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Autore: crazy640    10/03/2011    9 recensioni
Terzo capitolo della saga inziata con "Io e te...per sempre?", seguita da "Forbidden Passions". Incentrata principalmente sui juniors! "Erano felici insieme? Lui era felice? Tutte quelle domande avevano fine,la notizia del matrimonio era lì davanti ai suoi occhi,la prova concreta che lui era andato avanti con la sua vita,che l'aveva dimenticata da tanto tempo e che le sue non erano state paranoie" PERSONAGGI PRINCIPALI:ROSE WEASLEY,JAMES SIRIUS POTTER,RONALD POTTER,REBECCA PACIOCK,LILY POTTER,DANIEL THOMAS,ALBUS SEVERUS POTTER,SCORPIUS MALFOY.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Io e te per sempre'
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love don't live here anymore

 

"But it's too late to say you're sorry

How should I know why should I care"

Harry e Ginevra Potter non erano mai stati persone che amavano la mondanità e gli eventi pubblici.
Questo lo sapevano tutti,amici parenti e semplici conoscenti.
Ma tutti,sapevano anche che c'era una cosa che i due non mancavano mai di celebrare:il loro
anniversario di matrimonio.
E quell'anno sarebbe caduto il trentesimo anniversario;come al solito marito e moglie avevano
pensato di celebrarlo da soli,magari concedendosi una vacanza in un paese straniero.
Sfortunatamente qualcuno non era dello stesso parere:per l'occasione speciale,Hermione era
convinta che dovessero fare le cose in grande almeno per una volta.
-Trent'anni di matrimonio non si festeggiano tanto spesso,specialmente di questi tempi-aveva
detto loro per convincerli.
-Soprattutto se la sposa è mia sorella-aveva commentato Ron ironico come al suo solito.
Ginny aveva guardato il fratello con uno sguardo di rimprovero,pronta a dirgliene quattro
come quando erano ragazzi,ma Hermione si era prontamente intromessa per evitare che la situazione degenerasse:era assurdo come certe cose restassero sempre le stesse;nonostante Ginny e Ronald avessero rispettivamente quarantacinque e quarantasei anni il loro battibeccare era lo stesso di quando erano ragazzi.
E,come al solito,toccava ad Hermione e ad Harry il compito di sedare gli animi prima che fosse
troppo tardi.
Alla fine,anche per allontanare da loro la pressante insistenza di Hermione,Harry e Ginny
avevano accettato:avrebbero dato un grande party per il loro anniversario,ma erano riusciti a strappare alla donna la promessa che gli unici invitati sarebbero stati i membri della famiglia.
Naturalmente al momento di spedire gli inviti si era presentato il "problema" Scorpius.
-Credi che dovremmo invitarlo?-aveva chiesto Harry perplesso.
-Non essere sciocco!Certo che lo inviteremo!-aveva ribattuto la moglie senza la minima
esitazione.
-Non credi che dovremmo almeno discuterne prima?-
-Che c'è da discutere?Quel ragazzo ha vissuto con noi negli ultimi dieci anni,siamo la cosa più
vicina ad una famiglia che ha...E' quasi un altro figlio per noi-aveva risposto la donna.
-Ma Albus E' nostro figlio,e loro non sono più una coppia.
Non pensi che possa infastidirsi nel trovarlo alla festa per il nostro anniversario?-le fece notare
lui.
Ginny lo aveva guardato per qualche istante,un espressione chiaramente sorpresa sul volto.
-Fammi capire:adesso non siamo più padroni di invitare chi vogliamo alle nostre feste?E' la
nostra festa Harry!-gli aveva ricordato.
Harry aveva annuito.
-Non fraintendermi,anche io vorrei che Scorpius fosse presente,gli voglio bene quanto gliene
vuoi tu,e spero sinceramente che i ragazzi ritornino insieme.
Però non credi che la presenza di Scorpius alla festa potrebbe essere interpretata come un
tradimento da nostro figlio?Come se stessimo prendendo le parti di Scorpius invece che le sue?-
Ginny scosse la testa.
-So che nostro figlio è abbastanza intelligente da capire...Sarebbe strano il contrario.
Anzi peggio sarebbe meschino:abbandonare Scorpius soltanto perchè lui e Albus si sono
lasciati-
Per l'ennesima volta,Harry annuì.
-Sei consapevole vero che c'è la possibilità che Al si presenti alla festa con qualcun'altro?-le
domandò poi dopo un lungo momento di silenzio.
Ginny,immersa nei propri pensieri,si morse il labbro inferiore,per poi annuire a sua volta.
-In quel caso Scorpius avrà bisogno di tutto il nostro appoggio...-si limitò a dire.

 

Al contrario dei suoi genitori,Albus non ebbe il minimo dubbio sulla presenza di Scorpius alla festa.
Conosceva i suoi genitori,sapeva quanto volevano bene a Scorpius e non aveva dubitato
neanche per un'istante che potessero escluderlo da un' "evento" così importante.
Ormai faceva parte della famiglia,avrebbe potuto vederla in quell'ottica,ma sapeva benissimo
che i suoi genitori non si erano ancora arresi alla fine della loro relazione:erano ancora convinti che una maggiore vicinanza avrebbe riportato il sereno fra i due ragazzi.
Albus imputava quella visione così romantica dell'amore al rapporto che c'era sempre stato fra
i suoi genitori;nonostante avessero dovuto superare molti ostacoli prima del matrimonio,una volta sposati,la loro vita di coppia era stata serena,senza il minimo problema.
Quindi erano mentalmente limitati,almeno da quel punto di vista...
Beh,ora avrebbero dovuto scontrarsi con la realtà:quando aveva ricevuto l' invito alla festa
speditogli dalla zia Hermione,aveva subito chiamato i suoi genitori per infomarli che sarebbe stato presente,ma che non si sarebbe presentato da solo.
-Vuoi portare con te Lane?-gli aveva chiesto sua madre cercando di non mostrare troppa
curiosità.
-Sì,ma non soltanto lui-si era limitato a rispondere l'uomo.
-Ah...-
Quello era stato l'unico commento di sua madre;Albus era certo che avrebbe avuto molto da
dire al riguardo,ma lui era stato abbastanza veloce da concludere la telefonata prima che la donna potesse riprendersi dallo stupore.
Ironicamente,lo stesso stupore si era dipinto sul volto di Brian quando lo aveva informato della
festa.
-Che vuol dire siamo invitati ad una festa dei tuoi genitori?-gli aveva chiesto,guardandolo
perplesso.
