SanValentino_
San Valentino tra incomprensioni e sorprese
14 Febbraio.
Ore 7:58
Alessandro’s POV.
Mi devi rispondere, mi
devi rispondere, mi devi rispondere..
Primo squillo.
Mi devi rispondere..
Secondo squillo.
Ti prego, ti prego..
Terzo squillo.
“Pronto?” una voce
dolce e calma mi risponde.
Le farò una statua.
“Virginia! Sei la mia
sola e unica salvezza!” dico senza neanche salutarla.
“Ale? Ale sei tu?”
chiede lei.
“Sì, Virgy.. Scusami..
Non ti ho neanche salutato.. Ciao dolcezza. Stai bene?”
“Sì, credo di sì.. Tu
invece? Che succede Ale?”
“Ecco.. Vedi.. Ho
combinato un casino..” ammetto triste.
“Come un casino?”
“Lui non ti ha ancora chiamato?”
“No Ale, Marco non ha
chiamato..” Pessima cosa, lui non ha chiamato lei.. Quindi avrà chiamato
quell’etero bellissimo con cui esce lei attualmente. Ora Matteo vorrà
uccidermi, come minimo. “Avrebbe dovuto?
Che casino?” chiede lei poco dopo.
“Sì.. Mi sono..
Dimenticato che oggi è..”
“San Valentino..”
continua lei.
“Esatto.. Io mi
dimentico.. Non volevo dimenticami, lo sapevo.. Ecco..”
“Ale.. Calmo, stai
calmo e tranquillo..”
“No!” Dio, sembro
una checca isterica. Sono una checca isterica. “Cosa posso.. Cosa?”
“Respira Ale..”
“Ok, ci provo..” e
provo a respirare.
“Sei un po’ più calmo
ora?”
“Non proprio, ma ci
sto provando..”
“Bene, molto bene..”
“Cazzo..” la calma
è passata.
“Cosa c’è Ale?” chiede lei allarmata.
“Tu sei sempre così
buona con me.. Non ti ho neanche salutato né chiesto se disturbavo.. Dopotutto
è mattina.. Ed è presto..”
“Non ti preoccupare, è
normale.. Non ti disturbi.. Stavo mettendo in ordine.. Dimmi cos’è successo..”
La sera prima..
“Ehi..” ho
risposto al telefono entrando in macchina.
“Ciao tesoro..”
una voce calda e soffice è arrivata dall’altro capo del telefono e mi ha scosso
come mai nessuno prima di lui era riuscito a fare.
“Ciao a te ragazzo
bellissimo..” ho risposto con un sussurro.
“Stavo pensando..”
“Mi piace quando pensi..”
“Anche quando metto in
pratica certe cose..”
“Bhe quello è ancora meglio..” questo
flirtare al telefono l’abbiamo sempre fatto, è sempre piuttosto eccitante e
qualcuno sotto la mia cintura è sempre felice di sentire certe cose.
“Mh, potremmo metterlo
in pratica anche ora..”
“Sesso telefonico?” ho chiesto più attento.
“Dipende da dove sei..”
“In macchina, verso
casa..”
“Meglio di no allora..
Non voglio che rischi la tua preziosa vita solo perché voglio raccontarmi
quello che mi sto facendo ora..”
Ho deglutito forzatamente e sgranato gli occhi. “Cosa.. Cosa stai..?”
“Oh, tu lo sai bene..
Conosci bene lui e la mia mano destra che ora sta facendo su.. E giù.. Su di
lui..” ha risposto bisbigliando.
Merda, merda e ancora merda.
“Arrivo. Tu.. Non
continuare senza di me..” quasi l’ho implorato. Ero patetico.
“Mmmmh. Mi piace..
Allora.. Allora vieni?”
“Arrivo subito, ma
prima ti faccio venire io..”
“Ti aaaah..spetto
allora..”
“Togli quella mano da
lui, sette minuti e sono lì..” e ho chiuso il telefono.
Eccitato da far schifo, con delle immagini da censura in
testa e un’erezione davvero imbarazzante ho cercato di arrivare il prima
possibile da Marco.
Ho parcheggiato, ho citofonato, ho fatto due gradini per
volta, ho abbattuto la porta di casa sua e l’ho praticamente assalito.
