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Autore: kymyit    17/03/2011    3 recensioni
Una nota casa discografica americana decide di lanciare una band giapponese visual kei: gli Shunkashuutou.
Una dei dirigenti invita nella sua villa, insieme agli ospiti asiatici, il suo amico d'infanzia italiano Iyv, il ragazzo di lui e la sua sorellina, Hogan ed Helena Russell.
Quando poi Haruka, la cantante, verrà trovata morta spetterà proprio all'italiano e al suo socio rimboccarsi le maniche e venire a capo del complicato mistero.
Perché niente è come viene fatto sembrare.
Se poi ci si mette un medico legale con cui Iyv ha un conto in sospeso, la situazione non è certo delle migliori.
Il resto dei presenti, eccetto Mafuyu, e forse Emily, rimase confuso a quella rivelazione. Persino Iyv restò a bocca aperta, perché aveva certo sospettato una soluzione così romanzesca, ma era troppo… romanzesca, appunto, e l’aveva accantonata nella sua mente per ricercare le prove ed evitare di seguire immediatamente una pista che avrebbe potuto rivelarsi fasulla.
La sua regola principale era: non concentrarti mai su un qualcosa, vaglia le varie ipotesi, prendi tutto per plausibile e solo dopo sfoltisci le idee, quando sarai sicuro che alcune possano essere scartate.
E prove ce n’erano a favore di quella verità, mancava il movente, e temeva di saperlo. Era in casi come quelli che bisognava puntare il fascio di luce teatrale sul colpevole e farsi spiegare, raccontare, ogni cosa.

[Rat: arancio, rosso al terzo capitolo, ma non troppo rosso]
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Iyv & Hogan'
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Capitolo 5: Rivelazioni shock prima dell’alba.





Aggrappati a quel ricordo e piangi
Perché solo le lacrime e il dolore
Possono farti sentire vivo.
Stupisciti di quanto è cruda questa verità.
(Tears, Shunkashuutou)



Iyv tornò nella stanza delle due nipponiche con circospezione.
Una scena del crimine fa sempre uno strano effetto a chi vi entra. Ci si sente inadeguati e non pronti a cosa ci si può trovare innanzi. C’è la morte nell’aria e un corpo senza vita. Una persona che alle volte pare dormire, altre volte è talmente assurdo che tutto quel sangue, che tutta quella situazione, sia reale. E quasi ci si aspetta che un qualche fantomatico regista esclami –Stoooop!- e che il protagonista dell’orrido spettacolo si alzi come se nulla fosse accaduto, scrollandosi di dosso il sangue e il cerone mortuale.
Iyv non era un attore.
Non per carriera.
Non recitava.
Non nei film.
Recitava nella vita reale di fronte agli estranei, ma le persone intorno a lui morivano sul serio.
E di fronte ad Haruka non poté che sentire una scossa di rispetto al cuore per una ragazza che neppure ben conosceva. Aveva un bel sorriso, però. E ogni bel sorriso spento le rammentava quel piccolo angelo che non era riuscito a salvare.
Strinse i pugni.
“Non è certo questo il momento…” pensò e prese a cercare qualcosa per la camera.
Un’arma! Un coltello, un pugnale, qualsiasi cosa di tagliente e con cui esercitare una certa forza.
L’italiano tentò di ricostruire la scena dal punto di vista di Shuukako.
-Se fosse stata lei, dunque…-
Si piazzò davanti al letto di Haruka e prese a gesticolare, poi si allontanò. Aveva acceso il cronometro. Si fermò ancora come a discutere con lei, poi si chiuse in bagno. Il lavandino era bagnato e Shuukako non aveva rimesso in ordine. Poco prima aveva dato un’occhiata sommaria.
Terminata la virtuale ricostruzione del delitto, azzerò il cronometro e memorizzò il tempo impiegato, che, ad ogni modo, era soltanto un parametro indicativo. Tornò nuovamente in bagno e diede un’occhiata più approfondita. Perché nella stanza lui e Hogan non avevano trovato nulla.
-Si è lavata la testa.- disse pensieroso -Se avesse ucciso prima Haruka, ci sarebbe del sangue, ma qui mi sembra tutto pulito.- mise il broncio –Uff… avrei dovuto portarmi dietro del luiminol…-
Gli venne in mente un plausibile nascondiglio, così tolse il coperchio al serbatoio dell’acqua per il gabinetto e diede un’occhiata dentro.
Nulla.
Solo acqua.
Sospirò.
Se l’assassina era Shuukako, aveva tutto il tempo di liberarsi dell’arma, ma, di contro, non aveva così tanti minuti a disposizione per ripulire eventuali schizzi di sangue e simili. Il bagno era immacolato e il sangue si limitava soltanto alla zona in cui avevano rinvenuto il corpo e a quell’orecchino trovato da Hogan vicino alla porta del bagno. L’altro orecchino era nel piccolo portagioie di Shuukako. Il che rendeva la situazione ancora più strana.
Iyv era perciò convinto che non fosse lei la colpevole. Glielo suggeriva il suo istinto, innanzitutto, e in più c’era quel messaggio. Prima di parlarne con i presenti doveva avere qualcosa di più in mano. Guardò il suo palmare e vi scoprì un mms non letto da parte di Theodore.
-Molto bene, amico, vediamo che hai da riferire.- disse fra sé, assorto, pigiando il tasto d’invio. Il messaggio fu aperto e davanti agli occhi verdi dell’italiano comparvero i caratteri ツンデレ con annessa lettura e traduzione.

