33. Epilogo
Speravo di riuscire a posta prima, ma la scuola
ha frenato il mio entusiasmo. L'importante è che ora sia
terminato.
Le cose importanti al fondo.
Se a qualcuno interessa, ecco la spin-off che
vede Monica protagonista subito dopo essere stata scaricata da Maria
Cristina: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=643020&i=1
Godetevi l'ultimo (breve) atto!
***
Capitolo XXXIII
EPILOGO
Il pomeriggio del 12 giugno, il giardino di casa Mantovani, per la
precisione quello di Ludovico e Lilith, si era popolato di voci e
colori: ragazzi coricati sulle sdraio, nell'erba, altri che si
rincorrevano, chi sedeva tranquillamente all'ombra di qualche frondoso
albero, chi giocava a pallone nella parte pianeggiante del prato, chi
faceva il bagno in piscina. La calura iniziava a soffocare e la
percentuale di umidità mandava al tappeto anche i
più
temerari e temprati guerrieri del solleone.
Accasciata fra l'erba, sotto un ombrellone di fortuna, stavo sudando
che nemmeno alla maratona di New York, accecata dall'azzurro intenso
del cielo e dalla violenta luce del sole.
- Caldo, caldo, caldo... - mormorò Federica come una
litania,
sdraiandosi accanto a me. Allungai una mano per carezzarle il braccio,
ma lei si scostò. - Troppo, troppo caldo. Caldo, caldo... -
Mi rassegnai, limitandomi a sorriderle. Chiusi gli occhi per
proteggerli dalla luce.
Rilassata com'ero, le membra allungate nell'erba tiepida e la mente
intorpidita dalla sonnolenza, non mi accorsi del rumore di passi,
nè del mormorio concitato. Mi ridestai di scatto quando
venni
afferrata brutalmente. Strepitai, scalciando. Anche Federica, da
qualche parte alle mie spalle, stava urlando. Attorno a noi risate e
altre urla. Mi resi conto che Walter mi aveva afferrata come un sacco
di patate ed ora mi reggeva per i polpacci, la testa ciondoloni contro
la sua schiena. Gli diedi un paio di pugni, ma lui non cedette e
all'improvviso mi ritrovai a graffiare l'aria, poi i miei polmoni si
riempirono d'acqua.
Riemersi tossicchiando, aggrappandomi con foga al bordo. Udii anche il
tonfo del corpo di Federica contro la superficie. Riemerse accanto a
me, che ormai ridevo assieme a tutti gli altri.
- Non vi sentite più fresche ora? - domandò
sogghignando
mio fratello, che aveva riservato a Federica la stessa sorte che Walter
aveva riservato a me.
Federica non rispose, ma si aggrappò alla mia vita,
poggiando il
capo contro il mio collo, ansante. Io gli mostrai il medio.
- Ce la pagherete! - lo minacciai, mentre Federica, abbarbicata alla
mia schiena, stava emettendo una serie di versi simili a fusa.
Era felice. Anzi, felicissima.
La festa a sorpresa era stata perfetta: Federica e Mattia (quest'ultimo
ovviamente informato di tutto) erano arrivati puntuali
con l'aereo ed Elena era andata a prenderli, con la scusa di essere nei
paraggi per delle commissioni. I loro genitori sarebbero arrivati solo
la sera, essendo ancora occupati con il lavoro, anche se ormai il
forzato trasferimento a Roma volgeva al termine.
Avevamo poi trascinato minore delle sorelle Mantovani a casa di Walter
con la scusa che gli zii volevano salutarla e, mentre attraversavamo il
giardino per raggiungere la porta d'ingresso, una serie di persone era
sbucata da dietro le piante e dalle finestre schiamazzando come
scimmie.
A Federica erano venute le lacrime agli occhi. C'eravamo tutti noi,
alcuni compagni di canto e teatro, di classe, gli amici di Elena e
Veronica, insomma, la solita gentaglia che ci portavamo appresso.
Eravamo dunque passati al rito della consegna dei regali. Quando le
avevo mostrato la foto raffigurante i fiori di pesco ne era rimasta
estasiata, ma quando le avevo spiegato il significato mi era
letteralmente saltata addosso. Per
sempre, Cris, è impegnativo, ma proviamoci
aveva mormorato al mio orecchio.
