capi12
Mai abbandonare la
speranza
Poco
dopo atterrò nel grande piazzale la War Machine con Rhody, che non
capiva cosa era successo visto che il luogo sembrava deserto.
-Ma
siamo nel posto giusto?- chiese il colonnello a Jarvis.
-Sì,
colonnello, ma credo che siamo arrivati troppo tardi... Ice Man è
stato distrutto...- enunciò il computer analizzando la zona.
-Tony!-
gridò Rhody appena vide l'amico accasciato vicino al muro. Si
avvicinò e solo dopo si accorse che teneva tra le braccia il corpo,
senza vita, di Pepper.
Alzò
la visiera dell'elmo, non sapeva cosa dire. Tony non alzò nemmeno lo
sguardo, sapeva che era lì e che avrebbe cercato di convincerlo a
farsi aiutare, ma lui non ne aveva la minima intenzione, voleva solo
andarsene per sempre...
-Tony...
mi dispiace...- disse abbassando lievemente il capo, era veramente
una brutta situazione.
-Lasciami
solo, voglio andarmene in pace!- esclamò senza nemmeno guardarlo
negli occhi.
-Non
dire sciocchezze! Lascia che ti aiuti, vi riporterò a casa.- enunciò
il colonnello, cercando di far cambiare idea a Tony.
-No!
Lei è morta! Non lo capisci!?!? È morta! Ed è stata tutta colpa
mia! Se l'avessi trovata prima non sarebbe successo!- gridò
infuriato guardandolo finalmente in faccia.
Rhody
capì che si sentiva in colpa e credeva che il colpevole
dell'incidente fosse stato lui. Non lo aveva mai visto così
distrutto, lo conosceva da una vita e nemmeno per la morte del padre
si era disperato a tal punto.
-Non è
stata colpa tua... È stato un incidente, ma devi superarlo e andare
avanti...- disse Rhody cercando in qualche modo di consolarlo.
-No,
non ce la farò mai! Lei per me era tutto, era la mia vita!- esclamò
Tony tornando a guardare il corpo di Pepper tra le sue braccia.
Il
colonnello non sapeva cosa rispondere, di sicuro Tony non aveva
intenzione di farsi aiutare e voleva morire, ma di certo non poteva
starsene lì ad aspettare che morisse, non poteva permetterlo, era
pur sempre suo amico!
-Senti,
lo so che per te è un brutto colpo, ma...- cercò di dire il
colonnello, prima di essere bruscamente interrotto.
-Adesso
basta, voglio stare solo!- esclamò Tony, il suo tono sembrava per di
più una supplica.
-Lasciami
solo con lei.- disse, poi, abbracciandola a se.
Rhody
fece ciò che gli era stato chiesto, si allontanò di qualche metro e
si sedette a terra, pensando a un motivo per convincere Tony.
Il
luogo venne avvolto da un malinconico silenzio. L'unico rumore che si
sentiva erano le auto, in lontananza, che scorrevano per la
trafficata zona di Los Angeles.
Tony
aspettava la morte tenendo abbracciata Pepper,ad occhi chiusi,
ripensava a tutti i momenti passati con lei e ora sarebbero stati
insieme per sempre. Sentiva solo il proprio respiro affannato
quando...
“Bum
bum...”
Aprì
velocemente gli occhi, non credeva alle sue orecchie, gli sembrava di
aver sentito il battito del cuore di Pepper. Forse erano solo
allucinazioni... ma...
“Bum
bum...” di nuovo.
“Bum
bum...”
No,
non era pazzo, era realmente il suo cuore!
-Jarvis!
Controlla le funzioni vitali! Subito!- esclamò Tony facendo
sobbalzare il colonnello Rhodes, che si alzò e si avvicinò.
-Che
succede?- chiese Rhody.
-Zitto!-
lo zittì Tony alzando un braccio come per bloccarlo.
“Bum
bum...”
Riusciva
a sentirla, tra le sue braccia, lei si stava riprendendo...
“Bum
bum...”
-Allora?!
Jarvis?!- chiese spazientito Tony per non aver ottenuto risposta.
-Le
sue funzioni vitali si stanno ristabilendo, ha ancora una
possibilità! Se riuscissimo a portarla in ospedale avrebbe un'altra
chance!- esclamò il computer facendo un check-up completo alla
ragazza, in fin di vita.
“Bum
bum... Bum bum... Bum bum...” il suo battito si stava
regolarizzando.
Tony
si sentì come rinascere. Le forze si rigenerarono, sentì l'energia
ritornare a scorrergli nel corpo, all'improvviso.
-Ci
penso io! La porto all'ospedale e poi torno a prendere te!- esclamò
Rhody tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.
