolo per
fare un po' di chiarezza. Spero vi piaccia :)
Herms
CAPITOLO
VENTIDUESIMO: Si o No?
Aria
statica, silenzio più totale, rotto solamente dai respiri ancora
leggermente accelerati di Draco e Hermione.
Per
un attimo la Grifondoro temette di veder il suo miglio amico crollare
a terra in stato di shock. “Il
Bambino che è Sopravvissuto, muore di attacco di cuore nella sua
scuola” avrebbero
titolato i giornali. Lo stava facendo ancora. Quando era in ansia, la
sua mente cominciava a divagare, finendo col farle pensare cose
assurde, e in particolare, nell'ultimo periodo, riguardanti un certo
biondino in costume adamitico.
-
Harry? - domandò guardando esitante il suo migliore amico.
-
Ci sono - rispose lui con aria ancora stralunata che presto divenne
dura e determinata.
-
Hermione parliamo dopo, ora vai, devo scambiare due chiacchiere sul
Furetto - disse il moro portando la mano alla bacchetta.
Ma
prima che potesse portare a termine il gesto, un incantesimo urlato
lo scaraventò contro la parete gelida.
-
Expelliarmus! -
Fece
un volo di qualche metro, accasciandosi poi contro il muro per
l'impatto.
-
Hermione! Mi hai scaraventato contro una parete per lui!? - esclamò
sconvolto.
Fu
allora che il Lui in questione decise di intervenire.
-
La conosci da anni e ancora non hai capito che non si può dare
ordini ad Hermione? Mi deludi Potty. Non l'ha fatto per me, ma per il
vostro strambo orgoglio Grifondoro. E poi io mi so difendere da solo,
soprattutto da te. - sibilò Malfoy, ancora irritato per essere
stato interrotto.
-
Ci vediamo dopo Draco, devo parlare con Harry - disse la riccia
allentando la presa sulla bacchetta.
Il
biondo fece per voltarsi quando la voce del moro lo richiamò - Tu
però prendi ordini, eh? -
-
Istinto di sopravvivenza Potty, qualcosa di cui tu sembri totalmente
sprovvisto, il che mi fa pensare che Voldemort non ci sia messo
d'impegno a ucciderti, ma che la tua migliore amica riuscirà presto
nell'intento - ghignò nella sua direzione e baciò Hermione - che
divenne rossa come un peperone - davanti ai suoi occhi, giusto per
farlo arrabbiare, per poi voltarsi nuovamente e cominciare a
percorrere il corridoio.
-
D'accordo sono calmo – disse dopo un po' Harry, puntando gli occhi
sul volto di Hermione.
-
Voglio solo sapere che problema c'è per te – dichiarò lei,
impassibile.
-
E' Malfoy, Herm. Lo stesso ragazzo che ti ha tormentato per anni, e
fatto star male fino alle lacrime. Sono solo preoccupato per te –
gli occhi verdi del moro erano sinceri, ma Hermione era arrabbiata,
troppo per lasciar perdere.
-
Punto primo: lui E' cambiato. La guerra, il dolore, le perdite,
cambiano tutti, e lui non è un blocco di ghiaccio come vuol far
credere. Non penserai di esser stato l'unico a soffrire per questa
guerra, vero? Anche se tu hai perso molto, così è stato per tanti
di noi, non sei l'unica vittima. Punto secondo: Non è vero che sei
preoccupato per me. Se lo fossi veramente ti interesserebbe solo che
io fossi felice, e accetteresti chi o cosa può finalmente farmi
stare meglio. Per anni tutti hanno pensato che noi del Trio avremmo
formato due coppie: tu e Ginny, ed io e Ron. È sempre stato dato per
scontato, e ammetto di esser stata tra coloro che sostenevano questa
idea. Finchè non ho cominciato a pensare a cosa volessi veramente, a
cosa sentissi. Ho capito di non amare Ron, e ci siamo lasciati. E sai
come mi sono ritrovata io? Sola. Per anni sono stata legata a voi
due, non ho mai guardato al di fuori della bolla dorata in cui
abbiamo vissuto. Ed ora che finalmente sono uscita da questo
isolamento, tu non sei felice per me? Solo perchè lui è un Malfoy?
