You are my poison
CAPITOLO 13
Il
suo sguardo color pece andò a riflettersi in quello del nemico.
Un
sorriso di scherno andò a disegnarsi sulle sue labbra.
Fare
pressione psicologica era una cosa che in quei momenti gli riusciva benissimo.
Il
suo avversario avrebbe perso la calma sotto quell’apparente sicurezza e senz’altro
avrebbe commesso la mossa sbagliata che gli avrebbe portato la vittoria
bramata.
“Però…sei
davvero bravo” constatò Asuma,portandosi un dito al mento assumendo una posa
profondamente riflessiva.
Non
si era mai trovato così in difficoltà a giocare nello shoji.
Eppure
quel ragazzino gli stava dando del filo da torcere.
Shikamaru
ridacchiò.
“E’
un sollievo che la tua donna sia di là a preparare il caffè. In questo modo non
ti vedrà perdere come un principiante”
“Parli
presto tu” lo riprese l’uomo,disposto a combattere fino all’ultimo.
“Tsk…che
illuso…”
Il
moro mosse una pedina sorridendo soddisfatto.
Asuma
di conseguenza imprecò.
Si
era fatto sul serio fregare come un principiante.
Quel
moccioso aveva calcolato tutto fin dall’inizio.
Si
ritrovò a sorridere,soddisfatto.
“Che
è quell’espressione felice? Io mi scaverei la fossa per l’imbarazzo” asserì il
ragazzo,osservando la sigaretta che penzolava dalle labbra dell’uomo.
Che
rabbia…lui non poteva fumare e quello sbirro si.
“Sorrido
perché sono veramente fiero di te. Sei un ragazzo davvero intelligente…eppure
c’è qualcosa che mi sfugge”
“E
sarebbe?” domandò il Nara,con fare disinteressato.
“Commetti
sempre delle azioni stupide”
“Uh?”
il giovane lo guardò curioso quanto offeso.
“Insomma…
hai lasciato la scuola,perdi tempo dalla mattina alla sera,vivi in un mondo
fatto di risse in cui non esiste un limite…non credi che questo sia sprecare la
propria vita?”
Asuma
lo osservò con fare paterno,in attesa di una risposta.
Shikamaru
abbandonò la sua posizione rilassata,per poi volgergli uno sguardo risentito.
“Lei
di me non sa un cazzo…so io cosa è giusto fare per quanto riguarda la mia vita”
“Il
tuo è un atteggiamento ipocrita… vuoi solo fuggire dai tuoi problemi… credi che
quello che fai sia giusto,ma se ci pensassi seriamente,capiresti che non è
così…”
“Che
diavolo può saperne lei dei miei problemi?” replicò,guardandolo truce.
“E’
vero, non ne so molto,a parte che conduci una vita senza la presenza dei tuoi
genitori…”
“Se
sa veramente così poco,allora farebbe meglio a tacere”
“Io
vorrei solo aiutarti”
Il
moro sfuggì al suo sguardo.
“Non
mi serve un padre”
“Perché
ne hai già uno?”
“No,Shikaku
per me rappresenta il vuoto,figuriamoci” asserì,con tono sarcastico. “Perché
ormai è tardi per averne uno”
***
L’esile
mano andò a stringersi intorno alla caffettiera ,chiudendola.
Accese
il gas e ve la poggiò sopra,canticchiando allegramente.
Ino
osservò da dietro la giovane donna,con una punta di ammirazione.
Era
davvero bella,e non solo. Sembrava anche molto felice.
Avrebbe
voluto essere come lei.
Kurenai
si accorse dello sguardo fisso puntato su di se e le sorrise,gentile.
“Ino”
la chiamò con fare materno,guardandola amareggiata “hai un sorriso così triste…le
ragazze della tua età dovrebbero essere sempre allegre”
La
bionda le lanciò un’occhiata sorpresa,per poi chinare leggermente il capo.
“Ha
ragione” ammise.
“E
allora perché non provi ad esserlo? Farebbe bene sia a te che a Shikamaru…siete
molto simili”
“Che
intende dire?”
La
mora le si avvicinò,poggiandole una mano sulla spalla.
“Anche
quando ridete,la vostra espressione del viso è contratta in una smorfia di
dolore… mi avete stupita” le confessò.
Ino
schioccò la lingua sul palato.
“Questo
è niente in confronto a…” si bloccò di colpo “Lasci stare,niente”
La
donna parve rattristarsi a quella mancata rivelazione.