-No,
non c'è tempo! Dobbiamo portarla a casa! Lì ho una macchina
rigeneratrice alimentata a reattori ad arco, l'ho terminata per
venderla agli ospedali, ma ho ancora l'originale al laboratorio!
Negli ospedali sarà in uso tra un mese! E l'unico mezzo per salvarla
è quello!- esclamò Tony convinto della sua invenzione.
-Ok!
La porterò a casa, dopo Jarvis saprà cosa fare.- proferì il
colonnello.
-Non
se ne parla! La porterò io a casa e andrà tutto bene!- disse
guardandola e sentendo il suo cuore che ricominciava a tamburellare.
-Ma
Tony! Sei senza forze! Non riuscirai mai ad arrivare fino a Malibu!-
esclamò Rhody, sconvolto per la testardaggine dell'amico.
-Parla
per te! Io mi sento più forte di prima!- esclamò alzandosi senza la
minima fatica con la ragazza tra le braccia.
-Infatti,
la sua energia è risalita al 100%, direi un fatto davvero
inspiegabile!- esclamò Jarvis controllando lo stato di energia del
signor Stark.
-Passami
l'elmo, per favore- disse Tony a Rhody, che senza proferire parola si
chinò, raccolse l'elmo e glielo porse.
Tony
se lo sistemò per bene, controllò che tutti i circuiti fossero
attivi e finalmente era pronto per tornare a casa.
-Stammi
dietro!- esclamò Tony prendendo il volo, seguito dal colonnello, che
ancora non riusciva a credere ai suoi occhi.
Il
cielo si annuvolò all'improvviso, si stava avvicinando un grosso
temporale e dovevano arrivare a Malibu il più presto possibile.
Tony
volava ad una velocità elevatissima, l'unico suo pensiero era lei e
non aveva neanche pensato come l'energia del suo corpo si sia
rigenerata così all'improvviso. Volava così veloce che Rhody,
dietro di lui, faticava a stargli accanto.
Questione
di minuti e arrivarono sulla costa di Malibu dove c'era l'abitazione
di Tony. Atterrarono sul terrazzo ed entrarono dalla vetrata, già
sfondata da Ice Man quando era scappato.
Tony
entrò, le luci erano tutte accese, Jarvis aveva pensato di attivare
i macchinari per il suo arrivo. Distese la ragazza sul divano e si
diresse verso il laboratorio. Il colonnello non sapeva come essere
d'aiuto, Tony era andato senza dire una parola, si sentiva un po' a
disagio...
Dopo
nemmeno 1 minuto riapparse liberato dall'ingombrante armatura, che
gli impediva movimenti fluidi, visto che era messa un po' maluccio.
-Che
fai lì impalato!? Avanti seguimi e togliti l'armatura, sai come sono
le regole!- esclamò ridendo, come per prenderlo un po' in giro. Gli
stava tornando il buon umore, convinto che sarebbe andato tutto per
il meglio.
Riprese
Pepper tra le braccia e, seguito dal colonnello, scese nel
laboratorio dove l'incubatrice era stata attivata e pronta per l'uso.
Rhody
si tolse l'armatura, poi si avvicinò a Tony che aveva disteso Pepper
nella speciale macchina e le stava attaccando in varie parti del
corpo delle piccole ventose con dei fili collegate ad un reattore ad
arco.
-Posso
aiutarti in qualche modo?- chiese Rhody, cercando di non essere
d'intralcio per il lavoro di Tony.
-No,
grazie. Ho quasi finito...- disse poi andando verso un computer e
digitando alcune parole e cifre, a Rhody incomprensibili.
-Come
funziona la macchina?- domandò l'amico curioso.
-Le
ventose hanno dei sensori che trasmettono energia attraverso il
reattore ad arco posto là sotto.- rispose indicandolo. -Poi si
trasmettono i dati al computer e infine si avvia, è un'incubatrice
di rianimazione.- disse, dando l'avvio alla macchina.
-E
quanto dovrà stare collegata?-
-Dipende
dallo stato... può stare anche fino a 2ore... non sono riuscito a
fare di meglio- enunciò un po' deluso di se stesso.
Si
sentì un forte boato da fuori, il temporale si stava avvicinando,
infatti poco dopo grosse gocce d'acqua caddero dal cielo con
violenza.
Tony e
Rhody si misero seduti nel laboratorio e aspettarono il risveglio
della ragazza. Per tutto il tempo non si parlarono, ognuno pensava
senza dire una parola. L'unico rumore era quello della pioggia
incessante e il mare agitato che con le onde si schiantava sugli
scogli.
Passò
mezz'ora, passò un'ora, passarono 2 ore, passarono 3 ore...