Ci siamo baciati, abbiamo fatto degli ottimi preliminari e
abbiamo fatto l’amore finché stremati, stanchi e sfiniti ci siamo accasciati
sudati l’uno sopra l’altro. Ci siamo ripuliti e poi siamo tornati a letto a
coccolarci, com’è nostra abitudine.
Tra una carezza e l’altra abbiamo parlato, finché qualcosa è
andato storto..
“Tu.. Lo sai che
giorno è domani?” ha chiesto lui.
“Sinceramente no..”
ho ammesso.
“San.. Valentino..”
“Mh..” Inutile
festa consumistica. Ho pensato, ma non l’ho detto.
“Avevo pensato.. Che..”
“Che..?”
“Nulla.. Lascia stare..”
si è alzato dal letto ed è andato in bagno.
“Marco?” mi sono
alzato e l’ho raggiunto, solo che la porta del bagno era chiusa a chiave.
“Scusami tu, Ale..
Vedi.. Io..”
“Cosa? Parla con me ti
prego..” Mi son sentito impotente, inutile..
Cosa cazzo era successo?
“Nulla, torna a casa,
vai a casa, ci sentiamo poi domani..”
“Prima mi spieghi cosa
c’è che non va..”
“No.. Va tutto bene..”
“Non ti credo.. Parla,
parla con me..”
“No, non ne ho voglia..”
“Parla, per favore..
Altrimenti.. Altrimenti me ne vado..” ho tentato con la carta del ricatto.
“E allora vattene.. Non mi va di parlarne ora.”
La carta del ricatto è stata pessima.
“Marco, parlami.”
“Vattene a casa..”
è stata la sua risposta.
Mi sono rimesso i jeans, la camicia, il maglione e la giacca
e me ne sono andato. Pessima mossa sì, ma mi aveva fatto lievemente girare le
palle. Odio scongiurarlo, ma cazzo, se non parla con me con chi dovrebbe
parlare? Lì ho avuto l’illuminazione: Virginia. Presto avrei chiesto aiuto a
lei.
Tornando al presente..
“Ed eccoci qui..” dico concludendo il mio
racconto.
“Porca vacca..” è la risposta di Virginia.
“Tu sai cosa cazzo è
accaduto? Io ci ho pensato tutta notte, ho rivisto la scena parecchie volte e
non ho capito.. O almeno forse avrei dovuto..”
“Diciamo che tu la
sfera di cristallo non ce l’hai e quel testone non ti ha spiegato molto..”
“Quindi?”
“Quindi ora ti tranquillizzi ed escogitiamo un piano..”
mi risponde lei decisa.
“Mi piacciono queste
cose fatte di nascosto..”
“Oh sì, anche a me!”
ammette ridendo.
“Aspetta.. Ma tu.. Non
hai da fare?” chiedo.
Dopotutto è San Valentino anche per lei.. Magari ha da fare.
“Per oggi dici?”
“Sì, è San Valentino..
Magari hai da fare con..”
“Matteo? Sì, ma questa
sera.. Non ti preoccupare quindi..”
“Io non so cosa fare
Virgy..” ammetto sconsolato.
“Ovvio, sei un uomo..”
“In parte, lo sai..”
dico con un sorriso.
“Lo so.. Quindi hai bisogno
di me..”
“Sì, ho decisamente
bisogno di te..”
“Ok, dimmi tutto..
Dove e a che ora ci vediamo?”
“Tra una mezz’oretta
passo da te, andiamo a prendere un caffè e a progettare piani malefici..”
“Ci sto! Ti aspetto
Ale..”
“A tra poco Virgy..
E.. Grazie..”
“Non ti preoccupare tu!”
“Arrivo!” le dico.
..
Circa mezz’ora dopo ero sotto casa di Virginia e le stavo
citofonando. Dopo la telefonata-salvezza, l’ho ribattezzata così, mi sono fatto
una doccia in tempo zero, mi sono vestito e sono andato alla fermata del tram
per arrivare da lei.
Quella telefonata è stata davvero la mia salvezza, dato che
dopo essermene andato da casa di Marco, io non l’ho cercato e lui non ha
cercato me. Non ho provato a chiamarlo perché punto uno, non volevo litigare; punto
due, non volevo incazzarmi un’altra volta; punto tre, non avevo intenzione di
scongiurarlo a rivelarmi le sue paure; punto quattro, non lo so.
