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Autore: Lady Sognatrice    16/02/2011    6 recensioni
Penelope ha 20 anni, studia Filosofia all'università di Lecce. Ha un rapporto di conflitto aperto e dichiarato con il suo padrigno. Sempre a causa del suo padrigno sarà per Mille giorni prigioniera di un uomo affascinante e ricco, che sarà capace di farla innamorare.
Prigioniera prima lei e poi il suo cuore. Tuttavia Penelope dovrà scontrarsi contro qualcosa ancora di più forte: il suo orgoglio.
Riuscirà a ricostruirsi una nuova vita con l'uomo che ama? O deciderà di fuggire via dal suo amore in nome di quella libertà già ottenuta?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mille giorni di prigionia 2 cap mago merlino
Mille  giorni di prigionia
02. Al palazzo di Mago Merlino
Entrati mi si mostro una grande e vuota sala dal pavimento in marmo di Carrara, era illuminata da un lampadario antico fatto di cristalli, a circa metà sala scendevano due scale in stile antico come quelle dei palazzi reali, con la ringhiera fatta di un materiale che aveva la colorazione dell’oro. Sulla sala appena entrati si affacciavano due porte, entrambe aperte l’una a destra e l’altra a sinistra ma non si vedevano grandi cose tranne che le tende e la colorazione beige dei muri. In fondo a questa sala principale c’erano delle porte a vetrata, che probabilmente si affacciavano sul giardino anteriore, coperte ma non oscurate da tende avorio e bianche. In oltre si poteva osservare da quello che si vedeva un lungo corridoio che andava da destra a sinistra, probabilmente li c’erano anche altre stance.
<<  vuole cenare? >> chiese
<< veramente ho già cenato >> sorrisi
Mi venne di fronte una signora sulla cinquantina d’anni dicendomi << Vuole che le mostri il palazzo? >>
<< certo >> sorrisi gentile.
<< Porto la sua valigia nella camera che il signore ha preparato per lei signorina. >> disse Alfred e prese la valigia sparendo verso le scale.
Il piano terra era composto da due sale da pranzo, tre bagni, sei sale convegni, le cucine, un salotto immenso e lunghissimi corridoi. Ovviamente tutto arredato in stile più tosto classico, pavimenti rigorosamente in marmo di Carrara tende lunghe fino a terra muri beige e mobili in legno massello, con ripiani in marmo, stile classico, che avevano oggetti in argento bellissimi: piatti, vasi, portagioie e statue in marmo e oggetti in cristallo. C’erano grandi vasi pieni di fiori, rose bianche o rosa bellissime e tutto era perfettamente in ordine, mentre i soffitti avevano delle caratteristiche volte a stella dipinte con disegni decorativi e fiori.
<< Allora le piace il palazzo? >> chiese
<< Si, chiunque l’abbia arredato ha buon gusto >> osservai
<< si, in effetti il signor Alexander ama arredare personalmente tutte le sue residenze... e non si risparmia su nessun dettaglio >>
Non parlai, perché stupidamente avevo fatto un complimento a quell’invertebrato.
Salimmo al piano superiore, era composto da ampi corridoi, 15 camere per i residenti e 20 per ospiti con bagno annesso, poi c'era una biblioteca-studio immensa, con una scrivania piena di carte, e al piano superiore c’erano altre camere.
Poi la donna mi mostrò la mia camera era bellissima anche questa, grandissima, i muri erano beige e c’era un letto matrimoniale a baldacchino con le tende panna coordinate con quelle della finestra, la quale si affacciava nel giardino di fronte al cancello, al muro c’erano appesi alcuni ritratti, accanto al letto c’era un comodino e uno comò grande
Trovai la valigia accanto al letto.
<< vuole che le sistemo gli indumenti nell’armadio? >> chiese la donna.
<< no grazie >> sorrisi
<< nell’armadio troverà dei vestiti che il signore ha fatto preparare per lei >> disse
<< ah grazie >>
<< Signora come vi chiamate? >> chiesi
<< Elena >> rispose
<< ok Elena, così so come chiamarvi, invece di signora, se sempre non ti dispiace >> dissi
<< certo che no >> sorrise << va benissimo >>
<< io sono Penelope >> dissi
<< si lo so ho sentito Alfred >> sorrise.
Poi si voltò, la seguì per accompagnarla alla porta
<< Buona Notte signorina >> sorrisi
<< Grazie anche a te Elena >> risposi. Andò verso le scale.
Chiusi la porta e portai istintivamente una mano alla serratura come se mi aspettassi di trovare la chiave. Rimasi per un attimo spiazzata, pensai di guardare nella stanza per cercarla, poi però aprì la porta mi girai dalla parte del corridoio dove eravamo venute e la chiamai << Elena >> fortunatamente ancora non stava scendendo le scale. Si voltò:
<< si signorina? >> si avvicinò
<< sai dov’è la chiave della porta? >> dissi imbarazzata
La vidi sorridere
<< signorina la chiave è sul comò accanto al porta gioie rosa >> disse
<< grazie >> sorrisi sollevata
<< Signorina >> mi chiamò
<< si? >> chiesi
<< Questi corridoi generalmente sono sempre deserti la notte e il Signore non è il tipo di uomo che s’infila nella camera di una fanciulla, senza il suo permesso e di sera tardi per giunta >> spiegò
<< ah >> mi sentivo quasi imbarazzata per aver fatto capire che pensavo male del suo datore di lavoro.
<< Buono a Sapersi >> risposi
<< e comunque il signore è partito questa sera >> disse
<< ah si? È partito? >> mi sentivo sollevata
<< Si, questioni di lavoro urgenti >>
<< immagino >> risposi, immaginando quale lavoro.
<< non tornerà prima di un mese >> rispose
<< ah, grazie dell’informazione >> sorrisi
Mi sentivo quasi felice, avevo ancora un mese prima di trovarmi di fronte l’uomo che mi aveva acquistata, per “pochi spiccioli”, ovviamente pochi erano per lui, non per me o la mia famiglia.
Salutai Elena ed entrai in camera, mi trascinai fino al comò dove trovai la chiave la misi nella toppa e la girai. Chiusa. Stop. Ero separata da quella casa, e dal mondo stesso. Mi sentivo protetta in quella camera, lontana da tutto e tutti, ma chi sa per quanto. La risposta era semplice: per un mese finchè lui non fosse tornato e magari avrebbe richiesto una certa ricompensa.
Lasciai le chiavi infilate dietro la porta e mi diressi verso il letto, presi la valigia aprì le ante dell’armadio e notai subito dei vestiti, e indumenti ma li ignorai un secondo. Misi la valigia in basso nell’armadio e poi osservai quei vestiti, tutti molto eleganti e di varia lunghezza, c’era uno pesco che arrivava sopra le ginocchia stretto di sopra e scampanato di sotto, un vestitino a bretelle in seta bianco con fiori blu, e altri come uno avorio, molto corto e con paiettes oro e uno nero a palloncino e altri, indubbiamente bellissimi, ma non mi spiegavo perché li avesse scelti per me, poi arrivai alla conclusione che li avesse riciclati, ovvero che avesse avuto qualche fidanzata o compagna che era vissuta qui e che nell’andarsene gli aveva lasciati. Mi voltai per chiudere le ante dell’armadio e notai un bigliettino attaccatovi con nastro adesivo. Lo presi e lo aprì con stizza.
In bella calligrafia con inchiostro nero c’era scritto:
"Carissima Penelope,
immagino quanto tu sia stizzita dallo sgradevole evento, per questo prendi tutto questo e il resto come un dono, questi sono solo una parte dell’immenso guardaroba che ti ho preparato, hai notato la porta in legno marrone che si trova al lato vicino al comò vero?"
Lì c’è la restante parte del mio regalo."
Mi fermai un attimo, c'era una porta? Guardai meglio, si, c'era una porta. Come mai non me ne ero accorta? Rimasi immobile fantasticando che magari era apparsa subito dopo aver letto la lettera. Ma mi diedi della cretina mentalmente, fantasticavo troppo. Poi mi mossi avvicinandomi timorosamente alla porta, pensando  che il regalo potrebbe essere lui che mi sarebbe saltato addosso appena fossi entrata. Ma mi diedi un'altra volta della cretina aprì riluttante la porta. C’era un guardaroba che forse era 2 volte  la mia camera. Rimasi a bocca apera, diciamo che come nei cartoni mi arrivò la mascella a terra quando mi ripresi dalla sorpresa tornai a leggere.
"Ti piace? Ora non credere che tutti questi vestiti siano appartenuti in passato ad una mia amante."
Arrossì. Aveva intuito cosa avrei potuto pensare.
"Come prova c’è ancora il cartellino, su tutto quello che vedi e alcuni sono ancora impacchettati.
All’interno della sala c'è un tavolo col ripiano il cristallo dove troverai delle trousse di trucchi, sfido che le userai, perché tu sei acqua e  sapone, qualità che apprezzo davvero, però volevo fare il regalo completo."