Tsundere: dicesi di un personaggio forte e combattivo che si rivela generoso e amorevole, contraddicendo così l’apparenza iniziale del suo carattere. ツンデレっ娘, Tsunderekko, è il sostantivo usato per indicare una ragazza col carattere Tsundere.

“Interessante…” pensò e, mentre rifletteva, Iyv continuò a stuzzicarsi il mento e le labbra col pollice e l’indice. “La cerchia dei sospetti si stringe, ma c’è qualcosa che non va… perché scrivere un aggettivo invece del nome? E poi… solo il primo carattere sembra chiaro…”
Ormai era sicuro al cento per cento che qualcuno aveva stravolto il messaggio per accusare qualcun altro.
Mentre usciva dalla stanza di Haruka e Shuukako, ricevette un altro messaggio di Theodore.
Quello che lesse gli piacque ancora meno di tutta quella situazione.
Allan Blackmoore si stava dirigendo a villa Bloomfield!
Chiuse a chiave la porta della stanza per evitare intrusioni da parte dell’assassino, nel caso questi, o questa, avesse voluto cancellare eventuali prove e si appoggiò alla parete, sconsolato.
-Questa non ci voleva proprio…- disse piano e socchiuse gli occhi in preda allo sconforto.
Dopo un pesante sospiro e la triste constatazione che Blackmoore avrebbe raggiunto la villa appositamente per rompergli le uova nel paniere, l’italiano entrò nella stanza di Natsuya e Mafuyu.


Hogan era rimasto seduto sulle scale per tutto il tempo, intento a contare i gradini per la noia.
Dopo diverso tempo, mentre Iyv faceva la perquisizione della stanza dei due ragazzi giapponesi, la porta del salotto si aprì e Helena si presentò assonnata e preoccupata davanti a lui.
-Posso stare con te?- chiese, stropicciandosi gli occhi.
-Non saresti dovuta uscire.- rispose lui, ma lei si sedette ugualmente fra le sue gambe, un gradino più in basso, accoccolandosi sul suo petto.
-Ehi!- protestò lui, ma non la fece spostare.
Iyv al suo posto avrebbe fatto un volo giù dalle scale da Guinness dei primati.
L’americano sorrise fra sé con tenerezza, carezzando la chioma castana della sorellina. Voleva qualcosa da fare? Eccola lì. A lei piaceva tanto quando lui le massaggiava i capelli. La faceva sentire protetta. La mamma le accarezzava sempre la testa, ma era stato Hogan a dare il via a quel modo di vezzeggiarla.
-Fratellone…- disse lei, piano.
-Dimmi.-
-Secondo te, è giusto che quando muore una persona, gli altri pensino solo ai soldi?-
Hogan rimase un attimo interdetto –Perché me lo chiedi?- domandò.
-Il signor Mitsutani e il signor Bowen stanno discutendo per questo.-


-Non è neppure qui…- sospirò profondamente, Iyv –Allora deve averla con sé, oppure l’ha scaricata addosso a qualcuno o in qualche altra stanza della villa, o fuori... - consultò l’orologio –Non ho molto tempo prima che Blackmoore arrivi.-
Se non fosse stato per quel contrattempo, si sarebbe dedicato alla caccia dell’arma con più entusiasmo e attenzione. Proprio preferiva evitare di vederlo, quello. Non poteva spuntarla ed era nel torto marcio.
Scosse la testa respingendo i pessimi pensieri che s’impadronirono per un istante della sua mente.

-Stammi lontano o io…-
-Ti prego, calmati.-
-No! Io l’ammazzo! Ti giuro che l’ammazzo!-
Iyv rivide i suoi occhi vitrei, la bava alla bocca, la pistola che tentennava, preda di una mano malferma e agitata.
Allora lui era così inesperto…
-Ti prego…- disse, cercando di infondere in quell’invasato un minimo di calma. Un poco di buon senso.
Lei piangeva.
Lo supplicava…
Lei…
Era così giovane.