Quello è solo uno stupido cognome, per Merlino! Le persone cambiano
Harry. Anche tu sei cambiato. Non crederai di essere lo stesso
ragazzino impacciato e insicuro che sette anni fa è arrivato ad
Hogwarts senza sapere nemmeno chi fosse, vero? Siamo tutti cambiati,
e così anche Draco. Sta migliorando, seriamente. Lo vedo più...
tranquillo, meno aggressivo. - disse tutto d'uno fiato la ragazza,
fermandosi solo per respirare.
-
Lo ami? - chiese il moro dopo un po', cercando di usare un tono
neutro e trattenere il disgusto che provava nel pensare a Malfoy
insieme alla sua migliore amica, anche se in fondo sapeva che il suo
discorso era giusto.
-
Sono innamorata, questo è certo. Ma da qui ad amarlo, c'è un bel
passo. È troppo poco che ci.. frequentiamo, e francamente non credo
ancora di amarlo. - Ma innamorata sì. - dichiarò lei sicura,
l'ombra di un sorriso dolce sulle labbra.
-
Allora me lo farò bastare – affermò Harry, sorridendo tirato,
facendo in modo di mostrare lo sforzo che stava facendo a non
uccidere Malfoy seduta stante.
-
Grazie, apprezzo lo sforzo – sorrise lei abbracciandolo, per poi
scostarsi e guardarlo seria – ma la prossima volta che litigate,
giuro che vi appendo per i piedi fuori dalla finestra, capito? -
-
Va bene, ma non ti prometto nulla – sentenziò il moro.
-
Un'ultima cosa. Dillo a qualcuno e ti appendo per le palle, altro che
per i piedi - lo minacciò.
-
Giuro, ci tengo ai miei attributi, grazie -
-
Perfetto, allora non ci saranno problemi – sorrise lei,
stringendosi forte contro di lui, e sentendosi sollevata da quel peso
che la aveva oppressa negli ultimi mesi.
********************
Qualche
metro più in là, in una nicchia dietro un'armatura, Draco Malfoy
aveva ascoltato attentamente l'intera conversazione, trattenendo per
tutto il tempo un attacco di allergia dovuto alla quantità tremenda
di polvere accumulata in quell'angolo.
Non
si era preoccupato molto però, era preso dal discorso di Hermione,
gli sembrava che la ragazza stesse riscoprendo quella parte
Grifondoro del suo essere che da un po' di tempo pareva aver messo da
parte.
Aveva
percepito la fiducia che riponeva in lui e si era sentito
sopraffatto. Lui non era buono, mai preteso di esserlo, era una Serpe
e sentiva di non meritarsi quell'appoggio, ma sperava che un giorno
avrebbe potuto esserne degno.
E
poi lo Sfregiato aveva fatto quella domanda. Quella maledettissima
domanda. E lì si era ritrovato a chiedersi cosa voleva che lei
rispondesse. Sì? Non sarebbe stato più lo stesso. Avrebbe sentito
la situazione differente e poi nella sua strana considerazione
dell'amore bisognava inserire il preconcetto riguardante l'incapacità
dei Malfoy di amare. Perchè
i Malfoy non amano, esporre il proprio cuore alle donne porta alla
rovina degli uomini. Forse
un giorno avrebbe imparato ad amare? Magari aveva ereditato questa
capacità da sua madre? Solo il tempo avrebbe potuto dirlo, ma Draco
non era particolarmente fiducioso, anche se nel suo subconscio
sperava, anzi pregava che fosse così.
E
se avesse solo detto No? Probabilmente si sarebbe sentito preso in
giro, avrebbe ritenuto che lei lo usasse come un giocattolo giusto
per il gusto di provocarlo. Non si sarebbe certamente fermato a
riflettere sul fatto che nemmeno lui l'amava, quello era un dettaglio
insignificante, avrebbe solo pensato ad allontanarla e a fargliela
pagare.
