Due*
-No-
-Si-
-No-
-Si-
-Si-
-No..
Oh, accidenti!-
Marzia
scoppiò sonoramente a ridere, mentre una soddisfattissima
Lily faceva l’occhiolino ad una sconfitta Mary.
Quest’ultima voltò il capo dall’altro
lato, in un’infantile broncio, mentre l’amica se la
rideva divertita. Era da quella mattina che non smettevano di
stuzzicarsi sugli argomenti più disparati. La scuola aveva
messo di buonumore tutti.
O
almeno quasi tutti, pensò Lily gettando
un’occhiata al Gruppo.
I
soliti cinque: Regulus Black, Severus Snape, Alphred Nott, Sabrina
Zabini e Mark Parkinson.
Un
brivido le percorse la schiena al pensiero che, solo un paio
d’anni prima, Severus Snape era il suo migliore amico.
Finché quell’oscurità di amava
circondarsi non l’aveva preso completamente con
sé..
-E
comunque Sirius Black è
il più bello che ci sia..-
Lily,
esasperata, si lasciò andare contro il corpo
dell’amica rischiando di farla quasi cadere.
Inciampò in un primino minuscolo e scivolò lungo
il muro, mentre la borsa le si apriva e i libri si rovesciavano.
-EVANS!-
sbraitò, i chiari occhi nocciola pervasi da una vena
diabolica.
Lily
e Marzia non facevano che ridere, aggrappate l’una a
l’altra. Erano questi i giorni che Lily avrebbe voluto
imprimersi nella memoria. Questi giorni di spensierata allegria, di
forte amicizia, di solida stabilità.
Cosa
che la guerra non è che permettesse molto.
Dopo
aver recuperato i quaderni e i libri rovesciati, dopo aver ascoltato le
minacce di morte di Mary –Provaci di nuovo e ti appendo per i
pollici al cornicione della finestra di Astronomia, nuda e legata
strettamente a Nott!-, le tre si decisero finalmente a dirigersi verso
la classe.
Martedì
2 Settembre 1976, prima ora: Storia della Magia.
Lily
roteò gli occhi. Noia mortale.
Entrarono
che il professor Ruf già svolazzava dietro la cattedra con
gli occhi vacui puntati in chissà quale sogno o
reminescenza. Le ragazze sospirarono teatralmente. Ce ne sarebbe voluto
di coraggio per affrontare quell’ora di suicidio!
Grifondoro
e Tassorosso si raggrupparono in due file separate chiacchierando,
però, amichevolmente fra loro. La rossa salutò un
paio d’amici e si sistemò al penultimo banco, con
accanto Marzia.
Mary
si andò a sedere, con espressione per niente dispiaciuta,
affianco ad un belloccio Tassorosso. Justin, le pareva si chiamasse.
Quello le sorrise dolcemente e Mary contraccambiò,
effettuando la sua mossa speciale.
Scosse
i capelli con fare seducente, gli occhi appena socchiusi, e una mano
che, lentamente, saliva ad aggiustarsi i ciuffi ribelli che
minacciavano di calarle sugli occhi.
Lily
vide distintamente la mascella di Justin toccare il pavimento della
classe.
-Atterrato-
mormorò a mezza voce Marzia e le due risero allegre.
La
lezione, sfortunatamente, cominciò. I Goblin. Che cosa
interessante.
Dieci
minuti e i ragazzi scarabocchiavano distrattamente sulle loro
pergamene, compresa Lily. L’espressione svagata, la testa
appoggiata mollemente alla mano sinistra e quella destra che si muoveva
sul foglio.
Non
aveva preso appunti.
Il
titolo l’ho scritto, però.
Un
sottile sorriso le si disegnò sulle labbra mentre
approssimava l’immagine di un buffo mago tutto impettito.
Scrisse di tutto: frasi di canzoni, pensieri sconnessi, impressioni,
bizzarre caricature. Ogni tanto, però, scorgeva Marzia
lanciare occhiate strane, dolci, dietro la sua schiena. La prima volta,
si disse che semplicemente lanciava sguardi dalla finestra. Ma dopo la
seconda, terza e quarta volta, non riuscì più ad
ignorarlo. Si tirò su e, perplessa, seguì il suo
sguardo ora colpevole.
Una
ragazza di Tassorosso?!
Lily
fissò scandalizzata Marzia, che aveva abbassato il viso
tutta rossa. Ritornò a guardare, tanto per essere sicure..
E
Remus Lupin ricambiò il suo sguardo.
Era
seduto nei banchi dietro la biondina e aveva inclinato la testa con
fare interrogativo.
‘Che
c’è?’
Lily
scosse la testa in risposta mentre le spuntava un sorrisetto che
proprio non riusciva a trattenere. Sentì l’amica
darle una micidiale, dolorosa, gomitata nei fianchi, ma non smise di
guardarsi attorno con nuova allegria.
Due
ragazzi che si guardavano palesemente innamorati, due ragazze che
ridacchiavano fra loro stringendo pezzi di pergamena fra le mani unite,
una Grifondoro intenta a fissare imbambolata Sirius Black..
Un
momento.
Ma..
-Somo!-
bisbigliò sporgendosi.
Quella
sobbalzò e sembrò ritirare d’improvviso
quello sguardo incantato dentro di sé. La fissò
scocciata, come avesse interrotto la visione di un film avvincente.
Lily agitò le mani in modo strano.
‘Ma
che stai facendo?’
Somo
scrollò le spalle, lanciandole uno sguardo attonito e
agitando la testa.
‘Che
vuoi?! E’ carino!’
La
rossa si lasciò andare contro lo schienale della sedia di
legno e scosse la testa.
‘Sei
senza speranza’
L’altra
le fece una linguaccia.
‘Ha
parlato.’