Non dovrebbe avere paura di parlare con me, di esprimersi,
di raccontare ogni cosa, ma evidentemente io non lo faccio sentire abbastanza
sicuro o magari non è ancora pronto a rivelarmi tutto. Dopotutto la nostra non
è stata una storia semplice: siamo stati più o meno insieme qualche anno fa,
poi ci siamo lasciati..
Quest’estate è stato un bel colpo per me trovarlo in quella
discoteca: il destino ha voluto dirmi qualcosa. E io ho seguito quello che ho
percepito, l’ho rivisto quando eravamo al mare.. Poi tornati a casa non
riuscivo più a fare a meno di lui. Non ci riuscivo a stare senza di lui. L’ho
cercato, lui ha cercato me, ci siamo visti, ci siamo rivisti, baciati,
ribaciati, abbiamo fatto l’amore innumerevoli volte ed è cresciuto un
sentimento, è nato, fiorito ed è stato coltivato da entrambi. Siamo diventati
una coppia a tutti gli effetti.. Nonostante le iniziali litigate e gelosie,
nonostante la novità di avere un compagno come dire, stabile.. Mi sono
innamorato di lui un’altra volta. Mi sono innamorato di lui profondamente,
totalmente, intensamente, vivamente e intimamente. Insomma, mi fa sentire
un’altra persona. Lui riesce a cambiarmi, lui ha tirato fuori quella parte di
me che è meravigliosa, solo lui c’è riuscito..
Solo che ieri.. Non ho ben capito quello che è successo,
voglio capire, voglio sapere tutto, voglio che lui si apra con me, mi riveli
tutte le sue paure, il suo passato, tutti i suoi sogni.. Per questo ho
telefonato a Virginia, spero che lei mi possa aiutare a capire, lei potrebbe intuire
perché lui si è comportato in quel modo.. Non che io mi sia comportato bene, lo
so, odio essermene andato via ma non avevo altra scelta. Se fossi rimasto, sarei
entrato di forza in quel bagno dove lui si era chiuso dentro. Avrei sfondato la
porta e l’avrei scongiurato a parlarne con me. Ma io non l’ho fatto e lui non
l’ha fatto. Ci siamo lasciati “male” prima di San Valentino. Forse il problema
è proprio San Valentino? Perché diamine hanno fatto un santo il quattordici
febbraio per festeggiare gli innamorati? Non basta amarsi ogni giorno sempre di
più? Evidentemente no.
“Ehi..” una voce fa
capolino dietro le mie spalle e mi distrae dagli astrusi monologhi interiori.
“Virgy, tesoro.. Ciao..”
dico girandomi verso di lei e abbracciandola.
“Ciao Ale..” mi risponde sia a voce sia
all’abbraccio. “Hai una faccia..”
“Lo so.. Non ho dormito molto..” ammetto.
“I litigi tra di voi non vi fanno mai dormire..”
constata lei.
“Lo sai come siamo
fatti..”
“Lo so sì.. E dopo quello che mi hai raccontato
immagino cosa possa essere successo..”
“Davvero?”
“Sì.. Ci ho pensato.. Ho messo insieme qualche
pezzo e forse sono arrivata a una conclusione..”
“Sei la migliore Virgy..”
“Ma va.. Sono solo
amica di entrambi..” dice stringendosi nelle spalle.
“E ti adoro per
questo.. Andiamo alla fermata dai.. La colazione ci aspetta..” e ci avviamo
verso la pensilina del bus.
..
“Allora, spara..”
le dico appena ci sediamo al nostro posto nel nostro solito bar.
“Cavolo.. Hai
resistito ben otto minuti non chiedendomi nulla.. Sono sorpresa..” mi
risponde Virginia con un sorriso beffardo.
“Smettila dai..”
“Mi piace tenerti sulle spine.. Tu e quell’altro
me la dovete ancora pagare per Matteo..”
“Sei appena diventata
rossa..” le dico.
“Per cosa?” chiede lei stupita.
“Per Matteo.. Guarda
qui..” rispondo puntandole un dito sulle guance e il rossore si accentua.
“Maledetto..”
risponde tirando fuori la lingua.
“Siete solo voi due
oggi, ragazzi?” ci interrompe la voce di Nadia, la signora che ci conosce
da una vita e che è come una vecchia zia per noi due.
