Capitolo
5: Rivelazioni shock prima dell’alba.
Aggrappati
a quel ricordo e piangi
Perché
solo le lacrime e il dolore
Possono
farti sentire vivo.
Stupisciti
di quanto è cruda questa verità.
(Tears,
Shunkashuutou)
Iyv tornò
nella stanza delle due nipponiche con circospezione.
Una scena del crimine
fa sempre uno strano effetto a chi vi entra. Ci si sente inadeguati e
non pronti a cosa ci si può trovare innanzi.
C’è la morte nell’aria e un corpo senza
vita. Una persona che alle volte pare dormire, altre volte è
talmente assurdo che tutto quel sangue, che tutta quella situazione,
sia reale. E quasi ci si aspetta che un qualche fantomatico regista
esclami –Stoooop!- e che il protagonista
dell’orrido spettacolo si alzi come se nulla fosse accaduto,
scrollandosi di dosso il sangue e il cerone mortuale.
Iyv non era un attore.
Non per carriera.
Non recitava.
Non nei film.
Recitava nella vita
reale di fronte agli estranei, ma le persone intorno a lui morivano sul
serio.
E di fronte ad Haruka
non poté che sentire una scossa di rispetto al cuore per una
ragazza che neppure ben conosceva. Aveva un bel sorriso,
però. E ogni bel sorriso spento le rammentava quel piccolo
angelo che non era riuscito a salvare.
Strinse i pugni.
“Non è
certo questo il momento…” pensò
e prese a cercare qualcosa per la camera.
Un’arma! Un
coltello, un pugnale, qualsiasi cosa di tagliente e con cui esercitare
una certa forza.
L’italiano
tentò di ricostruire la scena dal punto di vista di Shuukako.
-Se fosse stata lei,
dunque…-
Si piazzò
davanti al letto di Haruka e prese a gesticolare, poi si
allontanò. Aveva acceso il cronometro. Si fermò
ancora come a discutere con lei, poi si chiuse in bagno. Il lavandino
era bagnato e Shuukako non aveva rimesso in ordine. Poco prima aveva
dato un’occhiata sommaria.
Terminata la virtuale
ricostruzione del delitto, azzerò il cronometro e
memorizzò il tempo impiegato, che, ad ogni modo, era
soltanto un parametro indicativo. Tornò nuovamente in bagno
e diede un’occhiata più approfondita.
Perché nella stanza lui e Hogan non avevano trovato nulla.
-Si è
lavata la testa.- disse pensieroso -Se avesse ucciso prima Haruka, ci
sarebbe del sangue, ma qui mi sembra tutto pulito.- mise il broncio
–Uff… avrei dovuto portarmi dietro del
luiminol…-
Gli venne in mente un
plausibile nascondiglio, così tolse il coperchio al
serbatoio dell’acqua per il gabinetto e diede
un’occhiata dentro.
Nulla.
Solo acqua.
Sospirò.
Se
l’assassina era Shuukako, aveva tutto il tempo di liberarsi
dell’arma, ma, di contro, non aveva così tanti
minuti a disposizione per ripulire eventuali schizzi di sangue e
simili. Il bagno era immacolato e il sangue si limitava soltanto alla
zona in cui avevano rinvenuto il corpo e a quell’orecchino
trovato da Hogan vicino alla porta del bagno. L’altro
orecchino era nel piccolo portagioie di Shuukako. Il che rendeva la
situazione ancora più strana.
Iyv era
perciò convinto che non fosse lei la colpevole. Glielo
suggeriva il suo istinto, innanzitutto, e in più
c’era quel messaggio. Prima di parlarne con i presenti doveva
avere qualcosa di più in mano. Guardò il suo
palmare e vi scoprì un mms non letto da parte di Theodore.
-Molto bene, amico,
vediamo che hai da riferire.- disse fra sé, assorto,
pigiando il tasto d’invio. Il messaggio fu aperto e davanti
agli occhi verdi dell’italiano comparvero i caratteri ツンデレ
con annessa lettura e traduzione.
Tsundere:
dicesi di un personaggio forte e combattivo che si rivela generoso e
amorevole, contraddicendo così l’apparenza
iniziale del suo carattere. ツンデレっ娘, Tsunderekko, è il
sostantivo usato per indicare una ragazza col carattere Tsundere.
“Interessante…”
pensò e, mentre rifletteva, Iyv continuò a
stuzzicarsi il mento e le labbra col pollice e l’indice. “La cerchia dei
sospetti si stringe, ma c’è qualcosa che non
va… perché scrivere un aggettivo invece del nome?