Una ragazza dalla carnagione lattea e i capelli multicolore prendeva il
sole su una sdraio, indosso un bikini nero. Alla sua destra,
un'altra ragazza la imitava, ma indossava un prendisole verde mela.
Erano Bianca e Martina, ex compagne di liceo della sorella di Federica,
che ora sedeva sulle ginocchia della sua ragazza, sussurrandole
qualcosa all'orecchio, le mani chiuse a coppa per escludere il resto
dei presenti da quell'intimo scambio. I ragazzi si spintonavano in
piscina, tirandosi un pallone di tanto in tanto e divertendosi a
bagnare le due che si abbronzavano vicino alla piscina,
finchè,
seccate, spostarono le sdraie in un punto del giardino molto lontano
rispetto alla piscina: la distanza avrebbe scoraggiato i pigri ragazzi.
Giorgio e Lara si stavano scambiando tenere effusioni all'ombra di
alcune betulle e qualcosa di molto simile stavano facendo Davide e
Olivia, che era venuta in qualità di accompagnatrice e aveva
fatto gli auguri a Federica solo perchè sarebbe passata
dalla
parte del torto prendendo parte a quella festa a sorpresa e
comportandosi da
cafona. Simone e Nex si stavano sbaciucchiando, lei seduta sul bordo
della piscina, lui in acqua.
Federica grugnì qualcosa, accennando all'ennesima scenetta
romantica che vedeva protagonisti due ragazzi del coro, Alina ed
Emanuele.
- E' così importante? - sussurrai al suo orecchie,
afferrandole
una mano. Muovendomi sfiorai i suoi short di jeans, ancora bagnati per
il tuffo di poco prima.
- Effettivamente no - mormorò chiudendo gli occhi, per poi
baciarmi, portando una mano dietro alla mia nuca.
Una scarica mi attraversò e se fossimo state sole le sarei
saltata
addosso senza tanti preamboli: erano mesi che non facevano l'amore, che
non stavamo insieme, e desideravo intensamente trascinarla sotto le
coperte assieme a me, sfiorare la pelle delicata del suo ventre con la
lingua, stringere fra le mani i suoi morbidi seni, baciarla fra la
gambe per udire i suoi gemiti. Posai timidamente una mano sulla spalla,
spostandola lentamente verso il centro della sua schiena, avvertendo il
modo in cui la sua umida maglietta scorreva faticosamente sotto le mie
dita, formando piccole pieghe e sfregando fra le nostre carni. Federica
sfiorò con la punta della lingua la sottile apertura fra le
mie
labbra: le concessi di entrare nella mia bocca, intensificando
l'abbraccio.
Il giardino sbiadì, le voci si affievolirono, persino il
calore
del sole pareva scomparso. Esisteva solo il suo dolce profumo, il suo
naso contro il mio, il suo sapore nella mia bocca, le sue mani attorno
al collo e lei fra le mie braccia. Un brivido d'eccitazione mi fece
quasi sobbalzare: forse era l'adrenalina, perchè quello era
il
primo bacio che ci scambiavamo davanti a tutti.
- Okay, basta... - ridacchiò Federica sottovoce. Ci
separammo
lentamente, incuranti di controllare se qualcuno se ne fosse accorto e
eventualmente dare spiegazioni. Ma perchè poi?
Federica si coricò poggiando il capo sulle mie gambe e
socchiudendo gli occhi a causa dei raggi del sole. Le premetti un
polpastrello contro la punta del naso, sorridendo, solo per
infastidirla. Lei emise una specie di grugnito, allontanandomi la mano
con uno schiaffo.
Iniziai a solleticarle i fianchi, mentre lei si contorceva
supplicandomi di smetterla.
Proprio mentre eravamo impegnate in quella lotta all'ultima risata,
notai che mio fratello Edoardo, Margherita e mia madre erano appena
entrati nel giardino.
Walter corse subito da mia madre, chinandosi ad ascoltare il pancione,
ormai decisamente evidente, che mia mamma stava nascondendo sotto ad
un'ampia canottiera multicolore.