“Oh sì.. Solo noi
due.. Per oggi..” le risponde Virginia.
“Cosa volete, cari? Vi
faccio un bel cappuccio e vi porto un po’ di pasticcini?” chiede
sorridendo.
“Affogherò il mio
dispiacere nei pasticcini, Nadia.. Portamene tanti..” le rispondo con voce
tragica.
Virginia mi guarda e scoppia a ridere. “Non farci caso, Nadia..” dice scuotendo la testa.
“Tantissimi e con la
panna, ti prego..” le dico.
“Problemi di cuore, vero? La panna e il cioccolato
aiutano.. Arrivo subito..” gli risponde e se ne va.
“Mh.. Cioccolato e
panna..” appena faccio pace con Marco..
“Ale ti prego, non
pensare a cose sconce ora..” dice ridendo Virginia.
“Ci hai pensato anche
tu, ammettilo..” le dico.
“Chi? Io? Nah..” risponde
ridendo.
“Basta rimandare..
Parliamone, forza..” le dico.
“Aspetta, prima
mangiamo un pasticcino e bevo un sorso di cappuccio, poi ti concedo tutto..”
dice Virginia sporgendosi dalla sedia.
“Chi cerchi?”
chiedo.
“Nadia e i
pasticcini.. Eccoli..” dice lei sorridendo.
Nadia posa sul tavolo i cappuccini e una quantità
impressionante di pasticcini.
“Grazie..” le dico
riconoscente per tutte quelle prelibatezze.
“Grazie a voi.. Vi lascio
chiacchierare a dopo..” dice Nadia allontanandosi.
“Allora.. Vuoi sapere
quello che penso?” chiede un pasticcino e un sorso di cappuccino dopo
Virginia.
“Sì, certo. Ovvio..”
le rispondo.
“Credo che il problema
sostanziale sia San Valentino..”
“Devo ucciderlo,
questo santo?” chiedo con un sorriso amaro.
“Scemo, è già morto..”
mi risponde scrollando la testa.
“Lo so, sdrammatizzo isterizzandomi.
Non so come riesco a fingere così bene cercando di sembrare tranquillo..”
“Sei pronto?”
“No ma sì. Mi devo preoccupare?
Spara..” afferro un pasticcino e lo mangio tutto insieme.
“Marco.. A San
Valentino è sempre stato da solo.. Gli sono sempre successe brutte..”
“Cazzo..” non
riesco a dire altro.
“Aspetta.. E’ stato
sempre lasciato il giorno stesso o quello prima..”
“Merda..”
“Quindi.. Anche se lui
non te l’ha detto espressamente.. Magari credeva, o meglio, sperava che tu
avessi preparato qualcosa..”
“Virgy, non ho una
sfera di cristallo.. Non posso sapere quello che lui ha in mente.. ” le
rispondo.
“Lo so.. Infatti
credevo te ne avesse parlato..”
“Dio, questo mi fa
parecchio incazzare..” dico alterato.
“Perché Ale? Dov’è il
problema?” mi chiede.
“Gli ho chiesto, anzi,
l’ho pregato di parlarne con me.. Ma non l’ha fatto..” sto alzando la voce.
“Ale..”
“Virgy, scusami per ‘sto
comportamento di merda.. Ma mi sento un fallito..”
“Magari non si sentiva
pronto.. Poi, questo è quello che penso io.. Per lui questo giorno ha sempre
significato qualcosa di brutto, capisci?” Annuisco. “Magari mi sbaglio io e non sono nella sua testa..”
“Senza di te certe
cose non le avrei intuite..”
“Parliamo in forse e
magari.. Non di certezze assolute..”
“Lo so.. Quindi? Quindi ora cosa faccio?”
“Cosa facciamo,
direi.. Parla al plurale..” Sorrido, questa ragazza ha un qualcosa di
speciale. “Non hai da fare oggi, vero?”
“No, niente
allenamenti.. E’ il giorno di riposo..”
“Molto bene.. Allora
organizziamo un qualcosa di estremamente romantico per San Valentino..”
afferma Virginia sorridendo.
“Ma..” provo a
dire confuso.
“Niente ma, Ale.. Sarà
un San Valentino indimenticabile..”
“Andata.. Sono nelle
tue mani..” dico finendo l’ultimo sorso di cappuccino nella tazza.
..
