Mille giorni di prigionia 2 cap mago merlino
Mille giorni di prigionia
02. Al palazzo di Mago Merlino
Entrati
mi si mostro una grande e vuota sala dal pavimento in marmo di Carrara,
era illuminata da un lampadario antico fatto di cristalli, a circa metà
sala scendevano due scale in stile antico come quelle dei palazzi
reali, con la ringhiera fatta di un materiale che aveva la colorazione
dell’oro. Sulla sala appena entrati si affacciavano due porte, entrambe
aperte l’una a destra e l’altra a sinistra ma non si vedevano grandi
cose tranne che le tende e la colorazione beige dei muri. In fondo a
questa sala principale c’erano delle porte a vetrata, che probabilmente
si affacciavano sul giardino anteriore, coperte ma non oscurate da
tende avorio e bianche. In oltre si poteva osservare da quello che si
vedeva un lungo corridoio che andava da destra a sinistra,
probabilmente li c’erano anche altre stance.
<<
vuole cenare? >> chiese
<<
veramente ho già cenato >> sorrisi
Mi venne di
fronte una signora sulla cinquantina d’anni dicendomi << Vuole
che le mostri il palazzo? >>
<< certo
>> sorrisi gentile.
<< Porto
la sua
valigia nella camera che il signore ha preparato per lei signorina.
>> disse Alfred e prese la valigia sparendo verso le scale.
Il piano terra
era
composto da due sale da pranzo, tre bagni, sei sale convegni, le
cucine, un salotto immenso e lunghissimi corridoi. Ovviamente tutto
arredato in stile più tosto classico, pavimenti rigorosamente in marmo
di Carrara tende lunghe fino a terra muri beige e mobili in legno
massello, con ripiani in marmo, stile classico, che avevano oggetti in
argento bellissimi: piatti, vasi, portagioie e statue in marmo e
oggetti in cristallo. C’erano grandi vasi pieni di fiori, rose bianche
o rosa bellissime e tutto era perfettamente in ordine, mentre i
soffitti avevano delle caratteristiche volte a stella dipinte con
disegni decorativi e fiori.
<< Allora
le piace il palazzo? >> chiese
<< Si,
chiunque l’abbia arredato ha buon gusto >> osservai
<< si, in
effetti il signor Alexander ama arredare personalmente tutte le sue
residenze... e non si risparmia su nessun dettaglio >>
Non parlai,
perché stupidamente avevo fatto un complimento a quell’invertebrato.
Salimmo al piano
superiore, era composto da ampi corridoi, 15 camere per i residenti e
20 per ospiti con bagno annesso, poi c'era una biblioteca-studio
immensa, con una scrivania piena di carte, e al piano superiore c’erano
altre camere.
Poi la donna mi
mostrò
la mia camera era bellissima anche questa, grandissima, i muri erano
beige e c’era un letto matrimoniale a baldacchino con le tende panna
coordinate con quelle della finestra, la quale si affacciava nel
giardino di fronte al cancello, al muro c’erano appesi alcuni ritratti,
accanto al letto c’era un comodino e uno comò grande
Trovai la
valigia accanto al letto.
<< vuole
che le sistemo gli indumenti nell’armadio? >> chiese la donna.
<< no
grazie >> sorrisi
<<
nell’armadio troverà dei vestiti che il signore ha fatto preparare per
lei >> disse
<< ah
grazie >>
<< Signora
come vi chiamate? >> chiesi
<< Elena
>> rispose
<< ok
Elena, così so come chiamarvi, invece di signora, se sempre non ti
dispiace >> dissi
<< certo
che no >> sorrise << va benissimo >>
<< io sono
Penelope >> dissi
<< si lo
so ho sentito Alfred >> sorrise.
Poi si voltò, la
seguì per accompagnarla alla porta
<< Buona
Notte signorina >> sorrisi
<< Grazie
anche a te Elena >> risposi. Andò verso le scale.
