Pirati dei Caraibi
– Gli eredi del mare
Lord Coward
Risalirono in coperta, Charles ad aprire la fila, Morgan, Jed e la sua
duplice scorta dietro, in silenzio. Ogni tanto Morgan si voltava verso
Jed, ma il ragazzo camminava a sguardo basso.
Sul ponte gli scontri erano giunti ad una situazione di stallo, in cui
i soldati della Marina tenevano sotto tiro di spada o pistola la ciurma
della Persefone.
Morgan si sincerò subito che Gibbs e altri dell'equipaggio
fossero ancora vivi. Vide Botton appeso ad una grisella, con la canna
di una pistola all'altezza dell'ombelico, mentre Slim non si era ancora
deciso ad abassare la spada, nonostante ne avesse due alla gola.
Gibbs e Jack erano sul ponte di comando, anch'essi incolumi e tenuti a
bada da due sottufficiali di Charles, il quale si affrettò a
raggiungerli, assieme al suo seguito.
"Signor Sparrow" salutò con falso ossequio, senza degnare
Gibbs della minima attenzione.
Jack biascicò qualche protesta sul suo titolo di capitano
che il Commodoro non ascoltò.
"A quanto pare, questa volta la fortuna ha arriso a me"
continuò Charles, iniziando a passeggiare.
"Perchè non approfittare di questa giornata di buona sorte,
allora?" suggerì Jack, seguendolo con lo sguardo.
"RIprendete la navigazione e cercate la Perla, potrebbe andarvi bene di
nuovo"
Charles fermò il suo passeggiare distratto e si
voltò a guardare Jack con espressione divertita.
"E' lo stesso suggerimento datomi da Miss Parker poco fa, guarda caso"
Il Capitano diede una rapida sbirciata verso Morgan,
chedeglutì in risposta.
"Guarda caso" ripetè poi, sorridendo con fare sarcastico.
"Se avete bisogno di informazioni sulla Perla, Commodoro, non esitate a
chiederle"
"Sareste davvero in grado di indicarmi la rotta della Perla Nera,
Capitano?" domandò Charles, faccia a faccia con Jack.
"Diciamo che potrei..." rispose lui, allusivo.
"Osate porre delle condizioni? Con le gole dei vostri uomini a poche
dita dal filo della lama dei miei?"
"Ogni cosa ha il suo prezzo"
"E qual è quello per le vostre parole, Capitan Sparrow?"
"La mia nave e la mia ciurma, incolumi, in cambio delle informazioni e
della donzella qui presente"
"Non scherzate, capitano" ribattè duro Charles. "In cambio
di parole che potrebbero non essermi utili e di una mocciosa viziata
pretendete che vi lasci scorrazzare libero per i Caraibi a saccheggiare
e derubare e questo non mi sembra equo, perciò vedete di
alzare l'offerta, o questa nave viene dritta a Port Royal con me, ad
arricchire la mia collezione"
"Allora ditemi, qual è il vostro prezzo, Commodoro?"
Charles sorrise bieco e prese a guardarsi intorno, fino ad incontrare
lo sguardo contratto di Jed.
Se era stato nascosto in fondo alla nave con la ragazza,
pensò Charles, doveva esserci un motivo.
"Voglio un Pirata Nobile" disse infine il Commodoro a voce bassa, in
modo che solo Jack potesse sentirlo.
"Non ci sono Pirati Nobili a bordo" rispose sicuro Jack, provocando una
sorda risata nel Commodoro.
"Capitan Sparrow, se c'è una cosa che non sopporto
è essere preso in giro. Voi e la Perla siete le ultime navi
pirata che solcano il mar dei Caraibi e mancano tre Pirati Nobili a
completare il Consiglio della Fratellanza. Uno di questi deve essere
per forza qui e io lo voglio, in cambio delle vostre informazioni e
della vostra libertà"
Jack sostenne qualche secondo lo sguardo glaciale di Charles, quindi lo
spostò su Jed, che gli rispose con un lieve cenno
affermativo del capo.
"L'avete già sotto tiro, Commodoro" rispose allora,
accennando al figlio.
"Eccellente" sorrise Charles, rimanendo poi in attesa.
Jack rimase in silenzio ancora qualche secondo, quindi
rispettò la seconda parte del patto.
"La Perla Nera è sulle tracce dell'Olandese Volante, dopo
essere partita non più tardi di ieri da Tortuga. Questo
è tutto ciò che so, Commodoro.
Charles sorrise. "Informazioni inutili, come avevo immaginato. Ma ormai
sono abituato a trattare con gente della vostra risma, Capitano, e so
per certo di essermi assicurato un lieve vantaggio dopo questa
trattativa. Tornate pure a far sguazzare questa bagnarola carica di
feccia tra gli squali e considerate il mio congedo come un arrivederci
piuttosto che un addio, Capitano"
"Arrivederci a presto, allora, Commodoro"
Gli ordini di Charles di tornare sulla nave della Marina non tardarono
ad arrivare, e subito vi fu un alternarsi di giubbe rosse e blu lungo
le passerelle.