“Allora ricapitoliamo:
rose?” dice quale ora dopo Virginia guardando un bigliettino scritto a
penna.
“Ordinate, passo a
prenderle prima delle sei..”
“Candele profumate?”
“Comprate..”
“Cibo?”
“Ordinato..”
“Cioccolatini?”
“Mancano”
“Vino?”
“Devo solo ricordarmi
di aprirlo e metterlo nel decanter..”
“Regalo?”
“Comprato!” dico
sperando che a lui piaccia.
“Molto bene.. Abbiamo
tutto.. O quasi.. Ora dobbiamo solo far uscire da casa sua Marco tipo verso le
cinque e poi farlo rientrare per le sette, sette e mezza, otto..”
“Hai qualche idea?”
le chiedo.
“Oh sì.. Stai a vedere..”
Virginia prende il suo cellulare, scrive “S.O.S.”
e lo invia a Marco.
“Cosa..?”
“Aspetta che lo legga
e vedrai..” mi dice.
“Uhm..”
“Intanto, dimmi una
cosa.. Tu le chiavi di casa di Marco le hai vero?” chiede.
“Sì sì, le ho..”
“Molto bene.. Uh, eccolo.. Non fiatare, non parlare
non fare nulla io rispondo e tu ascolti.”
“Pronto?” risponde
al telefono.
“Virgy tesoro, che
succede?” sento la sua voce e un brivido mi attraversa la schiena.
“Scusami se ti
disturbo Marco..”
“No, tu non disturbi
mai.. Dimmi.. Ho visto il segnale..”
“Lo so.. E avevi ragione.. Devi portarmi a fare
shopping.. Ho bisogno di un vestito nuovo..”
“Mi potresti
rallegrare totalmente la giornata con questa notizia!”
Pessima idea origliare la telefonata, mi sento un coglione.
Virginia mi guarda e forse intuisce i miei pensieri.
“Lo shopping ti rende
felice..” commenta lei.
“Per una serata
importante?”
“Sì.. Fuori, credo..”
“Non lo sai?”
chiede curioso.
“Non precisamente..”
“Meglio, mi divertirò”
“Sono senza preavviso,
lo so.. Magari avevi altro da fare.. Ti va di accompagnarmi?”
“Sì, nessun problema..
Per che ora?”
“Per le cinque? Va
bene?” chiede Virginia speranzosa.
“Benissimo..”
“Bravo, ci vediamo in
centro vicino al teatro?”
“Certo..”
“Ottimo, allora a tra
poco.. Ehm..”
“Cosa?”
“Poi mi spieghi perché hai quella voce lì Marco..”
“Ti potrò mai nascondere
qualcosa?” chiede lui con quella voce strana.
“Dubito.. A dopo
Marcolino!” e chiude la telefonata.
“Visto? Rapido e
indolore..” commenta Virginia guardandomi negli occhi.
“Tu, mi fai quasi
paura..”
“Oh no, non averne..”
“Un grazie può bastare?”
le chiedo.
“Dipende dal tipo di
abito che mi farà prendere Marco.. Ascolta.. Ho dovuto dirgli della voce.. Se
no avrebbe intuito che forse sapevo qualcosa.. Io farò finta di nulla, non gli
dico nulla.. Ti mando solo un sms quando lui è con me così tu puoi andare là, a
casa sua..” dice senza fermarsi.
“Ho un’ansia Virgy..”
“Sarà una sorpresa
meravigliosa vedrai..”
“Dici.. Dici che gli
piacerà?” chiedo.
“Certo che sì.. A chi
non piacerebbe una cosa del genere?”
“Non lo so..”
ammetto.
“Respira uomo, farai pace con lui e passerete una
serata indimenticabile..”
“E tu?” chiedo a
lei.
“Io? Io non lo so..”
“Cos’è quella faccia
furba?”
“Nulla.. E’ il primo
San Valentino che passo con qualcuno..”
“Oooh, si prevedono
faville..” le dico dandole una sorta di gomitata amichevole e indolore.
“Non io.. Tu si..
Forza.. Andiamo prendere dei cioccolatini!”
“E cioccolatini siano!”
e ci avviamo verso un negozio del centro.
..
Bzzz bzzz bzzz.
Bzzz bzzz bzzz.
Recupero il telefono dalla tasca dei miei jeans e controllo
l’sms appena arrivato.