Strinse i pugni e i denti.
-No… merda… no…-
Strinse le mani fino a far sbiancare le nocche.
Non era da lui comportarsi così. Doveva calmarsi, rimettere su la sua aria compiaciuta da buontempone e tornare da Hogan allegro e spensierato.
-Tsk…- sospirò e passò alle altre stanze.
Non trovò nulla in nessuna di esse.
Perquisì da cima a fondo la villa, ma non trovò ancora nulla. Così, decise di uscire e dare un’occhiata fuori. Arrivato al pianerottolo dove stava il suo uomo, l’italiano tentò di mettere su un bel sorriso per passare inosservato.
-Perché quella faccia da funerale?- gli chiese Hogan appena lo vide.
Inutile dire che aveva spirito di osservazione. Iyv cercò di rigirare la domanda.
-E tu che mi dici? Prendi troppo freddo qui?- disse chinandosi su di lui.
-Non c’entra un cacchio adesso. Allora? Trovato nulla?- era palesemente impaziente.
Iyv scosse la testa.
-No, niente arma. Credo dovrò frugare per tutto il giardino…-
-A quest’ora di notte? -
-Ho lo spray al peperoncino!- esclamò quello alzando il braccio in segno di vittorioso saluto –E poi, se non è uscito nessuno dal salotto, sono perfettamente al sicuro, continua a fare la guardia, mio eroe!-
Hogan mise il broncio.
-Perché non facciamo il contrario? Il mio culo sta diventando di marmo!-
-Iyv…- fece Helena mettendosi a sedere composta.
-Dimmi.- le disse lui.
-Poco fa il signor Bowen ha iniziato a dire che ora che Haruka è morta dovevano ridimensionare il budget e cose simili. Il signor Mitsutani allora se l’è presa dicendogli che doveva vergognarsi per aver pensato ai soldi in un momento simile… insomma, ti sembra modo di comportarsi questo?!-
Era visibilmente scossa, la ragazzina. Iyv le carezzò la testa.
-Il signor Bowen fa gli interessi dell’azienda. Non è solo per lui, ma anche per tutti loro collaboratori. Immagino abbia solo sbagliato i tempi in cui iniziare il discorso, ma ti assicuro che non è una persona avida. E’ solo molto razionale, ecco.-
-Lo conosci bene, vedo…- Hogan lo fissò sottecchi e Iyv sorrise maliziosamente.
-Ebbene sì. Ti confesso che siamo stati molto intimi.-
Quando all’americano quasi venne un infarto alla notizia, l’italiano prese a ridere.
-Tu sei troppo divertente. Grande e grosso e abbocchi ancora a certi scherzi!-
L’americano allora si alzò di scatto e lo afferrò per il bavero. Iyv mise le mani in avanti e non lo guardò in faccia per non scoppiargli a ridere davanti.
-Smetti di fare scherzi del cacchio!- lo strattonò.
-Quanto sei permaloso.- fece quello, fissando un punto imprecisato oltre le scale.
La porta del salotto si aprì piano e la testa di Emily fece capolino sull’androne.
-Ehm… Virgil?- domandò scrutando i tre sulle scale –Va tutto bene?-
-Mi sta violentando.- rispose l’italiano senza peli sulla lingua e con un tono lamentoso.
E ancora, Hogan fu lì per lì per buttarlo seriamente giù dalle scale.
-Allora?-
Era la signorina Salomè che si affacciava anche lei dal salotto.
-Ha scoperto qualcosa, signor Varsittart?-
Hogan ammutolì e Iyv gli lanciò un’eloquente occhiata.
Allora l’americano lo lasciò andare e il biondo rispose a suo nome all’interlocutrice.
-Direi che siamo sulla pista giusta, signorina. Stiamo arrivando per fare il punto della situazione. Ci fareste la cortesia di accomodarvi?-
-Hai davvero in mano qualcosa?- domando Hogan al suo compagno, una volta che furono di nuovo soli.
Quello scosse la testa.
-Solo una marea d'indizi. Ma voglio provare a far una cosetta. Fai come ti dico e avremo il colpevole prima dell'alba.-

°°°

Si svegliò.
Dove si trovava?
Era tutto buio e c’era un penetrante odore di ruggine.
Cercò di mettersi a sedere, ma le braccia erano intorpidite e bloccate dietro la schiena.
“Cos’è successo?” pensò.
Provò a parlare, ma qualcosa sulla sua bocca glielo impediva.
Sentiva delle voci e dei rumori ovattati, ma non riuscì a emettere versi udibili.
Alla fine lasciò perdere.
Cercò di mettere a fuoco gli ultimi ricordi che affioravano nella sua mente confusa.
-Ricordati di chiamare quando arrivi.- disse una voce.
Si, ma poi?
Batté appena la testa sul pavimento.
“Che diavolo è successo?”

