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Autore: herms    28/01/2011    8 recensioni
Tratto dal capitolo 3:
Allora, dovete sapere che questa è la terza volta nella storia di Hogwarts che il Ballo di Eris e Eirene ha luogo. Avvenne per la prima volta tre secoli dopo che la Scuola fu fondata. Ci fu un periodo di grande discordia tra le Case, gli scherzi si fecero pesanti e alcuni ragazzi rimasero feriti. Così la Preside di quel tempo, Katherine Graam, inventò un evento che avrebbe portato gli alunni a collaborare assieme.
Il nome dell'evento, come alcuni di voi avranno già realizzato – aggiunse, soffermandosi con lo sguardo su Hermione – deriva dal greco antico Ἐρις , la Discordia, e Ειρήνη, la Pace. Entrambe dee figlie di Zeus, Re degli Dei, ma di madri diverse, furono sempre in conflitto tra loro, e Katherine decise di dare questo nome al Ballo per ricordare quanto i due elementi debbano compensarsi tra loro in modo da non creare squilibri.
Così otto giovani meritevoli, due per ogni Casa, si prestarono per la realizzazione dell'evento. Vissero assieme per dei mesi e poco alla volta impararono a rispettarsi.
dal capitolo 23:
Era la prima volta che non si interessava a una ragazza solo per il suo aspetto fisico. Certo, lui la trovava bella, ma quale ragazzo innamorato non crede che l'oggetto del suo interesse sia la più bella ragazza che ha mai visto? Ma quella sua intelligenza e capacità di saper individuare l'unico dettaglio che avrebbe voluto omettere durante le loro conversazioni, la facevano apparire terribilmente intrigante ai suoi occhi, e anche un po' Serpeverde. Ma questo non gliel'avrebbe detto mai, non voleva restare secco, per quello che lui riteneva un complimento.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'errore più grande'
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Eccomi qui, schifosamentissimamente in ritardo, as usual. Non avete la benchè minima idea dell'Inferno in cui continuo a vivere da un mese a questa parte, sono sull'orlo di una crisi di nervi. Oggi ho avuto un compito di verbi greci, e sono nel panico più totale. Io odio l'aoristo.

Ma torniamo a noi. In verità, una parte di ragione per cui ci ho messo così tanto a pubblicare, è stato il fatto che non ero più convinta della mia storia. Non mi piaceva come si stavano evolvendo i caratteri dei personaggi, Draco in particolare non mi sembrava più lui. Così in questi ultimi giorni ho scritto questo capitolo per fare un po' di chiarezza. Spero vi piaccia :)

Herms



CAPITOLO VENTIDUESIMO: Si o No?





Aria statica, silenzio più totale, rotto solamente dai respiri ancora leggermente accelerati di Draco e Hermione.

Per un attimo la Grifondoro temette di veder il suo miglio amico crollare a terra in stato di shock. “Il Bambino che è Sopravvissuto, muore di attacco di cuore nella sua scuola” avrebbero titolato i giornali. Lo stava facendo ancora. Quando era in ansia, la sua mente cominciava a divagare, finendo col farle pensare cose assurde, e in particolare, nell'ultimo periodo, riguardanti un certo biondino in costume adamitico.

- Harry? - domandò guardando esitante il suo migliore amico.

- Ci sono - rispose lui con aria ancora stralunata che presto divenne dura e determinata.

- Hermione parliamo dopo, ora vai, devo scambiare due chiacchiere sul Furetto - disse il moro portando la mano alla bacchetta.

Ma prima che potesse portare a termine il gesto, un incantesimo urlato lo scaraventò contro la parete gelida.

- Expelliarmus! -

Fece un volo di qualche metro, accasciandosi poi contro il muro per l'impatto.

- Hermione! Mi hai scaraventato contro una parete per lui!? - esclamò sconvolto.

Fu allora che il Lui in questione decise di intervenire.

- La conosci da anni e ancora non hai capito che non si può dare ordini ad Hermione? Mi deludi Potty. Non l'ha fatto per me, ma per il vostro strambo orgoglio Grifondoro. E poi io mi so difendere da solo, soprattutto da te. - sibilò Malfoy, ancora irritato per essere stato interrotto.

- Ci vediamo dopo Draco, devo parlare con Harry - disse la riccia allentando la presa sulla bacchetta.

Il biondo fece per voltarsi quando la voce del moro lo richiamò - Tu però prendi ordini, eh? -

- Istinto di sopravvivenza Potty, qualcosa di cui tu sembri totalmente sprovvisto, il che mi fa pensare che Voldemort non ci sia messo d'impegno a ucciderti, ma che la tua migliore amica riuscirà presto nell'intento - ghignò nella sua direzione e baciò Hermione - che divenne rossa come un peperone - davanti ai suoi occhi, giusto per farlo arrabbiare, per poi voltarsi nuovamente e cominciare a percorrere il corridoio.

