Epilogue
This is a story of a Long time ago
I’ll never forget all the Time we spent Together
La
valigia
era pesante.
La
ragazza
dai lunghi capelli turchini notò, sorridendo lievemente, che
in quell’aeroporto
niente era cambiato. Anche se c’era stata solo poche volte.
Si
respirava
la stessa aria di quando era partita.
Le
sembrava
tutto un sogno.
Si
era
promessa di non ritornare, eppure, c’era qualcosa che
l’aveva indotta a
ritornare in quella città piena di ricordi. Di profumi
familiari. Di amici.
In
quella
città in cui aveva imparato che niente è casuale,
e che era tutto scritto.
Il
suo
sorriso si allargò, ma non seppe cosa dire di fronte al
ragazzo che le si
presentava davanti.
“Pensavo
che
non saresti più tornata. Mi hai sorpreso quando tua sorella
me l’ha detto,
quando le avevo chiesto di te.” La sua parlata era rimasta la
solita.
“E
io che
volevo farti una sorpresa.”
I
due
ragazzi si abbracciarono dopo tanto tempo che erano stati separati.
“Avrei
dovuto dirglielo prima che accadesse tutto questo.”
Una principessa
dai lunghi capelli blu guardava, con aria
malinconica, la gemella rossa ballare con un principe dalle iridi color
notte.
Sospirò, stanca, sorridendo tristemente. “Ma va
bene così. Devo lasciargli
vivere la sua vita” pensò ancora.
Rein, sin da
quando lei e sua sorella erano solo delle ragazzine,
era innamorata di Shade, solo che non l’aveva capito fino a
quando non apprese
la notizia del fidanzamento tra lui e la gemella. “Sono una
stupida” si era
ripetuta tante volte.
Ed adesso, il
principe che aveva sempre desiderato stava ballando
con la sorella rossa, che sembrava più felice che mai.
Perché
erano promessi in sposi.
Sentì
qualcuno pronunciare il suo nome, lei si voltò. Era il
principe dei gioielli, che le chiedeva se le andasse di ballare.
Rein
esitò qualche secondo. Non voleva di certo mentirgli. Lei
voleva ballare solo con il principe di sua sorella, quello che in quel
momento
non aveva più alcun interesse nei suoi confronti.
Sicuramente non aveva più
alcun interesse nei suoi confronti.
Cercò
di rifiutare nel più educato modo possibile, dicendo che era
stanca e che voleva ritornare nelle sue stanze.
Nel corridoio,
l’aria che si respirava non era la stessa.
Lei correva,
cercando di non inciampare nel vestito da ballo color
turchese.
Si
fermò, prendendo fiato ed accasciandosi a terra.
Era stanca di
tutto quello che era successo.
Si tolse la
corona dalla testa, lasciandola sul pavimento. Non era
poi così bello essere una principessa, si doveva fingere
quando qualcosa non
andava bene.
Era stanca di
quel ruolo.
Si sciolse la
coda che raccoglieva i suoi lunghi capelli turchini,
non le andava a genio quella capigliatura tanto complicata.
Se ne
restò lì, a fissare per terra, a fissare quella
gonna troppo
larga e quelle decorazioni troppo vistose.
Una lacrima
scivolò giù dagli occhi.
Non voleva che
succedesse tutto quello proprio a lei.
La
ragazza
dai capelli turchini si svegliò.
Sulle
labbra, sentiva il calore di quelle di lui.
“Buongiorno” fece il ragazzo, spostandosi da lei,
sorridendo lievemente. Lei
sorrise a sua volta.
Si
alzò da
quel letto che profumava ancora di lui,
mentre la sua mente vagava ancora nel sogno. Andò alla
finestra, guardando cosa
le riservava il mondo in quel momento. Era aprile.
“Sai,
è già
passato un anno da quando ci siamo conosciuti”
sussurrò, più a sé stessa che al
ragazzo. “E pensare che tu volevi rimanere
all’estero per sempre” disse lui,
avvicinandosi alla turchina. Lei rise, la sua risata era ironica e
cristallina.
