love don't live here anymore
"But it's too
late to say you're sorry
How should I
know why should I care"
Harry e Ginevra Potter
non erano mai stati persone che amavano la mondanità e gli eventi
pubblici. Questo lo sapevano
tutti,amici parenti e semplici conoscenti. Ma tutti,sapevano anche che c'era
una cosa che i due non mancavano mai di celebrare:il loro
anniversario di matrimonio. E
quell'anno sarebbe caduto il trentesimo anniversario;come al solito marito e
moglie avevano pensato di
celebrarlo da soli,magari concedendosi una vacanza in un paese
straniero. Sfortunatamente qualcuno non era dello stesso parere:per
l'occasione speciale,Hermione era convinta che dovessero fare le cose in grande almeno per una
volta. -Trent'anni di matrimonio non si festeggiano tanto spesso,specialmente
di questi tempi-aveva detto loro
per convincerli. -Soprattutto se la sposa è mia sorella-aveva commentato Ron
ironico come al suo solito. Ginny aveva guardato il fratello con uno sguardo
di rimprovero,pronta a dirgliene quattro come quando erano ragazzi,ma Hermione si era prontamente
intromessa per evitare che la situazione degenerasse:era assurdo come certe cose restassero sempre le
stesse;nonostante Ginny e Ronald
avessero rispettivamente quarantacinque e quarantasei anni il loro
battibeccare era lo stesso di
quando erano ragazzi. E,come al solito,toccava ad Hermione e ad Harry il
compito di sedare gli animi prima che fosse troppo tardi. Alla fine,anche per allontanare da loro la
pressante insistenza di Hermione,Harry e Ginny avevano accettato:avrebbero dato un grande party per il loro
anniversario,ma erano riusciti a strappare alla donna la promessa che gli unici invitati sarebbero stati i
membri della famiglia. Naturalmente al momento di spedire gli inviti si era
presentato il "problema" Scorpius. -Credi che dovremmo invitarlo?-aveva
chiesto Harry perplesso. -Non essere sciocco!Certo che lo inviteremo!-aveva
ribattuto la moglie senza la minima esitazione. -Non credi che dovremmo almeno discuterne prima?- -Che
c'è da discutere?Quel ragazzo ha vissuto con noi negli ultimi dieci anni,siamo
la cosa più vicina ad una
famiglia che ha...E' quasi un altro figlio per noi-aveva risposto la
donna. -Ma Albus E' nostro figlio,e loro non sono più una coppia. Non
pensi che possa infastidirsi nel trovarlo alla festa per il nostro
anniversario?-le fece notare lui. Ginny lo aveva guardato per qualche istante,un espressione
chiaramente sorpresa sul volto. -Fammi capire:adesso non siamo più padroni di
invitare chi vogliamo alle nostre feste?E' la nostra festa Harry!-gli aveva ricordato. Harry aveva
annuito. -Non fraintendermi,anche io vorrei che Scorpius fosse presente,gli
voglio bene quanto gliene vuoi
tu,e spero sinceramente che i ragazzi ritornino insieme. Però non credi che
la presenza di Scorpius alla festa potrebbe essere interpretata come un
tradimento da nostro figlio?Come
se stessimo prendendo le parti di Scorpius invece che le
sue?- Ginny scosse la
testa. -So che nostro figlio è abbastanza intelligente da capire...Sarebbe
strano il contrario. Anzi peggio sarebbe meschino:abbandonare Scorpius
soltanto perchè lui e Albus si sono lasciati- Per l'ennesima volta,Harry annuì. -Sei consapevole vero
che c'è la possibilità che Al si presenti alla festa con qualcun'altro?-le
domandò poi dopo un lungo
momento di silenzio. Ginny,immersa nei propri pensieri,si morse il labbro
inferiore,per poi annuire a sua volta. -In quel caso Scorpius avrà bisogno di
tutto il nostro appoggio...-si limitò a dire.
Al contrario dei suoi
genitori,Albus non ebbe il minimo dubbio sulla presenza di Scorpius alla
festa. Conosceva i suoi genitori,sapeva quanto volevano bene
a Scorpius e non aveva dubitato neanche per un'istante che
potessero escluderlo da un' "evento" così importante. Ormai faceva parte
della famiglia,avrebbe potuto vederla in quell'ottica,ma sapeva benissimo
che i suoi genitori non si erano ancora arresi alla fine della
loro relazione:erano ancora convinti che una maggiore vicinanza
avrebbe riportato il sereno fra i due ragazzi. Albus imputava quella visione
così romantica dell'amore al rapporto che c'era sempre stato fra
i suoi genitori;nonostante avessero dovuto superare molti
ostacoli prima del matrimonio,una volta sposati,la loro vita di
coppia era stata serena,senza il minimo problema. Quindi erano mentalmente
limitati,almeno da quel punto di vista... Beh,ora avrebbero dovuto scontrarsi
con la realtà:quando aveva ricevuto l' invito alla festa
speditogli dalla zia Hermione,aveva subito chiamato i suoi
genitori per infomarli che sarebbe stato presente,ma che non si
sarebbe presentato da solo. -Vuoi portare con te Lane?-gli aveva chiesto sua
madre cercando di non mostrare troppa curiosità. -Sì,ma non
soltanto lui-si era limitato a rispondere l'uomo. -Ah...- Quello era stato
l'unico commento di sua madre;Albus era certo che avrebbe avuto molto da
dire al riguardo,ma lui era stato abbastanza veloce da
concludere la telefonata prima che la donna potesse riprendersi
dallo stupore. Ironicamente,lo stesso stupore si era dipinto sul volto di
Brian quando lo aveva informato della festa. -Che vuol dire
siamo invitati ad una festa dei tuoi genitori?-gli aveva chiesto,guardandolo
perplesso. Albus aveva sorriso ironico. -Non mi sembra un
concetto tanto difficile da capire...I miei genitori danno una festa per il
loro anniversario di matrimonio e,dato che sono il loro
terzogenito,sono costretto ad andare e tu con me- -Vuoi
portarmi a conoscere la tua famiglia?-gli aveva chiesto l'altro mentre un ghigno
sarcastico si disegnava sulle sue labbra sottili. -Credimi
ne farei a meno volentieri anch'io,ma corro il rischio di essere
disconosciuto. Non credevo fosse un gran problema per te...-aveva poi
aggiunto fermandosi a riflettere sulla reticenza
dell'altro. Magari l'uomo aveva già altri progetti per quel giorno,o più
semplicemente non voleva trovarsi bloccato in qualcosa che ai
suoi occhi aveva l'aspetto di una presentazione ufficiale. -Non sei obbligato
a venire se non vuoi...-si era ritrovato a dire subito dopo,quasi volesse
rimangiarsi le parole appena dette-Ho solo dato per scontato
che volessi esserci anche tu-aveva concluso dandogli le
spalle. Brian si era alzato in piedi e,con quel passo felino che era una sua
caratteristica,gli si era avvicinato in modo da poter stringere
il braccio destro attorno ai fianchi di Al,attirandolo poi
contro di sè. -Mi presenterai come il tuo ragazzo?-gli aveva
chiesto con un filo di ironia nella voce. Al aveva mosso la testa sulla sua
spalla quel tanto che bastava per incontrare il suo sguardo. -No pensavo di
dire a tutti che sei il ragazzo che mi scopo al momento...Che te ne pare come
presentazione?-gli aveva chiesto con la stessa ironia. Brian
gli aveva rivolto uno dei suoi sorrisi a metà,prima di premere le labbra una
contro l'altra. -Decisamente meglio...Del resto è la verità,no?- Albus era
rimasto a fissarlo in silenzio per qualche istante,prima di avvicinare il viso
al suo in modo da sfiorare le labbra di Brian. Già,era la
verità...
