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Autore: Martyx1988    12/02/2011    5 recensioni
Ho sempre voluto scrivere una fic su questo fandom e, grazie all'ispirazione dai film e da altre storie, eccola qui. L'hanno sempre chiamata Betty, o Miss Betty, ma una lettera che non doveva pervenire a lei mette in dubbio tutte le poche certezze di una ragazza a cui l'alta società londinese va stretta... Una nave la porterà per mari lontani a ricostruire il suo passato e a mettere le fondamenta ad un futuro inaspettato...
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pirati dei Caraibi – Gli eredi del mare
Lord Coward

Risalirono in coperta, Charles ad aprire la fila, Morgan, Jed e la sua duplice scorta dietro, in silenzio. Ogni tanto Morgan si voltava verso Jed, ma il ragazzo camminava a sguardo basso.
Sul ponte gli scontri erano giunti ad una situazione di stallo, in cui i soldati della Marina tenevano sotto tiro di spada o pistola la ciurma della Persefone.
Morgan si sincerò subito che Gibbs e altri dell'equipaggio fossero ancora vivi. Vide Botton appeso ad una grisella, con la canna di una pistola all'altezza dell'ombelico, mentre Slim non si era ancora deciso ad abassare la spada, nonostante ne avesse due alla gola.
Gibbs e Jack erano sul ponte di comando, anch'essi incolumi e tenuti a bada da due sottufficiali di Charles, il quale si affrettò a raggiungerli, assieme al suo seguito.
"Signor Sparrow" salutò con falso ossequio, senza degnare Gibbs della minima attenzione.
Jack biascicò qualche protesta sul suo titolo di capitano che il Commodoro non ascoltò.
"A quanto pare, questa volta la fortuna ha arriso a me" continuò Charles, iniziando a passeggiare.
"Perchè non approfittare di questa giornata di buona sorte, allora?" suggerì Jack, seguendolo con lo sguardo. "RIprendete la navigazione e cercate la Perla, potrebbe andarvi bene di nuovo"
Charles fermò il suo passeggiare distratto e si voltò a guardare Jack con espressione divertita.
"E' lo stesso suggerimento datomi da Miss Parker poco fa, guarda caso"
Il Capitano diede una rapida sbirciata verso Morgan, chedeglutì in risposta.
"Guarda caso" ripetè poi, sorridendo con fare sarcastico. "Se avete bisogno di informazioni sulla Perla, Commodoro, non esitate a chiederle"
"Sareste davvero in grado di indicarmi la rotta della Perla Nera, Capitano?" domandò Charles, faccia a faccia con Jack.
"Diciamo che potrei..." rispose lui, allusivo.
"Osate porre delle condizioni? Con le gole dei vostri uomini a poche dita dal filo della lama dei miei?"
"Ogni cosa ha il suo prezzo"
"E qual è quello per le vostre parole, Capitan Sparrow?"
"La mia nave e la mia ciurma, incolumi, in cambio delle informazioni e della donzella qui presente"
"Non scherzate, capitano" ribattè duro Charles. "In cambio di parole che potrebbero non essermi utili e di una mocciosa viziata pretendete che vi lasci scorrazzare libero per i Caraibi a saccheggiare e derubare e questo non mi sembra equo, perciò vedete di alzare l'offerta, o questa nave viene dritta a Port Royal con me, ad arricchire la mia collezione"
"Allora ditemi, qual è il vostro prezzo, Commodoro?"
Charles sorrise bieco e prese a guardarsi intorno, fino ad incontrare lo sguardo contratto di Jed.
Se era stato nascosto in fondo alla nave con la ragazza, pensò Charles, doveva esserci un motivo.
"Voglio un Pirata Nobile" disse infine il Commodoro a voce bassa, in modo che solo Jack potesse sentirlo.
"Non ci sono Pirati Nobili a bordo" rispose sicuro Jack, provocando una sorda risata nel Commodoro.
"Capitan Sparrow, se c'è una cosa che non sopporto è essere preso in giro. Voi e la Perla siete le ultime navi pirata che solcano il mar dei Caraibi e mancano tre Pirati Nobili a completare il Consiglio della Fratellanza. Uno di questi deve essere per forza qui e io lo voglio, in cambio delle vostre informazioni e della vostra libertà"
Jack sostenne qualche secondo lo sguardo glaciale di Charles, quindi lo spostò su Jed, che gli rispose con un lieve cenno affermativo del capo.
"L'avete già sotto tiro, Commodoro" rispose allora, accennando al figlio.
"Eccellente" sorrise Charles, rimanendo poi in attesa.
Jack rimase in silenzio ancora qualche secondo, quindi rispettò la seconda parte del patto.
"La Perla Nera è sulle tracce dell'Olandese Volante, dopo essere partita non più tardi di ieri da Tortuga. Questo è tutto ciò che so, Commodoro.