"Se volete precedermi, Miss" fu l'invito viscido di Charles a Morgan,
che scese così le scale del castello di poppa seguita dal
Commodoro e dal prigioniero.
Una volta sulla passerella, Morgan si voltò velocemente
verso Jack e Gibbs, che osservavano la processione dal timone.
Il pensiero che Jed fosse ancora con lei la fece sentire meno sola ed
esposta alle grinfie di Charles, tra le cui braccia si stava gettando
senza avere via di scampo.
L'ammiraglia della flotta britannica era la nave più
gigantesca che Morgan avesse mai visto. In confronto la Perla e la
Persefone erano davvero delle bagnarole. Persino il nome
incuteva rispetto in chi lo sentiva.
A bordo della Majesty
era tutto un viavai di soldati e marinai, perfettamente ordinati e ligi
al loro dovere, nulla a che vedere con l'anarchia che regnava sulle
navi pirata.
Dopo aver salpato le ancore, Charle ordinò che Jed fosse
condotto nelle prigioni. Lui e Morgan riuscirono a scambiarsi un
ultimo, rapido sguardo prima che Jed scomparisse sotto coperta. La sua
espressione era imperscrutabile e Morgan sospettava che fosse
arrabbiato con lei come dopo che erano salpati da Tortuga. Dopotutto
era la seconda volta che finiva in cella per causa sua.
Charles la richiamò all'attenzione.
"Quanto a voi, miss Parker, dovete sapere che personalmente non sono
incline a trattare col gentil sesso se non in un solo modo. L'esercito
rende rudi, come si suol dire". Il suo sguardo percorse lascivo il
corpo di Morgan, che istintivamente si ritrasse.
"Vi affiderò, perciò, alle più
delicate cure di Lord Coward. Siete fortunata che abbia voluto provare
di persona cosa vuol dire essere responsabili delle colonie..."
"Lord Coward? Volete dire quel
Lord Coward?" volle accertarsi Morgan, nonostante conoscesse
già la risposta.
"Lo conoscete, per caso?" si incuriosì Charles, socchiudendo
gli occhi come faceva sempre quando qualcosa stuzzicava la sua
curiosità.
"Solo di fama" balbettò lei con un fil di voce.
"Strano, perchè è stato proprio Lord Coward a
spingere perchè cercassimo una ragazza sulla Persefone". Lo
sguardo incuriosito rimase ancora.
"Forse gli è stato comunicato del mio rapimento?"
azzardò Morgan, tentando di essere convincente.
"Forse" acconsentì Charles, rendendo il suo sguardo meno
curioso. "Ad ogni modo, debbo portarvi da lui"
"Oh, non credo sia necessario disturbarlo" si affrettò a
dire la ragazza, con voce troppo acuta perchè Charles non se
ne accorgesse. "Voglio dire... suppongo che sia impegnato, quindi...
perchè disturbarlo per una sciocchezza come me?"
"Perchè egli stesso ha insistito che vi portassimo da lui,
nel caso vi avessimo trovata" rispose serafico Charles. "Ora se volete
seguirmi"
Sono morta,
pensò Morgan mentre percorreva la breve distanza che la
separava dagli alloggi di Coward.
L'ingresso era piantonato da due guardie, che subito aprirono la porta
appena Charles espose le indicazioni che Coward gli aveva dato.
Dopodichè il Commodoro invitò, con un gesto della
mano, Morgan ad entrare, quindi le guardie chiusero la porta alle sue
spalle.
Ecco, ora sono proprio
morta, constatò definitivamente, con lo sguardo
fisso sui battenti chiusi.
"Morgan"
Nessun tono incredulo o sorpreso, solo una nota felice in quella
semplice parola che era il suo nome. E un tono di voce che aveva quasi
domenticato e che spazzò via tutte le sue paure.
Morgan si voltò lentamente, forse per paura che quel sogno
accarezzato una sola volta in un momento di sconforto diventasse il suo
peggiore incubo, ma l'abbraccio con cui Henry la accolse
fugò ogni dubbio.
"Grazie a Dio sei sana e salva"
La ragazza ricambiò il gesto d'affetto con tutto il
trasporto possibile. Nonostante l'avesse lasciato sperando di non
vederlo mai più, riaverlo accanto così
all'improvviso le rese il cuore più leggero, come se il mese
e mezzo appena trascorso non fosse mai esistito.
Quando Henry sciolse l'abbraccio, non la lasciò comunque
andare del tutto, ma la trattenne vicino a sè con due mani
sulla vita di Morgan. Questa non se la sentì di allontanarsi
dall'unica persona che, su quella nave, significava protezione.