Veronica saltellò incontro ad Edoardo, abbracciandolo con
foga.
Erano stati compagni di classe sia alle elementari che alle medie,
mentre alle superiori erano stati separati da una parete: la sorte li
aveva assegnati a due sezioni diverse. Erano stati molto amici da
ragazzi e ora avevano ricominciato a frequentarsi, ma ne
ignoravo il motivo, così come Federica.
Margherita mi aveva avvertita che sarebbe arrivata più
tardi. Il
suo umore era cambiato nuovamente una volta rientrate da quel
pomeriggio di compere e non ci eravamo nuovamente rivolte la parola per
settimane. Se sopportare il suo essere lunatica significava
però
avere dei rari momenti di divertimento e serenità con lei,
allora avrei tollerato volentieri per tutto il tempo necessario.
Andammo anche noi a salutarli e attorno si formò un piccolo
capannello di persone, ansiose di domandare a mia madre come procedesse
la gravidanza. Lei rispondeva sempre con un sorriso e una parola
rassicurante, portandosi una mano al ventre.
- Ciao ma' - riuscii finalmente ad avvicinarmi a lei, abbracciandola.
- Ciao Mari. Ciao Fede e ancora auguri! - sorrise lei, agitando una
mano in direzione della mia ragazza, che ringraziò
arrossendo.
- Come mai qui? - domandò Simone rivolto ad Edoardo.
- Mi sembrava il caso di fare un annuncio - sentenziò lui,
pomposo, emanando autocontrollo e orgoglio da ogni fibra di cotone
della sua maglietta bianca.
- Che annuncio?! - s'intromise Elena, curiosa. Lei amava le sorprese.
- Fatemi spazio, ho bisogno della vostra attenzione. Walter, chiami
anche i tuoi, vero? -, il ragazzo annuì e poi si diresse a
passo
rapido verso la porta d'ingresso, mentre noi ci spostavamo in blocco
verso i tavoli.
Quando Lilith e Ludovico ci raggiunsero, Edoardo salì su una
sedia e si schiarì la gola.
- Fratelli e sorelle, amici e amiche - fece un cenno del capo verso di
noi, Giorgio e Davide e anche il gruppetto della sorella di Federica -
Cari sconosciuti - continuò accennando ai ragazzi della
conservatorio e del teatro - Voglio darvi una splendida notizia! -
Fece una studiata pausa. Non sembrava per nulla nervoso.
- Ho capito... - sogghignò Federica.
- Cosa?! - domandai subito, agitata.
- Se è quello che penso, sei appena stata incastrata finchè morte non li
separi alla psicopatica bipolare -
Non ebbi nemmeno il tempo di alzare gli occhi al cielo.
- A novembre Anita ed io ci sposiamo! -
La mia mascella dovette aver toccato terra, mentre la mia ragazza
scoppiava a ridere senza ritegno applaudendo assieme a tutti gli altri.
Anche Margherita aveva avuto la mia stessa reazione. Quando i nostri
sguardi perplessi si incrociarono, scoppiammo a ridere anche noi.
Alla fine dei conti, ciò che importava era che loro fossero
felici. E se avere quell'isterica di Anita per casa avrebbe reso
Edoardo più felice, buon per lui. Mi accodai alle altre
persone
che lo circondavano per fargli gli auguri.
Mia madre era al settimo cielo e sorrideva
felice, stretta a
Lilith, che stava augurando ad Edoardo ogni gioia della vita coniugale,
scherzando sull'indole oziosa di suo marito.
- Congratulazioni Edo - gli dissi quando finalmente venne il mio turno.
- Come sei formale, sorella -
- Preferisci sono
così felice
che ti sposi così fra meno di dieci anni ti troverai sepolto
fra
pannolini, pappette e cacca di bebè? - sollevai
un sopracciglio, lui annuì.
- Anche voi lo sarete fra qualche mese, quindi non sfottere - mi diede
una pacca sulla schiena ridendo. Io grugnii qualcosa, affiancandomi a
Francesca.
- Olivia mi ha detto che le fai schifo - disse improvvisamente,
osservando Federica abbracciare mio fratello e augurargli di giostrarsi
con coraggio fra le gioie del matrimonio.
