ALBUS
Quando Scorpius gli si avvicinò
quella mattina, Albus Potter fece finta di ignorare lo sguardo sul volto
dell'amico. Se non fosse stato un giorno di sole, avrebbe immaginato una
tempesta di grandine e pioggia nell'arco di poche ore. "Ehi, amico mio, hai un
aspetto terribile." Disse, cacciando i libri di Trasfigurazione nella sua sacca
e portandosela alle spalle.
"Non credo di sentirmi molto
bene."
Albus aggrottò la fronte, "Se
hai intenzione di morire, mi piacerebbe avere la tua collezione di Playwitch."
Scorpius avvampò. "Io non ho la
collezione. Solo qualche albo." Precisò. "E comunque, ho paura che dovremmo
rinviare la nostra serata. Ho come la sensazione che potrei vomitare da un
momento all'altro."
"Per Merlino!" Albus finse
disgusto, ritraendosi. "Non voglio esserti vicino quando succederà."
"Credevo fossimo amici."
"Certo, ma non fino a questo
punto!" Scherzò il giovane Potter, regalando una pacca sulla spalla dell'amico.
"Tranquillo, piuttosto, va a riposarti. Natale si avvicina! Non vorrai mica
stare male per un'occasione del genere?"
Scorpius annuì e si avviò con i
libri sotto braccio; Albus aspettò di vederlo uscire dalla Biblioteca, prima di
avviarsi verso la Sala Grande. Il fatto che Hogwarts fosse praticamente vuota,
nonostante fosse un giorno di lezione, non riusciva a mettergli addosso alcuna
tristezza. Vedendola in quel modo, Albus non aveva problemi a godersi le aule
vuote, il cortile innevato e la Sala Comune di Grifondoro, il più delle volte
gremita come non mai. Benché amasse la compagnia, sapeva apprezzare anche la
solitudine. Era convinto che nella vita di una persona dovessero esistere anche
quei momenti, quei momenti in cui si faceva i conti unicamente con se stessi.
Quando entrò nella Sala Grande
un leggero brusio lo circondò. Alcuni studenti avevano preso posto ai propri
tavoli, chiacchierando allegramente, aspettando la lezione successiva oppure
attendendo l'indomani sera, quando avrebbero fatto ritorno a casa. Nel tavolo di
Grifondoro notò una chioma rossiccia, segno che un Potter od un Weasley era nei
paraggi.
"Ehi, Lily." Quando riconobbe
la sorella, il giovane si sedette di fianco a lei.
"Al." Lo salutò lei, addentando
un dolce senza alcuna pietà. "Cofa fai offi?"
Albus sollevò un sopracciglio,
divertito. "Prego?"
Lily deglutì, leccandosi le
labbra sporche di cioccolata. "Cosa fai oggi?" Ripetè, addentando il dolce una
seconda volta.
Albus scrollò le spalle.
"Credo, niente. Scorpius mi ha dato buca."
Lily sospirò. "Anche Rose, mi
sto annoiando."
Il giovane Grifondoro afferrò
un dolce nel piatto della sorella. "Lei che fa?"
Lily scrollò le spalle. "Una
ricerca avanzata per la McGonall."
"Stai scherzando? Santo cielo,
ogni giorno che passa ho il timore sempre più grande di non poter rispondere più
allo zio!"
Lily l'osservò con sguardo
interrogativo. "Ogni volta che mi vede, mi chiede se gli somiglia." Spiegò
Albus, accovacciandosi con le braccia sul tavolo. "Ed ogni volta diventa sempre
più imbarazzante dirgli di sì."
"Lo zio Ron ci tiene; non
sopporta l'idea che Rose sia tutta la zia. Detto tra noi è ancora più carina."
Albus rise, "Peccato sia tanto
bisbetica quanto intelligente."
"Aha, sbagliato. Ha un
ragazzo!"
Albus sgranò lo sguardo.
"Impossibile, non ci credo!"
Lily annuì. "Oggi, dopo le
lezioni l'ho vista mettersi tutta in tiro. Quando le ho fatto notare la cosa si
è rimessa la divisa. Ho insistito, ma non sono riuscita ad ottenere
informazioni."
"Non l'ho mai vista
interessarsi a nessuno."
"Perché è furba." Disse Lily,
accartocciando la carta del dolce. "E lo è perché non vuole che si venga a
sapere. Sono arrivata a pensare che potrebbe essere un Serpeverde, tanto è la
cura maniacale con la quale lo nasconde."
"Un Serpeverde?!" Boccheggiò
Albus, "Oh, beh, non ci sarebbe niente di male... in fondo, esiste anche
qualcuno di normale." Concluse, riferendosi a Scorpius.
"Per noi, forse. Ma gli zii non
credo la prenderebbero bene."
Albus scosse la testa. "Si
ostinano a voler vedere i Serpeverde come dei nemici, ma i tempi sono cambiati."
"Quindi non saresti geloso?"
Domandò Lily.
"Chi, io? Nient'affatto. E' mia
cugina, con te sarebbe diverso."
Lily gonfiò le guance,
indispettita. "Niente Serpeverde?"
"E' da valutare." Disse Albus,
scherzando. "Inoltre, anche James avrebbe da che ridire."
"Uffa," Sbottò Lily, portandosi
in piedi. "Beh, ci si vede fratellone. Torni con me in Sala Comune?"
"Mhm, no," Disse pensieroso.
"Vai pure, andrò a trovare Scorpius. Stava davvero male stamani."
"E tu conosci la parola
d'ordine?" Lily aggrottò la fronte, mentre il fratello annuì.
"Me l'ha data una volta ad
Hogsmeade, quando si ubriacò di Burrobirra."
