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{Genere: drammatico,
erotico, thriller Rating: arancione Avvertimenti: AU,
slash, what if?, song-fic, non
per
stomaci delicati Personaggi:
Matt Shadows, Synyster Gates} ~You should’ve killed me
when you had the chance. So I say
goodbye to a town that has ears and eyes.
I can hear you whispering as I walk by,
Familiar faces smiling back at me, and I knew
This would make them change. Brian si guardò intorno ancora una
volta, passando in rassegna le cinque paia di occhi che lo guardavano
in attesa
che mandasse avanti la conversazione. Ma per quanto lo riguardava,la
conversazione era più che terminata. Guardò
ancora una volta i suoi amici che
dicevano qualcosa tra loro, i suoi genitori che lo fissavano apprensivi
e
addolorati. Poi, senza riuscire a sopportare oltre quella situazione,
si alzò e
intraprese la camminata apparentemente lunghissima fino alla salvezza
della
porta bianca coi vetri opacizzati e rinforzati con una rete metallica
per non
si sa quale scopo. Uno, due, tre passi, e doveva ancora superare i suoi
genitori, doveva ancora passargli accanto e sopportare il bruciore dei
loro
sguardi così da vicino, oh chi
cazzo
aveva progettato quella sala visite.
Quattro, cinque, ora
era a
un passo dal lato del tavolo dove sedevano sua madre, suo padre,
Zachary, James
e Johnathan. Sei, sette, cinque facce che si voltavano chiedendosi perché?, otto nove la strada
si faceva
più semplice da percorrere dieci undici dodici tredici ed
era arrivato alla
porta.
Salvo.
Appena entrato nello
stanzino
che separava la sala visite dal corridoio d’ingresso della
clinica, aspettò che
la porta si chiudesse e la donna in camice bianco dall’altra
parte della
seconda porta dicesse ai tecnici di far scattare la serratura. Clack.
Aprì la
porta e con una faccia
il più neutra possibile mentre sentiva la rabbia montare
dentro il petto per le
voci che arrivavano smorzate dalla sala, volevamo
stare con lui, è possibile avere un’altra visita?
Mi dispiace, signora, non
siamo stati noi a decidere di interrompere la visita, se il paziente,
poi
la seconda porta si richiuse e le voci diventarono un’altro
borbottio smorzato
dentro le sue orecchie.
“Non ti fa
piacere stare
con loro?”, gli chiese dolcemente la donna in camice, che
voleva che lui la
chiamasse Ally e non ‘dottoressa Severson’ come
diceva il cartellino appeso
alla tasca del suo camice.
“Non ne avevo
voglia”,
rispose apatico.
Ally sorrise con uno di
quei sorrisi condiscendenti che si fanno ai vecchi o ai bambini molto
piccoli e
gli appoggiò una mano sulla schiena, per rassicurarlo.
“Non ti preoccupare,
sono sicura che la prossima volta ti sentirai meglio. Vuoi tornare
nella tua
stanza?”
Brian annuì,
distogliendo
lo sguardo e stringendo i pugni fino a sentire le unghie lasciargli
segni rossi
nel palmo per soffocare il tremito di rabbia che, ogni volta che apriva
bocca,
Ally gli provocava.
Camminò a
passi regolari
con quelli di Ally lungo l’altro corridoio, più
stretto, dentro l’ascensore,
lungo un’altro corridoio ancora fino a una stanza anonima con
il numero 419 scritto
a caratteri neri sul vetro, anche quello opaco e rinforzato, come tutti
i vetri
delle porte della clinica.
Ally lo fece entrare e
sorrise di nuovo. “Tra un’ora
c’è il tuo appuntamento con il dottor Halloran.
Torno
a chiamarti, va bene?”, e senza aspettarsi una risposta
richiuse la porta e
sparì nel corridoio bianco.
Il problema maggiore di
quel posto era che era tutto fottutamente troppo bianco.
Le tute troppo arancioni,
certo. Le coperte troppo blu,
certo. Ma le pareti, le porte, i tavoli, le sedie, i
camici dei dottori e degli inservienti erano decisamente troppo bianchi.
Anche le pareti di quella stanza,
quel giorno erano bianche.
Bianche, con le
striature rosse degli schizzi di
sangue che
colavano.
Come
l’avevano guardato
diversamente tutti, dopo.. Sapeva che li avrebbe fatti cambiare tutti.
Infatti
erano cambiati.
Ora lo guardavano come
un
malato mentale psicolabile schizofrenico chiuso in una clinica di
salute
mentale e riabilitazione.