Era stato lui a
fare la prima mossa. A cena conclusa,quando il resto del gruppo se ne era
andato,Albus si era avvicinato a Brian ed era rimasto a fissarlo per qualche
istante,senza dire o fare nulla. -Cosa?-gli aveva chiesto alla fine
Brian,esasperato dal suo sguardo. Sempre in silenzio,Albus si era fatto i
pochi passi che ancora lo separavano dall'uomo e lo aveva baciato,una mano ferma
sul petto del moro all'altezza del cuore,quasi volesse controllargli le
pulsazioni. Per un pò Brian lo aveva lasciato fare,non era la prima volta che
si baciavano o che Albus prendeva l'iniziativa;soltanto quando aveva sentito la
mano destra di Al scendere verso il cavallo dei pantaloni e fermarsi sulla fibia
della cinta,Brian si era allontanato dalle labbra dell'altro e lo aveva
fissato. Albus era rimasto immobile,silenzioso,perfettamente a suo agio sotto
quello sguardo indagatore per alcuni istanti prima di tornare a posare le labbra
su quelle di Brian. L'avevano fatto in sala da pranzo,contro il tavolo ancora
occupato dai piatti usati durante la cena. Albus si era lasciato andare
completamente,svuotando la mente da ogni pensiero e concentrandosi soltanto su
di sè,su Brian e sul momento che stavano vivendo. Non poteva concedersi
l'errore di pensare...Altrimenti le parole che stava cercando di sbattere fuori
dalla sua testa sarebbero tornare prepotentemente a farsi sentire. Quella
sera erano stati a letto insieme altre due volte,ed era stato soltanto quando si
erano ritrovati completamente nudi,uno accanto all'altro nel letto,che Brian gli
aveva fatto la domanda che gli aveva visto chiaramente negli occhi nel momento
in cui aveva iniziato a baciarlo. -Perchè?-gli aveva chiesto. Fingendo una
non-curanza che non provava affatto,Al si era preso il tempo per accendersi una
sigaretta ed aspirare la prima boccata di fumo prima di
rispondere. Perchè? -Non sembrava darti tanto fastidio fino a cinque
minuti fa-gli aveva risposto. -Non sia mai detto che Brian Kinney si tiri
indietro quando c'è l'opportunità di scopare-aveva commentato l'altro rubandogli
la sigaretta dalle dita. Al si era lasciato scappare un sorriso e si era
voltato su un fianco,osservandolo mentre tirava alcune boccate dalla sigaretta
che gli aveva appena rubato. -Proprio non vuoi dirmelo?-gli aveva chiesto
ancora. Albus aveva sospirato. -Cosa c'è da dire?Mi andava di scoparti e
l'ho fatto. Tutto qui-aveva risposto cercando di non usare il tono
sbagliato. Stranamente Brian si era accontentato di quella risposta:aveva
finito la sigaretta e poi si era voltato dall'altra parte addormentandosi nel
giro di pochi minuti. Era stato allora,quando si era ritrovato da solo con i
suoi pensieri,che Albus aveva dovuto fare i conti con sè
stesso. Perchè? Perchè era andato a letto con Brian? Era quasi
inevitabile che succedesse prima o poi ma perchè proprio quella sera? Perchè
scopare con un altro la sera in cui riusciva ad ottenere quello che aveva sempre
desiderato. Rigirandosi nel letto si era ritrovato a sospirare. Gli aveva
detto che lo amava...Si era presentato lì per dirgli che senza di lui non
riusciva a dare un senso alla sua vita e che lo amava. Aveva aspettato dieci
anni per sentirgli dire quelle parole...Dieci anni. Durante tutti gli anni
passati insieme,aveva sempre immaginato l'effetto che avrebbe avuto su di lui
sentire quelle parole:la sensazione di sentirsi completo,di aver trovato il
proprio posto nel mondo semplicemente grazie ad una persona. Invece,quando
finalmente gliele aveva sentite pronunciare,non aveva provato altro che
rabbia. Lo amava ma questo non gli aveva impedito di fare un figlio con
Rose. Lo amava ma nonostante dieci anni di vita insieme sentiva ancora il
bisogno di sbandierare la loro storia davanti ai Malfoy soltanto per farli
incazzare. Lo amava ma non riusciva a capire i suoi bisogni,le sue
necessità. Lo amava ma non appena era stato libero era andato in giro per
locali pronto a scoparsi il primo culo che gli passava davanti,senza neanche
provare a combattere,senza cercare di rimediare a quello che era successo...Si
era arreso. Lo amava...ma questo non gli aveva impedito di fare sesso con lui
in quel modo,quasi fosse una violenza,per dimostrargli la sua
supremazia. Dov'era tutto quest'amore? Era per questo che era andato a
letto con Brian? Per via del suo orgoglio ferito?In parte. Una parte di sè
voleva dimostare all'ex che anche lui era capace di scopare in giro senza farsi
tanti problemi,senza farsi troppe domande. Ed una piccola,minuscola parte di
sè voleva convincersi che quello era un nuovo inizio:il vero inizio della sua
vita senza Scorpius. Aveva chiuso gli occhi e nella mente erano risuonate le
parole che Scorpius gli aveva detto la sera in cui se ne era andato di
casa. "Se ora ti dicessi che ti amo cambierebbe qualcosa?" E per la prima
volta,anche se non aveva mai pensato fosse possibile,si ritrovò a dover dar
ragione a Scorpius. No,non cambiava proprio niente...