E poi… solo il primo carattere sembra
chiaro…”
Ormai era sicuro al
cento per cento che qualcuno aveva stravolto il messaggio per accusare
qualcun altro.
Mentre usciva dalla
stanza di Haruka e Shuukako, ricevette un altro messaggio di Theodore.
Quello che lesse gli
piacque ancora meno di tutta quella situazione.
Allan Blackmoore si
stava dirigendo a villa Bloomfield!
Chiuse a chiave la
porta della stanza per evitare intrusioni da parte
dell’assassino, nel caso questi, o questa, avesse voluto
cancellare eventuali prove e si appoggiò alla parete,
sconsolato.
-Questa non ci voleva
proprio…- disse piano e socchiuse gli occhi in preda allo
sconforto.
Dopo un pesante
sospiro e la triste constatazione che Blackmoore avrebbe raggiunto la
villa appositamente per rompergli le uova nel paniere,
l’italiano entrò nella stanza di Natsuya e Mafuyu.
Hogan era rimasto
seduto sulle scale per tutto il tempo, intento a contare i gradini per
la noia.
Dopo diverso tempo,
mentre Iyv faceva la perquisizione della stanza dei due ragazzi
giapponesi, la porta del salotto si aprì e Helena si
presentò assonnata e preoccupata davanti a lui.
-Posso stare con te?-
chiese, stropicciandosi gli occhi.
-Non saresti dovuta
uscire.- rispose lui, ma lei si sedette ugualmente fra le sue gambe, un
gradino più in basso, accoccolandosi sul suo petto.
-Ehi!-
protestò lui, ma non la fece spostare.
Iyv al suo posto
avrebbe fatto un volo giù dalle scale da Guinness dei
primati.
L’americano
sorrise fra sé con tenerezza, carezzando la chioma castana
della sorellina. Voleva qualcosa da fare? Eccola lì. A lei
piaceva tanto quando lui le massaggiava i capelli. La faceva sentire
protetta. La mamma le accarezzava sempre la testa, ma era stato Hogan a
dare il via a quel modo di vezzeggiarla.
-Fratellone…-
disse lei, piano.
-Dimmi.-
-Secondo te,
è giusto che quando muore una persona, gli altri pensino
solo ai soldi?-
Hogan rimase un attimo
interdetto –Perché me lo chiedi?-
domandò.
-Il signor Mitsutani e
il signor Bowen stanno discutendo per questo.-
-Non
è neppure qui…- sospirò profondamente,
Iyv –Allora deve averla con sé, oppure
l’ha scaricata addosso a qualcuno o in qualche altra stanza
della villa, o fuori... - consultò l’orologio
–Non ho molto tempo prima che Blackmoore arrivi.-
Se non fosse stato per
quel contrattempo, si sarebbe dedicato alla caccia dell’arma
con più entusiasmo e attenzione. Proprio preferiva evitare
di vederlo, quello. Non poteva spuntarla ed era nel torto marcio.
Scosse la testa
respingendo i pessimi pensieri che s’impadronirono per un
istante della sua mente.
-Stammi
lontano o io…-
-Ti
prego, calmati.-
-No!
Io l’ammazzo! Ti giuro che l’ammazzo!-
Iyv
rivide i suoi occhi vitrei, la bava alla bocca, la pistola che
tentennava, preda di una mano malferma e agitata.
Allora
lui era così inesperto…
-Ti
prego…- disse, cercando di infondere in
quell’invasato un minimo di calma. Un poco di buon senso.
Lei
piangeva.
Lo
supplicava…
Lei…
Era
così giovane.
Strinse i pugni e i
denti.
-No…
merda… no…-
Strinse le mani fino a
far sbiancare le nocche.
Non era da lui
comportarsi così. Doveva calmarsi, rimettere su la sua aria
compiaciuta da buontempone e tornare da Hogan allegro e spensierato.
-Tsk…-
sospirò e passò alle altre stanze.
Non trovò
nulla in nessuna di esse.
Perquisì da
cima a fondo la villa, ma non trovò ancora nulla.
Così, decise di uscire e dare un’occhiata fuori.
Arrivato al pianerottolo dove stava il suo uomo, l’italiano
tentò di mettere su un bel sorriso per passare inosservato.
-Perché
quella faccia da funerale?- gli chiese Hogan appena lo vide.