- D'accordo sono calmo – disse dopo un po' Harry, puntando gli occhi sul volto di Hermione.

- Voglio solo sapere che problema c'è per te – dichiarò lei, impassibile.

- E' Malfoy, Herm. Lo stesso ragazzo che ti ha tormentato per anni, e fatto star male fino alle lacrime. Sono solo preoccupato per te – gli occhi verdi del moro erano sinceri, ma Hermione era arrabbiata, troppo per lasciar perdere.

- Punto primo: lui E' cambiato. La guerra, il dolore, le perdite, cambiano tutti, e lui non è un blocco di ghiaccio come vuol far credere. Non penserai di esser stato l'unico a soffrire per questa guerra, vero? Anche se tu hai perso molto, così è stato per tanti di noi, non sei l'unica vittima. Punto secondo: Non è vero che sei preoccupato per me. Se lo fossi veramente ti interesserebbe solo che io fossi felice, e accetteresti chi o cosa può finalmente farmi stare meglio. Per anni tutti hanno pensato che noi del Trio avremmo formato due coppie: tu e Ginny, ed io e Ron. È sempre stato dato per scontato, e ammetto di esser stata tra coloro che sostenevano questa idea. Finchè non ho cominciato a pensare a cosa volessi veramente, a cosa sentissi. Ho capito di non amare Ron, e ci siamo lasciati. E sai come mi sono ritrovata io? Sola. Per anni sono stata legata a voi due, non ho mai guardato al di fuori della bolla dorata in cui abbiamo vissuto. Ed ora che finalmente sono uscita da questo isolamento, tu non sei felice per me? Solo perchè lui è un Malfoy? Quello è solo uno stupido cognome, per Merlino! Le persone cambiano Harry. Anche tu sei cambiato. Non crederai di essere lo stesso ragazzino impacciato e insicuro che sette anni fa è arrivato ad Hogwarts senza sapere nemmeno chi fosse, vero? Siamo tutti cambiati, e così anche Draco. Sta migliorando, seriamente. Lo vedo più... tranquillo, meno aggressivo. - disse tutto d'uno fiato la ragazza, fermandosi solo per respirare.

- Lo ami? - chiese il moro dopo un po', cercando di usare un tono neutro e trattenere il disgusto che provava nel pensare a Malfoy insieme alla sua migliore amica, anche se in fondo sapeva che il suo discorso era giusto.

- Sono innamorata, questo è certo. Ma da qui ad amarlo, c'è un bel passo. È troppo poco che ci.. frequentiamo, e francamente non credo ancora di amarlo. - Ma innamorata sì. - dichiarò lei sicura, l'ombra di un sorriso dolce sulle labbra.

- Allora me lo farò bastare – affermò Harry, sorridendo tirato, facendo in modo di mostrare lo sforzo che stava facendo a non uccidere Malfoy seduta stante.

- Grazie, apprezzo lo sforzo – sorrise lei abbracciandolo, per poi scostarsi e guardarlo seria – ma la prossima volta che litigate, giuro che vi appendo per i piedi fuori dalla finestra, capito? -

- Va bene, ma non ti prometto nulla – sentenziò il moro.

- Un'ultima cosa. Dillo a qualcuno e ti appendo per le palle, altro che per i piedi - lo minacciò.

- Giuro, ci tengo ai miei attributi, grazie -

- Perfetto, allora non ci saranno problemi – sorrise lei, stringendosi forte contro di lui, e sentendosi sollevata da quel peso che la aveva oppressa negli ultimi mesi.



********************

Qualche metro più in là, in una nicchia dietro un'armatura, Draco Malfoy aveva ascoltato attentamente l'intera conversazione, trattenendo per tutto il tempo un attacco di allergia dovuto alla quantità tremenda di polvere accumulata in quell'angolo.

Non si era preoccupato molto però, era preso dal discorso di Hermione, gli sembrava che la ragazza stesse riscoprendo quella parte Grifondoro del suo essere che da un po' di tempo pareva aver messo da parte.

Aveva percepito la fiducia che riponeva in lui e si era sentito sopraffatto. Lui non era buono, mai preteso di esserlo, era una Serpe e sentiva di non meritarsi quell'appoggio, ma sperava che un giorno avrebbe potuto esserne degno.