-Lily sei pronta?- La rossa arrivò in salotto
con due scarpe distinte nelle mani;le gemelle erano già ai piedi. -Quale è
meglio?-gli aveva chiesto restando a distanza in modo che lui potesse vedere
bene le scarpe. Daniel restò in osservazione per alcuni istanti:una scarpa
era nera,con dei piccoli strass lucenti sulla punta e con il tacco a
spillo;l'altra era rosa,con un tacco decisamente inferiore ed un fiocco sulla
punta. -Sei davvero sicura di voler indossare i tacchi?Ultimamente ti lamenti
anche delle ballerine-le disse pratico come al solito. Da sempre abituata ad
indossare scarpe con tacchi quasi vertiginosi,a causa della gravidanza Lily
aveva dovuto rinunciare a questo "piacere" visto che si sentiva goffa e con la
costante paura di inciampare e cadere. Sbuffando sonoramente,Lily si lasciò
cadere su una poltrona poco distante e si tolse la scarpa nera dal piede
destro. -Senza tacchi mi sento una nana!Il giorno che potrò indossare di
nuovo scarpe con il tacco sarà un giorno felice-commentò. Daniel accennò un
sorriso e scosse la testa,chiaramente divertito.
-Potresti allacciarmi gli ultimi bottoni?-gli
chiese ancora Lily rivolgendogli la schiena e scostando i capelli per
facilitargli il compito. Man mano che chiudeva i bottoni,Daniel osservò come
il vestito rosso si adattava alle curve formose della moglie;aveva sempre amato
il corpo piccolo e minuto di Lily,ma non si vergognava ad ammettere che
apprezzava i cambiamenti che erano avvenuti grazie alla gravidanza:fin da subito
il seno era diventato più florido,i fianchi più rotondi,e la pancia era stata
ben visibile fin dal terzo mese di gravidanza. Dopo aver chiuso l'ultimo
bottone,Daniel lasciò scorrere le braccia attorno ai fianchi di Lily,attirandola
contro di sè,posando una mano sul pancione. -Come sta il mio ometto?E' pronto
per la grande festa?-chiese poggiando il mento sulla spalla sinistra. Non
sapevano ancora il sesso del bambino,ma Daniel era convinto che sarebbe stato un
maschio. Il sorriso soffiato di Lily arrivò alle sue orecchie,ma gli bastò
sentire la tensione che attraversava i muscoli della schiena per capire che cosa
preoccupava sua moglie. -Vedrai andrà tutto bene..Sono sicuro che non appena
ti vedrà Al ti chiederà scusa per quello che è successo l'ultima volta che vi
siete visti. E poi ovviamente passerete tutto il resto della festa a
recuperare il tempo perso dimenticandovi completamente di tutti noi e del motivo
per cui siete lì- Ancora una volta Lily sorrise leggermente. -Lo credi
davvero?-gli domandò timorosa. Era evidente che non volesse riporre troppe
speranze in quelle parole. Quella lontananza prolungata da Albus era qualcosa
di innaturale per lei:sentiva la mancanza del fratello in modo quasi fisico,ma
per colpa dell'orgoglio tipicamente Weasley non avrebbe mai fatto il primo
passo,specialmente visto come era andata l'ultima volta che era andata da
lui. Quando aveva saputo del diverbio fra i due fratelli,il primo pensiero di
Daniel era stato trovare un modo per riportare la pace,ma la moglie gli aveva
proibito categoricamente di intromettersi:era troppo arrabbiata per il
comportamento e gli atteggiamenti sbagliati di Al per pensare di fare pace ed
era profondamente convinta che dovesse essere Albus a scusarsi. Però con il
passare delle settimane era diventato evidente che l'uomo non avrebbe chiamato e
forse proprio questa mancanza di sollecitazione,questo disinteresse verso quella
che era la sua migliore amica,la sua confidente più intima,aveva portato Daniel
a provare un pò di rancore verso il cognato. Rancore che provava ogni volta
che affrontavano quell'argomento,anche di sfuggita,ogni volta che gli occhi di
Lily si adombravano di tristezza per quel fratello che sembrava averla messa da
parte. -Ne sono sicuro-le disse cercando di infondere nella propria voce più
sicurezza di quanto non ne provasse in realtà. Ma in fondo avrebbe fatto
qualsiasi cosa per veder sorridere sua moglie,per ripagarla in qualche modo di
tutto l'appoggio che gli aveva dato in quelle ultime settimane.