Inutile dire che aveva
spirito di osservazione. Iyv cercò di rigirare la domanda.
-E tu che mi dici?
Prendi troppo freddo qui?- disse chinandosi su di lui.
-Non c’entra
un cacchio adesso. Allora? Trovato nulla?- era palesemente impaziente.
Iyv scosse la testa.
-No, niente arma.
Credo dovrò frugare per tutto il giardino…-
-A quest’ora
di notte? -
-Ho lo spray al
peperoncino!- esclamò quello alzando il braccio in segno di
vittorioso saluto –E poi, se non è uscito nessuno
dal salotto, sono perfettamente al sicuro, continua a fare la guardia,
mio eroe!-
Hogan mise il broncio.
-Perché non
facciamo il contrario? Il mio culo sta diventando di marmo!-
-Iyv…- fece
Helena mettendosi a sedere composta.
-Dimmi.- le disse lui.
-Poco fa il signor
Bowen ha iniziato a dire che ora che Haruka è morta dovevano
ridimensionare il budget e cose simili. Il signor Mitsutani allora se
l’è presa dicendogli che doveva vergognarsi per
aver pensato ai soldi in un momento simile… insomma, ti
sembra modo di comportarsi questo?!-
Era visibilmente
scossa, la ragazzina. Iyv le carezzò la testa.
-Il signor Bowen fa
gli interessi dell’azienda. Non è solo per lui, ma
anche per tutti loro collaboratori. Immagino abbia solo sbagliato i
tempi in cui iniziare il discorso, ma ti assicuro che non è
una persona avida. E’ solo molto razionale, ecco.-
-Lo conosci bene,
vedo…- Hogan lo fissò sottecchi e Iyv sorrise
maliziosamente.
-Ebbene sì.
Ti confesso che siamo stati molto intimi.-
Quando
all’americano quasi venne un infarto alla notizia,
l’italiano prese a ridere.
-Tu sei troppo
divertente. Grande e grosso e abbocchi ancora a certi scherzi!-
L’americano
allora si alzò di scatto e lo afferrò per il
bavero. Iyv mise le mani in avanti e non lo guardò in faccia
per non scoppiargli a ridere davanti.
-Smetti di fare
scherzi del cacchio!- lo strattonò.
-Quanto sei
permaloso.- fece quello, fissando un punto imprecisato oltre le scale.
La porta del salotto
si aprì piano e la testa di Emily fece capolino
sull’androne.
-Ehm…
Virgil?- domandò scrutando i tre sulle scale –Va
tutto bene?-
-Mi sta violentando.-
rispose l’italiano senza peli sulla lingua e con un tono
lamentoso.
E ancora, Hogan fu
lì per lì per buttarlo seriamente giù
dalle scale.
-Allora?-
Era la signorina
Salomè che si affacciava anche lei dal salotto.
-Ha scoperto qualcosa,
signor Varsittart?-
Hogan
ammutolì e Iyv gli lanciò un’eloquente
occhiata.
Allora
l’americano lo lasciò andare e il biondo rispose a
suo nome all’interlocutrice.
-Direi che siamo sulla
pista giusta, signorina. Stiamo arrivando per fare il punto della
situazione. Ci fareste la cortesia di accomodarvi?-
-Hai davvero in mano qualcosa?- domando Hogan al suo compagno, una
volta che furono di nuovo soli.
Quello scosse la testa.
-Solo una marea d'indizi. Ma voglio provare a far una cosetta. Fai come
ti dico e avremo il colpevole prima dell'alba.-
°°°
Si svegliò.
Dove si trovava?
Era tutto buio e
c’era un penetrante odore di ruggine.
Cercò di
mettersi a sedere, ma le braccia erano intorpidite e bloccate dietro la
schiena.
“Cos’è
successo?” pensò.
Provò a
parlare, ma qualcosa sulla sua bocca glielo impediva.
Sentiva delle voci e
dei rumori ovattati, ma non riuscì a emettere versi udibili.
Alla fine
lasciò perdere.
Cercò di
mettere a fuoco gli ultimi ricordi che affioravano nella sua mente
confusa.
-Ricordati
di chiamare
quando arrivi.- disse una voce.
Si, ma poi?
Batté
appena la testa sul pavimento.
“Che
diavolo è successo?”
°°°
Iyv aveva preso
nuovamente posizione accanto al caminetto.
Hogan era al centro
dell’attenzione collettiva, intento a chiedersi se fosse una
cosa saggia quello che stava per fare. Ma come si suol dire, via il
dente e via il dolore.