E poi lo Sfregiato aveva fatto quella domanda. Quella maledettissima domanda. E lì si era ritrovato a chiedersi cosa voleva che lei rispondesse. Sì? Non sarebbe stato più lo stesso. Avrebbe sentito la situazione differente e poi nella sua strana considerazione dell'amore bisognava inserire il preconcetto riguardante l'incapacità dei Malfoy di amare. Perchè i Malfoy non amano, esporre il proprio cuore alle donne porta alla rovina degli uomini. Forse un giorno avrebbe imparato ad amare? Magari aveva ereditato questa capacità da sua madre? Solo il tempo avrebbe potuto dirlo, ma Draco non era particolarmente fiducioso, anche se nel suo subconscio sperava, anzi pregava che fosse così.

E se avesse solo detto No? Probabilmente si sarebbe sentito preso in giro, avrebbe ritenuto che lei lo usasse come un giocattolo giusto per il gusto di provocarlo. Non si sarebbe certamente fermato a riflettere sul fatto che nemmeno lui l'amava, quello era un dettaglio insignificante, avrebbe solo pensato ad allontanarla e a fargliela pagare. Così il suo cuore sarebbe stato al sicuro. Ma lei l'aveva stupito come sempre. Sono innamorata, ma non lo amo, non ancora almeno. E in un attimo, in una frazione di secondo aveva realizzato che la stessa frase avrebbe potuto dirla lui. Come sempre lei aveva dato la risposta più giusta, e aveva dato un'idea di futuro che aveva tranquillizzato il ragazzo, gli aveva fatto capire che avrebbero ancora avuto tempo, tutto il tempo necessario per conoscersi davvero.

Dopotutto, lei era la strega più brillante della sua generazione.




***


Camminava a passo svelto lungo i corridoi, abituato a tenere un ritmo constante e inutilmente veloce. Fumava una sigaretta, pensando al fatto che avrebbe dovuto lasciare quella pessima abitudine, da quando aveva cominciato faceva più fatica a fare sport, e non poteva permettersi di peggiorare le sue prestazioni di Quiddich. La fece evanescere dopo aver fatto un ultimo tiro che sapeva d'addio.

Era in anticipo di un bel po' per la riunione del Comitato, per la prima volta, ma aveva sentito il bisogno di andare a fare due passi, e poiché il cortile era ancora invaso da quella neve così appiccicosa e bagnata, si era ritrovato a vagare per i corridoi.

Voleva riflettere in pace, perchè aveva recentemente realizzato di essere arrivato più vicino a quella che pensava essere felicità di quanto lo fosse mai stato prima di allora. Solo che non era sicuro a cosa fosse dovuto quel sentimento a lui estraneo. Alla fine della guerra? A quel senso di pace che avvolgeva il mondo magico? O a quella Mezzosangue che con la sua arguzia e intelligenza aveva finito con l'attirare la sua attenzione? Era la prima volta che non si interessava a una ragazza solo per il suo aspetto fisico. Certo, lui la trovava bella, ma quale ragazzo innamorato non crede che l'oggetto del suo interesse sia la più bella ragazza che ha mai visto? Ma quella sua intelligenza e capacità di saper individuare l'unico dettaglio che avrebbe voluto omettere durante le loro conversazioni, la facevano apparire terribilmente intrigante ai suoi occhi, e anche un po' Serpeverde. Ma questo non gliel'avrebbe detto mai, non voleva restare secco, per quello che lui riteneva un complimento.

Riflettendo arrivò davanti alla parete della Stanza delle Necessità, e dopo aver fatto i consueti tre passaggi, la porta si aprì e apparve l'arredamento che l'aveva caratterizzata ai suoi occhi per gli ultimi mesi. Superò il tavolo di mogano, e si lasciò scivolare elegantemente sulla poltrona verde posizionata davanti al camino in una posizione strategica. Stette qualche minuto ad osservare le fiamme e quando distolse lo sguardo notò il libro di mitologia greca di Hermione. Pensò che doveva averlo scordato lì, ma gli parve strano che non avesse smontato mezza scuola per ritrovarlo. Sfogliò il libro, fermandosi un paio di volte per leggere i miti che non conosceva. Sorrise quando lesse quello riguardante Atena e Poseidone che collaborarono per costruire il carro. Nella stessa pagina trovò una nota di Hermione che parlava di Poseidone, e si mise a leggere con cura ogni singola parola che sembrava esser stata scarabocchiata velocemente.