Daniel osservò il
palazzo grigio di fronte a sè. Non era la prima volta che passeggiava per la
King's Road,e aveva visto più volte quel palazzo,ma non aveva mai pensato che
all'interno ci fosse un centro di recupero per alcolisti. Proprio lì!In quel
quartiere così elegante! Era rimasto davvero sorpreso quando quella
donna,quella Nigella,gli aveva dato quell'indirizzo:era a pochi passi dal "Now
& Forever". La donna,oltre l'indirizzo,gli aveva fissato una data,un
giorno in cui Judith avrebbe fatto il suo grande discorso davanti ai suoi amici
alcolisti. Judith... Non riusciva a chiamarla in nessun'altro
modo. Quella donna non rappresentava nulla per lui,era un'estranea,per quale
accidenti di ragione era lì? Perchè aveva bisogno di risposte. Quando
aveva parlato con suo padre della sua decisione di partecipare
all'incontro,l'uomo lo aveva fissato per un lungo istante,prima di cacciare un
lungo respiro. -Non condivido la tua scelta,ma posso capire i motivi che ti
spingono ad incontrarla-gli aveva detto poi. Era stato tutto quello che aveva
detto sull'argomento. Del resto non c'era molto da dire:suo padre sapeva che
per anni si era posto delle domande,aveva fatto supposizioni,e non si sarebbe
fatto scappare la possibilità di avere delle vere risposte. -Sei pronto?-gli
domandò Lily alla sua sinistra. Doveva riconoscerlo:sua moglie era
eccezionale. Era consapevole che si sentisse fuori luogo,a disagio in quella
situazione così diversa dalla vita familiare che aveva vissuto,ma era lì,accanto
a lui. Gli era rimasta sempre accanto pronta a confortarlo,ad aiutarlo a
dissipare i suoi dubbi, riuscendo a mettere da parte i propri. Voltò la testa
verso di lei e annuì. Uno di fianco all'altra salirono i pochi gradini che li
separavano dall'entrata e,con un gesto cavalleresco,Daniel aprì la porta a Lily
facendosi poi da parte per farla entrare. Per un attimo Daniel pensò di
essere stato trasportato in uno studio dentistico,tanta era la professionalità
ed austerità che traspariva anche solo dalla reception. Le pareti erano
bianco guscio d'uovo,senza quadri o cartelloni pubblicitari che mostrassero il
lavoro che veniva svolto nella struttura. Tre divani neri senza schienale
erano addossati ad una delle quattro pareti e davano l'impressione di essere
molto scomodi. Piazzata nel centro,proprio di fronte alla porta,c'era una
piccola postazione con computer,telefono e tutto ciò che sarebbe risultato utile
alla donna seduta dietro la scrivania che in quel momento era impegnata a
digitare qualcosa sui tasti del computer. Al suono dei passi alzò lo
sguardo,producendosi subito in un sorriso quando li vide a pochi metri da
sè. -Salve benvenuti alla clinica Margaret Thatcher.Come posso
aiutarvi?-domandò loro,guardando ora l'uno ora l'altra. Margaret
Thatcher?Cos'era la versione britannica della clinica Betty Ford? Lily guardò
la donna incredula,cercando di non far trasparire lo stupore che le sue parole
le provocavano dal suo sguardo. -Siamo qui per prendere parte ad un
meeting. Siamo stati contattati da Nigella Folks-le spiegò Daniel. Era
evidente che volesse mettere in chiaro il prima possibile che non erano lì per
problemi legati all'alcool o ad un altro tipo di dipendenza. La donna sorrise
nuovamente e Lily si chiese come facesse a sorridere in quel modo,senza muovere
realmente nessun muscolo facciale. Dopo un piccolo cenno di assenso,la videro
alzare la cornetta del telefono,che a quanto sembrava era anche interfono,e
restare in silenzio. -Nigella c'è Mr...- -Thomas-si affrettò a sussurrare
Dan. -Thomas per te-ripetè la donna- Dopo qualche secondo di silenzio,la
videro annuire nuovamente,prima di riagganciare la cornetta. -Vi sta
aspettando. Proseguite per il corridoio sulla destra fino alla stanza numero
316-spiegò loro continuando a sorridere in quel modo tutto
particolare. Daniel annuì,neanche fosse tornato un bambino di cinque anni,e
dopo averla ringraziata si mossero verso il corridoio che era stato indicato
loro.
-Questo posto mi mette
i brividi-commentò a mezza bocca Lily. Dan annuì,senza aggiungere
altro. Era la stessa sensazione che provava anche lui,e avrebbe volentieri
voltato le spalle a tutto tornandosene a casa,ma sapeva che sarebbero tornati a
cercarlo. Scappare non aveva senso... Di fronte alla stanza 316 si
fermarono e,dopo essersi lanciati uno sguardo,Daniel bussò alla porta,aprendola
l'attimo dopo. L'attenzione di una decina di persone,riunite in gruppo a poca
distanza da una grande finestra, si concentrò su di loro nello stesso
istante. Leggermente imbarazzati,Daniel e Lily entrarono in quella
stanza,cercando di non dare peso all'attenzione di quegli estranei,la mano di
Daniel stretta saldamente in quella della moglie. Dan si guardò
attorno,cercando l'unico volto conosciuto,quello che li aveva "trascinati" qui
quel giorno e finalmente,la vide avanzare verso di loro,distaccandosi dal resto
del gruppo. -Benvenuti-disse loro,fermandosi a qualche passo di
distanza-Grazie per aver accettato l'invito. La riunione comincerà fra pochi
minuti,nel frattempo posso offrirvi un caffè?-chiese in tono affabile. Lily
scosse la testa,seguita pochi secondi dopo dal marito. Sentiva su di sè lo
sguardo curioso di quegli estranei e la cosa la infastidiva:era certa che
sapessero chi fosse,che sapessero del passato di Daniel e questo la irritava
ancora di più. Chi erano quelle persone per giudicare?Se fossero stati
perfetti,a loro volta non si sarebbero trovati lì,in un centro di recupero per
alcolisti! Daniel la guidò verso una delle tante sedie vuote e,quasi seguendo
il suo esempio,tutti gli altri presenti nella stanza inziarono a muoversi verso
le sedie. Era ora di dare inizio alla seduta... Fu allora che Daniel vide
sua madre. Era stata tutto il tempo insieme agli altri,nel piccolo gruppetto
che li aveva scrutati fin dal loro arrivo,ma soltanto ora aveva la piena
consapevolezza che quell' "estranea" era sua madre. Solo quando l'aveva vista
distaccarsi dal gruppo e restare in piedi. Incontrando il suo sguardo,Daniel
si affrettò ad allontanare il proprio,neanche fosse un bambino colto a fare
qualcosa di sbagliato. Nigella si alzò in piedi,portandosi dietro un piccolo