Non sarà di certo Marco, dato che ormai è da ieri sera che
non lo sento, spero sia Virginia. L’ora è quella giusta e io devo prepararmi e
andare ad organizzare tutto a casa di Marco. Spero che questa sorpresa aiuti
entrambi, soprattutto dal punto di vista del riappacificamento. Non è la prima
volta che litighiamo e non sarà di certo l’ultima, ma lui deve capire che deve
parlarne con me se c’è qualcosa che non va, se ha dei dubbi, delle perplessità,
dei timori.. Di solito quando litighiamo lasciamo sbollire le acque, ognuno per
conto suo e poi ci sentiamo di nuovo, scusandoci a vicenda per “Oh, sai.. Ti avrei chiamato..”, ma alla
fine va benissimo così. Abbiamo bisogno del tempo per riflettere e per vedere
cosa c’era che non andava bene. Però questa volta è leggermente diverso.. Insomma,
lo so, forse questa volta la colpa è anche mia perché non ci ho minimamente
pensato a San Valentino, infatti eccomi qui con borsoni piene di roba da
portare a casa di Marco e organizzare il tutto.
Apro lo sportellino del cellulare e clicco su “apri messaggio”: “Lui è qui, vai pure e organizza
tutto. In bocca al lupo Ale!”. Magari le farò una statua.. Rispondo con
un “Vado..
E grazie Virgy.” Senza di lei non so come avrei fatto.. Per una volta
l’idea di organizzare una serata totalmente a sorpresa per lui mi elettrizza.
Spero che lui ne rimanga sorpreso.
Recupero le borse della spesa, un cambio, il vino, il
regalo, le rose e sì, sono pronto.
E’ il momento di andare a casa di Marco.
..
Tutte le luci sono spente, le candele che creano una sorta
di strada per tutta casa sono accese, la tavola è apparecchiata per due con in
mezzo un gigantesco mazzo di rose rosse, il cibo è già in tavola, il vino è nel
decanter, una musica soffusa arriva dallo stereo.. Insomma è tutto pronto e
sono solo le sei e mezza. Dannazione.
Ora cosa faccio? L’abbigliamento! Giusto, non posso sbucare in casa sua così,
con dei jeans chiari e un’inutile maglietta nera. Recupero quella sottospecie
di valigia che mi sono portato e mi avvio verso il bagno.
Ho aperto l’acqua della doccia, mentre mi stavo spogliando
ho deciso che, dato il mio essere in anticipo, una doccia calda per sciogliere
la tensione accumulata non mi poteva farmi che bene..
Forse non avrei dovuto, però è sempre meglio far passare il tempo sotto
una doccia rispetto allo stare seduto su una sedia torturandomi le mani e
aspettando lui.
Dopo la doccia, mi avvolgo il suo asciugamano in vita, profuma di lui e ho bisogno di sentire il suo
profumo su di me, anche se non c’è, mi guardo allo specchio e mi passo una mano
sui capelli rasati, dal riflesso dello specchio noto il mio cellulare che
continua a lampeggiare, brutto segno. Ho cinque messaggi e sette chiamate
perse. Cosa cazzo è successo?
Il telefono si illumina un’altra volta ed è il numero di
Virginia che lampeggia.
Decido di rispondere, come se avessi scelta. “Pronto?”
“Dove diamine eri
finito?”
“Cos’ho fatto?” le
chiedo.
“Non mi hai risposto
subito!”
“Mi stavo facendo una doccia!” le dico come
scusandomi.
“Non va bene.. Non va assolutamente bene.. Lui
dovrebbe arrivare lì a momenti!”
“Eh?”
“Sì, ho tentato di
trattenerlo il più possibile ma non sapevo più che scuse o paranoie inventarmi
dopo quasi due ore..”
“Quanto tempo fa è
andato via?” le chiedo cercando di fare mente locale.
“Un quarto d’ora fa
abbondante..”
“Strano che non sia
già a casa..” commento.
“Giusto.. Strano sì..”
“Virgy, mi vesto e
vedo di aspettarlo. Mi è venuta l’ansia tutta d’un colpo.”
“In bocca al lupo Ale,
e fammi sapere..”
“Se non mi senti, va
tutto bene..” le dico con un sorriso.
“Allora spero di non
sentirti.. Un abbraccio..” mi risponde lei.