Lily roteò lo sguardo, salutò
il fratello di fronte alla Signora Grassa e scomparve nella Sala Comune. Rimasto
solo, Albus si avviò verso i sotterranei di Serpeverde. Conoscere la parola
d'ordine aveva avuto i suoi vantaggi, senza farlo sapere a Scorpius, lui e James
avevano commesso diverse scorribande ai danni dei Serpeverde. Era vero che la
rivalità tra le due Case era sempre molto forte, ma non in termini negativi. Sia
i suoi genitori che i suoi zii, compresi i parenti vari, erano rimasti radicati
alla storia, quando in realtà tutto era cambiato dalla caduta del Signore
Oscuro.
Giunto ai sotterranei, Albus
intravide un'ombra sgattaiolare giù per le scale fino alla parete di pietra.
Pensando a qualche Serpeverde, si accostò dietro ad un angolo ed attese che le
rocce si richiudessero su stesse. Dopo qualche minuto, si avvicinò, pronunciò la
parola d'ordine ed entrò con circospezione. Anche se la maggior parte degli
studenti era partita per Hogwarts, ciò non voleva dire che non ci fosse nessuno.
La Sala Comune di Serpeverde
era deserta ad eccezione di una sacca che giaceva abbandonata per terra. Albus
indugiò su di essa con la sensazione di averla vista appresso a qualcuno, a
qualcuno di molto familiare. Intravide delle iniziali, R. W., che fecero nascere
in lui un assurdo sospetto.
Si fiondò senza indugi nel
corridoio che sapeva portare al dormitorio maschile e giunto di fronte alla
stanza di Scorpius bussò per tre volte, entrando dopo aver udito la flebile voce
dell'amico. Il buio fu tale da non permettergli di distinguere il letto del
ragazzo, tanto che procedette a tentoni, ricordandosi in un secondo momento
della possibilità di usare la bacchetta. Quando sentì una gamba contro una
sponda soffice, fece per chiamare Scorpius, ma una stretta al polso lo sorprese.
"Ehi, Ma allora sei sveglio!"
Sbottò Albus, un po' per lo spavento, un po' per la sorpresa. La poca luce che
filtrava dal corridoio gli permise di osservare la figura di Scorpius che
arrancava sul letto.
"Lumus!" Lo sentì esclamare,
"Che ci fa TU qui?!"
Albus l'osservò contrariato,
"Bel modo di rivolgersi a chi era preoccupato per te." Si sentì offeso.
"Preoccupato per cosa?"
Albus soffocò una mezza risata,
"Come, per cosa? Hai detto che stavi male."
"Ah, già. Stavo male." Udì
Scorpius bisbigliare, "Sì, sì, sto malissimo."
"Forse faresti bene a farti
vedere da qualcuno. Hai picchiato la testa da qualche parte?" Albus non si
trattenne dal riversare una certa ironia nel tono della propria voce.
"EHI. Ma tu come hai fatto ad
entrare?" Il giovane Potter notò lo sguardo sorpreso dell'amico e rise, "In che
senso?"
"Come in che senso? Nel
dormitorio!"
Albus scrollò le spalle. "Devi
essere più serio di quel che sembra. Non ricordi? Sei stato proprio tu a darmi
la parola d'ordine." Non c'era alcun motivo di specificare come, quando e
perché.
"Ad ogni modo, mi sembra tu
stia divinamente." Aggiunse, sorridendo in modo allusivo, "Avanti, dimmelo, chi
è la fortunata?"
Notò il volto di Scorpius
cambiare colore, "Q-quale fortunata! Non stavo a-aspettando nessuno!"
"Ma figurati!" Esclamò Albus.
"Hai nascosto la copia di Playwitch che tieni sempre sopra al comodino e poi,
cos'è? Profumo? Amico, ma chi vuoi darla a bere? E' lampante. Hai intenzione di
fare ginnastica stanotte!"
"No-cioè, forse, no, no! Ad
ogni modo se anche fosse vero, perché rimani qui? Vai via!"
Albus ridacchiò di fronte
all'imbarazzo del giovane Serpeverde. "Va bene, va bene." Disse, sventolando un
mano in segno di non curanza.
"Se-senti." La voce di Scorpius
era poco più che un soffio, "Hai per caso visto ne-nessuno nella Sala Comune?"
Albus sorrise, ripensando alla
sacca nella Sala Comune, "Intendi dire se ho visto la fortunata prescelta?"
Pensò al fatto che quelle iniziali, R. W., potevano non solo essere di Rose, ma
di molte ragazze ad Hogwarts. Per quella sera decise di non torturare l'amico
più del dovuto. "No, nessuno. Ehi, ma domani sarai costretto a dirmi tutto. Nei
minimi dettagli. Hai capito?"
Notò Scorpius visibilmente
sollevato, "Contaci."
"Divertiti, amico mio." Disse,
voltandogli le spalle ed avviandosi verso il corridoio. Quando giunse in Sala
Comune cercò con gli occhi la sacca abbandonata, ma non la trovò. Sorrise,
sarebbe stato divertente mettersi alla ricerca, in quella stanza, della famosa
prescelta. Ma non lo avrebbe fatto, per rispetto a Scorpius e a sua cugina,
perché sì, quel ciuffo di capelli rossici che spuntava da dietro al divano non
poteva non essere che il suo.
Ridendo, uscì dalla Sala
Comune, giusto in tempo per sentire dei passi che correvano lungo il pavimento
di pietra. A ben pensarci, riflettè Albus, sarebbero stati giorni assai
divertenti, giorni in cui si sarebbe divertito a torturare il suo più grande
amico, Scorpius Malfoy e la sua perfetta cugina, Rose Weasley.
Non vedeva l'ora di dirlo a
Lily.
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