Così il suo cuore sarebbe stato al sicuro. Ma
lei l'aveva stupito come sempre. Sono
innamorata, ma non lo amo, non ancora almeno. E
in un attimo, in una frazione di secondo aveva realizzato che la
stessa frase avrebbe potuto dirla lui. Come sempre lei aveva dato la
risposta più giusta, e aveva dato un'idea di futuro che aveva
tranquillizzato il ragazzo, gli aveva fatto capire che avrebbero
ancora avuto tempo, tutto il tempo necessario per conoscersi davvero.
Dopotutto,
lei era la strega più brillante della sua generazione.
***
Camminava
a passo svelto lungo i corridoi, abituato a tenere un ritmo constante
e inutilmente veloce. Fumava una sigaretta, pensando al fatto che
avrebbe dovuto lasciare quella pessima abitudine, da quando aveva
cominciato faceva più fatica a fare sport, e non poteva permettersi
di peggiorare le sue prestazioni di Quiddich. La fece evanescere dopo
aver fatto un ultimo tiro che sapeva d'addio.
Era
in anticipo di un bel po' per la riunione del Comitato, per la prima
volta, ma aveva sentito il bisogno di andare a fare due passi, e
poiché il cortile era ancora invaso da quella neve così appiccicosa
e bagnata, si era ritrovato a vagare per i corridoi.
Voleva
riflettere in pace, perchè aveva recentemente realizzato di essere
arrivato più vicino a quella che pensava essere felicità di quanto
lo fosse mai stato prima di allora. Solo che non era sicuro a cosa
fosse dovuto quel sentimento a lui estraneo. Alla fine della guerra?
A quel senso di pace che avvolgeva il mondo magico? O a quella
Mezzosangue che con la sua arguzia e intelligenza aveva finito con
l'attirare la sua attenzione? Era la prima volta che non si
interessava a una ragazza solo per il suo aspetto fisico. Certo, lui
la trovava bella, ma quale ragazzo innamorato non crede che l'oggetto
del suo interesse sia la più bella ragazza che ha mai visto? Ma
quella sua intelligenza e capacità di saper individuare l'unico
dettaglio che avrebbe voluto omettere durante le loro conversazioni,
la facevano apparire terribilmente intrigante ai suoi occhi, e anche
un po' Serpeverde. Ma questo non gliel'avrebbe detto mai, non voleva
restare secco, per quello che lui riteneva un complimento.
Riflettendo
arrivò davanti alla parete della Stanza delle Necessità, e dopo
aver fatto i consueti tre passaggi, la porta si aprì e apparve
l'arredamento che l'aveva caratterizzata ai suoi occhi per gli ultimi
mesi. Superò il tavolo di mogano, e si lasciò scivolare
elegantemente sulla poltrona verde posizionata davanti al camino in
una posizione strategica. Stette qualche minuto ad osservare le
fiamme e quando distolse lo sguardo notò il libro di mitologia greca
di Hermione. Pensò che doveva averlo scordato lì, ma gli parve
strano che non avesse smontato mezza scuola per ritrovarlo. Sfogliò
il libro, fermandosi un paio di volte per leggere i miti che non
conosceva. Sorrise quando lesse quello riguardante Atena e Poseidone
che collaborarono per costruire il carro. Nella stessa pagina trovò
una nota di Hermione che parlava di Poseidone, e si mise a leggere
con cura ogni singola parola che sembrava esser stata scarabocchiata
velocemente.
Nell'antica
mitologia greca, Poseidone è il dio del mare, dei cavalli e, nel suo
epiteto di Scuotitore della terra, causa dei terremoti. Poseidone era
figlio di Crono e Rea, e il fratello maggiore di Zeus. Al pari dei
suoi fratelli e sorelle venne divorato dal padre, che lo rigurgitò
quando fu costretto da Zeus, l’ultimogenito riuscito a sfuggire al
terribile genitore. Zeus insieme ai fratelli e sorelle, agli
Ecatonchiri, ai Giganti e ai Ciclopi sconfisse Crono e i Titani,
spodestandolo dal suo trono. Secondo alcune varianti della leggenda
Poseidone fu allevato ed educato dai Telchini sull’isola di Rodi, e
dalla figlia di Oceano, Cefira, così come Zeus fu cresciuto dai
Coribanti a Creta. Quando poi si decise di dividere il mondo in tre
regni, Zeus ricevette il cielo, Ade il mondo sotterraneo
dell’oltretomba, mentre a Poseidone toccarono il mare e le acque.