leggio sistemato nel centro,in modo da essere visibile da tutte le sedie,e
sorrise. -Bentrovati. Come sapete oggi è un giorno speciale. Oggi
festeggiamo i successi dei nostri compagni. Conosciamo la storia di ognuno di
loro,il percorso fatto per arrivare qui e le difficoltà che hanno dovuto
affrontare. Siamo una famiglia-disse regalando al gruppo un sorriso,mentre le
sue parole venivano accolte da mugolii d'apprezzamento e uno sporadico
applauso. Daniel sospirò,già sinceramente pentito di trovarsi lì,e si chiese
quanto tempo ancora sarebbe dovuta durare quella sceneggiata. -Senza
ulteriori attese lascio la parola al primo dei vostri compagni-disse facendo un
cenno ad un nuovo calvo e muscoloso. Questi si alzò e si portò dietro il
leggio e,dopo aver preso un respiro profondo,informò il gruppo di chiamarsi
Ryan,di essere sobrio da quasi quattro mesi e soprattutto di essere molto grato
per aver avuto una seconda opportunità. A causa dell'alcolismo l'uomo aveva
perso la fidanzata,il lavoro e per un lungo periodo si era ritrovato a vivere
per la strada visto che tutti i suoi amici lo avevano abbandonato;ma ora
fortunatamente tutto stava tornando alla normalità. -Certo,che importa se ha
perso tutto ciò che aveva di importante nella vita?-mormorò Daniel,incurante
della possibilità che altre persone potessero sentirlo. Lily lo zittì e posò
una mano sulle sue,proprio nel momento in cui Ryan si congedava dagli altri e
lasciava il suo posto ad una donna dai corti capelli biondi. -Ciao a tutti
sono Judith e sono un alcolista-disse questa con voce moderata. Daniel prese
un respiro profondo,sinceramente sollevato della presenza di Lily al suo fianco
che gli impediva di compiere gesti azzardati. Dal canto suo,Lily stava
osservando attentamente la donna di fronte a loro:sua madre le aveva detto che
un tempo quella era un'attrice famosa e molto bella...Eppure a guardarla adesso
Lily non l'avrebbe mai immaginato. La donna di fronte a loro era in
sovrappeso,aveva il viso leggermente gonfio per via dell'alcool e alcune rughe
si erano formate agli angoli della bocca e degli occhi. Osservò attentamente
quel volto alla ricerca di possibili somiglianze con Daniel e si sorprese quando
si accorse che avevano lo stesso naso e lo stesso taglio degli occhi;per qualche
assurda ragione era rimasta scettica fino a quel momento,quasi si trovassero
davvero di fronte un'estranea. -Sono sobria da sei mesi-stava intanto dicendo
la donna-Sono stata un'alcolista per più di vent'anni. Ho cominciato a bere a
causa della fine del mio matrimonio...dicevo a me stessa che un bicchiere dopo
cena non mi avrebbe fatto male. Poi però i bicchieri sono aumentati,avevo
iniziato a mischiare la vodka con il succo d'arancia per la colazione e il rum
nella Cola che bevevo a pranzo. Alla fine la mia giornata era un susseguirsi
di drink-commentò. Daniel la vide sospirare e si chiese per l'ennesima volta
per quale motivo dovesse essere lì,in mezzo a quegli estranei ad ascoltare tutta
quella storia:quella donna aveva forse dimenticato nel suo delirio alcolico che
anche lui era presente?Che l'aveva vissuta sulla sua pelle? -Ho
figlio,sapete?-disse rivolta al gruppo di persone davanti a sè-Quando ho
iniziato a bere lui non aveva neanche due anni. Anche se mi vergogno ad
ammetterlo è stato anche a causa sua se ho iniziato a bere...Era stato per lui
se io e suo padre ci eravamo sposati e quindi nella mia infelicità lo incolpavo
di quello che stava succedendo...Sono anche arrivata a pensare che la mia vita
sarebbe stata migliore se lui non fosse mai nato- Quelle parole lo ferirono
come una coltellata in pieno petto. Aveva rinunciato da anni alla presenza di
una figura materna nella sua via,ma sentirsi incolpare per i fallimenti di
quella donna era troppo:ma per quale cazzo di motivo era lì? -Ho sentito
abbastanza!-disse inaspettatamente Lily alzandosi in piedi. Daniel si
riscosse dai suoi pensieri e alzò lo sguardo sulla moglie che ricambiò
velocemente lo sguardo prima di voltarsi per prendere il cappotto sulla sedia
accanto alla sua. Nel subbuglio di emozioni che stava provando,Daniel ne
sentì distintamente una predominare sulle altre:gratitudine. Sua moglie aveva
compreso senza bisogno di parole quello che stava provando e aveva preso in mano
le redini della situazione. -C'è qualche problema?-domandò la voce pacata di
Nigella,attrirando l'attenzione di tutto il gruppo su di loro. -Oh nessun
problema,ce ne stiamo andando-rispose Lily alla donna,mentre Daniel si alzava in
piedi. -Posso chiedervi perchè?- Era decisamente la domanda
sbagliata,visto che fece esplodere la rabbia che covava in Lily. -Crede che
resterei un minuto di più a sentire quella donna mentre incolpa mio marito per i
suoi problemi?-gli domandò con voce affilata. -Non è questo che ho
detto...-s'intromise Judith. -Ah no?Ha appena ammesso di aver desiderato che
lui non fosse mai nato! Come si permette?- -Lily-disse Dan cercando di
calmarla. -Ha la minima idea di quello che lui ha passato per colpa
sua?Dell'impatto che la sua assenza ha avuto su di lui?-chiese rivolta alla
donna dietro il leggio. Poi portò il suo sguardo su Nigella. -La prima
cosa che avrebbe dovuto dirgli sarebbero dovute essere parole di scuse per tutti
gli anni di abbandono,per il mefreghismo che ha dimostrato verso di lui,invece è
stata capace di peggiorare le cose. E' per questo che ci ha fatto venire qui
oggi?-domandò allo sponsor. -Oguno affronta la riabilitazione in modo
diverso...- -Lei mi ha promesso che me ne sarei potuto andare in qualsiasi
momento-disse Daniel,parlando per la prima volta,ricordando alla donna la sua
promessa-Non c'è niente che mi trattenga qui-aggiunse. Era evidente che
Nigella volesse dire qualcos'altro per convincere i due a restare,ma era
vincolata dalla sua stessa promessa,quindi fu costretta ad annuire. Daniel
annuì a sua volta e,preceduto da Lily,uscì dalla propria fila dirigendosi verso
l'uscita della sala. Sentiva su di sè lo sguardo di tutti i presenti,compreso
quello più pressante di Judith,ma non aveva nessun'intenzione di voltarsi o di
aggiungere un'altra parola sull'argomento. Quel capitolo della sua vita era
definitivamente finito. Per sempre.