Albus aveva sorriso ironico.
-Non mi sembra un concetto tanto difficile da capire...I miei genitori danno una festa per il
loro anniversario di matrimonio e,dato che sono il loro terzogenito,sono costretto ad andare e tu con me-
-Vuoi portarmi a conoscere la tua famiglia?-gli aveva chiesto l'altro mentre un ghigno
sarcastico si disegnava sulle sue labbra sottili.
-Credimi ne farei a meno volentieri anch'io,ma corro il rischio di essere disconosciuto.
Non credevo fosse un gran problema per te...-aveva poi aggiunto fermandosi a riflettere sulla
reticenza dell'altro.
Magari l'uomo aveva già altri progetti per quel giorno,o più semplicemente non voleva trovarsi
bloccato in qualcosa che ai suoi occhi aveva l'aspetto di una presentazione ufficiale.
-Non sei obbligato a venire se non vuoi...-si era ritrovato a dire subito dopo,quasi volesse
rimangiarsi le parole appena dette-Ho solo dato per scontato che volessi esserci anche tu-aveva concluso dandogli le spalle.
Brian si era alzato in piedi e,con quel passo felino che era una sua caratteristica,gli si era
avvicinato in modo da poter stringere il braccio destro attorno ai fianchi di Al,attirandolo poi contro di sè.
-Mi presenterai come il tuo ragazzo?-gli aveva chiesto con un filo di ironia nella voce.
Al aveva mosso la testa sulla sua spalla quel tanto che bastava per incontrare il suo sguardo.
-No pensavo di dire a tutti che sei il ragazzo che mi scopo al momento...Che te ne pare come
presentazione?-gli aveva chiesto con la stessa ironia.
Brian gli aveva rivolto uno dei suoi sorrisi a metà,prima di premere le labbra una contro l'altra.
-Decisamente meglio...Del resto è la verità,no?-
Albus era rimasto a fissarlo in silenzio per qualche istante,prima di avvicinare il viso al suo in
modo da sfiorare le labbra di Brian.
Già,era la verità...


Era stato lui a fare la prima mossa.
A cena conclusa,quando il resto del gruppo se ne era andato,Albus si era avvicinato a Brian ed era rimasto a fissarlo per qualche istante,senza dire o fare nulla.
-Cosa?-gli aveva chiesto alla fine Brian,esasperato dal suo sguardo.
Sempre in silenzio,Albus si era fatto i pochi passi che ancora lo separavano dall'uomo e lo aveva baciato,una mano ferma sul petto del moro all'altezza del cuore,quasi volesse controllargli le pulsazioni.
Per un pò Brian lo aveva lasciato fare,non era la prima volta che si baciavano o che Albus prendeva l'iniziativa;soltanto quando aveva sentito la mano destra di Al scendere verso il cavallo dei pantaloni e fermarsi sulla fibia della cinta,Brian si era allontanato dalle labbra dell'altro e lo aveva fissato.
Albus era rimasto immobile,silenzioso,perfettamente a suo agio sotto quello sguardo indagatore per alcuni istanti prima di tornare a posare le labbra su quelle di Brian.
L'avevano fatto in sala da pranzo,contro il tavolo ancora occupato dai piatti usati durante la cena.
Albus si era lasciato andare completamente,svuotando la mente da ogni pensiero e concentrandosi soltanto su di sè,su Brian e sul momento che stavano vivendo.
Non poteva concedersi l'errore di pensare...Altrimenti le parole che stava cercando di sbattere fuori dalla sua testa sarebbero tornare prepotentemente a farsi sentire.
Quella sera erano stati a letto insieme altre due volte,ed era stato soltanto quando si erano ritrovati completamente nudi,uno accanto all'altro nel letto,che Brian gli aveva fatto la domanda che gli aveva visto chiaramente negli occhi nel momento in cui aveva iniziato a baciarlo.
-Perchè?-gli aveva chiesto.
Fingendo una non-curanza che non provava affatto,Al si era preso il tempo per accendersi una sigaretta ed aspirare la prima boccata di fumo prima di rispondere.
Perchè?
-Non sembrava darti tanto fastidio fino a cinque minuti fa-gli aveva risposto.
-Non sia mai detto che Brian Kinney si tiri indietro quando c'è l'opportunità di scopare-aveva commentato l'altro rubandogli la sigaretta dalle dita.
Al si era lasciato scappare un sorriso e si era voltato su un fianco,osservandolo mentre tirava alcune boccate dalla sigaretta che gli aveva appena rubato.
-Proprio non vuoi dirmelo?-gli aveva chiesto ancora.
Albus aveva sospirato.
-Cosa c'è da dire?Mi andava di scoparti e l'ho fatto.
Tutto qui-aveva risposto cercando di non usare il tono sbagliato.
Stranamente Brian si era accontentato di quella risposta:aveva finito la sigaretta e poi si era voltato dall'altra parte addormentandosi nel giro di pochi minuti.
Era stato allora,quando si era ritrovato da solo con i suoi pensieri,che Albus aveva dovuto fare i conti con sè stesso.
Perchè?
Perchè era andato a letto con Brian?
Era quasi inevitabile che succedesse prima o poi ma perchè proprio quella sera?
Perchè scopare con un altro la sera in cui riusciva ad ottenere quello che aveva sempre desiderato.
Rigirandosi nel letto si era ritrovato a sospirare.
Gli aveva detto che lo amava...Si era presentato lì per dirgli che senza di lui non riusciva a dare un senso alla sua vita e che lo amava.
Aveva aspettato dieci anni per sentirgli dire quelle parole...Dieci anni.
Durante tutti gli anni passati insieme,aveva sempre immaginato l'effetto che avrebbe avuto su di lui sentire quelle parole:la sensazione di sentirsi completo,di aver trovato il proprio posto nel mondo semplicemente grazie ad una persona.
Invece,quando finalmente gliele aveva sentite pronunciare,non aveva provato altro che rabbia.
Lo amava ma questo non gli aveva impedito di fare un figlio con Rose.
Lo amava ma nonostante dieci anni di vita insieme sentiva ancora il bisogno di sbandierare la loro storia davanti ai Malfoy soltanto per farli incazzare.
Lo amava ma non riusciva a capire i suoi bisogni,le sue necessità.
Lo amava ma non appena era stato libero era andato in giro per locali pronto a scoparsi il primo culo che gli passava davanti,senza neanche provare a combattere,senza cercare di rimediare a quello che era successo...Si era arreso.