In quel momento intuì la sua tecnica, lui voleva comprarmi con i regali, voleva comprare la mia fiducia e il mio affetto. Tuttavia era una tecnica sbagliatissima. Guardai riluttante tutti quei vestiti quasi come se li schifassi. Per essere belli sicuramente lo erano però lui me li aveva regalati con lo scopo di corrompermi.
"Ci tengo a precisare che non è nelle mie intenzioni comprarmi la tua stima o quant'altro con i regali, non ne ho bisogno...
"
Ma chi è questo? Mago Merlino che legge nella mente?
"... anche perché  se volessi farti innamorare di me, ci riuscirei lo stesso."
<< Dici? >> mi scappo di dirlo pur essendo da sola in camera perchè quella mi sembrava più una conversazione in quanto era stato in grado di “rispondere” ai miei pensieri.
"Ora sicuramente sul tuo volto c’è un espressione di sfida. Non sai come vorrei poterci essere per osservare il tuo viso, ma sono dovuto partire all’improvviso mi dispiace."
<< A me  no >> ghignai parlando ancora una volta con una lettera come un emerita cretina.
"Lo so che a te non dispiace vedere la mia faccia. Comunque entro un mese  tornerò, e sai quello stesso giorno io e te abbiamo un impegno."
<< Ah si? >> dissi di nuovo, iniziavo a starmi sul cazzo anche a me stessa. Mi ero data da sola della cretina per tre volte di seguito e giuro altre due volte non sarebbero bastate a farmi tacere. Ma chi diavolo era lui che mi faceva diventare totalmente scema, facendomi litigare anche con la mia coscienza... o meglio con il grillo della mia coscenza? Oddio bene, ora avevo anche la sindrome del grillo parlante! Stavo diventando pazza!