“Ho
sentito
dire che le persone che vengono legate da un filo rosso sono destinate
ad
incontrarsi” disse ancora, ripensando al giorno prima della
propria partenza.
Sentì la testa del ragazzo appoggiarsi sulla sua spalla,
mentre diceva: “Ah
sì?” Lei annuì, sussurrando un
“Sì”.
“Beh,
allora, in questo caso, il nostro filo non sarà rosso, ma
blu.”
“Perché?”
“Niente.
È
una cosa mia.”
La
ragazza
lo guardò interrogativa. In fondo, il velo di mistero che lo
ricopriva lo
rendeva ancora più affascinante. Sorrise.
“Che
ne dici
se oggi uscissimo un po’? È una bella
giornata” propose.
“Perché
no?”
e la lasciò andare in bagno a prepararsi.
Prima
di
uscire dall’appartamento, la ragazza gli chiese:
“Tu credi nel destino?”
Il
ragazzo
la guardò un po’ stranito; non si era ancora
abituato alle sue domande. Ma
rispose comunque “Sì”. Lei sorrise.
“Mi
prometti
che non mi lascerai mai, Shade?”
“Te
lo
prometto. Te l’ho sempre promesso, Rein.”
La principessa
continuava a piangere. Non riusciva ancora a
capacitarsi del fatto che non poteva fare assolutamente niente.
“Rein.”
Era il suo
solito modo di attirare la sua attenzione. La chiamava
solo con il suo nome, con quel tono così profondo che la
ragazza sussultò
all’udirlo. Si voltò verso di lui, senza
preoccuparsi di asciugarsi le lacrime.
“Rein,
io…” Non sapeva cosa diamine dirle. Lui
l’amava ancora,
anche se era passato tanto tempo.
Anche se lei era
innamorata del principe biondo.
Distolse lo
sguardo dal suo viso piangente. Gli faceva
maledettamente male vederla soffrire. “È colpa
mia?” le chiese, ritornando a
fronteggiare quello sguardo velato di lacrime.
“No”
rispose lei, “è solo colpa mia. È colpa
mia se non ti ho
detto quello che provavo per te prima
dell’inevitabile.”
Lui, senza
esitazione, la andò ad abbracciare. “No, non
è colpa
tua, Rein. È solo colpa mia, sin dall’inizio.
È sempre stata colpa mia.”
“Shade…
Mi prometti che staremo insieme per sempre?” chiese,
stringendosi più forte a lui. Aveva bisogno di certezze, di
promesse.
“Certo.
Anche se il destino ci separasse, io starò accanto a te.
Mi opporrò ad esso, non mi importa cosa
succederà, però mi opporrò”
disse lui. Perché
lei era la sua principessa. Anche se era stata soprannominata
“La principessa
meno principesca di tutta la storia di Wonder”. Lui la
voleva. Ogni giorno,
ogni notte la voleva.
“Mi
prometti che, se rinasceremo in un altro luogo, noi ci
incontreremo, e non ci lasceremo mai più? Mi prometti che
questo succederà?”
Pensò che era altamente impossibile tutto quello che
chiedeva, ma voleva
annegare nelle bugie. O nelle certezze.
“Ti
prometto che sarà così. Farò di tutto
per poterti incontrare,
per poterci amare, in quella vita.” A sentir tutto quello,
Rein pianse ancora
di più. “Ti prometto che farò
sì che il Destino leghi i nostri diti con un filo
blu ogni volta che rinasceremo.”
“Perché
proprio blu?” La domanda non aveva affatto senso in quel
momento, ma Rein volle sapere. Shade allentò la presa, in
modo da poterla
guardare negli occhi. Le posò una mano sulla guancia,
accarezzandola. “Perché
tu non sei tua sorella. Tu sei Rein, la principessa dal colore
blu.” Sorrise
con una punta di amarezza. Lui non voleva lasciarla. Le diede un bacio
sulla
fronte, stringendola nuovamente a sé.
“Ti
amo, Rein.”
“Ti
amo anche io, Shade.”