Lo amava...ma questo non gli aveva impedito di fare sesso con lui in quel modo,quasi fosse una violenza,per dimostrargli la sua supremazia.
Dov'era tutto quest'amore?
Era per questo che era andato a letto con Brian?
Per via del suo orgoglio ferito?In parte.
Una parte di sè voleva dimostare all'ex che anche lui era capace di scopare in giro senza farsi tanti problemi,senza farsi troppe domande.
Ed una piccola,minuscola parte di sè voleva convincersi che quello era un nuovo inizio:il vero inizio della sua vita senza Scorpius.
Aveva chiuso gli occhi e nella mente erano risuonate le parole che Scorpius gli aveva detto la sera in cui se ne era andato di casa.
"Se ora ti dicessi che ti amo cambierebbe qualcosa?"
E per la prima volta,anche se non aveva mai pensato fosse possibile,si ritrovò a dover dar ragione a Scorpius.
No,non cambiava proprio niente...

 

-Lily sei pronta?-
La rossa arrivò in salotto con due scarpe distinte nelle mani;le gemelle erano già ai piedi.
-Quale è meglio?-gli aveva chiesto restando a distanza in modo che lui potesse vedere bene le scarpe.
Daniel restò in osservazione per alcuni istanti:una scarpa era nera,con dei piccoli strass lucenti sulla punta e con il tacco a spillo;l'altra era rosa,con un tacco decisamente inferiore ed un fiocco sulla punta.
-Sei davvero sicura di voler indossare i tacchi?Ultimamente ti lamenti anche delle ballerine-le disse pratico come al solito.
Da sempre abituata ad indossare scarpe con tacchi quasi vertiginosi,a causa della gravidanza Lily aveva dovuto rinunciare a questo "piacere" visto che si sentiva goffa e con la costante paura di inciampare e cadere.
Sbuffando sonoramente,Lily si lasciò cadere su una poltrona poco distante e si tolse la scarpa nera dal piede destro.
-Senza tacchi mi sento una nana!Il giorno che potrò indossare di nuovo scarpe con il tacco sarà un giorno felice-commentò.
Daniel accennò un sorriso e scosse la testa,chiaramente divertito.

-Potresti allacciarmi gli ultimi bottoni?-gli chiese ancora Lily rivolgendogli la schiena e scostando i capelli per facilitargli il compito.
Man mano che chiudeva i bottoni,Daniel osservò come il vestito rosso si adattava alle curve formose della moglie;aveva sempre amato il corpo piccolo e minuto di Lily,ma non si vergognava ad ammettere che apprezzava i cambiamenti che erano avvenuti grazie alla gravidanza:fin da subito il seno era diventato più florido,i fianchi più rotondi,e la pancia era stata ben visibile fin dal terzo mese di gravidanza.
Dopo aver chiuso l'ultimo bottone,Daniel lasciò scorrere le braccia attorno ai fianchi di Lily,attirandola contro di sè,posando una mano sul pancione.
-Come sta il mio ometto?E' pronto per la grande festa?-chiese poggiando il mento sulla spalla sinistra.
Non sapevano ancora il sesso del bambino,ma Daniel era convinto che sarebbe stato un maschio.
Il sorriso soffiato di Lily arrivò alle sue orecchie,ma gli bastò sentire la tensione che attraversava i muscoli della schiena per capire che cosa preoccupava sua moglie.
-Vedrai andrà tutto bene..Sono sicuro che non appena ti vedrà Al ti chiederà scusa per quello che è successo l'ultima volta che vi siete visti.
E poi ovviamente passerete tutto il resto della festa a recuperare il tempo perso dimenticandovi completamente di tutti noi e del motivo per cui siete lì-
Ancora una volta Lily sorrise leggermente.
-Lo credi davvero?-gli domandò timorosa.
Era evidente che non volesse riporre troppe speranze in quelle parole.
Quella lontananza prolungata da Albus era qualcosa di innaturale per lei:sentiva la mancanza del fratello in modo quasi fisico,ma per colpa dell'orgoglio tipicamente Weasley non avrebbe mai fatto il primo passo,specialmente visto come era andata l'ultima volta che era andata da lui.
Quando aveva saputo del diverbio fra i due fratelli,il primo pensiero di Daniel era stato trovare un modo per riportare la pace,ma la moglie gli aveva proibito categoricamente di intromettersi:era troppo arrabbiata per il comportamento e gli atteggiamenti sbagliati di Al per pensare di fare pace ed era profondamente convinta che dovesse essere Albus a scusarsi.
Però con il passare delle settimane era diventato evidente che l'uomo non avrebbe chiamato e forse proprio questa mancanza di sollecitazione,questo disinteresse verso quella che era la sua migliore amica,la sua confidente più intima,aveva portato Daniel a provare un pò di rancore verso il cognato.
Rancore che provava ogni volta che affrontavano quell'argomento,anche di sfuggita,ogni volta che gli occhi di Lily si adombravano di tristezza per quel fratello che sembrava averla messa da parte.
-Ne sono sicuro-le disse cercando di infondere nella propria voce più sicurezza di quanto non ne provasse in realtà.
Ma in fondo avrebbe fatto qualsiasi cosa per veder sorridere sua moglie,per ripagarla in qualche modo di tutto l'appoggio che gli aveva dato in quelle ultime settimane.


Daniel osservò il palazzo grigio di fronte a sè.
Non era la prima volta che passeggiava per la King's Road,e aveva visto più volte quel palazzo,ma non aveva mai pensato che all'interno ci fosse un centro di recupero per alcolisti.
Proprio lì!In quel quartiere così elegante!
Era rimasto davvero sorpreso quando quella donna,quella Nigella,gli aveva dato quell'indirizzo:era a pochi passi dal "Now & Forever".
La donna,oltre l'indirizzo,gli aveva fissato una data,un giorno in cui Judith avrebbe fatto il suo grande discorso davanti ai suoi amici alcolisti.
Judith...
Non riusciva a chiamarla in nessun'altro modo.
Quella donna non rappresentava nulla per lui,era un'estranea,per quale accidenti di ragione era lì?
Perchè aveva bisogno di risposte.
Quando aveva parlato con suo padre della sua decisione di partecipare all'incontro,l'uomo lo aveva fissato per un lungo istante,prima di cacciare un lungo respiro.
-Non condivido la tua scelta,ma posso capire i motivi che ti spingono ad incontrarla-gli aveva detto poi.