Charles sorrise. "Informazioni inutili, come avevo immaginato. Ma ormai sono abituato a trattare con gente della vostra risma, Capitano, e so per certo di essermi assicurato un lieve vantaggio dopo questa trattativa. Tornate pure a far sguazzare questa bagnarola carica di feccia tra gli squali e considerate il mio congedo come un arrivederci piuttosto che un addio, Capitano"
"Arrivederci a presto, allora, Commodoro"
Gli ordini di Charles di tornare sulla nave della Marina non tardarono ad arrivare, e subito vi fu un alternarsi di giubbe rosse e blu lungo le passerelle.
"Se volete precedermi, Miss" fu l'invito viscido di Charles a Morgan, che scese così le scale del castello di poppa seguita dal Commodoro e dal prigioniero.
Una volta sulla passerella, Morgan si voltò velocemente verso Jack e Gibbs, che osservavano la processione dal timone.
Il pensiero che Jed fosse ancora con lei la fece sentire meno sola ed esposta alle grinfie di Charles, tra le cui braccia si stava gettando senza avere via di scampo.

L'ammiraglia della flotta britannica era la nave più gigantesca che Morgan avesse mai visto. In confronto la Perla e la Persefone erano davvero delle bagnarole. Persino il nome  incuteva rispetto in chi lo sentiva.
A bordo della Majesty era tutto un viavai di soldati e marinai, perfettamente ordinati e ligi al loro dovere, nulla a che vedere con l'anarchia che regnava sulle navi pirata.
Dopo aver salpato le ancore, Charle ordinò che Jed fosse condotto nelle prigioni. Lui e Morgan riuscirono a scambiarsi un ultimo, rapido sguardo prima che Jed scomparisse sotto coperta. La sua espressione era imperscrutabile e Morgan sospettava che fosse arrabbiato con lei come dopo che erano salpati da Tortuga. Dopotutto era la seconda volta che finiva in cella per causa sua.
Charles la richiamò all'attenzione.
"Quanto a voi, miss Parker, dovete sapere che personalmente non sono incline a trattare col gentil sesso se non in un solo modo. L'esercito rende rudi, come si suol dire". Il suo sguardo percorse lascivo il corpo di Morgan, che istintivamente si ritrasse.
"Vi affiderò, perciò, alle più delicate cure di Lord Coward. Siete fortunata che abbia voluto provare di persona cosa vuol dire essere responsabili delle colonie..."
"Lord Coward? Volete dire quel Lord Coward?" volle accertarsi Morgan, nonostante conoscesse già la risposta.
"Lo conoscete, per caso?" si incuriosì Charles, socchiudendo gli occhi come faceva sempre quando qualcosa stuzzicava la sua curiosità.
"Solo di fama" balbettò lei con un fil di voce.
"Strano, perchè è stato proprio Lord Coward a spingere perchè cercassimo una ragazza sulla Persefone". Lo sguardo incuriosito rimase ancora.
"Forse gli è stato comunicato del mio rapimento?" azzardò Morgan, tentando di essere convincente.
"Forse" acconsentì Charles, rendendo il suo sguardo meno curioso. "Ad ogni modo, debbo portarvi da lui"
"Oh, non credo sia necessario disturbarlo" si affrettò a dire la ragazza, con voce troppo acuta perchè Charles non se ne accorgesse. "Voglio dire... suppongo che sia impegnato, quindi... perchè disturbarlo per una sciocchezza come me?"
"Perchè egli stesso ha insistito che vi portassimo da lui, nel caso vi avessimo trovata" rispose serafico Charles. "Ora se volete seguirmi"
Sono morta, pensò Morgan mentre percorreva la breve distanza che la separava dagli alloggi di Coward.
L'ingresso era piantonato da due guardie, che subito aprirono la porta appena Charles espose le indicazioni che Coward gli aveva dato. Dopodichè il Commodoro invitò, con un gesto della mano, Morgan ad entrare, quindi le guardie chiusero la porta alle sue spalle.
Ecco, ora sono proprio morta, constatò definitivamente, con lo sguardo fisso sui battenti chiusi.
"Morgan"
Nessun tono incredulo o sorpreso, solo una nota felice in quella semplice parola che era il suo nome. E un tono di voce che aveva quasi domenticato e che spazzò via tutte le sue paure.
Morgan si voltò lentamente, forse per paura che quel sogno accarezzato una sola volta in un momento di sconforto diventasse il suo peggiore incubo, ma l'abbraccio con cui Henry la accolse fugò ogni dubbio.
"Grazie a Dio sei sana e salva"
La ragazza ricambiò il gesto d'affetto con tutto il trasporto possibile. Nonostante l'avesse lasciato sperando di non vederlo mai più, riaverlo accanto così all'improvviso le rese il cuore più leggero, come se il mese e mezzo appena trascorso non fosse mai esistito.
Quando Henry sciolse l'abbraccio, non la lasciò comunque andare del tutto, ma la trattenne vicino a sè con due mani sulla vita di Morgan. Questa non se la sentì di allontanarsi dall'unica persona che, su quella nave, significava protezione.