"Che ci fai tu qui?" gli chiese sorridente, mentre lo osservava con
cura. La parrucca castana era posata sulla scrivania e i raggi del sole
del tardo mattino accendevano i riflessi rossi della chioma naturale di
Henry, lasciata incolta e lunga come la morbida barba, che doveva avere
un paio di giorni. La stessa stretta con cui la teneva, forte e sicura,
dimostrava che del damerino londinese era rimasto ben poco, per lasciar
spazio all'uomo d'avventura.
"Ho preso il posto di mio padre. E' morto poco dopo la tua partenza e
il re mi ha subito affidato il suo incarico. Ho accettato a condizione
che venissi mandato di persona qui"
"E hai fatto tutto questo per me?" domandò ancora Morgan,
stavolta meno sorridente di prima.
"Sì, in parte" rispose Henry, lasciandola andare per tornare
alla scrivania. "Ma anche perchè, dopo quella notte, non ho
smesso un attimo di pensare a questo mondo, hai racconti delle lettere
e del capitano Gibbs. Li sognavo di notte e ne ero terribilmente
affascinato e attratto. La proposta del re è stata una
piacevole sorpresa e un'occasione che non potevo rifiutare"
"Così ti sei schierato dalla parte di Charles"
constatò Morgan.
Henry rispose allo sguardo duro di Morgan con uno altrettanto
inespressivo.
In pochi passi sorpassò la ragazza e socchiuse il battente
quel tanto che bastava per congedare le guardie all'ingresso, quindi lo
richiuse con più forza di quanta ne fosse necessaria.
Nel tornare alla scrivania, si trascinò dietro Morgan
tenendola per un braccio e la costrinse a sedersi su una delle sue
sedie di fronte al tavolo. La ragazza si ritrovò in men che
non si dica il volto di Henry a pochi centimetri dal suo,
impossibilitata ad alzarsi per la presenza del ragazzo sopra di lei e
per le sue mani appoggiate ai braccioli della sedia, a chiudere la
gabbia.
"Dopo tutto quello che ho detto e fatto per te dal giorno in cui ti ho
conosciuta ad oggi, pensi ancora che possa venderti al tuo peggior
nemico?"
La domanda di Henry sprizzava rabbia e delusione ad ogni sillaba, ma
Morgan non si lasciò intimidire e rispose a tono.
"Quando hai sia pirati che Marina alle calcagna per farti la pelle,
penso che sia normale non fidarsi subito di chiunque, non trovi?"
Henry non rispose, ma non abbandonò mai gli occhi di Morgan,
come lei non lo fece coi suoi. Il suo sguardo si addolcì
gradatamente fino a stendersi in un sorriso.
"Sei cambiata, miss Betty" disse infine Henry "E mi piaci ancora di
più"
"Anche tu, lord Coward" sorrise Morgan di rimando "Ma non so ancora se
sei il mio tipo"
"Ho una speranza, quindi"
Henry si risollevò e porse a Morgan una mano per aiutarla ad
alzarsi.
"Beh, in realtà sarei la promessa sposa del tenente Turner"
ribattè lei, ammiccando, per poi proseguire a voce
più bassa. "Per quanto riguarda Morgan... chi lo sa"
Henry parve piuttosto soddisfatto della risposta di Morgan. Tenendole
ancora la mano, la invitò verso quelli che sarebbero stati i
suoi alloggi per tutto il tempo che avrebbe trascorso sulla Majesty.
Le venne assegnata la cabina esattamente a fianco di quella di Henry,
che si premurò di specificare che era disponibile per
qualsiasi sua necessità. Le disse, inoltre, che avrebbe
trovato degli abiti più consoni a lei nella cassapanca,
quindi si congedò baciandole garbatamente la mano.
Una volta sola, Morgan non potè non pensare a quale destino
fosse toccato a Jed. Il motivo per cui Charles l'aveva preso come
ostaggio non le era chiaro, quella parte di discussione tra il
Commodoro e Jack si era svolta troppo sotto voce perchè
potesse essere sentita.
Stava di fatto che Jed l'aveva seguita per l'ennesima volta, che
ciò fosse avvenuto contro la sua volontà o no,
non sapeva dirlo, ma per mantenersi la coscienza a posto, decise che
sarebbe andata a chiederlo.
Henry si era dimostrato gentile e disponibile, nonchè
interessato a lei, come sempre. Era meschino da parte sua approfittare
della sua devozione, ma si sentiva in qualche modo responsabile per Jed
e voleva sincerarsi delle sue condizioni, prima di tutto, e di cosa gli
passasse per la testa, in seguito. Solo allora si sarebbe occupata di
rimediare al brutto tiro che aveva intenzione di tirare ad Henry.
Dopo
pochissimissimo, ecco il capitolo numero 12 :) visto che brava?
Questo, invece, è venuto liscio liscio come lo volevo io e
ne sono soddisfatta!
E' anche tornato il nostro beneamato Henry Coward, che però,
poverino, dovrà penare un po' con la nostra Morgan (ops,
piccolo spoiler XD)
Grazie a chi ha letto il cap precedente dopo millenni di
non-aggiornamento :)
A presto!
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