Il cielo copre tutti

di Writer96
(/viewuser.php?uid=118642)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


C’era un cielo limpido, sopra di lei, un cielo azzurro e sereno.
La piazza era piena di gente che parlava allegramente.

Si guardò intorno, spaesata.

La vita, all’improvviso, le sembrava rumorosa, troppo rumorosa.
Era come se, all’improvviso, le parole di tutte le persone si fossero decise a riversarsi addosso a lei.

Si sentiva sotto una cascata, forte e potente e roboante.

Aveva paura ed era la prima volta.
Sentiva le gambe cederle, ma sentiva anche il bisogno di continuare, di andare avanti, di non fermarsi.

Ogni passo era una stilettata di dolore, un dolore impossibile da quantificare o classificare.

Era come se, all’improvviso, la vita le sembrasse tutta un’immensa e assurda fatica.
Attorno a lei, le parole danzavano, si rincorrevano, scrosciavano.

E lei lì, a correre e a bagnarsi con esse.

Non sapeva dove stesse andando, né da chi stesse fuggendo.
Forse, fuggiva da sé stessa.

Forse, fuggiva dalla vita stessa perché si era appena accorta che era una sola e che, dannazione, la stava sprecando inesorabilmente.

Si bloccò aspettandosi volti curiosi che la analizzassero.
E invece, niente.

La vita degli altri continuava, scorreva, andava avanti.

Era l’acqua trasportata dalla cascata, era la vita trasportata dalle parole.
Cominciò a ripetersene una dentro di sé, fino a farle perdere il significato.

Ecco, ora andava meglio.

Se niente ha un senso, niente è sbagliato.
Riprese a camminare, più calma, più tranquilla, sussurrandosi quella parola come una cantilena o come una ninna nanna.

Si guardava attorno e all’improvviso le parole degli altri non erano altro che pezzi della stessa canzone, una canzone confortante.

C’era un cielo limpido, sopra di lei, un cielo azzurro e sereno.
Aveva lo stesso colore dell’acqua trasportata dalla cascata quando si fermava in valle.
Calma e tranquillità.

Pazza, Pazza, Pazza.
Ma infondo, chi è pazzo?
Nessuno, giusto?

Pazza non è che una parola.
Una semplice parola.
Una gocciolina d’acqua in una cascata.

P a z z a.
Ecco, ora va meglio.
Puoi rigirarle le lettere, giocarci, farci ciò che vuoi.

Z a p z a.
Uh, che bella parola.
Non ha senso.

Ma del resto, quale parola ne ha uno?
Pazza, pazza, pazza.
C’era un cielo limpido, sopra di lei, un cielo azzurro e sereno.
Un cielo che comunque copriva tutti, pazzi e non.
 



Prima originale. Lei è "She" non ha un nome vero. Semplicemente, è lei. Spero appreziate questa storia. la dedico a nali e a Klowl, che in qualche modo mi ha spinta a scriverla. Un bacione, Writer




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=669820