Era stato tutto quello che aveva detto sull'argomento.
Del resto non c'era molto da dire:suo padre sapeva che per anni si era posto delle domande,aveva fatto supposizioni,e non si sarebbe fatto scappare la possibilità di avere delle vere risposte.
-Sei pronto?-gli domandò Lily alla sua sinistra.
Doveva riconoscerlo:sua moglie era eccezionale.
Era consapevole che si sentisse fuori luogo,a disagio in quella situazione così diversa dalla vita familiare che aveva vissuto,ma era lì,accanto a lui.
Gli era rimasta sempre accanto pronta a confortarlo,ad aiutarlo a dissipare i suoi dubbi, riuscendo a mettere da parte i propri.
Voltò la testa verso di lei e annuì.
Uno di fianco all'altra salirono i pochi gradini che li separavano dall'entrata e,con un gesto cavalleresco,Daniel aprì la porta a Lily facendosi poi da parte per farla entrare.
Per un attimo Daniel pensò di essere stato trasportato in uno studio dentistico,tanta era la professionalità ed austerità che traspariva anche solo dalla reception.
Le pareti erano bianco guscio d'uovo,senza quadri o cartelloni pubblicitari che mostrassero il lavoro che veniva svolto nella struttura.
Tre divani neri senza schienale erano addossati ad una delle quattro pareti e davano l'impressione di essere molto scomodi.
Piazzata nel centro,proprio di fronte alla porta,c'era una piccola postazione con computer,telefono e tutto ciò che sarebbe risultato utile alla donna seduta dietro la scrivania che in quel momento era impegnata a digitare qualcosa sui tasti del computer.
Al suono dei passi alzò lo sguardo,producendosi subito in un sorriso quando li vide a pochi metri da sè.
-Salve benvenuti alla clinica Margaret Thatcher.Come posso aiutarvi?-domandò loro,guardando ora l'uno ora l'altra.
Margaret Thatcher?Cos'era la versione britannica della clinica Betty Ford?
Lily guardò la donna incredula,cercando di non far trasparire lo stupore che le sue parole le provocavano dal suo sguardo.
-Siamo qui per prendere parte ad un meeting.
Siamo stati contattati da Nigella Folks-le spiegò Daniel.
Era evidente che volesse mettere in chiaro il prima possibile che non erano lì per problemi legati all'alcool o ad un altro tipo di dipendenza.
La donna sorrise nuovamente e Lily si chiese come facesse a sorridere in quel modo,senza muovere realmente nessun muscolo facciale.
Dopo un piccolo cenno di assenso,la videro alzare la cornetta del telefono,che a quanto sembrava era anche interfono,e restare in silenzio.
-Nigella c'è Mr...-
-Thomas-si affrettò a sussurrare Dan.
-Thomas per te-ripetè la donna-
Dopo qualche secondo di silenzio,la videro annuire nuovamente,prima di riagganciare la cornetta.
-Vi sta aspettando.
Proseguite per il corridoio sulla destra fino alla stanza numero 316-spiegò loro continuando a sorridere in quel modo tutto particolare.
Daniel annuì,neanche fosse tornato un bambino di cinque anni,e dopo averla ringraziata si mossero verso il corridoio che era stato indicato loro.

-Questo posto mi mette i brividi-commentò a mezza bocca Lily.
Dan annuì,senza aggiungere altro.
Era la stessa sensazione che provava anche lui,e avrebbe volentieri voltato le spalle a tutto tornandosene a casa,ma sapeva che sarebbero tornati a cercarlo.
Scappare non aveva senso...
Di fronte alla stanza 316 si fermarono e,dopo essersi lanciati uno sguardo,Daniel bussò alla porta,aprendola l'attimo dopo.
L'attenzione di una decina di persone,riunite in gruppo a poca distanza da una grande finestra, si concentrò su di loro nello stesso istante.
Leggermente imbarazzati,Daniel e Lily entrarono in quella stanza,cercando di non dare peso all'attenzione di quegli estranei,la mano di Daniel stretta saldamente in quella della moglie.
Dan si guardò attorno,cercando l'unico volto conosciuto,quello che li aveva "trascinati" qui quel giorno e finalmente,la vide avanzare verso di loro,distaccandosi dal resto del gruppo.
-Benvenuti-disse loro,fermandosi a qualche passo di distanza-Grazie per aver accettato l'invito.
La riunione comincerà fra pochi minuti,nel frattempo posso offrirvi un caffè?-chiese in tono affabile.
Lily scosse la testa,seguita pochi secondi dopo dal marito.
Sentiva su di sè lo sguardo curioso di quegli estranei e la cosa la infastidiva:era certa che sapessero chi fosse,che sapessero del passato di Daniel e questo la irritava ancora di più.
Chi erano quelle persone per giudicare?Se fossero stati perfetti,a loro volta non si sarebbero trovati lì,in un centro di recupero per alcolisti!
Daniel la guidò verso una delle tante sedie vuote e,quasi seguendo il suo esempio,tutti gli altri presenti nella stanza inziarono a muoversi verso le sedie.
Era ora di dare inizio alla seduta...
Fu allora che Daniel vide sua madre.
Era stata tutto il tempo insieme agli altri,nel piccolo gruppetto che li aveva scrutati fin dal loro arrivo,ma soltanto ora aveva la piena consapevolezza che quell' "estranea" era sua madre.
Solo quando l'aveva vista distaccarsi dal gruppo e restare in piedi.
Incontrando il suo sguardo,Daniel si affrettò ad allontanare il proprio,neanche fosse un bambino colto a fare qualcosa di sbagliato.
Nigella si alzò in piedi,portandosi dietro un piccolo leggio sistemato nel centro,in modo da essere visibile da tutte le sedie,e sorrise.
-Bentrovati.
Come sapete oggi è un giorno speciale.
Oggi festeggiamo i successi dei nostri compagni.
Conosciamo la storia di ognuno di loro,il percorso fatto per arrivare qui e le difficoltà che hanno dovuto affrontare.
Siamo una famiglia-disse regalando al gruppo un sorriso,mentre le sue parole venivano accolte da mugolii d'apprezzamento e uno sporadico applauso.
Daniel sospirò,già sinceramente pentito di trovarsi lì,e si chiese quanto tempo ancora sarebbe dovuta durare quella sceneggiata.
-Senza ulteriori attese lascio la parola al primo dei vostri compagni-disse facendo un cenno ad un nuovo calvo e muscoloso.