“Ciao Virgy e grazie..”
e chiudo la telefonata.
Mi asciugo il torace e decido di rimanere con l’asciugamano
in vita. Potrebbe arrivare a momenti e io non so se è tutto sistemato di là.
Vado verso la sala, controllo bene la cucina e sento il rumore dell’ascensore.
Merda, ci siamo.
Sento le chiavi nella serratura della porta che girano, la
porta si apre e io non so dove cazzo mettermi. Rimango qui, fermo, immobile, impalato
come un idiota quando Marco entra in casa e dice “Ma cosa..?”. E’ stupito, lo vedo molto sorpreso e questo è un bene.
“Ciao..” gli
sussurro avvicinandomi.
“Ale? Tesoro.. Cosa..?” non è arrabbiato, la voce non è alterata..
E’ solo sorpreso.
“Sssh. Vieni qui..”
gli sussurro porgendogli una mano.
“Dio.. Mi sei
mancato.. Volevo.. Volevo..” dice avvicinandosi e abbracciandomi.
“Cosa?” chiedo nel
suo orecchio.
“Sono anche passato da
casa tua, ma non c’eri.. Non sapevo dove fossi, così sono tornato a casa sconsolato
ed eccoti qui..”
“Sorpresa..” dico
stringendolo.
“Volevo scusarmi..
Ieri sera..”
“Non parliamo di ieri
sera.. E’ tutto passato Marco..” gli dico sorridendo.
“No.. Mi devi
ascoltare.. Vedi.. Io non ho mai passato un San Valentino con qualcuno..”
“Ora sì, trascorriamo
la serata insieme.. Ho preparato ogni cosa.. Ho preso possesso della tua casa
per organizzare tutto..”
“Vedo.. E potrei anche
abitarmi a trovarti così, qui, ogni giorno..”
“Non mi sono neanche
vestito.. Ero in doccia..” mi scuso.
“Oh.. Ma tu mi piaci
senza vestiti.. Infatti credo che questo asciugamano sia di troppo..”
“Lo credo anche io..
Però prima.. Lasciati spogliare tu..” gli dico spostandomi da lui e
iniziando a spogliarlo.
“Tu.. Mi vuoi far
morire per caso?” sussurra roco Marco.
Dio, quella voce è così eccitante..
“No, mi servi vivo..
Com’è vivo lui..” dico aprendo la zip dei jeans e infilando dentro la mano.
“Dio..” sussurra
quando inizio a muovere una mano su di lui.
“Dimmi tutto..”
gli sussurro all’orecchio prima di baciarlo.
“Ti voglio.. Nudo..
Ora..”
“No.. Non ora..Prima
mi devo occupare io di te..” gli rispondo passando la lingua sul suo collo.
“Andiamo.. Andiamo di
là? Ti prego.. Potei non farcela a stare in piedi a lungo..” mi dice
bloccandomi la testa con le sue mani.
Occhi negli occhi.
Dio quanto adoro quegli occhi.
Sorriso soddisfatto..
“Certo.. Però ti lasci
fare tutto quello che voglio..”
“C.. Certo..” dice
roco lui portandomi in camera sua.
Dopo un paio d’ore..
“Dovremmo litigare più
spesso se questo è il risultato..” gli comunico dopo due ore di coccole,
baci, carezze, affondi vari e molto altro.
“Hai perfettamente
ragione.. Però.. Non litighiamo più Ale..” dice lui dandomi un bacio sulle
labbra.
“Sono d’accordo..
Ora.. Alzati..” dico allungandogli una mano “Dobbiamo andare a una cena..”
“Mi rivesto aspetta..”
“Oh no, non ce n’è bisogno.. Mi piace vedere il
tuo corpo nudo quando mangi..” dico con un sorriso.
..
“Dio mio.. Ale..
Come.. Come hai fatto ad organizzare tutto questo? Le candele, le rose, è tutto
così.. Perfetto..” dice Marco quando vede la sala.
“Ho avuto un
suggerimento da un’amica..” gli rispondo dandogli un bacio sulla guancia.
“Virginia.. Quella
traditrice..” commenta lui e io annuisco.
“Mi ha salvato lei, Marco.. Io.. Non sapevo come
fare, non sapevo..”
“Sei adorabile quando
mostri il tuo lato fragile..”