“Spero
che qualunque cosa sia,un giorno tu riesca a superarla”
La
ragazza le lanciò un’occhiata curiosa.
“Non
capisco perché tutta questa premura nei miei confronti. In fondo per lei,sono
una semplice sconosciuta”
“Non
mi piace abbandonare le persone…anche se non le conosco abbastanza o quasi per
niente”
“Parla
così perché non mi ha attorno. Se fosse così,farebbe come mia madre che,appena
dopo un mese ,si è arresa al’idea di avere una figlia che non sorride mai”
La
poliziotta scosse la testa.
“Non
lo farei”
“E
perché?”
“Sarebbe
troppo semplice”
***
“Nonostante
il loro lavoro,sono due brave persone” sentenziò Shikamaru,affondando le mani
nelle tasche dei suoi jeans scuri.
Ino
ridacchiò,volgendo lo sguardo al cielo stellato di quella sera.
“Ma
di solito chi fa quel lavoro,è automaticamente ritenuto una brava persona” gli
fece notare lei,stringendosi nelle spalle. Nonostante fosse estate, iniziava a
sentire leggermente freddo.
Il
Nara le volse un’occhiata di sottecchi.
“Non
è vero” replicò,cingendola per le braccia e stringendola a se,in modo da farla
stare calda “gli sbirri sono cattivi. Non puoi fare niente che subito si
mettono in mezzo. Loro e le stupide leggi”
La
bionda lo osservò divertita,stringendosi inconsciamente,ancora di più a lui.
“Ma
senza leggi finiremmo tutti col fare ciò che si vuole. E non si può fare sempre
così”
“Smettila
ti prego. Inizi a parlare come Asuma…mi spaventi…quasi mi sembra di stringere
lui in questo momento…bleah”
La
ragazza lo osservò fingendosi offesa.
“Ma
tu guarda…stringere me è come stringere un uomo? Tsk!”
Shikamaru
ghignò malizioso,avvicinando il suo viso a quello di lei.
“Era
per dire…anche perché non farei mai questo ad Asuma…” asserì,prima di
strapparle un bacio appassionato.
“Inizi
a prenderti un po’ troppe libertà sulla mia povera bocca” mugugnò
Ino,guardandolo dapprima torva,per poi sciogliersi in un debole sorriso.
“Sei
talmente presa da me,che non ti sei nemmeno accorta che siamo arrivati davanti
casa tua. Fai sempre così…anche ieri sera,dopo la rissa al Destiny”
“Uh?”
voltandosi,Ino constatò che non aveva affatto torto.
“Smettila
di dire idiozie,me n’ero accorta da un pezzo!” mentì,lasciando che il suo
sguardo marino leggermente crucciato,si andasse a perdere in quello pece e
divertito di lui.
“Ah
si?”
“Ino!”
La
ragazza sfuggì dalla stretta del moro,voltandosi sorpresa.
Shikamaru
la imitò,girandosi anch’esso.
“Kami…”
sussurrò la bionda,portandosi le dita tremolanti sul viso,mentre copiose
lacrime le scivolavano giù per le guance.
Erano
mesi che non si vedevano,parlavano,chiamavano.
Troppo
presi dal loro dolore.
“Neji!”
riuscì finalmente a gridare,avvicinandosi di corsa a lui ed affondando
immediatamente il viso nel suo petto,lasciando che anche lui la stringesse a
se,inebriandola con il suo dolce profumo.
Il
ragazzo le accarezzò il capo,per poi baciarglielo con dolcezza,cullandola tra
le sue braccia.
Il
Nara osservò il tutto in silenzio,stringendo il pugno,infastidito.
Senza
dire altro,ma lanciando un’occhiata glaciale a quel famoso Neji che finalmente
aveva l’occasione di vedere,diede le spalle ad entrambi,allontanandosi da
quella scena estremamente snervante.
E’ bastato
che lui pronunciasse il tuo nome
per farti
dimenticare della mia presenza…
Quando l’hai
visto avevi la stessa espressione di chi vede il paradiso…
quando sei
con me vedi dunque l’inferno?
[Come credi
che possa sentirmi io,adesso?]
C’è poco da
dire visto il mio ritardo nel pubblicare di…un paio d’anni? *implora perdono* xD Spero comunque di conoscere il parere di
vecchi e nuovi lettori su questo capitolo =) Bacioni,Ely 91