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16 Epilogo
Il cuore è chimico, che notte magica,
tu lo sapevi: mi hai già incontrata.
Nella mente di Usagi fu tutto
un turbinio di immagini, ma non erano pezzi di qualcosa di imprecisato: sapeva
esattamente a cosa si riferivano.
In pochi istanti rivisse le
lotte e le battaglie per la salvezza del pianeta, fino alla scoperta del suo
passato. Lei era Usagi, ma anche Sailor Moon, la guerriera dell’amore e della
giustizia. Era Serenity, principessa della Luna. E l’uomo che aveva dinanzi era
Mamoru, Endymion, il principe che amava più di se stessa.
Cerco lo sguardo di Mamoru e
capì che anche lui sapeva, ora.
Mamoru le si inginocchiò
davanti e la strinse fra le braccia. «Non erano sogni» mormorò, parlando più a
se stesso che ad Usagi.
«Mi dispiace» sussurrò lei,
ricordando il momento esatto in cui tutta la loro vita era cambiata. «Perdonami,
amore mio…»
Si sciolse dal suo abbraccio
e nascose il volto tra le mani. Aveva perso tutto, e niente avrebbe potuto
donarle ciò a cui lei stessa aveva voltato le spalle, anni prima.
Avvertì un calore provenirle
dal petto e lei si aggrappò a quella sensazione come se fosse la sua sola ancora
di salvezza; alzò lo sguardo su Mamoru e desiderò poter tornare indietro e
cambiare quel loro futuro, un futuro che aveva creduto di volere, ma che ora
rifiutava con ogni fibra del suo essere.
Mamoru le sorrise, ma Usagi
lesse il dolore nei suoi occhi: anche lui aveva visto, anche lui sapeva.
C’erano segni, c’erano segnali,
numeri indecifrabili forse nascosti
sotto ai mari.
E Ami? Rei? Makoto? Minako?
Avevano ricordato anche loro?
Haruka e
Michiru?
Hotaru?
Setsuna?
Setsuna!
Lei sapeva!
Lei l’aveva riconosciuta, al
ballo…
E quella bimbetta dai capelli
rosa… la sua piccola peste…
Setsuna le aveva fatto
incontrare sua figlia, quella sera…
Non riuscì a trattenere un
singhiozzo e avvertì le forti braccia di Mamoru stringersi attorno alle sue
spalle.
«Andrà tutto bene» le
promise, e Usagi avrebbe davvero voluto potergli credere.
Perdutamente mia ora più che mai viva
un raggio della luna caduto su di me.
Perdutamente tua d'amore e d'incoscienza
prendimi sotto la pioggia,
stringimi sotto la pioggia.
La vita ti darò
Il calore che provava al
petto aumentò di intensità, fino a espandersi per tutto il suo corpo.
Da una lacrima sul suo viso
si sprigionò una forte luce, e un cristallo si materializzò a pochi centimetri
dal suo viso: il Cristallo d’Argento era lì, sospeso a mezz’aria, in attesa che
la sola persona degna di possederlo lo afferrasse.
Usagi allungò una mano verso
il prezioso cristallo: avrebbe dato la vita, pur di riavere indietro il tempo
perduto.
Chiuse gli occhi, accecata
dalla luce emanata dal cristallo, pregando che il fato le regalasse una nuova
opportunità per essere felice.
***
Ferma davanti a una boutique
di abiti da sposa, ammirava rapita un abito bianco, dall’ampia gonna e dal
corpetto ornato con delicati ricami.
Una scritta prometteva sogni
di felicità: Realizza il tuo più grande sogno. Regina per un giorno.
«Che vi dicevo? Eccola
incantata davanti la solita vetrina!»
«Usagi! Ti stiamo aspettando
da più di venti minuti, ormai…»
Usagi si guardò intorno,
certa di non capire: le sue amiche di sempre erano lì, davanti a lei, e le
sorridevano.
Guardò il suo riflesso sulla
vetrina del negozio e il suo cuore perse un battito: aveva sedici anni.
Tutto era stato cambiato, il
futuro era ancora da scrivere.
Si voltò verso le sue amiche
e corse loro incontro.
Avrebbe voluto sapere se
anche loro avevano avvertito il cambiamento, ma mentre le abbracciava si rese
conto che no, non le importava granché.
La cosa fondamentale era
essere tornata.
A pochi metri da loro, un
ragazzo moro osservava la scena.
Usagi lo avrebbe riconosciuto
tra mille altri.
Era Mamoru, il suo principe,
che nonostante tutto l’aveva sempre amata, e l’aveva salvata, ancora una volta,
da una vita che non le apparteneva: il ragazzo sorrise in sua direzione e le
soffiò un bacio. Poi mimò con le mani una macchina fotografica, prima di
salutarla e tornare sui suoi passi.
Chissà per quanto avrebbero
ricordato… Usagi non lo sapeva, né le interessava: prima o poi, quella loro vita
parallela sarebbe stata solo l’eco di un sogno, e non avrebbe avuto più alcuna
importanza.
Ciò che contava era aver
avuto indietro il tempo.
Era stata una sciocca a voler
cambiare la sua vita: era già perfetta, e c’erano voluti sei anni per scoprirlo.
Ma il destino le aveva donato
una seconda possibilità, e Usagi non se la sarebbe fatta scappare.
Amava la sua vita, e avrebbe
fatto tesoro di ogni attimo, perché per renderla speciale bastava poco … come
una coppa di gelato con le compagne di sempre.
Oh, yeah!
Storia
definitivamente conclusa ^^
Ora, lo so che
per come era andata avanti la storia ci sarebbe stato un finale meno…
piatto... ma
ultimamente mi gira male, e non sono particolarmente in vena di romanticherie XD
Avrei voluto
inserire Mamoru in modo approfondito, ma anche qua non me la sono sentita…
Insomma, un
finale aperto che più aperto non si può XD
Spero che questo
ultimo capitolo non vi abbia lasciate insoddisfatte, perché mi dispiacerebbe
molto…
Le frasi a lato sono riprese dalla canzone "Colpo di fulmine", scritta da Gianna Nannini e interpretata da Giò di Tonno e Lola Ponce.
Ringrazio tutti
coloro che hanno letto fin qua, chi ha recensito, chi ha inserito la storia tra
preferiti/seguiti… insomma, grazie a tutti voi :*
Spero di
riprendere in mano presto le altre storie che ho in sospeso, specialmente
“Insieme per sempre” per Sailor Moon e “Ali in gabbia, occhi selvaggi” per la
sezione Twilight, perché sono le storie a cui sono più legata, nonostante siano
sospese da tempo immemore…
In ogni caso, non
mi perderò per strada: occhi aperti, perché ho già pronta qualche nuova, folle
idea da sottoporre alla vostra attenzione =)
Di nuovo, un
grazie infinite per il sostegno che mi avete dato e un abbraccio forte forte :*
Bax, Kla
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