Chiusi la porta
e
portai istintivamente una mano alla serratura come se mi aspettassi di
trovare la chiave. Rimasi per un attimo spiazzata, pensai di guardare
nella stanza per cercarla, poi però aprì la porta mi girai dalla parte
del corridoio dove eravamo venute e la chiamai << Elena >>
fortunatamente ancora non stava scendendo le scale. Si voltò:
<< si
signorina? >> si avvicinò
<< sai
dov’è la chiave della porta? >> dissi imbarazzata
La vidi sorridere
<<
signorina la chiave è sul comò accanto al porta gioie rosa >>
disse
<< grazie
>> sorrisi sollevata
<<
Signorina >> mi chiamò
<< si?
>> chiesi
<< Questi
corridoi generalmente sono sempre deserti la notte e il Signore non è
il tipo di uomo che s’infila nella camera di una fanciulla, senza il
suo permesso e di sera tardi per giunta >> spiegò
<< ah
>> mi sentivo quasi imbarazzata per aver fatto capire che pensavo
male del suo datore di lavoro.
<< Buono a
Sapersi >> risposi
<< e
comunque il signore è partito questa sera >> disse
<< ah si?
È partito? >> mi sentivo sollevata
<< Si,
questioni di lavoro urgenti >>
<<
immagino >> risposi, immaginando quale lavoro.
<< non
tornerà prima di un mese >> rispose
<< ah,
grazie dell’informazione >> sorrisi
Mi sentivo quasi
felice, avevo ancora un mese prima di trovarmi di fronte l’uomo che mi
aveva acquistata, per “pochi spiccioli”, ovviamente pochi erano per
lui, non per me o la mia famiglia.
Salutai Elena ed
entrai in camera, mi trascinai fino al comò dove trovai la chiave la
misi nella toppa e la girai. Chiusa. Stop. Ero separata da quella casa,
e dal mondo stesso. Mi sentivo protetta in quella camera, lontana da
tutto e tutti, ma chi sa per quanto. La risposta era semplice: per un
mese finchè lui non fosse tornato e magari avrebbe richiesto una certa
ricompensa.
Lasciai le
chiavi
infilate dietro la porta e mi diressi verso il letto, presi la valigia
aprì le ante dell’armadio e notai subito dei vestiti, e indumenti ma li
ignorai un secondo. Misi la valigia in basso nell’armadio e poi
osservai quei vestiti, tutti molto eleganti e di varia lunghezza, c’era
uno pesco che arrivava sopra le ginocchia stretto di sopra e scampanato
di sotto, un vestitino a bretelle in seta bianco con fiori blu, e altri
come uno avorio, molto corto e con paiettes oro e uno nero a palloncino
e altri, indubbiamente bellissimi, ma non mi spiegavo perché li avesse
scelti per me, poi arrivai alla conclusione che li avesse riciclati,
ovvero che avesse avuto qualche fidanzata o compagna che era vissuta
qui e che nell’andarsene gli aveva lasciati. Mi voltai per chiudere le
ante dell’armadio e notai un bigliettino attaccatovi con nastro
adesivo. Lo presi e lo aprì con stizza.
In bella
calligrafia con inchiostro nero c’era scritto:
"Carissima Penelope,
immagino quanto tu sia
stizzita dallo sgradevole evento, per questo prendi tutto questo e il
resto come un dono, questi sono solo una parte dell’immenso guardaroba
che ti ho preparato, hai notato la porta in legno marrone che si trova
al lato vicino al comò vero?"
Lì c’è la restante parte del mio regalo."
Mi fermai un attimo, c'era una
porta? Guardai meglio, si, c'era una porta. Come mai non me ne ero
accorta? Rimasi immobile fantasticando che magari era apparsa subito
dopo aver letto la lettera. Ma mi diedi della cretina mentalmente,
fantasticavo troppo. Poi mi mossi avvicinandomi timorosamente alla
porta, pensando che il regalo potrebbe essere lui che mi sarebbe
saltato addosso appena fossi entrata. Ma mi diedi un'altra volta della
cretina aprì riluttante la porta. C’era un guardaroba
che forse era 2 volte la mia camera. Rimasi a bocca apera,
diciamo che come nei cartoni mi arrivò la mascella a terra quando mi
ripresi dalla sorpresa tornai a
leggere.
"Ti piace? Ora non
credere che tutti questi vestiti siano appartenuti in passato ad una
mia amante."
Arrossì. Aveva
intuito cosa avrei potuto pensare.
"Come prova c’è ancora il
cartellino, su tutto quello che vedi e alcuni sono ancora
impacchettati.