Tutti i membri della famiglia Weasley-Potter
si erano riversati a Privet Drive. Unici assenti,Percy e la sua
famiglia. I primi ad arrivare erano stati,ovviamente,Ron ed Hermione con la
piccola Eliza per poter dare una mano ai due "festeggiati" con gli ultimi
preparativi;poi in rapida successione erano arrivati George e Luna,Ronald e
Rebecca con i bambini ed il resto della famiglia. Con non poche difficoltà i
due erano riuscit a controllare le manie di grandezza di Hermione che,altrimenti
avrebbe trasformato una festa di famiglia in un party hollywoodiano. -Credi
che gli ospiti hanno abbastanza cibo?-chiese Hermione guardando con sguardo
apprensivo il tavolo del buffet. -Herm vuoi calmarti?Va tutto alla perfezione
e poi gli ospiti,come li chiami tu,è la nostra famiglia;se dovesse mancare
qualcosa ce lo direbbero-le disse Ginny sorridendole benevola. -E se non
dicessero nulla per la troppa educazione?-le domandò ancora. Ginny
ridacchiò. -Stiamo parlando dei maschi Weasley...Quando manca il cibo non li
ferma neanche l'educazione-commentò ridacchiando. Hermione sospirò,cercando
di seguire il consiglio dell'amica e iniziare a rilassarsi. Dal canto suo
Ginny,era preoccupata:da un momento all'altro aspettava l'arrivo di Albus e non
sapeva davvero cosa aspettarsi. Scorpius era stato uno dei primi ad
arrivare,portando con sè un mazzo di gigli bianchi e una bottiglia del migliore
Whisky incendiario per i Potter,mescolandosi poi agli altri invitati. Era
certa che almeno Ronald,e quindi Rebecca, fosse a conoscenza della rottura fra
Scorpius e Albus,ma molti avevano avuto dei sospetti quando avevano visto il
biondo presentarsi da solo. Per quanto lo riguardava,Scorpius stava cercando
in tutti i modi di rendersi il più anonimo possibile,di non attirare troppo l'
attenzione degli altri evitando così domande indiscrete e inutili. Nello
stesso istante in cui Albus fosse apparso sulla porta tutti le illazioni e le
supposizioni si sarebbero scatenate,quindi per il momento Scorpius voleva
soltanto godersi la quiete prima della tempesta. -Ehi Scorpius!-si sentì
chiamare. Si voltò e vide James venire verso di lui,un bicchiere di vino
nella mano sinistra. -James!Anche tu qui?Che piacevole coincidenza!-disse
ironico il biondo,strappando un sorriso all'altro. -Che fai qui tutto
solo?Dov'è la tua dolce metà?Non l'ho ancora visto in giro-domandò prima di
portare il bicchiere alle labbra. -Ah ecco...Arriverà più tardi-disse
semplicemente. In fondo era vero,anche se non sapeva quando e con chi si
sarebbe presentato. Aveva un buon presentimento dopo il loro ultimo
incontro:gli aveva dichiarato i suoi sentimenti e gli aveva detto che era pronto
a lottare,ora poteva soltanto aspettare la reazione di Al. Toccava a lui fare
il primo passo questa volta. -Dov'è Rose?-domandò per sviare il discorso da
sè stesso. James voltò leggermente la testa alla sua sinistra e gli indicò un
puto lontano nella stanza dove,insieme ad Emy e Alice,Rose chiacchierava
allegramente. La gravidanza era soltanto all'inizio ma Rose non stava facendo
nulla per cercare di nasconderla,anzi la mostrava orgogliosa. -Sembra
felice-commnetò il biondo,cercando di nascondere il risentimento che
provava. Quella felicità gli era costata cara... -Lo è.Lo siamo. E
dobbiamo tutto a te e ad Albus-disse il moro poggiandogli la mano libera sulla
spalla destra,in un tentativo incerto di mostrargli la sua
gratitudine. Scorpius annuì senza parlare e bevve tutto d'un fiato il
contenuto del suo bicchiere. -Scusami,ma ho bisogno di fare
rifornimento...-gli disse poi alzando il bicchiere vuoto. Dopodichè si
diresse verso il bancone dove erano sistemati tutti gli alcolici e si versò
un'abbondante dose di brandy. -Ehi straniero,come va?-si sentì
apostrofare. Senza voltarsi,si portò di nuovo il bicchiere alle labbra e
bevve un sorso primadi decidersi a rispondere. -Andrebbe meglio se tutti
smettessero di chiedermi come sto-disse poi voltandosi verso Ronnie. Il rosso
annuì. -Ok,messaggio ricevuto.Eravamo solo preoccupati per te...-gli
disse. -Non c'è motivo...Nessuno ancora sa cosa è successo fra me e tuo
fratello e voglio godermi questa tranquillità finchè lui non si farà
vivo- Ancora una volta Ronald annuì,concorde con l'uomo. -Piuttosto,hai
avuto tempo di pensare alla mia proposta?-gli domandò. -Quella assurda
proposta di farti da testimone di nozze?-chiese il biondo di
rimando. -Precisamente- Scorpius accennò un ghigno. -Beh,per quanto
possa sembrare assurdo,visto tutto quello che sta succedendo,ho deciso che
accetterò la tua proposta...Qualcuno deve pur controllare che tu arrivi
all'altare sano e salvo-commentò ironico. Ronald sorrise e lo abbracciò
cercando allo stesso tempo di mostrargli il suo affetto e la sua gratitudine e
di non sembrare troppo smielato. Scorpius era ancora stretto nell'abbraccio
di Ronnie quando si accorse che qualcosa era cambiato;l'atmosfera era
diversa,leggermente tesa,e ancor prima di sciogliersi dall'abbraccio di Ronnie
seppe cosa stava per succedere. La tempesta era arrivata. Ma ciò che vide
non era paragonabile a quello che si era aspettato...