Cavoli di Iyv.
Fu breve, conciso e
secco, come suo solito.
-Ora vi
rivelerò il nome dell’assassino.- disse.
Gli occhi di tutti
erano sgranati e curiosi.
-Ci sono due persone
qui, che non hanno un alibi valido. Avete capito a chi mi riferisco,
vero?-
Sogghignò
nel leggere negli occhi dei presenti l’improvviso e doloroso
stupore.
Shuukako
tremò da capo a piedi sentendosi investita da tanti sguardi
attoniti e il signor Mitsutani deglutì sbiancando.
-Non sono stato
io…- fece l’uomo, spaurito da far pena
–Stavo dormendo… io…-
-Lei non ha un alibi,
così come la ragazza.- lo zittì
l’americano.
-No… non
può essere…- balbettò Mafuyu
–Shuukako non farebbe mai…-
-Hai le prove per
dimostrare che sia innocente?- gli chiese Hogan.
“Ma guardatelo. Fra
poco inizierà a fare il poliziotto cattivo.”
pensò sorridendo Iyv “Magari
fosse così anche a letto, invece di fare tante
storie.”
-Non l’ho
uccisa io…- disse tremante la ragazza
–Perché avrei dovuto?-
Hogan le si
parò davanti, mettendola ancor più a disagio con
la sua stazza.
Lei era avvolta nella
sua vestaglia da camera e stringeva fra le mani un fazzoletto
spiegazzato. Gli occhi erano colmi di lacrime, ma ritrovarono la grinta
quando Hogan rispose –Tutti vi hanno sentite discutere e hai
ammesso che lei ha baciato il tuo ragazzo. Ora lo neghi?-
-No,
però…- Shuukako non sapeva cosa dire.
-Ho trovato il tuo
orecchino fuori dalla porta del bagno.- continuò Hogan
–Da quando sei qui, ho notato che sei molto attenta e
precisa. Com’è che quell’orecchino era
in terra, allora?-
-Mi sarà
caduto!- ribatté lei.
Hogan allora rispose
–In bagno c’è uno specchio
più grande di te. Hai visto che ti mancava
l’orecchino e non sei andata a cercarlo?-
La ragazza aveva le
lacrime agli occhi.
-La smette di
trattarmi così?!- esclamò
–Io… io non l’ho uccisa…-
Allora Natsuya le mise
la mano sulla spalla e l’avvicinò a sé
per consolarla.
-Non è
stata lei. - sibilò –Nonostante tutto si
conoscevano dai tempi dell’asilo. Non avrebbe mai potuto
farlo.-
Hogan si
allontanò senza rispondere e Iyv gli porse il suo palmare.
-E di questo cosa mi
dici?- domandò, mostrando la foto dell’ultimo
messaggio di Haruka.
Shuukako rimase basita.
-Ma cosa…-
-E’ il suo
ultimo messaggio. E tu sei l’unica ad avere un carattere
simile.-
-Questo non
è del tutto vero. - s’intromise Mafuyu
–Anche io potrei essere considerato uno Tsundere.-
-Tu hai un alibi.-
ribatté Hogan –Tuttavia, qui
c’è un errore. Perché non Tsunderekko?
Forse l’assassino non conosce bene le tendenze dei
giovani...- fece una pausa -E quindi, scrivendo il messaggio, si
è scavato la fossa da solo.-
-Eh?- emise la
ragazza, ancor più confusa di prima.
Tutti tacquero.
Erano attoniti
già da prima, ma quando Hogan indicò Shinnosuke
Mitsutani, il silenzio fu tombale.
-Perché non
confessa, signor Mitsutani?-
Fine capitolo 5
Ok, questa volta ho gettato molta carne al fuoco. Hogan ha
già un gran mal di testa. La cosa comica è che
più scrivevo, più mi ricordava il grande
detective Kogoro XDDDD
Ci manca solo che si appisoli mentre parla e siamo a posto.
Iyv è... beh, idiota ok, ma questa volta ho deciso di
svelare un altro pezzetto di lui. Quando Blackmoore
arriverà, forse il mio caro piccolino dovrà
nascondersi in un angolino a fare cerchietti in terra e Hogan
dovrà fare l'uomo di casa. Ma c'è ancora tempo
prima dell'alba.
La questione dello tsundere... beh... ok, magari sembra stupida, ma non
è tanto campata per aria... Lo saprete, lo saprete U_U
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