E avevano perfettamente
ragione. The only thing that's going
to bother me
Is that you'll all call yourselves my friends. Se solo non si fossero presentati
puntualmente ogni due settimane a pretendere di vederlo. Se solo non
avessero
fatto così finta di continuare ad amarlo dopo quello che era
successo. Why can't you
look me in the eyes one last time? Prima
del processo non l’avevano voluto. Prima
del processo che l’aveva dichiarato non colpevole e affetto
da disturbi mentali
gravi, nessuno di quelli che ora erano venuti a visitarlo avevano
voluto,
neanche per un momento guardarlo un’ultima volta negli occhi.
Perché aveva
ucciso il loro
migliore amico. Il migliore amico di Brian, per giunta.
Qualcuno direbbe che
è
naturale.
Qualcuno non
riuscirebbe a guardarlo negli occhi nemmeno dopo. E questo
l’avrebbe accettato. Quello che non
accettava era la loro ipocrisia di credere fin troppo fermamente nelle
cure
psichiatriche che stava ricevendo, altrimenti dette ‘lavaggio
del cervello’ o
‘lobotomia’. The writings
on the wall, you've read that I'll be gone, but if you call my name
Just know that I'll come running, for one more night to spare with you.
This is where I'm meant to be, please don't leave me. Perché,
andiamo. Sapevano che lui stava con Matt. Sapevano che Matt era uno
stronzo. Sapevano che Brian lo amava, forse in un modo un
po’ troppo possessivo, poteva concederglielo. Ma lo amava.
Dopo quella
sera invece, loro erano scomparsi e ogni due settimane
tornavano alla clinica a fare finta di volergli bene.
Non era colpa sua. Era
malato. Non era stato lui. Aveva avuto uno degli
attacchi. Però se lo ricordava. Ma non era stato lui. Era
stata la sua malattia.
Era stata la voce dentro la sua testa.
I've read these stories a thousand times, and now I'll rewrite them
all.
You're meddling in an anger you can't control.
He meant the world to me, so hold your serpent tongue.
Is a whore’s lies worth dying for? I'll just
take my time. Se l’era ripetuto centinaia di
volte ma non mancava mai di ripeterselo.
Avrebbe potuto
fracassare
la testa di Ally contro il muro in un paio di colpi.
Avrebbe potuto
strangolarla nel giro di pochi minuti premendo con le dita sulla sua
gola.
Avrebbe potuto
prenderla a
pugni finché non le avesse maciullato tutti gli organi
interni fino a
spappolarli.
Avrebbe potuto, ma gli
stavano insegnando a non farlo. A trattenere la sua rabbia. A calmare
la voce.
Se pensavano di farla
sparire si sbagliavano di grosso.
Quella volta non aveva
saputo come trattenerla. L’aveva lasciata guidarlo. La rabbia
che montava
spaventosamente.
Ma gli urli.
Non lo facevano
dormire.
Gli urli di piacere di
Matt. Che
chiamavano il nome di qualcun altro. The only thing
that's going to bother me
Is that you'll all call yourselves my friends. Quando vieni tradito dal tuo
amante ti aspetti dolore. Ti aspetti che la nausea ti sopraffaccia al
solo pensiero.
Ti aspetti lacrime, scenate, separazioni, scuse banali, baci non voluti
o
almeno non più, ti
aspetti di voler
rimanere da solo a leccarti le ferite e di non voler rivedere
l’oggetto del
desiderio.
Nessuna di queste cose
aveva minimamente sfiorato il cuore di Brian.
Oh, come ricordava
quando
il nome che le labbra di Matt pronunciavano tra un ansito e
l’altro era il suo.
Quando il corpo violato
era il suo.
Quando la lingua che si
intrecciava con quella di Matt era la sua.
Quando
l’organo che le
mani di Matt soddisfacevano a tempo con le proprie spinte era il suo.
Oh, si, quando
l’orgasmo
raggiunto in contemporanea univa le grida di loro
due.
E, si, poi di nuovo le loro lingue che si cercavano e i polmoni
alla ricerca di un po’ di ossigeno e l’avrebbero
fatto di nuovo. I walked into
your house this morning,
I brought the gun from our end table,
Non sapeva come ci era
finita, non sapeva nulla fino a quella sera, ma c’era una
pistola nascosta
sotto il sedile della sua auto e improvvisamente lo sapeva. La voce,
diceva che
era lì e lo aspettava.
Prima che la prendesse
era
passata qualche ora. E ormai era quasi mattina. Aveva controllato il
caricatore
della pistola ed era pieno.
Stringendosi il pollice
dentro il pugno fino a sentire i legamenti che cedevano dolorosamente,
era
uscito dalla macchina, era entrato il più rumorosamente
possibile a casa di
Matt con la sua copia di chiavi.
“Matt.”,
l’aveva chiamato.
Non aveva nascosto la
pistola. A differenza sua, non aveva intenzione di nascondergli nulla.