- Scusa? -
- Sì, ha detto che le fai schifo. Prima, hai baciato... -,
la interruppi.
- Lo so cosa ho fatto, grazie. Ah, ha detto così? Simpatica
la
ragazza... - ringhiai, pronta a prenderla a pugni non appena Edoardo si
fosse allontanato. Non volevo rovinargli la festa.
- Mari, calmati... -
- No! Mi fa venire una rabbia... Vorrei tanto andare là ora
e
romperle il naso - sibilai, stringendo i pugni fino a farmi male.
- Così passeresti dalla parte della cafona violenta. Non mi
pare il caso. Piuttosto mostrati superiore -
Lanciai un'occhiata a Giorgio: era di fronte a noi, assieme a Lara,
Davide e Olivia. I primi due stavano facendo i piccioncini, come al
solito, mentre Davide osservava assorto la sequenza di felicitazioni.
Olivia guardava nella nostra direzione.
Afferrai Federica per un polso, attirandola a me con grazia. Lei si
mosse come una ballerina, leggere e flessuosa, sorridendo
languidamente. Mi sporsi verso di lei e la baciai, catturando il suo
labbro inferiore, premendole una mano contro la schiena, mentre lei si
chinava all'indietro e io mi piegavo su di lei per non perdere il
contatto. Una sorta di casquet
eseguito da incapaci dilettanti (almeno per quanto
riguardava me) innamorate.
La cosa folle fu l'applauso e la risata che accompagnarono il nostro
bacio: una colonna sonora da birreria. Udimmo chiaramente Davide
fischiare.
***
FINE.
Ragazzi, ecco quelle quattro lettere che mi mettono addosso una
tristezza tremenda, mista a felicità (no, non sono bipolare
come
Anita).
Sono un po' impacciata, non so cosa scrivere, dunque
disconnetterò la razionalità, che al momento
è
molto in imbarazzo, e lascerò che il mio inconscio scriva
qualcosa.
E' stato un percorso lungo e piacevole, che mi ha permesso di conoscere
alcune di voi e ne sono davvero felice. Spero di avervi trasmesso tutto
il trasmettibile, comunicato il comunicabile (senza eccedere
nell'enfasi, s'intende), almeno nel mio piccolo. La storia, come
sapete, già esisteva, ma riscrivendola è
cresciuta con
me, con voi, grazie
a voi.
Senza l'entusiasmo, il sostegno, l'allegria e gli incoraggiamenti che
mi avete trasmesso voi, forse non sarei riuscita a finirla! Ma ora sono
"presa bene" e ho già nel
forno qualcosa del seguito, che spero apprezzerete
più di Fior
di pesco,
in quanto mio personale preferito episodio della trilogia.
Sì,
avete capito bene. Ci sarà un seguito del seguito. Si
vedrà se avrò ancora le forze per farvelo leggere
e
comunque quel momento è ancora molto lontano!
Mi ha molto stupita il risultato ottenuto da questa storia, non me
l'aspettavo e ancora ora fatico a crederci e continuo ad imbarazzarmi e
ad arrossire come un'imbecille leggendo le cose stupende che mi
scrivete: sapere che con questa storia ho toccato profondamente
qualcuno è qualcosa che quasi mi commuove.
Spero che continuerete a seguirmi con lo stesso entusiasmo e la stessa
costanza.
Ho deciso di non dedicare l'Epilogo a nessuno e dunque mi son detta,
perchè non dedicarlo a tutti? Dunque questo capitolo
è
dedicato a tutti voi che
avete recensito, messo la storia fra le preferite, le seguite o le
ricordate, o che avete semplicemente letto. Grazie ancora.
p.s. il capitolo, oltre a chiamarsi "Epilogo" ha anche un
sottotitolo, suggerito da un'entusiasta Kabubi: Vittoria Epica.
Ed è con questa vittoria epica che vi saluto e vi ringrazio
per
l'ultima volta in questa storia! Ci sentiamo presto con il seguito!!
p.p.s. terminerò in serata di rispondere alle recensioni a
cui
non ho ancora risposto (sono sempre la solita, lo so, ma ormai mi
conoscete)!
Mizar
|