“Davvero.. Io non
sapevo come fare.. Forse tu..”
“No Ale.. La colpa è
mia.. Dovevo parlarne con te.. Subito.. Ma sapevo che avrei fatto la figura
dell’inutile ragazzo insicuro.. Volevo trascorrere San Valentino con te e
lasciarmi alle spalle tutti i vecchi San Valentini inutili.. Volevo passarlo
con te..”
“Ed eccomi qui..
L’importante è che siamo qui insieme, ora.. A San Valentino..”
“Hai ragione.. Ma
ora.. Ho fame.. Mangiamo? Hai bisogno di una mano?”
L’uomo che passava da discorsi importanti al cibo in mezzo
secondo.
“No.. Siediti lì.. Sei
mio ospite questa sera..”
“Tuo ospite in casa
mia? La cosa mi piace più del dovuto..”
“Piace anche a me..”
“Mi piacerebbe averti
in giro ogni giorno.. Potemmo litigare a fare pace molte volte..”
“Effettivamente sì..
Hai ragione..”
“Quindi.. Dopo ti
faccio una proposta..”
..
“Dio mio.. Tu questa
sera mi vuoi morto..” commenta Marco al momento dessert.
“No.. Ti voglio vivo..
Ecco perché ho preparato il cioccolato fuso e le fragole..”
“Io.. Potrei amarti..”
“Solo per le fragole,
ammettilo..” rispondo puntando un dito sul tuo torace nudo.
“Oh no.. Anche per il
tuo bel fisichino da giocatore di calcio..”
“Lo sapevo..”
commento scherzando.
“No.. Tu non sai
nulla.. Io ti amo Ale..” dice Marco con una voce bassa e dolce.
“Cazzo..” è la mia
risposta.
Marco sorride divertito. “E’ il tuo modo per dirmi che mi ami anche tu, vero?”
“Sì..” commento
prima di avventarmi sulle sue labbra, trascinandolo sul divano e fare l’amore con
lui per il resto della serata.
Virginia quella sera ricevette ben due sms. Il primo quello
di Alessandro diceva “Virgy, mi ha chiesto di vivere con lui! Non
ci credo ancora. Ho accettato! Ti farò una statua tesoro per l’organizzazione
della serata!” mentre quello di Marco diceva “Prima o poi me la pagherai brutta
traditrice.. Però ho seguito il tuo consiglio, gli ho anche chiesto se voleva
trasferirsi da me e ha detto di sì. Sono il gay più felice della storia!”.
***
Piccolo spazio di E.
Benvenuti o ben trovati a tutti, dipende dai punti di vista.
Lo so, sono una pessima persona che non aggiorna “Inaspettatamente” aka Schiffy,
ma dato che è San Valentino mi è venuta in mente quest’idea malsana di scrivere
una One Shot un po’ diversa. Ed eccomi quindi qui, scusate l’allitterazione ma
è più forte di me scrivere parole a caso.
San Valentino è fondamentalmente un giorno che odio, in
questo mi rivedo molto in Marco, ma quest’anno ho deciso di fare un’eccezione.
La mia mente ha partorito questa cosetta, ecco.. Però Marco alla fine fa pace
con Ale e tutto va bene.. Come avrete ben capitolo Marco&Alessandro sono
proprio quei due amici dei protagonisti di Inaspettatamente.. Qui appare
Virginia nel suo ruolo di “salvatrice”.. E c’è anche un piccolo spoiler.. Dato
che Schiffy è ferma al 24 Gennaio e
qui siamo al 14 Febbraio.. Virginia passerà San Valentino con Matteo. Gioia e
tripudio da parte di tutti con tanto di insulina per tentare di abbassare la
glicemia.
E’ la prima volta in fatto di “Slash” quindi sono alquanto timorosa, titubante e piena di ansia.
Strano, direi.. Insomma, mi sono buttata e ho seguito l’onda delle parole..
Romanticismo a San Valentino.. Mi piace, per una volta mi piace assai. Sì, ho
finito di blaterare, la smetto subitissimo.
Grazie mille per aver letto, davvero.
Buon San Valentino a tutti..
E.
PS: Come sempre ringrazio quel geniaccio di Fabrizio per il banner,
come sempre riesce a capire quello che gli chiedo graficamente parlando
e tira fuori dei conigli dal cappello magico!
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