Anche
Poseidone aveva avuto la possibilità di spodestare Crono, poiché
Rea aveva provato a salvare lui prima di Zeus, ma questi aveva deciso
di non prendere parte a una guerra che non gli interessava, anche se
poi aveva combattuto al fianco del fratello Zeus per la libertà.
-
Sera Malfoy – esordì una voce all'improvviso dietro il suo
orecchio.
Con
un piccolo sobbalzo malcelato Draco rispose al saluto – Lovegood.
Sei... silenziosa – sentenziò con una punta di fastidio per
essersi fatto sorprendere.
-
Lo so. - commentò quella distratta saltellando fino alla poltrona
blu che era apparsa accanto a quella del biondo – Poseidone? Direi
che ti calza a pennello -
-
Perchè dici? - chiese lui, chiedendosi cosa diavolo ne sapesse
quella ragazza di mitologia greca.
-
Poseidone è un dio interessante, sai? - cominciò, mentre Draco
alzava gli occhi al cielo, domandandosi quanto ci sarebbe voluto per
ottenere una risposta decente. - Ha avuto la possibilità di
combattere per ottenere il potere, ma non l'ha fatto. Come te -
-
Me? Hai per caso ingoiato una pozione allucinogena? Io ho combattuto,
lo sai vero? O hai perso la memoria per colpa di uno dei tuoi
ridicoli esperimenti? - esclamò quello guardandola in malo modo.
-
Ho ragione io. - sentenziò la ragazza – E sai perchè? Perchè tu
ti sei rifiutato di combattere. Non hai accettato di uccidere per una
causa che non ti interessava -
-
Io mi sono rifiutato, io ho tradito – cominciò sprezzante –
perchè avevo paura. Lo dicono tutti, non hai sentito? Draco Malfoy è
stato un codardo. -
-
E' solo una scusa. Tu cerchi di convincerti di questa storia, in modo
da non dover riflettere sui veri motivi della tua scelta -
-
E quali sarebbero? Illuminami Lovegood – commentò lui acido.
-
Tu hai “tradito” come dici tu, perchè non credevi in quello per
cui ti volevano far combattere. E se fosse stato solo per paura,
perchè avresti combattuto dall'altra parte? Ti sei scontrato con
quelli che erano una volta tuoi compagni, fianco a fianco con Harry,
e non hai avuto un momento di esitazione. E questo perchè credevi in
quello per cui abbiamo combattuto tutti, un mondo migliore. - senza
aspettare una risposta Luna si alzò elegantemente, e fece i primi
passi verso la porta.
-
Cosa ti fa pensare che io creda in quello in cui credete voi? Nella
uguaglianza fra Purosangue, Mezzosangue e Babbani? - disse con tono
sprezzante, mettendo a tacere quello che per qualcun altro sarebbe
stato senso di colpa.
Luna
tornò da lui, e con un colpo di bacchette fece apparire un foglio,
che finì in grembo al biondo. Era una foto, una delle tante che Luna
aveva scattato di nascosto per comporre un album su quella loro
opera.
C'erano
lui ed Hermione, seduti sul tappeto della Stanza delle Necessità,
davanti al camino, con un librone dall'aria molto vecchia a
dividerli.
Lei
leggeva concentrata, e lui stava lì, attento, ad osservare ogni sua
mossa.
Dopo
un po', si allungava verso di lei, le alzava il mento con un dito, e
le dava un leggero bacio a fior di labbra. E lì l'immagine
riprendeva da capo.
-
Questo – concluse Luna, lasciandolo solo coi suoi pensieri.
********
Ca
c'est finit. Allora questo non è un capitolo di grandi azioni, però
ho sentito il bisogno di inserirlo, per chiarire un po' le cose :D
Fatemi
sapere che ne pensate :)
Herms
ps:
vi ricordo di andare qui :) :
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