Questi si alzò e si portò dietro il leggio e,dopo aver preso un respiro profondo,informò il gruppo di chiamarsi Ryan,di essere sobrio da quasi quattro mesi e soprattutto di essere molto grato per aver avuto una seconda opportunità.
A causa dell'alcolismo l'uomo aveva perso la fidanzata,il lavoro e per un lungo periodo si era ritrovato a vivere per la strada visto che tutti i suoi amici lo avevano abbandonato;ma ora fortunatamente tutto stava tornando alla normalità.
-Certo,che importa se ha perso tutto ciò che aveva di importante nella vita?-mormorò Daniel,incurante della possibilità che altre persone potessero sentirlo.
Lily lo zittì e posò una mano sulle sue,proprio nel momento in cui Ryan si congedava dagli altri e lasciava il suo posto ad una donna dai corti capelli biondi.
-Ciao a tutti sono Judith e sono un alcolista-disse questa con voce moderata.
Daniel prese un respiro profondo,sinceramente sollevato della presenza di Lily al suo fianco che gli impediva di compiere gesti azzardati.
Dal canto suo,Lily stava osservando attentamente la donna di fronte a loro:sua madre le aveva detto che un tempo quella era un'attrice famosa e molto bella...Eppure a guardarla adesso Lily non l'avrebbe mai immaginato.
La donna di fronte a loro era in sovrappeso,aveva il viso leggermente gonfio per via dell'alcool e alcune rughe si erano formate agli angoli della bocca e degli occhi.
Osservò attentamente quel volto alla ricerca di possibili somiglianze con Daniel e si sorprese quando si accorse che avevano lo stesso naso e lo stesso taglio degli occhi;per qualche assurda ragione era rimasta scettica fino a quel momento,quasi si trovassero davvero di fronte un'estranea.
-Sono sobria da sei mesi-stava intanto dicendo la donna-Sono stata un'alcolista per più di vent'anni.
Ho cominciato a bere a causa della fine del mio matrimonio...dicevo a me stessa che un bicchiere dopo cena non mi avrebbe fatto male.
Poi però i bicchieri sono aumentati,avevo iniziato a mischiare la vodka con il succo d'arancia per la colazione e il rum nella Cola che bevevo a pranzo.
Alla fine la mia giornata era un susseguirsi di drink-commentò.
Daniel la vide sospirare e si chiese per l'ennesima volta per quale motivo dovesse essere lì,in mezzo a quegli estranei ad ascoltare tutta quella storia:quella donna aveva forse dimenticato nel suo delirio alcolico che anche lui era presente?Che l'aveva vissuta sulla sua pelle?
-Ho figlio,sapete?-disse rivolta al gruppo di persone davanti a sè-Quando ho iniziato a bere lui non aveva neanche due anni.
Anche se mi vergogno ad ammetterlo è stato anche a causa sua se ho iniziato a bere...Era stato per lui se io e suo padre ci eravamo sposati e quindi nella mia infelicità lo incolpavo di quello che stava succedendo...Sono anche arrivata a pensare che la mia vita sarebbe stata migliore se lui non fosse mai nato-
Quelle parole lo ferirono come una coltellata in pieno petto.
Aveva rinunciato da anni alla presenza di una figura materna nella sua via,ma sentirsi incolpare per i fallimenti di quella donna era troppo:ma per quale cazzo di motivo era lì?
-Ho sentito abbastanza!-disse inaspettatamente Lily alzandosi in piedi.
Daniel si riscosse dai suoi pensieri e alzò lo sguardo sulla moglie che ricambiò velocemente lo sguardo prima di voltarsi per prendere il cappotto sulla sedia accanto alla sua.
Nel subbuglio di emozioni che stava provando,Daniel ne sentì distintamente una predominare sulle altre:gratitudine.
Sua moglie aveva compreso senza bisogno di parole quello che stava provando e aveva preso in mano le redini della situazione.
-C'è qualche problema?-domandò la voce pacata di Nigella,attrirando l'attenzione di tutto il gruppo su di loro.
-Oh nessun problema,ce ne stiamo andando-rispose Lily alla donna,mentre Daniel si alzava in piedi.
-Posso chiedervi perchè?-
Era decisamente la domanda sbagliata,visto che fece esplodere la rabbia che covava in Lily.
-Crede che resterei un minuto di più a sentire quella donna mentre incolpa mio marito per i suoi problemi?-gli domandò con voce affilata.
-Non è questo che ho detto...-s'intromise Judith.
-Ah no?Ha appena ammesso di aver desiderato che lui non fosse mai nato!
Come si permette?-
-Lily-disse Dan cercando di calmarla.
-Ha la minima idea di quello che lui ha passato per colpa sua?Dell'impatto che la sua assenza ha avuto su di lui?-chiese rivolta alla donna dietro il leggio.
Poi portò il suo sguardo su Nigella.
-La prima cosa che avrebbe dovuto dirgli sarebbero dovute essere parole di scuse per tutti gli anni di abbandono,per il mefreghismo che ha dimostrato verso di lui,invece è stata capace di peggiorare le cose.
E' per questo che ci ha fatto venire qui oggi?-domandò allo sponsor.
-Oguno affronta la riabilitazione in modo diverso...-
-Lei mi ha promesso che me ne sarei potuto andare in qualsiasi momento-disse Daniel,parlando per la prima volta,ricordando alla donna la sua promessa-Non c'è niente che mi trattenga qui-aggiunse.
Era evidente che Nigella volesse dire qualcos'altro per convincere i due a restare,ma era vincolata dalla sua stessa promessa,quindi fu costretta ad annuire.
Daniel annuì a sua volta e,preceduto da Lily,uscì dalla propria fila dirigendosi verso l'uscita della sala.
Sentiva su di sè lo sguardo di tutti i presenti,compreso quello più pressante di Judith,ma non aveva nessun'intenzione di voltarsi o di aggiungere un'altra parola sull'argomento.
Quel capitolo della sua vita era definitivamente finito.
Per sempre.


Tutti i membri della famiglia Weasley-Potter si erano riversati a Privet Drive.
Unici assenti,Percy e la sua famiglia.
I primi ad arrivare erano stati,ovviamente,Ron ed Hermione con la piccola Eliza per poter dare una mano ai due "festeggiati" con gli ultimi preparativi;poi in rapida successione erano arrivati George e Luna,Ronald e Rebecca con i bambini ed il resto della famiglia.