"Che ci fai tu qui?" gli chiese sorridente, mentre lo osservava con cura. La parrucca castana era posata sulla scrivania e i raggi del sole del tardo mattino accendevano i riflessi rossi della chioma naturale di Henry, lasciata incolta e lunga come la morbida barba, che doveva avere un paio di giorni. La stessa stretta con cui la teneva, forte e sicura, dimostrava che del damerino londinese era rimasto ben poco, per lasciar spazio all'uomo d'avventura.
"Ho preso il posto di mio padre. E' morto poco dopo la tua partenza e il re mi ha subito affidato il suo incarico. Ho accettato a condizione che venissi mandato di persona qui"
"E hai fatto tutto questo per me?" domandò ancora Morgan, stavolta meno sorridente di prima.
"Sì, in parte" rispose Henry, lasciandola andare per tornare alla scrivania. "Ma anche perchè, dopo quella notte, non ho smesso un attimo di pensare a questo mondo, hai racconti delle lettere e del capitano Gibbs. Li sognavo di notte e ne ero terribilmente affascinato e attratto. La proposta del re è stata una piacevole sorpresa e un'occasione che non potevo rifiutare"
"Così ti sei schierato dalla parte di Charles" constatò Morgan.
Henry rispose allo sguardo duro di Morgan con uno altrettanto inespressivo.
In pochi passi sorpassò la ragazza e socchiuse il battente quel tanto che bastava per congedare le guardie all'ingresso, quindi lo richiuse con più forza di quanta ne fosse necessaria.
Nel tornare alla scrivania, si trascinò dietro Morgan tenendola per un braccio e la costrinse a sedersi su una delle sue sedie di fronte al tavolo. La ragazza si ritrovò in men che non si dica il volto di Henry a pochi centimetri dal suo, impossibilitata ad alzarsi per la presenza del ragazzo sopra di lei e per le sue mani appoggiate ai braccioli della sedia, a chiudere la gabbia.
"Dopo tutto quello che ho detto e fatto per te dal giorno in cui ti ho conosciuta ad oggi, pensi ancora che possa venderti al tuo peggior nemico?"
La domanda di Henry sprizzava rabbia e delusione ad ogni sillaba, ma Morgan non si lasciò intimidire e rispose a tono.
"Quando hai sia pirati che Marina alle calcagna per farti la pelle, penso che sia normale non fidarsi subito di chiunque, non trovi?"
Henry non rispose, ma non abbandonò mai gli occhi di Morgan, come lei non lo fece coi suoi. Il suo sguardo si addolcì gradatamente fino a stendersi in un sorriso.
"Sei cambiata, miss Betty" disse infine Henry "E mi piaci ancora di più"
"Anche tu, lord Coward" sorrise Morgan di rimando "Ma non so ancora se sei il mio tipo"
"Ho una speranza, quindi"
Henry si risollevò e porse a Morgan una mano per aiutarla ad alzarsi.
"Beh, in realtà sarei la promessa sposa del tenente Turner" ribattè lei, ammiccando, per poi proseguire a voce più bassa. "Per quanto riguarda Morgan... chi lo sa"
Henry parve piuttosto soddisfatto della risposta di Morgan. Tenendole ancora la mano, la invitò verso quelli che sarebbero stati i suoi alloggi per tutto il tempo che avrebbe trascorso sulla Majesty.
Le venne assegnata la cabina esattamente a fianco di quella di Henry, che si premurò di specificare che era disponibile per qualsiasi sua necessità. Le disse, inoltre, che avrebbe trovato degli abiti più consoni a lei nella cassapanca, quindi si congedò baciandole garbatamente la mano.
Una volta sola, Morgan non potè non pensare a quale destino fosse toccato a Jed. Il motivo per cui Charles l'aveva preso come ostaggio non le era chiaro, quella parte di discussione tra il Commodoro e Jack si era svolta troppo sotto voce perchè potesse essere sentita.
Stava di fatto che Jed l'aveva seguita per l'ennesima volta, che ciò fosse avvenuto contro la sua volontà o no, non sapeva dirlo, ma per mantenersi la coscienza a posto, decise che sarebbe andata a chiederlo.
Henry si era dimostrato gentile e disponibile, nonchè interessato a lei, come sempre. Era meschino da parte sua approfittare della sua devozione, ma si sentiva in qualche modo responsabile per Jed e voleva sincerarsi delle sue condizioni, prima di tutto, e di cosa gli passasse per la testa, in seguito. Solo allora si sarebbe occupata di rimediare al brutto tiro che aveva intenzione di tirare ad Henry.



Dopo pochissimissimo, ecco il capitolo numero 12 :) visto che brava?
Questo, invece, è venuto liscio liscio come lo volevo io e ne sono soddisfatta!
E' anche tornato il nostro beneamato Henry Coward, che però, poverino, dovrà penare un po' con la nostra Morgan (ops, piccolo spoiler XD)
Grazie a chi ha letto il cap precedente dopo millenni di non-aggiornamento :)
A presto!
   
 
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