“Siamo
sempre stai quelli a cui davano tutto, quelli che avevano tutto.
Quelli ricchi e belli, quelli “fortunati.”
Tzè. Niente di tutto ciò.”
“Insomma,
qui nell’alta società non si può fare
niente di niente. Nulla.
Non ci sono scelte o qualcosa di simile, solo dovere, dovere e
dovere.”
Ma questo non
è importante. La cosa che
conta veramente è il fatto che ci siamo incontrati anche in
questa vita.
End.
N/A:
Oh. Mio. Dio.
È
finita.
È
finita,
diamine.
È
finalmente
finita.
Non
ci
credo, davvero. Dopo tanto tempo è finita.
7
mesi. È
durata 7 mesi, come è durato il rapporto di Rein e Shade.
Insomma,
è
stato così… veloce. Soprattutto gli ultimi
capitoli. Non so che dire,
sinceramente. E io che pensavo che non sarebbe mai finita.
Non
è andata
come avevo programmato dall’inizio, da quando avevo
cominciato la fan fiction.
Avevo pensato ad 11 capitoli più il prologo e
l’epilogo. Ed invece è andata
ancora più lontano di quanto avevo immaginato. E non avevo
affatto immaginato
la parte della gita estiva. E dell’incidente. E questa parte
finale. Non le
avevo immaginate. Sono venute fuori così, senza
accorgermene. L’idea era del
tutto diversa. Pensavo di far mettere insieme i due verso il 5/6
capitolo senza
farlo sapere agli altri. Pensavo che, per i loro genitori, era meglio
se Shade
e Fine si mettessero insieme. Pensavo che Rein non avrebbe sopportato
tutto ciò
e litigasse con Shade. Ma non pensavo che sarebbe accaduto quello che
ho
scritto.
Insomma,
mi
fa uno strano effetto mettere fine ad una fan fiction. È
diventata parte di me.
Mi è quasi venuto da piangere quando scrivevo le ultime
righe :’)
E
la parola
“End.”, ommioddio, mi si chiudeva la gola quando
scrivevo. Dico seriamente! Mi
chiedo se questo era l’epilogo che vi aspettavate.
Qui
sono
Rein e Shade, un po’ più maturi, ma sono loro. Ci
sono solo loro.
La
loro
storia, le loro risate. Le lacrime di lei, la frustrazione di lui. E la
stupidità di lui. Ci sono loro che vi fanno sognare, non io.
Ci sono loro che
formano la storia. Ci sono loro che continuavano a farmi venire in
mente come
potevo continuare la fan fiction. Sono sempre loro che hanno questo
potere di
farmi venire l’ispirazione.
Sono
semplicemente…
loro. Rein e Shade. Shade e Rein. Loro.
E non c’è niente di più giusto.
E
ci sono
stati anche Fine (un po’ cambiata), Bright, Auler, Altezza,
Mirlo, Lione e
Sophie. E Milky, la tenera e dolce Milky.
Io…
non so davvero
che dire. Solo
GRAZIE
DI CUORE.
No,
seriamente. Vi ringrazio per avermi seguita.
Spero
abbiate riso e pianto insieme a tutti loro. Spero che questa fan
fiction vi
abbia emozionato.
Grazie
a
tutti i lettori. A chi mi ha seguita fin dall’inizio, a chi
si è aggiunto dopo.
Grazie
per
le recensioni e l’inserimento nelle storie preferite.
Grazie
per
l’inserimento negli autori preferiti.
Grazie
per
aver sopportato tutti i miei scleri nelle note d’autore!
Grazie
a chi
mi ha supportata.
Grazie
per
il perdono per tutti i miei ritardi.
Grazie
di
tutto. Davvero.
Spero
solo
di poter continuare così, a scrivere storie su di loro.
Grazie
ancora per avermi seguita.
E,
beh,
adesso mi rimetto a rileggere tutto, per vedere se ho fatto un buon
lavoro.
Ci
vediamo
in un’altra fan fiction.
Sempre
se mi
vogliate seguire, è chiaro.
Baci,
Rainy.
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