Con non poche difficoltà i due erano riuscit a controllare le manie di grandezza di Hermione che,altrimenti avrebbe trasformato una festa di famiglia in un party hollywoodiano.
-Credi che gli ospiti hanno abbastanza cibo?-chiese Hermione guardando con sguardo apprensivo il tavolo del buffet.
-Herm vuoi calmarti?Va tutto alla perfezione e poi gli ospiti,come li chiami tu,è la nostra famiglia;se dovesse mancare qualcosa ce lo direbbero-le disse Ginny sorridendole benevola.
-E se non dicessero nulla per la troppa educazione?-le domandò ancora.
Ginny ridacchiò.
-Stiamo parlando dei maschi Weasley...Quando manca il cibo non li ferma neanche l'educazione-commentò ridacchiando.
Hermione sospirò,cercando di seguire il consiglio dell'amica e iniziare a rilassarsi.
Dal canto suo Ginny,era preoccupata:da un momento all'altro aspettava l'arrivo di Albus e non sapeva davvero cosa aspettarsi.
Scorpius era stato uno dei primi ad arrivare,portando con sè un mazzo di gigli bianchi e una bottiglia del migliore Whisky incendiario per i Potter,mescolandosi poi agli altri invitati.
Era certa che almeno Ronald,e quindi Rebecca, fosse a conoscenza della rottura fra Scorpius e Albus,ma molti avevano avuto dei sospetti quando avevano visto il biondo presentarsi da solo.
Per quanto lo riguardava,Scorpius stava cercando in tutti i modi di rendersi il più anonimo possibile,di non attirare troppo l' attenzione degli altri evitando così domande indiscrete e inutili.
Nello stesso istante in cui Albus fosse apparso sulla porta tutti le illazioni e le supposizioni si sarebbero scatenate,quindi per il momento Scorpius voleva soltanto godersi la quiete prima della tempesta.
-Ehi Scorpius!-si sentì chiamare.
Si voltò e vide James venire verso di lui,un bicchiere di vino nella mano sinistra.
-James!Anche tu qui?Che piacevole coincidenza!-disse ironico il biondo,strappando un sorriso all'altro.
-Che fai qui tutto solo?Dov'è la tua dolce metà?Non l'ho ancora visto in giro-domandò prima di portare il bicchiere alle labbra.
-Ah ecco...Arriverà più tardi-disse semplicemente.
In fondo era vero,anche se non sapeva quando e con chi si sarebbe presentato.
Aveva un buon presentimento dopo il loro ultimo incontro:gli aveva dichiarato i suoi sentimenti e gli aveva detto che era pronto a lottare,ora poteva soltanto aspettare la reazione di Al.
Toccava a lui fare il primo passo questa volta.
-Dov'è Rose?-domandò per sviare il discorso da sè stesso.
James voltò leggermente la testa alla sua sinistra e gli indicò un puto lontano nella stanza dove,insieme ad Emy e Alice,Rose chiacchierava allegramente.
La gravidanza era soltanto all'inizio ma Rose non stava facendo nulla per cercare di nasconderla,anzi la mostrava orgogliosa.
-Sembra felice-commnetò il biondo,cercando di nascondere il risentimento che provava.
Quella felicità gli era costata cara...
-Lo è.Lo siamo.
E dobbiamo tutto a te e ad Albus-disse il moro poggiandogli la mano libera sulla spalla destra,in un tentativo incerto di mostrargli la sua gratitudine.
Scorpius annuì senza parlare e bevve tutto d'un fiato il contenuto del suo bicchiere.
-Scusami,ma ho bisogno di fare rifornimento...-gli disse poi alzando il bicchiere vuoto.
Dopodichè si diresse verso il bancone dove erano sistemati tutti gli alcolici e si versò un'abbondante dose di brandy.
-Ehi straniero,come va?-si sentì apostrofare.
Senza voltarsi,si portò di nuovo il bicchiere alle labbra e bevve un sorso primadi decidersi a rispondere.
-Andrebbe meglio se tutti smettessero di chiedermi come sto-disse poi voltandosi verso Ronnie.
Il rosso annuì.
-Ok,messaggio ricevuto.Eravamo solo preoccupati per te...-gli disse.
-Non c'è motivo...Nessuno ancora sa cosa è successo fra me e tuo fratello e voglio godermi questa tranquillità finchè lui non si farà vivo-
Ancora una volta Ronald annuì,concorde con l'uomo.
-Piuttosto,hai avuto tempo di pensare alla mia proposta?-gli domandò.
-Quella assurda proposta di farti da testimone di nozze?-chiese il biondo di rimando.
-Precisamente-
Scorpius accennò un ghigno.
-Beh,per quanto possa sembrare assurdo,visto tutto quello che sta succedendo,ho deciso che accetterò la tua proposta...Qualcuno deve pur controllare che tu arrivi all'altare sano e salvo-commentò ironico.
Ronald sorrise e lo abbracciò cercando allo stesso tempo di mostrargli il suo affetto e la sua gratitudine e di non sembrare troppo smielato.
Scorpius era ancora stretto nell'abbraccio di Ronnie quando si accorse che qualcosa era cambiato;l'atmosfera era diversa,leggermente tesa,e ancor prima di sciogliersi dall'abbraccio di Ronnie seppe cosa stava per succedere.
La tempesta era arrivata.
Ma ciò che vide non era paragonabile a quello che si era aspettato...

Albus era lì,intento a salutare i propri genitori;alla sua destra c'era Lane quel piccolo stronzetto che aveva causato loro non pochi problemi...e accanto a lui c'era lui.
La mosca fastidiosa.
Al lo stava presentando proprio in quel momento ai Potter,apparente senza curarsi degli sguardi attenti e curiosi che erano concentrati su di lui.
Come aveva potuto portarlo lì?Perchè aveva scelto proprio quel giorno così importante per presentare quella mosca fastidiosa ai suoi genitori?
Voleva umiliarlo davanti a tutti,ecco perchè.
Sentiva accanto a sè la presenza di Ronald,ma il rosso capì che era meglio restare in silenzio e,senza dire nulla,lo lasciò da solo.
Dall'altra parte della stanza,Albus cercava di controllare il battito impazzito del suo cuore e di non curarsi minimamente degli sguardi di tutta la famiglia su di sè,su Brian e su Hunter.
Era qualcosa che aveva messo in preventivo quando aveva deciso di portare i due uomini alla festa.
-Piacere di conoscerti Brian-stava dicendo sua madre,cercando di svolgere al meglio il suo ruolo di padrona di casa nonostante l'evidente sorpresa.
