- Ha avuto
una forte crisi questa mattina alle 7:30 accompagnata da una forte
tachicardia - disse il medico a Paolo
- Dottore, quanto gli rimane? Sia sincero -
- Don Paolo, purtroppo le devo dire con tanto dispiacere, che se vive
per altri 10 giorni, vuol dire che qualcuno da lassù gli ha
fatto un miracolo - rispose il medico.
- Grazie, che la grazia di Dio sia con lei - rispose Paolo.
Dopo il ritrovamento del cadavere di Eva erano cambiate tante cose,
erano ormai passati cinque mesi da quel giorno ma nessuno lo aveva
dimenticato. Paolo, il migliore amico di Carlo, il giorno del funerale
della ragazza ricevette la cosiddetta “chiamata” di
Dio e un mese dopo prese i voti e divenne Don Paolo; Carlo, invece, era
andato a ritirare le analisi ed aveva scoperto che tutto lo stress che
aveva subito gli aveva causato un tumore al cervello, e che purtroppo
gli erano rimasti solo quattro mesi e mezzo di vita.
Quella notizia non lo aveva per nulla rattristato ,anzi, lo aveva reso
felice perché finalmente avrebbe raggiunto la sua dolce
metà che era in cielo ad aspettarlo. Passati i quattro mesi
e mezzo, non era morto ma era andato in coma, e ora la sua fine stava
arrivando.
Don Paolo gli disegnò una croce sulla fronte con
l’acqua benedetta ed incominciò a pregare, anche
se era diventato prete era sempre il suo migliore amico e lui gli
voleva un gran bene.
“Carlo amore, apri gli occhi” disse una voce
femminile al ragazzo.
“Non aver paura amore mio, ci sono io qui” disse
ancora la voce, Carlo aprì gli occhi e si trovò
dinnanzi ad una luce forte ma non abbagliante. Ad un tratto la vide,
era bellissima, aveva due ali grandi e camminava verso di lui:
- Eva - sussurrò piano, lei annuì e gli prese la
mano: “Ora dobbiamo andare amore, io e te staremo insieme per
sempre” gli disse.
Carlo si alzò dal letto e con Eva andò verso la
luce ed insieme scomparirono con essa.
Ad un tratto il ticchettio delle macchine s’interruppe, Don
Paolo guardò Carlo, si era addormentato per sempre. Fece il
segno della croce e pensò “Ora sono insieme,
insieme per sempre”.
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