Albus era lì,intento a salutare i propri
genitori;alla sua destra c'era Lane quel piccolo stronzetto che aveva causato
loro non pochi problemi...e accanto a lui c'era lui. La mosca
fastidiosa. Al lo stava presentando proprio in quel momento ai
Potter,apparente senza curarsi degli sguardi attenti e curiosi che erano
concentrati su di lui. Come aveva potuto portarlo lì?Perchè aveva scelto
proprio quel giorno così importante per presentare quella mosca fastidiosa ai
suoi genitori? Voleva umiliarlo davanti a tutti,ecco perchè. Sentiva
accanto a sè la presenza di Ronald,ma il rosso capì che era meglio restare in
silenzio e,senza dire nulla,lo lasciò da solo. Dall'altra parte della
stanza,Albus cercava di controllare il battito impazzito del suo cuore e di non
curarsi minimamente degli sguardi di tutta la famiglia su di sè,su Brian e su
Hunter. Era qualcosa che aveva messo in preventivo quando aveva deciso di
portare i due uomini alla festa. -Piacere di conoscerti Brian-stava dicendo
sua madre,cercando di svolgere al meglio il suo ruolo di padrona di casa
nonostante l'evidente sorpresa. -Piacere mio,signora Potter...Suo figlio mi
ha parlato molto di lei-disse in tono cortese e quasi seducente Brian. Albus
accennò un lieve sorriso,ma lo bloccò prima che fosse visibile a tutti:non aveva
detto una sola parola a Brian sui suoi genitori,era quasi un miracolo se li
aveva nominati qualche volta di sfuggita. Superata la fase dei convenevoli
Albus guidò gli altri due verso il buffet,dove vennero intercettati da
Rose. -Al!Finalmente sei arrivato!-disse la donna sporgendosi verso di lui
per posargli un bacio su entrambe le guance. Era la prima volta che
incontrava Rose da quella famosa colazione di...quanto tempo era passato?Un
mese?Due? Non se ne ricordava neanche più. Vederla così felice,raggiante
per qualcosa che gli aveva rovinato la vita,gli fece assumere un'atteggiamento
distaccato,quasi si trovasse al cospetto di un estranea. -Ciao Rose-la
salutò. -Cielo!E' una vita che non ti vedo...Perchè tu e Scorpius non siete
venuti alla colazione del mese scorso?-gli domandò,continuando a tenere una mano
sulla sua spalla sinistra,ignorando bellamente Brian e Lane. -Non posso
parlare per Scorpius,ma io avevo altri impegni-rispose. Rose aggrottò le
sopracciglia e il moro vide chiaramente che stava per iniziare il tipico
interrogatorio Weasley,ma fortunatamente Brian arrivò a salvarlo. Incurante
di trovarsi in mezzo a molta gente,si avvicinò a Scorpius e gli passò un braccio
attorno alla vita,attirandolo contro di sè,quasi a volerne rivendicare il
possesso. -Non ci hanno ancora presentati,io sono Brian...Un amico di
Alby-disse senza il minimo imbarazzo. Le sopracciglia di Rose si inarcuarono
in un'espressione sorpresa a quelle parole,ma accennò lo stesso un
sorriso. -Salve... Io sono Rose,la cognata di Albus-disse calcando la voce
sull'ultima parola. -Tu sei quella che è rimasta fregata e ha dovuto sposarsi
a sedici anni?-le domandò Brian,con lo stesso sorriso sornione che aveva rivolto
a Ginny. Rose scosse la testa,chiaramente contraria al commento appena fatto
dall'uomo. -No,quella è Rebecca...Lei è sposata con l'altro gemello-rispose
brevemente. -Rose è mia cugina-spiegò Al guardando il moro. Bria la fissò
per qualche secondo prima di annuire. -Ah...Ho capito-disse-Ho bisogno di un
drink,ne vuoi uno anche tu?-domandò poi tornando a guardare Albus. Il moro
annuì. -Lane che accidenti ci fai ancora qui?Forza mescolati alla
folla,magari se sei fortunato trovi anche qualche ragazza da rimorchiare-disse
ancora Brian al ragazzo che fino a quel momento era rimasto in silenzio accanto
a loro. Albus sorrise divertito e tornò ad incontrare lo sguardo di
Rose. -E lui chi è?-gli domandò la donna. -E' Brian-rispose semplicemente
Al. -E' il nuovo giocattolo di Albus-disse una voce alle loro
spalle. Entrambi si voltarono e videro Lily a pochi passi di distanza da
loro,uno sguardo di rimprovero negli occhi che la faceva assomigliare
terribilmente alla madre. -Ciao Lily-la salutò l'uomo. -E' tutto quello
che hai da dire?-domandò la donna,chiaramente alla ricerca della lite. -C'è
un modo diverso per iniziare una conversazione?-le chiese lui di
rimando. Lily si avvicinò ai due e puntò lo sguardo sul fratello. -Non ti
vedo da due mesi e tutto quello che sai dire è "Ciao Lily"?-lo bacchettò la
rossa. Cosa si aspettava da lui?Cosa TUTTI si aspettavano da lui?Dovevano
essere grati del fatto che fosse lì! -Ti trovo bene-le disse evitando di
rispondere alla sua provocazione. -Che ci fa lui qui?-chiese ancora
Lily. -Tu lo conosci?-le domandò Rose. -L'ho visto solo una volta,ma non è
stato un incontro piacevole-commentò acida la donna. -Visto come ti sei
comportata mi sembra strano che sia tu a lamentarti-ribattè secco Albus. Lily
lo guardò scioccata. Albus sospirò e decise che era inutile rimandare ancora
a lungo:era ora di getare la bomba e osservare i danni che avrebbe
creato. -Comunque lui è qui perchè,come hai appena detto tu,è il mio nuovo
giocattolo-rispose. Entrambe le donne lo fissarono incredule. -Non dici
sul serio..-disse Rose. Al annuì. -E Scorpius?- -Fra noi è finita un
paio di mesi fa...Ora ognuno va per la sua strada-commentò ancora il
moro. -Ma che cazzo stai dicendo?-si lasciò scappare Lily chiaramente
confusa. Non riconosceva l'uomo che aveva davanti:non era suo fratello;quello
non era l'amico che le era stato accanto tutta la vita. Quello era
un'estraneo... -Devo farti i disegnini per farti capire?-domandò leggermente
seccato Albus. Si voltò alla ricerca di Brian e del drink che gli aveva
promesso,e si irrigidì quando lo vide parlare con Scorpius. Doveva andare a
controllare che tutto fosse a posto... Senza aggiungere altro lasciò le due
donne e si diresse verso l'angolo più lontano della stanza dove Scorpius e Brian
erano uno di fronte all'altro. -Che fine ha fatto il mio drink?-domandò
rivolto a Brian. L'uomo lo guardò e un lieve sorriso gli incurvò le labbra
sottili. -Ehi Alby!Ero diretto albancone degli alcolici quando ho intravisto
una figura che sembrava familiare,poi mi sono ricordato dove l'avevo visto:è su
tutti quei libri che Mike mi ha regalato nella speranza che li leggessi-disse