-Piacere mio,signora Potter...Suo figlio mi ha parlato molto di lei-disse in tono cortese e quasi seducente Brian.
Albus accennò un lieve sorriso,ma lo bloccò prima che fosse visibile a tutti:non aveva detto una sola parola a Brian sui suoi genitori,era quasi un miracolo se li aveva nominati qualche volta di sfuggita.
Superata la fase dei convenevoli Albus guidò gli altri due verso il buffet,dove vennero intercettati da Rose.
-Al!Finalmente sei arrivato!-disse la donna sporgendosi verso di lui per posargli un bacio su entrambe le guance.
Era la prima volta che incontrava Rose da quella famosa colazione di...quanto tempo era passato?Un mese?Due?
Non se ne ricordava neanche più.
Vederla così felice,raggiante per qualcosa che gli aveva rovinato la vita,gli fece assumere un'atteggiamento distaccato,quasi si trovasse al cospetto di un estranea.
-Ciao Rose-la salutò.
-Cielo!E' una vita che non ti vedo...Perchè tu e Scorpius non siete venuti alla colazione del mese scorso?-gli domandò,continuando a tenere una mano sulla sua spalla sinistra,ignorando bellamente Brian e Lane.
-Non posso parlare per Scorpius,ma io avevo altri impegni-rispose.
Rose aggrottò le sopracciglia e il moro vide chiaramente che stava per iniziare il tipico interrogatorio Weasley,ma fortunatamente Brian arrivò a salvarlo.
Incurante di trovarsi in mezzo a molta gente,si avvicinò a Scorpius e gli passò un braccio attorno alla vita,attirandolo contro di sè,quasi a volerne rivendicare il possesso.
-Non ci hanno ancora presentati,io sono Brian...Un amico di Alby-disse senza il minimo imbarazzo.
Le sopracciglia di Rose si inarcuarono in un'espressione sorpresa a quelle parole,ma accennò lo stesso un sorriso.
-Salve...
Io sono Rose,la cognata di Albus-disse calcando la voce sull'ultima parola.
-Tu sei quella che è rimasta fregata e ha dovuto sposarsi a sedici anni?-le domandò Brian,con lo stesso sorriso sornione che aveva rivolto a Ginny.
Rose scosse la testa,chiaramente contraria al commento appena fatto dall'uomo.
-No,quella è Rebecca...Lei è sposata con l'altro gemello-rispose brevemente.
-Rose è mia cugina-spiegò Al guardando il moro.
Bria la fissò per qualche secondo prima di annuire.
-Ah...Ho capito-disse-Ho bisogno di un drink,ne vuoi uno anche tu?-domandò poi tornando a guardare Albus.
Il moro annuì.
-Lane che accidenti ci fai ancora qui?Forza mescolati alla folla,magari se sei fortunato trovi anche qualche ragazza da rimorchiare-disse ancora Brian al ragazzo che fino a quel momento era rimasto in silenzio accanto a loro.
Albus sorrise divertito e tornò ad incontrare lo sguardo di Rose.
-E lui chi è?-gli domandò la donna.
-E' Brian-rispose semplicemente Al.
-E' il nuovo giocattolo di Albus-disse una voce alle loro spalle.
Entrambi si voltarono e videro Lily a pochi passi di distanza da loro,uno sguardo di rimprovero negli occhi che la faceva assomigliare terribilmente alla madre.
-Ciao Lily-la salutò l'uomo.
-E' tutto quello che hai da dire?-domandò la donna,chiaramente alla ricerca della lite.
-C'è un modo diverso per iniziare una conversazione?-le chiese lui di rimando.
Lily si avvicinò ai due e puntò lo sguardo sul fratello.
-Non ti vedo da due mesi e tutto quello che sai dire è "Ciao Lily"?-lo bacchettò la rossa.
Cosa si aspettava da lui?Cosa TUTTI si aspettavano da lui?Dovevano essere grati del fatto che fosse lì!
-Ti trovo bene-le disse evitando di rispondere alla sua provocazione.
-Che ci fa lui qui?-chiese ancora Lily.
-Tu lo conosci?-le domandò Rose.
-L'ho visto solo una volta,ma non è stato un incontro piacevole-commentò acida la donna.
-Visto come ti sei comportata mi sembra strano che sia tu a lamentarti-ribattè secco Albus.
Lily lo guardò scioccata.
Albus sospirò e decise che era inutile rimandare ancora a lungo:era ora di getare la bomba e osservare i danni che avrebbe creato.
-Comunque lui è qui perchè,come hai appena detto tu,è il mio nuovo giocattolo-rispose.
Entrambe le donne lo fissarono incredule.
-Non dici sul serio..-disse Rose.
Al annuì.
-E Scorpius?-
-Fra noi è finita un paio di mesi fa...Ora ognuno va per la sua strada-commentò ancora il moro.
-Ma che cazzo stai dicendo?-si lasciò scappare Lily chiaramente confusa.
Non riconosceva l'uomo che aveva davanti:non era suo fratello;quello non era l'amico che le era stato accanto tutta la vita.
Quello era un'estraneo...
-Devo farti i disegnini per farti capire?-domandò leggermente seccato Albus.
Si voltò alla ricerca di Brian e del drink che gli aveva promesso,e si irrigidì quando lo vide parlare con Scorpius.
Doveva andare a controllare che tutto fosse a posto...
Senza aggiungere altro lasciò le due donne e si diresse verso l'angolo più lontano della stanza dove Scorpius e Brian erano uno di fronte all'altro.
-Che fine ha fatto il mio drink?-domandò rivolto a Brian.
L'uomo lo guardò e un lieve sorriso gli incurvò le labbra sottili.
-Ehi Alby!Ero diretto albancone degli alcolici quando ho intravisto una figura che sembrava familiare,poi mi sono ricordato dove l'avevo visto:è su tutti quei libri che Mike mi ha regalato nella speranza che li leggessi-disse tornando a fissare il biondo.
Albus restò in silenzio consapevole che la risposta sbagliata avrebbe scatenato il putiferio.
-Peccato non averli qui con me...Avrei approfittato per farmi fare l'autografo-aggiunse ancora l'altro.
-Mi dispiace non faccio autografi alle puttane...E' una mia politica-rispose Scorpius in tono gelido.
Brian incassò la battuta con un sorriso acido.