"Sei invitata ad un ricevimento insime a me e non puoi rifiutare, quindi fatti bella, anche se lo sei sempre, e tieniti pronta.
Il tuo guardaroba presenta di tutto, vestiti,eleganti e casual pantaloni magliette, teilleur, scarpe e molto altro, non dovrebbe mancarti niente, in caso contrario fammi sapere.
A molto presto

Alexander

Ps: Benvenuta nella mia umile dimora, non vedo l’ora di tornare"


Che strana lettera! Mago Merlino faceva dei ragionamemti davvero complicati, anche se almeno qualcosa l’azzeccava, non intendevo il guardaroba. Chiusi l'anta dell'armadio
sbattendola con stizza lasciai il foglietto stropicciato sul comò e indossai il mio pigiama, spensi le luci e andai a letto.
Buona notte mondo, buona notte cretini dei miei famigliari. In quel momento pensavo a quanti sospiri di sollievo mia madre avesse tirato quando mi ha vista andare via su un auto sconosciuta e non tornare mai più. In quel momento mi sentivo infinitamente sola, non sapevo se ringraziare il Dio per trovarmi lontana da loro e quella casa o se piangere per quello che fra un mese mi sarei dovuta aspettare, improvvisamente mi sentivo in ansia come se tutto stesse sfuggendo al mio controllo, ero vittima sospesa in balia degli eventi, che tristezza.
Buona notte mondo crudele, buona notte Mago Merlino.
Se solo potessi non svegliarmi neanche domani mattina.
***

**Spazio ad Hallei**:

Salve a tutti i miei cari lettori con un po' di ritardo sono tornata =). Mi scuso in anticipo per gli eventuali Orrori di grammatica, questo capito l'ho riletto più volte con distrazione in quanto comunque non mi convinceva molto di per se nella forma in cui l'ho scritto.
Comunque fatemi sapere cosa ne pensate =) aspetto il vostro parere.
Sapete già che vi adoro ma ve lo ripeto =) perchè senza di voi non sarei nessuno grazie a tutti/e.
Un bacio.
Hallei



   
 
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