tornando a fissare il biondo. Albus restò in silenzio consapevole che la
risposta sbagliata avrebbe scatenato il putiferio. -Peccato non averli qui
con me...Avrei approfittato per farmi fare l'autografo-aggiunse ancora
l'altro. -Mi dispiace non faccio autografi alle puttane...E' una mia
politica-rispose Scorpius in tono gelido. Brian incassò la battuta con un
sorriso acido. -Nah in fondo non è che ci tenessi poi tanto...Non li ho
neanche letti:sai sono convinto che i libri scritti dai padri di famiglia sono
terribilmente noiosi- Scorpius lo fulminò con lo sguardo e Al lo vide
stringere la presa attorno al bicchiere. -Ho fame!-disse poi rivolto ad Albus
prima di allontanarsi. Al incontrò lo sguardo di Scorpius e ancora una volta
sentì mozzarglisi il fiato:gli occhi di ghiaccio lanciavano scintille di rabbia
eppure lui non riusciva a trovare niente di più eccitante di quel
volto. Perchè continuava a cadere vittima del fascino del biondo? Senza
dire niente,vigliaccamente,gli voltò le spalle e si allontanò dal salotto dove
gran parte della famiglia era concentrata. Si fermò in corridoio,la schiena
poggiata contro la parete e chiuse gli occhi,strofinandoli con due dita. Per
quale cazzo di motivo aveva accettato di andare a quella festa? In confronto
era piacevole anche l'idea di essere disconosciuto! Ripensò a Lily,al modo in
cui lo aveva attaccato senza neanche cercare di capire i motivi che si celavano
dietro quella scelta,al modo in cui aveva parlato di Brian neanche fosse il
diavolo in persona arrivato per corrompere la sua anima innocente. Perchè
tutti si sentivano in diritto di giudicare? Non avevano la minima idea di
cosa stava passando lui...Erano solo bravi ad accusarlo e a commiserare il
"povero" Scorpius! Pochi attimi dopo e seppe di non essere più solo. -Non
hai idea di quanto vorrei prenderti a pugni in questo momento- Al riaprì gli
occhi e lentamente portò lo sguardo su Scorpius. Fermo a pochi metri da
lui,le mani ancora strette a pugni,l'uomo lo fissava con lo stesso sguardo
rabbioso che pochi minuti prima aveva indirizzato a Brian. -Lo so-disse non
sapendo come altro rispondere. Prima di dire qualsiasi altra cosa,Scorpius
aprì la porta dello studio di suo padre e vi si infilò dentro,invitandolo
silenziosamente a seguirlo. Silenzioso quanto lui,Albus lo seguì. -Come
cazzo ti è venuto in mente di presentarti qui con quel coglione?Non hai pensato
alla figura che avremmo fatto entrambi?-gli domandò dopo aver richiuso la
porta. -E' questo che ti preoccupa?Il fatto di aver fatto una figura di merda
davanti agli altri?-gli domadò ben sapendo che lo avrebbe fatto
incazzare. -In parte sì!-ammise sincero-Ma come ragioni?Nessuno qui sa che ci
siamo lasciati e tu ti presenti con il tuo boy-toy?- -Avrei dovuto far finta
di niente come stavi facendo tu?-gli chiese di rimando. Scorpius lo fissò per
qualche istante. -Perchè lo hai portato qui?-gli domandò ancora. AL
sospirò. -E' il mio boy-toy...come hai detto tu-si limitò a
rispondere. -Un boy toy non te lo porti alle feste di famiglia!Te lo scopi e
basta!Quindi perchè è qui?-insistette l'altro. -NON LO SO,VA
BENE?- -Stronzate!-ribattè con la stessa veemenza Scorpius. I due si
fissarono per qualche istante nella stanza silenziosa,poi fu ancora una volta
Scorpius a parlare. -Ammettilo che lo hai fatto per sbattermi in faccia che
le cose sono cambiate-gli disse a mezza voce. -E ti serviva trovartelo qui
per capirlo?Credevo fosse ovvio fin da quando me ne ero andato di casa-commentò
l'altro acido. Improvvisamente si sentì afferrare per la camicia e sbattere
contro il muro;Scorpius era contro di lui,e lo bloccava con il proprio
corpo. -Brutto figlio di....Come ti permetti? Come puoi farmi questo dopo
quello che ti ho detto?-gli domandò rabbioso. Al lo spintonò lontano da sè
mentre la stessa rabbia iniziava ad animare anche lui. -Cosa avrei dovuto
fare?Tornare strisciando a te ed implorarmi di perdonarmi? Non sono io
quello in torto!- -Sbaglio o sei tu quello che si sta scopando un
altro?-rimarcò Scorpius. -Non faccio niente che tu non abbia già fatto!-gli
ricordò. -Io non ho mai scopato con lo stesso uomo,eccetto
te-precisò. -Che onore!-disse sarcastico il moro. Ancora una volta scese
il silenzio,mentre i due uomini cercavano di raffreddare gli animi. -Lo
ami?-gli chiese Scorpius,dopo un lungo momento. Non era veramente interessato
alla risposta,sapeva che quella era una domanda davvero pericolosa,ma non aveva
potuto frenarsi. Albus lo guardò di sfuggita prima di lasciarsi andare ad un
sospiro...Dopo tutti gli anni di via in comune,la sincerità gliela
doveva. -No- Senza accorgersene,Scorpius chiuse gli occhi,sollevato da
quella sola parola. -Io ci ho provato,credimi ce la sto mettendo tutta per
innamorarmi di lui,ma non ci riesco-gli disse ancora. -Perchè?-chiese
Scorpius,il fiato bloccato nel petto. Al fece un sorriso amaro. -Perchè
nonostante tutto quello che è successo,sono ancora innamorato di
te-ammise. Scorpius fece un passo verso di lui,ma Albus scosse la
testa. -E in questo momento è l'ultima cosa che vorrei,perchè sono talmente
arrabbiato con te che preferirei passare il resto della mia vita fingendo di
amare lui piuttosto che stare con te-gli disse con voce improvvisamente
triste-Come cazzo hai potuto avere un figlio con Rose?Eh? Sono talmente
incazzato con te che vorrei picchiarti ogni volta che ci vediamo,cercando di
combattere la parte di me che vorrebbe saltarti addosso-gli confessò. Non era
la prima volta che affrontavano quell'argomento,ma mai come quella volta Albus
si era mostrato così vulnerabile. Così sperduto... -Al...- -Mi hai
detto che mi ami. E io non ho sentito niente...Ho sempre immaginato che
sentirtelo dire sarebbe stato il giorno più bello della mia vita,ma non ho
provato niente. Del resto non cambia niente...Tu mi ami,io ti amo ma non
possiamo stare insieme lo stesso-concluse. Scorpius lo fissò incapace di
ribattere...Ma del resto cosa avrebbe potuto dirgli? Ormai le parole non
servivano più a nulla. Se veramente teneva ad Albus ed era intenzionato a
riprenderselo, avrebbe dovuto dimostrarglielo.
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