Era comparso dalla sua
camera e aveva avuto paura. E aveva detto qualcosa che Brian non aveva
voglia
di ascoltare, e non ci riusciva, perché tutto quello che
sentiva era la voce
nella sua testa che gli diceva, uccidilo,
uccidilo, uccidilo.
L’aveva
inseguito. Matt
non era tipo da scappare come una ragazzina, indietreggiava e cercava
di
calmarlo, gli occhi che si riempivano sempre di più di
terrore.
Brian vedeva la propria
espressione riflessa nelle sue pupille. La propria maschera di odio e
ira che
stonava fin troppo con i suoi lineamenti marcati.
“Non
scappare, Matt.”, gli
disse a voce alta per farsi sentire sopra le parole intrise di terrore
che
balbettava lui.
Gli corse dietro, lo
inseguì, e intanto la voce dentro la sua testa continuava, uccidilo, uccidilo, uccidilo.
Uccidilo, uccidilo,
sparagli. Uccidilo,
uccidilo,
uccidilo.
E il rumore dello sparo
era stato più forte di quanto si aspettasse. Your blood was
strewn across the walls.
They'll find you on your bathroom floor, when I’m done. E aveva guardato negli occhi color
nocciola che guardavano lui come ultima cosa e aveva pensato avresti dovuto farmi fuori tu quando ne
avevi la possibilità.
Poi aveva puntato la
pistola sulla sua fronte, in mezzo agli occhi terrorizzati, sulla pelle
bagnata
da goccioline di sudore gelido, inginocchiandosi accanto al suo corpo
che aveva
disperati spasmi dei muscoli ormai fuori controllo.
La pozza di sangue si
allargava troppo lentamente sul pavimento, non aveva colpito nessuna
arteria
importante, ci avrebbe messo giorni a morire dissanguato.
No, non voleva vederlo
agonizzare.
Non voleva rischiare
che
si salvasse.
Gli fece una carezza
leggera sulla guancia, sentendo il sadismo che gli faceva allargare le
labbra
in un sorriso.
Voleva ucciderlo.
Sorrideva mentre
premeva
la canna della pistola sulla fronte del suo amante e i suoi occhi lo
guardavano
con quello sguardo di disperazione di chi sta per morire.
Aggiustò la
presa sulla
postola.
Poi premette il
grilletto,
di nuovo.
Poi le fottute pareti
bianche del bagno erano puntinate di rosso che subito cominciava a
colare verso
il basso formando graffiti incomprensibili sulla vernice.
E, oh, la seconda pozza
di
sangue fu molto più veloce a spargersi sul pavimento.
Non ti aspetti mai la
quantità di sangue che un’arteria cerebrale
può perdere. Quando la materia
grigia è completamente spappolata, l’emorragia ti
fa colare sangue denso di
neuroni morti dagli occhi e dal naso. E i muscoli si rilassano. Gli
occhi
coperti da un velo di globuli rossi annacquati si riversano verso
l’alto e le
palpebre, quelle non si chiudono mai. Rimangono aperte e mostrano lo
scempio
che hai fatto della persona che amavi di più al mondo.
E tu ti dici che non ti
sei mai sentito così bene.
E avvicini il viso alla
testa fracassata, all’orecchio coperto dai capelli zuppi di
sangue e frammenti
di ossa bruciate e distrutte, e, ripeti, But should I
write it all off?
But should I write it all off?
(You should have killed me when you had the chance.) “Avresti
dovuto farmi
fuori tu quando ne avevi la
possibilità”. Spero che abbiate
letto
gli avvertimenti prima di ritrovarvi catapultati in questa storia
allucinante.D: Scusate, non
è nemmeno
basata prettamente sul pairing in realtà, ma ripeto che
l’ispirazione fa quello
che vuole lei. Ieri sera ho avuto tipo lampo di genio con questa
canzone e
puff, è uscita questa oneshot qui. La canzone
è You
Should’ve Killed Me When You Had The Chance degli A Day To
Remember, è
carinissima e spero la conosciate ^-^” il testo in alcuni
punti è leggermente
modificato dal femminile al maschile, capitemi, Matt non è
una donna. Ho messo gli
avvertimenti in alto che non era per stomaci delicati perché
so che quando
scrivo cose del genere non mi rendo conto di quanto vado oltre. La
descrizione
del cadavere forse era un po’ troppo spinta.
Scusatemi.>.>” Detto ciò:
grazie per
le recensioni allo schifoso capitolo precedente °D° Moodswing Whiskey *datemi la forza per
scrivere giusto il suo
nome*, two_dollar_bill, Josie 182, mana___A7X,
friem e Vibeke
Vengeance_Sevenfold sono delle
sante! YAY! Se c’è chi legge in silenzio e non
recensisce che esca dall’ombra
ù_ù Quindi, spero di aver
fatto un buon lavoro e di non aver infangato gli ADTR
ç__________ç So long now goodbye! *Frankie