Un
sorriso spuntò sulle labbra di Lily, ma subito si spense
quando i suoi occhi indugiarono sul professore. Sospirò,
abbandonandosi ad occhi chiusi.
Sentì
Marzia scarabocchiare sulla sua pergamena e sbirciò.
“-
41 minuti alla fine!”
*
Quarantadue
minuti dopo, le ragazze erano nuovamente in giro per i corridoi, in
cerca della prossima aula. Difesa Contro le Arti Oscure. Che delizia.
E
la mattinata trascorse così, fra Storia, Difesa e
Incantesimi. In men che non si dica, era già arrivata ora di
pranzo, e lo stomaco di Lily brontolava sonoramente, richiedendo
carburante. Le tre si unirono chiacchierando alla fiumana che si
dirigeva in Sala Grande.
-Dopo
che abbiamo?- stava chiedendo Marzia.
-Erbologia-
rispose Lily sbadigliando.
L’unica
cosa che odiava della scuola era la sveglia.
Mhm..
forse anche i compiti, eh?
Scosse
la testa, lanciando un’occhiata maliziosa
all’indirizzo della riccia, che ricambiò
perplessa. Poi, si girò con fare baldanzoso verso Mary.
-Sai
cosa ho notato oggi, Mary?- trillò allegra.
Quella
parve intuire qualcosa, perché subito un’aria
complice le si dipinse sul viso.
-Si?-
-Che
la nostra cara amica Marzia, qui presente..- la suddetta le
afferrò il braccio, forte -..lanciava occhiate ambigue verso
una persona di nostra conoscenza-
Marzia
gemette, continuando a scrollarla per implorarla di smetterla, mentre
Mary, dall’altra parte, sbarrava gli occhi nocciola, sorpresa.
-Chi?-
domandò, avida di informazioni.
Lily
non rispose subito, assaporando quell’atmosfera di attesa e
sorridendo enigmatica. L’amica alla sinistra diede in un
ultimo, disperato, strattone al suo braccio.
-Remus
Lupin!-
Entrambe
le amiche trattennero rumorosamente il fiato, tanto che per un attimo
le loro guance si colorarono di rosso. La ragazza scoppiò in
una risata di gusto, mentre vedeva chiaramente l’entusiasmo
prendere rapidissimamente possesso di Mary.
Marzia
si coprì il viso con le mani.
-So
cosa fare!- cinguettò Mary a voce alta –E come
farlo! Tranquilla, Mar, me ne occupò io! Oh, vedrete,
vedrete! Devo andare, scappare, fuggire! Oh, quante cose da fare e
quanto poco tempo! Bisognerà che mi ci applichi! A dopo-
E
corse via, dileguandosi fra la folla dei loro compagni di scuola.
Calò
il silenzio.
-Sono
morta- esclamò infine Marzia con tono sconsolato.
Lily le circondò la vita, sorridendo, e conducendola
attraverso la massa di persone. Finalmente, dopo cinque
minuti a lottare con le unghie e con i denti, riuscirono ad entrare
nella Sala Grande, il cui nome ne esprimeva la magnificenza e la
grandezza. Il loro tavolo era quello vicino alla finestre di destra, ed
era già pieno di una buona metà dai Grifondoro.
Al
loro fianco c’erano i Tassorosso, poi i Corvonero e infine i
Serpeverde.
Attente
a non incontrare gli sguardi dei loro compagni verde-argento, le due si
diressero tranquille verso il loro tavolo. Intravidero un paio di volte
Mary aggirarsi indaffarata fra i Grifondoro e i Corvonero, con
l’espressione di chi regge sulle spalle la
responsabilità di un compito gravoso, di chissà
quale missione che avrebbe decretato la vita e la morte di
più persone.
A
Lily dispiaceva che Marzia fosse rimasta abbattuta da quella cosa, ma
d’altronde sapeva che Mary non aveva eguali in forma-coppie.
Poteva essere un buono spunto per far uscire la loro amica dal guscio
di timidezza che la circondava.
Si
sedettero in mezzo ai loro coetanei, già pronte ed
agguerrite ad aggredire i piatti che sarebbero comparsi di
lì a poco. Il preside entrò insieme agli
insegnanti una decina di minuti dopo, proprio mentre anche Somo si
aggiungeva alle due.
-Ehy-
salutò mentre le portate comparivano.
Lily
e Marzia risposero al saluto, iniziando a riempirsi i piatti di tutto
quel ben di dio che c’era sull’enorme tavolo. Un
allegro vociare riempiva la Sala Grande ed era uno sfondo perfetto a
conversazioni amichevoli.
-Stasera
occuperò io il bagno per prima- disse con voce solenne Somo,
addentando soddisfatta del pane importato dalla Francia.
Lily
rise –Si, certo. Lo dici sempre, e sempre ti smentisci-
L’altra
parve offesa, ma non ebbe modo di dir nulla perché dal nulla
comparve Mary, i capelli castani scompigliati e gli occhi lucidi. Con
le guance arrossate e il fiato leggermente accelerato, sorrise e si
sedette. Le tre la guardavano in silenzio mentre si riempiva il piatto
di patate al forno e tacchino. Aveva l’aspetto di una
naufraga.
-Ehm..-
abbozzò Marzia, scostandosi di poco dall’amica
-..tutto bene?-
Mary
alzò il viso, rivelando uno sguardo folle. Rise
–Ma certo. Certissimo. Più che certo!-
E,
così com’era comparsa, afferrò il
piatto carico di cibo e scomparve nella folla che stava ancora
dirigendosi verso i tavoli.
Somo,
Marzia e Lily si guardarono.
-Sarà
una lunga giornata- esordì la prima.
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Si,
è un capitolo schifosamente corto e, si, sono in schifoso
ritardo.
Faccio
schifo.
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