Nell'antica mitologia greca, Poseidone è il dio del mare, dei cavalli e, nel suo epiteto di Scuotitore della terra, causa dei terremoti. Poseidone era figlio di Crono e Rea, e il fratello maggiore di Zeus. Al pari dei suoi fratelli e sorelle venne divorato dal padre, che lo rigurgitò quando fu costretto da Zeus, l’ultimogenito riuscito a sfuggire al terribile genitore. Zeus insieme ai fratelli e sorelle, agli Ecatonchiri, ai Giganti e ai Ciclopi sconfisse Crono e i Titani, spodestandolo dal suo trono. Secondo alcune varianti della leggenda Poseidone fu allevato ed educato dai Telchini sull’isola di Rodi, e dalla figlia di Oceano, Cefira, così come Zeus fu cresciuto dai Coribanti a Creta. Quando poi si decise di dividere il mondo in tre regni, Zeus ricevette il cielo, Ade il mondo sotterraneo dell’oltretomba, mentre a Poseidone toccarono il mare e le acque. Anche Poseidone aveva avuto la possibilità di spodestare Crono, poiché Rea aveva provato a salvare lui prima di Zeus, ma questi aveva deciso di non prendere parte a una guerra che non gli interessava, anche se poi aveva combattuto al fianco del fratello Zeus per la libertà.



- Sera Malfoy – esordì una voce all'improvviso dietro il suo orecchio.

Con un piccolo sobbalzo malcelato Draco rispose al saluto – Lovegood. Sei... silenziosa – sentenziò con una punta di fastidio per essersi fatto sorprendere.

- Lo so. - commentò quella distratta saltellando fino alla poltrona blu che era apparsa accanto a quella del biondo – Poseidone? Direi che ti calza a pennello -

- Perchè dici? - chiese lui, chiedendosi cosa diavolo ne sapesse quella ragazza di mitologia greca.

- Poseidone è un dio interessante, sai? - cominciò, mentre Draco alzava gli occhi al cielo, domandandosi quanto ci sarebbe voluto per ottenere una risposta decente. - Ha avuto la possibilità di combattere per ottenere il potere, ma non l'ha fatto. Come te -

- Me? Hai per caso ingoiato una pozione allucinogena? Io ho combattuto, lo sai vero? O hai perso la memoria per colpa di uno dei tuoi ridicoli esperimenti? - esclamò quello guardandola in malo modo.

- Ho ragione io. - sentenziò la ragazza – E sai perchè? Perchè tu ti sei rifiutato di combattere. Non hai accettato di uccidere per una causa che non ti interessava -

- Io mi sono rifiutato, io ho tradito – cominciò sprezzante – perchè avevo paura. Lo dicono tutti, non hai sentito? Draco Malfoy è stato un codardo. -

- E' solo una scusa. Tu cerchi di convincerti di questa storia, in modo da non dover riflettere sui veri motivi della tua scelta -

- E quali sarebbero? Illuminami Lovegood – commentò lui acido.

- Tu hai “tradito” come dici tu, perchè non credevi in quello per cui ti volevano far combattere. E se fosse stato solo per paura, perchè avresti combattuto dall'altra parte? Ti sei scontrato con quelli che erano una volta tuoi compagni, fianco a fianco con Harry, e non hai avuto un momento di esitazione. E questo perchè credevi in quello per cui abbiamo combattuto tutti, un mondo migliore. - senza aspettare una risposta Luna si alzò elegantemente, e fece i primi passi verso la porta.

- Cosa ti fa pensare che io creda in quello in cui credete voi? Nella uguaglianza fra Purosangue, Mezzosangue e Babbani? - disse con tono sprezzante, mettendo a tacere quello che per qualcun altro sarebbe stato senso di colpa.

Luna tornò da lui, e con un colpo di bacchette fece apparire un foglio, che finì in grembo al biondo. Era una foto, una delle tante che Luna aveva scattato di nascosto per comporre un album su quella loro opera.

C'erano lui ed Hermione, seduti sul tappeto della Stanza delle Necessità, davanti al camino, con un librone dall'aria molto vecchia a dividerli.

Lei leggeva concentrata, e lui stava lì, attento, ad osservare ogni sua mossa.

Dopo un po', si allungava verso di lei, le alzava il mento con un dito, e le dava un leggero bacio a fior di labbra. E lì l'immagine riprendeva da capo.

- Questo – concluse Luna, lasciandolo solo coi suoi pensieri.





********



Ca c'est finit. Allora questo non è un capitolo di grandi azioni, però ho sentito il bisogno di inserirlo, per chiarire un po' le cose :D

Fatemi sapere che ne pensate :)

Herms

ps: vi ricordo di andare qui :) : http://www.facebook.com/photo.php?fbid=1734357648732&set=a.1734343928389.97450.1532292552¬if_t=photo_reply#!/pages/Herms-efp/168279513203631

   
 
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