Tony
iniziò a perdere la speranza, cominciava a dubitare che andasse
tutto bene, lo schermo del computer segnalava minuscoli
miglioramenti. In 3 ore aveva riacquistato solo poche energie e Tony
pensò che non c'erano più speranze.
-E se
non ce la fa?- chiese Tony interrompendo il silenzio.
-Ma
certo che ce la farà! Dopo tutto quello che ha passato, se ritarda
un po' è normale!- esclamò il colonnello sicuro delle sue idee.
-Sono
passate 3 ore e ci sono pochissimi miglioramenti... non so più cosa
pensare.- enunciò Tony poggiando i gomiti sulle gambe e mettendosi
le mani tra i capelli, disperato.
-Ci
sono sempre dei miglioramenti!- affermò poggiandogli una mano sulla
spalla in segno di conforto. -Forza, andiamo di sopra a prenderci una
tazza di caffè, torniamo tra poco...- disse convincendolo.
Andarono
al piano superiore, si riempirono 2 tazze di caffè fumante e si
sedettero sul divano, guardando fuori dalla finestra il mare agitato.
-Ho
paura...- enunciò Tony con un espressione serissima sul volto.
L'amico non aveva mai sentito quelle 2 parole uscire dalla sua bocca,
Tony non aveva mai avuto paura di niente, e si stupì ben poco per
quella piccola rivelazione.
-Andrà
tutto bene! Ci sono stati miglioramenti, anche se piccoli, ma ci
sono! Non mancherà molto...- disse il colonnello.
Tony
poggiò la testa sullo schienale e chiuse gli occhi, sperando che
tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi...
-Posso
chiederti una cosa?- chiese gentilmente il colonnello.
-Certo,
dimmi...- disse guardandolo in volto e aspettando la domanda.
-Prima,
perchè hai pensato che fosse stato meglio uccidersi?-
Ci fu
un momento di silenzio, poi Tony rispose: -Semplice. Perchè più
della metà della mia anima era già morta... era andata via con
lei... Non so come spiegarlo, ma non mi sono mai sentito più male
come in quel momento...-
-Ma
era una pazzia! Saresti stato in grado di superarlo, come per tuo
padre- proferì Rhody, dopo aver ottenuto risposta.
-No...
ti sbagli, non è la stessa cosa. Lei per me è tutto, è la mia vita
e la sua morte, per colpa mia, non l'avrei superata...- rispose
convinto.
-Non è
stata colpa tua!- esclamò il colonnello
-Invece
sì! Se io l'avessi sconfitto prima, lei non sarebbe stata rapita!
Oppure se mi sarei sbrigato a trovarla, lei non sarebbe in quello
stato!- esclamò alzando un po' il tono della voce.
Rhody
pensò che non era il discorso adatto da trattare in quel momento,
così cambiò subito discussione.
-Un'altra
cosa devo chiederti... come hai fatto a recuperare le energie così
velocemente?- domandò il colonnello.
-Non
ne ho la minima idea...- disse pensandoci un po'. -È una cosa
strana... non saprei spiegarla. Fino a pochi minuti prima mi sentivo
morire e dopo avevo l'energia al 100%! Jarvis, come la spiegheresti?-
chiese Tony, richiamando il computer.
-Si
tratta di un caso abbastanza insolito... Le particelle del reattore
si sono rigenerate automaticamente in un tempo brevissimo, di solito
ci mettono un po' più di tempo... l'unica spiegazione è che abbiano
ricevuto l'impulso da fuori, il suo corpo.- enunciò Jarvis che dopo
molte diagnosi era giunto a quella conclusione.
-Il
mio corpo? Ma se non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi!- esclamò
Tony leggermente sorpreso.
-È
stato un impulso dovuto al sistema nervoso, possono essere profumi,
gusti o rumori. Le hanno causato una strana reazione- spiegò il
computer cercando di essere il più chiaro possibile.
Tony
ci pensò un po', doveva ricordarsi cosa poteva essere stato a
donargli quella potenza. Ripensò a tutti i momenti, poi...
-Pepper!-
esclamò illuminato.
-Eh?-
disse Rhody non capendo cosa centrasse in quel momento Pepper.
-È
stato merito suo! Il battito del suo cuore! Da quel momento mi sono
sentito un'energia scorrere dentro!- esclamò ricordandosi quel
preciso momento.
-Hai
visto? Pepper ti aiuta in qualsiasi momento!- disse il colonnello
ridendo.
I
grossi nuvoloni neri se ne andarono lasciando spazio ad un firmamento
ricoperto da luminose e piccole stelle.
-Ehy!
Ma che avete combinato?!- chiese una voce.
Tony e
Rhody si girarono verso l'individuo che aveva detto quella frase.
-Pepper...-
sussurrò Tony alzandosi in piedi, non credendo ai propri occhi, gli
pareva un'allucinazione.