-Nah in fondo non è che ci tenessi poi tanto...Non li ho neanche letti:sai sono convinto che i libri scritti dai padri di famiglia sono terribilmente noiosi-
Scorpius lo fulminò con lo sguardo e Al lo vide stringere la presa attorno al bicchiere.
-Ho fame!-disse poi rivolto ad Albus prima di allontanarsi.
Al incontrò lo sguardo di Scorpius e ancora una volta sentì mozzarglisi il fiato:gli occhi di ghiaccio lanciavano scintille di rabbia eppure lui non riusciva a trovare niente di più eccitante di quel volto.
Perchè continuava a cadere vittima del fascino del biondo?
Senza dire niente,vigliaccamente,gli voltò le spalle e si allontanò dal salotto dove gran parte della famiglia era concentrata.
Si fermò in corridoio,la schiena poggiata contro la parete e chiuse gli occhi,strofinandoli con due dita.
Per quale cazzo di motivo aveva accettato di andare a quella festa?
In confronto era piacevole anche l'idea di essere disconosciuto!
Ripensò a Lily,al modo in cui lo aveva attaccato senza neanche cercare di capire i motivi che si celavano dietro quella scelta,al modo in cui aveva parlato di Brian neanche fosse il diavolo in persona arrivato per corrompere la sua anima innocente.
Perchè tutti si sentivano in diritto di giudicare?
Non avevano la minima idea di cosa stava passando lui...Erano solo bravi ad accusarlo e a commiserare il "povero" Scorpius!
Pochi attimi dopo e seppe di non essere più solo.
-Non hai idea di quanto vorrei prenderti a pugni in questo momento-
Al riaprì gli occhi e lentamente portò lo sguardo su Scorpius.
Fermo a pochi metri da lui,le mani ancora strette a pugni,l'uomo lo fissava con lo stesso sguardo rabbioso che pochi minuti prima aveva indirizzato a Brian.
-Lo so-disse non sapendo come altro rispondere.
Prima di dire qualsiasi altra cosa,Scorpius aprì la porta dello studio di suo padre e vi si infilò dentro,invitandolo silenziosamente a seguirlo.
Silenzioso quanto lui,Albus lo seguì.
-Come cazzo ti è venuto in mente di presentarti qui con quel coglione?Non hai pensato alla figura che avremmo fatto entrambi?-gli domandò dopo aver richiuso la porta.
-E' questo che ti preoccupa?Il fatto di aver fatto una figura di merda davanti agli altri?-gli domadò ben sapendo che lo avrebbe fatto incazzare.
-In parte sì!-ammise sincero-Ma come ragioni?Nessuno qui sa che ci siamo lasciati e tu ti presenti con il tuo boy-toy?-
-Avrei dovuto far finta di niente come stavi facendo tu?-gli chiese di rimando.
Scorpius lo fissò per qualche istante.
-Perchè lo hai portato qui?-gli domandò ancora.
AL sospirò.
-E' il mio boy-toy...come hai detto tu-si limitò a rispondere.
-Un boy toy non te lo porti alle feste di famiglia!Te lo scopi e basta!Quindi perchè è qui?-insistette l'altro.
-NON LO SO,VA BENE?-
-Stronzate!-ribattè con la stessa veemenza Scorpius.
I due si fissarono per qualche istante nella stanza silenziosa,poi fu ancora una volta Scorpius a parlare.
-Ammettilo che lo hai fatto per sbattermi in faccia che le cose sono cambiate-gli disse a mezza voce.
-E ti serviva trovartelo qui per capirlo?Credevo fosse ovvio fin da quando me ne ero andato di casa-commentò l'altro acido.
Improvvisamente si sentì afferrare per la camicia e sbattere contro il muro;Scorpius era contro di lui,e lo bloccava con il proprio corpo.
-Brutto figlio di....Come ti permetti?
Come puoi farmi questo dopo quello che ti ho detto?-gli domandò rabbioso.
Al lo spintonò lontano da sè mentre la stessa rabbia iniziava ad animare anche lui.
-Cosa avrei dovuto fare?Tornare strisciando a te ed implorarmi di perdonarmi?
Non sono io quello  in torto!-
-Sbaglio o sei tu quello che si sta scopando un altro?-rimarcò Scorpius.
-Non faccio niente che tu non abbia già fatto!-gli ricordò.
-Io non ho mai scopato con lo stesso uomo,eccetto te-precisò.
-Che onore!-disse sarcastico il moro.
Ancora una volta scese il silenzio,mentre i due uomini cercavano di raffreddare gli animi.
-Lo ami?-gli chiese Scorpius,dopo un lungo momento.
Non era veramente interessato alla risposta,sapeva che quella era una domanda davvero pericolosa,ma non aveva potuto frenarsi.
Albus lo guardò di sfuggita prima di lasciarsi andare ad un sospiro...Dopo tutti  gli anni di via in comune,la sincerità gliela doveva.
-No-
Senza accorgersene,Scorpius chiuse gli occhi,sollevato da quella sola parola.
-Io ci ho provato,credimi ce la sto mettendo tutta per innamorarmi di lui,ma non ci riesco-gli disse ancora.
-Perchè?-chiese Scorpius,il fiato bloccato nel petto.
Al fece un sorriso amaro.
-Perchè nonostante tutto quello che è successo,sono ancora innamorato di te-ammise.
Scorpius fece un passo verso di lui,ma Albus scosse la testa.
-E in questo momento è l'ultima cosa che vorrei,perchè sono talmente arrabbiato con te che preferirei passare il resto della mia vita fingendo di amare lui piuttosto che stare con te-gli disse con voce improvvisamente triste-Come cazzo hai potuto avere un figlio con Rose?Eh?
Sono talmente incazzato con te che vorrei picchiarti ogni volta che ci vediamo,cercando di combattere la parte di me che vorrebbe saltarti addosso-gli confessò.
Non era la prima volta che affrontavano quell'argomento,ma mai come quella volta Albus si era mostrato così vulnerabile.
Così sperduto...
-Al...-
-Mi hai detto che mi ami.
E io non ho sentito niente...Ho sempre immaginato che sentirtelo dire sarebbe stato il giorno più bello della mia vita,ma non ho provato niente.
Del resto non cambia niente...Tu mi ami,io ti amo ma non possiamo stare insieme lo stesso-concluse.
Scorpius lo fissò incapace di ribattere...Ma del resto cosa avrebbe potuto dirgli?
Ormai le parole non servivano più a nulla.
Se veramente teneva ad Albus ed era intenzionato a riprenderselo, avrebbe dovuto dimostrarglielo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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