°°°


Iyv aveva preso nuovamente posizione accanto al caminetto.
Hogan era al centro dell’attenzione collettiva, intento a chiedersi se fosse una cosa saggia quello che stava per fare. Ma come si suol dire, via il dente e via il dolore.
Cavoli di Iyv.
Fu breve, conciso e secco, come suo solito.
-Ora vi rivelerò il nome dell’assassino.- disse.
Gli occhi di tutti erano sgranati e curiosi.
-Ci sono due persone qui, che non hanno un alibi valido. Avete capito a chi mi riferisco, vero?-
Sogghignò nel leggere negli occhi dei presenti l’improvviso e doloroso stupore.
Shuukako tremò da capo a piedi sentendosi investita da tanti sguardi attoniti e il signor Mitsutani deglutì sbiancando.
-Non sono stato io…- fece l’uomo, spaurito da far pena –Stavo dormendo… io…-
-Lei non ha un alibi, così come la ragazza.- lo zittì l’americano.
-No… non può essere…- balbettò Mafuyu –Shuukako non farebbe mai…-
-Hai le prove per dimostrare che sia innocente?- gli chiese Hogan.
“Ma guardatelo. Fra poco inizierà a fare il poliziotto cattivo.” pensò sorridendo Iyv “Magari fosse così anche a letto, invece di fare tante storie.”
-Non l’ho uccisa io…- disse tremante la ragazza –Perché avrei dovuto?-
Hogan le si parò davanti, mettendola ancor più a disagio con la sua stazza.
Lei era avvolta nella sua vestaglia da camera e stringeva fra le mani un fazzoletto spiegazzato. Gli occhi erano colmi di lacrime, ma ritrovarono la grinta quando Hogan rispose –Tutti vi hanno sentite discutere e hai ammesso che lei ha baciato il tuo ragazzo. Ora lo neghi?-
-No, però…- Shuukako non sapeva cosa dire.
-Ho trovato il tuo orecchino fuori dalla porta del bagno.- continuò Hogan –Da quando sei qui, ho notato che sei molto attenta e precisa. Com’è che quell’orecchino era in terra, allora?-
-Mi sarà caduto!- ribatté lei.
Hogan allora rispose –In bagno c’è uno specchio più grande di te. Hai visto che ti mancava l’orecchino e non sei andata a cercarlo?-
La ragazza aveva le lacrime agli occhi.
-La smette di trattarmi così?!- esclamò –Io… io non l’ho uccisa…-
Allora Natsuya le mise la mano sulla spalla e l’avvicinò a sé per consolarla.
-Non è stata lei. - sibilò –Nonostante tutto si conoscevano dai tempi dell’asilo. Non avrebbe mai potuto farlo.-
Hogan si allontanò senza rispondere e Iyv gli porse il suo palmare.
-E di questo cosa mi dici?- domandò, mostrando la foto dell’ultimo messaggio di Haruka.
Shuukako rimase basita.
-Ma cosa…-
-E’ il suo ultimo messaggio. E tu sei l’unica ad avere un carattere simile.-
-Questo non è del tutto vero. - s’intromise Mafuyu –Anche io potrei essere considerato uno Tsundere.-
-Tu hai un alibi.- ribatté Hogan –Tuttavia, qui c’è un errore. Perché non Tsunderekko? Forse l’assassino non conosce bene le tendenze dei giovani...- fece una pausa -E quindi, scrivendo il messaggio, si è scavato la fossa da solo.-
-Eh?- emise la ragazza, ancor più confusa di prima.
Tutti tacquero.
Erano attoniti già da prima, ma quando Hogan indicò Shinnosuke Mitsutani, il silenzio fu tombale.
-Perché non confessa, signor Mitsutani?-

Fine capitolo 5




Ok, questa volta ho gettato molta carne al fuoco. Hogan ha già un gran mal di testa. La cosa comica è che più scrivevo, più mi ricordava il grande detective Kogoro XDDDD
Ci manca solo che si appisoli mentre parla e siamo a posto.
Iyv è... beh, idiota ok, ma questa volta ho deciso di svelare un altro pezzetto di lui. Quando Blackmoore arriverà, forse il mio caro piccolino dovrà nascondersi in un angolino a fare cerchietti in terra e Hogan dovrà fare l'uomo di casa. Ma c'è ancora tempo prima dell'alba.
La questione dello tsundere... beh... ok, magari sembra stupida, ma non è tanto campata per aria... Lo saprete, lo saprete U_U

   
 
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