Pepper
si era risvegliata! E sembrava stesse bene.
La
ragazza si avvicinò a Tony e Rhody, che con due facce da baccalà la
guardavano esterrefatti.
-Allora?!
Chi ha combinato questo casino?!- domandò indicando la vetrata del
soggiorno in frantumi. Cercava di essere il più seria possibile, ma
non ci riuscì, le scappò un sorriso e abbracciò Tony felice di
rivederlo.
Lui la
strinse a se forte e le sussurrò: -Non farmi più scherzi del
genere, mai più!-
-Come
stai?!- domandò poi, guardandola negli occhi, resi lucidi dalla
contentezza.
-Ho
solo un po' di freddo, ma per il resto sto benissimo!- rispose
sorridendo.
Tony
la fece sedere sul divano e dopo aver preso una coperta gli si
sedette accanto e la tenne stretta a se cercando di riscaldarla.
-Jarvis,
fai virtualmente tutti i controlli e dimmi se c'è qualcosa che non
va- disse Tony al computer, per far controllare la salute della
ragazza.
-Sarà
fatto signore!- esclamò Jarvis.
-Ti ho
detto che sto bene!! Non serve nessun controllo!- esclamò Pepper
cercando di tranquillizzarlo.
-Gli
hai fatto prendere un bello spavento, era disperato!- esclamò Rhody
felice che la ragazza si fosse rimessa nei migliori dei modi.
-Alla
fine la Iron Woman si è rivelata poco utile, vero?- disse Tony
ridendo.
-Ti
eri dimenticato di spiegarmi come funzionasse, sai non sono molto
pratica!- esclamò Pepper prendendolo un po' in giro.
Pepper
chiese che fine aveva fatto Ice Man e Tony si limitò a rispondere
che lo aveva sconfitto. Però la ragazza domandò come erano andate
le cose e allora il colonnello Rhodes gliele spiegò per filo e per
segno, Tony non se la sentiva di raccontarlo. Quando Rhody disse che
Tony aveva tentato il suicidio perchè la credeva morta, rimase
sbalordita, non sapeva proprio cosa dire. Almeno sapeva che Tony ci
teneva tanto a lei e questo era la dimostrazione di quanto l'amasse.
-Arrivo
subito!- esclamò Tony alzandosi e dirigendosi verso il piano di
sopra.
-Ma
dove va?- chiese Pepper a Rhody.
-Non
ne ho la più pallida idea. Comunque sappi che lui farebbe qualsiasi
cosa per te, persino dare la vita e questo lo ha dimostrato.- enunciò
il colonnello.
Pepper
si limitò solamente a sorridergli, visto che Tony ritornò.
-Dove
sei andato?- chiese la ragazza curiosa.
Lui
non le rispose, si mise in ginocchio di fronte a lei e le prese una
mano.
-Devi
sapere che per me sei la persona più importante della mia vita,
quando avevo il tuo corpo senza vita tra le braccia, mi sono sentito perso, la mia vita se
ne era andata. Tu per me sei vita e voglio passare il resto dei miei
giorni insieme a te...- trasse da dietro la schiena una scatolina
azzurra, la aprì scoprendo uno splendido anello.
-Virginia
Pepper Potts, vuoi sposarmi e diventare mia moglie?- disse
infilandole l'anello nell'anulare della mano sinistra.
Pepper
pianse per la felicità
-Certo
che lo voglio!- esclamò buttandogli le braccia al collo.
Tony
si rimise in piedi, sempre tenendola tra le braccia. E guardandola
negli occhi....
-Ti
amo!- disse per poi darle un appassionato bacio.
Ora
finalmente era felice! Gli era stata ridata la sua vita e adesso
aveva veramente Tutto!
FINE
Salve a tutti!
Se siete arrivati fino
all'ultima riga di questa storia, spero vi sia almeno piaciuta! XD
Ho cercato di mettere un
po' tutto in questo scritto: romanticismo, scienza, tecnologia,
mistero, azione, malizia, comicità e, ahimè, anche un po' di
tristezza...
Comunque spero di essere
riuscita a trasmettervi tutti i sentimenti che ci ho messo a scrivere
questa storia, a cui ci tengo anche veramente tanto!
Poi io me lo immagino con
gli attori degli altri 2 film di Iron Man! E Robert e Gwyneth sono
fantastici insieme!
A questo punto arrivano i
ringraziamenti: ringrazio vaned1995 che ha seguito la mia storia,
recensendo i capitoli! E sopratutto ringrazio tutti i membri del
forum di Tony&Pepper che hanno letto!
Grazie di tutto! Io mi
sono divertita a scriverla e spero che voi vi siate divertiti a
leggerla!
Grazie
1000!!!
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