All’interno della sala
c'è un tavolo col ripiano il cristallo dove troverai delle trousse di
trucchi, sfido che le userai, perché tu sei acqua e sapone,
qualità che apprezzo davvero, però volevo fare il regalo completo."
In quel momento intuì
la sua tecnica, lui voleva comprarmi con i regali, voleva comprare la
mia
fiducia e il mio affetto. Tuttavia era una tecnica sbagliatissima.
Guardai riluttante tutti quei vestiti quasi come se li
schifassi. Per essere belli sicuramente lo erano però lui me li aveva
regalati con lo scopo di corrompermi.
"Ci tengo a precisare che non è nelle mie intenzioni comprarmi la tua
stima o quant'altro con i regali, non ne ho bisogno..."
Ma chi è questo?
Mago Merlino che legge nella mente?
"... anche perché se
volessi farti innamorare di me, ci riuscirei lo stesso."
<< Dici?
>> mi scappo di dirlo pur essendo da sola in camera perchè quella
mi sembrava più una
conversazione in quanto era stato in grado di “rispondere” ai miei
pensieri.
"Ora sicuramente sul
tuo volto c’è un espressione di sfida. Non sai come vorrei poterci
essere per osservare il tuo viso, ma sono dovuto partire
all’improvviso mi dispiace."
<< A
me no >> ghignai parlando ancora una volta con una lettera
come un emerita cretina.
"Lo so che a te non
dispiace vedere la mia faccia. Comunque entro un mese tornerò, e
sai quello stesso giorno io e te abbiamo un impegno."
<< Ah si?
>> dissi di nuovo, iniziavo a starmi sul cazzo anche a me stessa. Mi ero data da sola della
cretina per tre volte di seguito e giuro altre due volte non sarebbero
bastate a farmi tacere. Ma chi diavolo era lui che mi faceva diventare
totalmente scema, facendomi litigare anche con la mia coscienza... o
meglio con il grillo della mia coscenza? Oddio bene, ora avevo anche la
sindrome del grillo parlante! Stavo diventando pazza!
"Sei invitata ad un ricevimento
insime a me e non puoi rifiutare, quindi fatti bella, anche se lo sei
sempre, e tieniti pronta.
Il tuo guardaroba presenta di tutto,
vestiti,eleganti e casual pantaloni magliette, teilleur, scarpe e molto
altro, non dovrebbe mancarti niente, in caso contrario fammi sapere.
A molto presto
Alexander
Ps: Benvenuta nella mia umile
dimora, non vedo l’ora di tornare"
Che strana lettera!
Mago Merlino faceva dei ragionamemti davvero complicati, anche se
almeno qualcosa l’azzeccava, non intendevo il guardaroba. Chiusi l'anta
dell'armadio
sbattendola con
stizza lasciai il foglietto stropicciato sul comò e indossai il mio
pigiama, spensi le luci e andai a letto.
Buona notte
mondo,
buona notte cretini dei miei famigliari. In quel momento pensavo a
quanti sospiri di sollievo mia madre avesse tirato quando mi ha vista
andare via su un auto sconosciuta e non tornare mai più. In quel
momento mi sentivo infinitamente sola, non sapevo se ringraziare il Dio
per trovarmi lontana da loro e quella casa o se piangere per quello che
fra un mese mi sarei dovuta aspettare, improvvisamente mi sentivo in
ansia come se tutto stesse sfuggendo al mio controllo, ero vittima
sospesa in balia degli eventi, che tristezza.
Buona notte
mondo crudele, buona notte Mago Merlino.
Se solo potessi
non svegliarmi neanche domani mattina.
***
**Spazio ad Hallei**:
Salve a tutti i miei cari
lettori con un po' di ritardo sono tornata =). Mi scuso in anticipo per
gli eventuali Orrori di grammatica, questo capito l'ho riletto più
volte con distrazione in quanto comunque non mi convinceva molto di per
se nella forma in cui l'ho scritto.
Comunque fatemi sapere cosa
ne pensate =) aspetto il vostro parere.
Sapete già che vi adoro ma
ve lo ripeto =) perchè senza di voi non sarei nessuno grazie a tutti/e.
Un bacio.
Hallei
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